1 Corinzi 13 – Amore Agape
G. Campbell Morgan scrisse che esaminare questo capitolo è come dissezionare un fiore per poterlo studiare. Se lo si fa troppo a pezzi, se ne perde la bellezza. Alan Redpath disse che ci si poteva abbronzare spiritualmente dal calore di questo capitolo.
A. La supremazia dell’amore.
1. (1-2) L’amore è superiore ai doni spirituali.
Quand’anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonante o uno squillante cembalo. E se anche avessi il dono di profezia, intendessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede da trasportare i monti, ma non ho amore, non sono nulla.
a. Quand’anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli: I Corinzi erano affascinati dai doni spirituali, soprattutto da quello delle lingue. Paolo ricorda loro che il dono delle linguenon ha alcun valore senza amore. Senza amore, una persona può anche avere il dono delle lingue, ma quest’ultimo ha la stessa valenza di un bronzo risonante o uno squillante cembalo. Non è altro che un suono vuoto.
i. “Le persone con scarsa spiritualità fanno sempre un gran baccano; colui che non ha l’amore per Dio e per l’uomo nel proprio cuore è come un vagone vuoto che viene giù da una collina all’impazzata: fa un gran rumore, perché non c’è niente dentro.” (Josiah Gregory, citato da Clarke)
b. Le lingue degli uomini e degli angeli: L’antica parola greca tradotta con lingue, significa semplicemente “linguaggi” in altri passaggi (Atti 2:11 e Apocalisse 5:9). Questo ha portato alcuni a dire che il dono delle lingue sia semplicemente l’abilità di condividere il vangelo in altre lingue, o la capacità di imparare facilmente altre lingue. Tuttavia, il modo in cui le lingue vengono usate qui dimostra che – e di solito è così – si riferisce ad una lingua soprannaturale con la quale il credente comunica con Dio. Non c’è alcun altro modo di interpretare il riferimento alle lingue… degli angeli.
i. Ai giorni di Paolo, molti giudei credevano che gli angeli avessero la loro lingua e che, per mezzo dello Spirito, gli uomini la potessero parlare. Il riferimento alle lingue… degli angeli dimostra che nonostante il dono delle lingue sia una lingua vera, non vuol dire che sia una lingua umana ancora esistente, o che sia affatto una lingua umana. Apparentemente, ci sono lingue angeliche che gli uomini possono parlare per mezzo dell’ispirazione dello Spirito Santo.
ii. Poole fa un commento interessante, suggerendo che la frase lingue… degli angeli descriva il modo in cui Dio può parlarci in maniera non verbale: “Gli angeli non hanno una lingua propria, e non emettono alcun suono udibile attraverso cui si fanno comprendere; c’è, però, certamente una società o un certo rapporto tra gli angeli, e questo non sarebbe possibile senza un modo attraverso cui comunicano i propri pensieri e il proprio volere. Come questo avviene non lo sappiamo: alcuni degli studiosi dicono che questo avviene attraverso un’idea o una sensazione: lo stesso modo in cui a volte Dio comunica il Suo pensiero al Suo popolo, imprimendo i Suoi pensieri nelle loro menti e nelle loro concezioni.” Poole aveva torto nel suggerire che gli angeli non possono parlare – in molti posti nella Bibbia vediamo gli esseri angelici parlare, sia in cielo che sulla terra. Tuttavia, è interessante considerare il fatto che gli angeli possano avere capacità comunicative che noi non abbiamo, e che non avremo fino a quando noi credenti non saremo glorificati nei nostri corpi risorti.
c. Profezia, scienza e fede per compiere miracoli sono allo stesso modo irrilevanti senza amore. I cristiani di Corinto non avevano compreso il motivo e l’obiettivo dei doni, rendendo questi ultimi il loro obiettivo. Paolo riporta all’attenzione all’amore.
i. Paolo, riprendendo lo stesso concetto di Gesù, si riferisce alla fede che trasportai monti (Matteo 17:20). Sarebbe una cosa meravigliosa avere una fede che può operare l’impossibile! Tuttavia, anche con questo tipo di fede saremmo nulla senza amore.
ii. Un uomo con quel tipo di fede può spostare grandi monti, ma li porrà sul sentiero di qualcun altro – o sopra qualcun altro – se non ha amore.
iii. Non è una questione di amore in contrapposizione ai doni. Una chiesa non dovrebbe mai essere costretta a scegliere tra l’amore e i doni dello Spirito Santo. Paolo enfatizza il centro e l’obiettivo dei doni: l’amore, e non i doni in sé stessi.
iv. “Avere i charismata non è segno della presenza dello Spirito; l’amore cristiano lo è.” (Fee)
d. Non ho amore: Paolo usa la parola agape in greco antico. I greci antichi avevano quattro parole diverse che noi traduciamo con amore. È importante comprendere la differenza tra le parole, ed il motivo per cui Paolo ha scelto la parola greca agape in questo contesto.
i. Eros è una delle parole per amore. Questa descriveva, come possiamo intendere dal termine stesso, l’amore erotico. Si riferisce all’amore sessuale.
ii. Storge è la seconda parola per amore. Si riferisce all’amore familiare, il tipo di amore tra un genitore ed un figlio, o tra i membri familiari in generale.
iii. Philia è la terza parola per amore. Si riferisce all’amicizia e all’affetto fraterno. È l’amore di profonda amicizia e complicità. Potrebbe essere descritto come l’amore più profondo che l’uomo, senza l’aiuto di Dio, è capace di provare.
iv. Agape è la quarta parola per amore. È un amore che ama senza cambiare. È un amore altruista, che dà senza pretese o senza aspettarsi nulla in cambio. È un amore così grande che può essere dato a coloro che non sono amabili o desiderabili. È l’amore che ama anche quando viene rigettato. L’amore agape dà e ama perché desidera farlo; non pretende o non si aspetta nulla in cambio per l’amore dato. Dà perché ama; non ama per ricevere. Secondo Alan Redpath, la parola agonia deriva da agape. “Significa che il nostro intero essere viene assorbito in un’unica grande passione”. (Redpath) Per essere precisi, agape non può essere definito come “l’amore di Dio”, perché gli uomini agape (amano) il peccato ed il mondo (Giovanni 3:19 e 1 Giovanni 2:15). Può essere, però, definito come un amore che si sacrifica, che dà ed è un amore inclusivo. La parola non ha molto a che fare con le emozioni, si tratta più del rinnegare sé stessi per il bene di un altro.
v. Leggendo questo capitolo possiamo pensare che Paolo stia dicendo che se siamo ostili, allora le nostre vite non significano nulla. Tuttavia, agape non è semplicemente non essere ostili, vuol dire rinnegare sé stessi per amore dell’altro.
2. (3) Anche le rinunce più drastiche sono, allo stesso modo, inutili senza amore.
E se spendessi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri e dessi il mio corpo per essere arso, ma non ho amore, tutto questo niente mi giova.
a. Se spendessi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri: Questo è ciò che Gesù disse di fare al giovane ricco (Matteo 19:16-30), ed egli si rifiutò. Anche se quest’ultimo avesse fatto quello che Gesù gli aveva detto, tuttavia senza amore, non gli sarebbe giovato a nulla.
b. Dessi il mio corpo per essere arso: Anche se deponessi la mia vita in un tragico martirio, senza amore, non mi gioverebbe a nulla. Solitamente, nessuno metterebbe in dubbio le credenziali spirituali di chi dava via tutto ciò che aveva, compresa la propria vita in martirio. Queste, però, non sono il modo ideale per misurare le credenziali spirituali di qualcuno. Il miglior metro di misura è l’amore.
i. Alcuni tra i primi cristiani erano così arroganti da pensare che il sangue del martirio lavasse via qualsiasi peccato. Essi erano così orgogliosi della propria abilità di sopportare la sofferenza per Gesù che pensavano fosse la cosa più importante nella vita cristiana. È sicuramente importante, ma non la più importante. Senza amore, tutto questo niente mi giova. Anche se viene fatto spontaneamente (Poole annota “senza essere trascinato al rogo, ma dando me stesso volontariamente di fronte a quel tipo di morte crudele”), senza amore, tutto questo niente mi giova.
ii. Alcuni credono che il riferimento all’essere arsi non si riferisca ad un’esecuzione, ma all’essere marchiati come criminali o schiavi per amore dell’evangelo. È più probabile che si riferisca ad un’esecuzione, ma non ha molta importanza, perché il significato essenziale rimane lo stesso – si tratta di un grande sacrificio personale.
iii. Allo stesso modo, alcuni manoscritti in greco antico hanno la frase e dessi il mio corpo affinché possa vantarmi invece di dessi il mio corpo per essere arso. Di nuovo, il significato rimane lo stesso e la differenza è veramente minima.
iv. Molti cristiani credono che la vita cristiana ruoti solamente attorno al sacrificio – sacrificare i tuoi soldi, la tua vita, per la causa di Gesù Cristo. Il sacrificio è importante, ma senza l’amore è inutile, niente mi giova.
c. Ogni cosa descritta in 1 Corinzi 13:1-3 è una cosa buona. Il dono delle lingue è buono, la profezia, la scienza e la fede sono cose buone, il sacrificio è una cosa buona. Tuttavia, l’amore è così prezioso, così importante che senza di esso, ogni altra cosa è inutile. Certe volte commettiamo il grande errore di rinunciare al meglio per qualcosa di buono, ma che comunque non è il meglio.
B. La descrizione dell’amore.
“Per evitare che i Corinzi chiedano all’apostolo, Cos’è quest’amore di cui parli? O come facciamo a sapere di possederlo? L’apostolo qui fornisce tredici caratteristiche di una persona caritatevole.” (Poole)
1. (4a) Due cose che caratterizzano l’amore: pazienza e benignità.
L’amore è paziente, è benigno.
a. L’amore: Sin dal principio, vediamo che l’amore viene descritto con parole che indicano azione, e non con chissà quali concetti elevati. Paolo non sta scrivendo riguardo a come viene percepito l’amore, ma come questo viene dimostrato con i fatti. Il vero amore viene sempre comprovato con le azioni.
b. L’amore è paziente: L’amore durerà a lungo. Questo è il cuore di Dio che vediamo in 2 Pietro 3:9 dove leggiamo, Il Signore non ritarda l’adempimento della Sua promessa, come alcuni credono che Egli faccia, ma è paziente verso di noi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti vengano a ravvedimento. Se l’amore di Dio è in noi, anche noi mostreremo pazienza verso coloro che ci infastidiscono e feriscono.
i. John Chrysostom, un antico predicatore, disse che questa è la parola utilizzata in riferimento all’uomo che subisce un torto, e che potrebbe facilmente vendicarsi, ma non lo fa, per misericordia e pazienza. E tu, ti vendichi non appena ne hai l’occasione?
c. L’amore è benigno: Quando abbiamo e mostriamo l’amore di Dio, questo sarà evidente nei semplici atti di bontà. Un metro di misura meraviglioso per la benignità è vedere come i bambini ci ricevono. Essi non ricevono e non interagiscono con persone cattive.
2. (4b-6) Otto cose che l’amore non è: non è invidioso, non è orgoglioso, non è arrogante, non è scortese, non è esclusivo, non è permaloso, non è sospettoso, non gioisce del male.
L’amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia, non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il male; non si rallegra dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità,
a. L’amore non invidia: L’invidia è uno dei peccati meno produttivi e più dannosi. Non conclude nulla, se non fare del male. L’amore mantiene le distanze dall’invidia, e non si offende quando qualcun altro ha successo o è benedetto. Clarke descrive il cuore che non invidia: “Essi sono sempre disposti a dare precedenza agli altri.”
i. L’invidia è un piccolo peccato? L’invidia uccise Abele (Genesi 4:3-8). L’invidia fece di Giuseppe uno schiavo (Genesi 37:11, 28). L’invidia crocifisse Gesù: Perché egli sapeva bene che glielo avevano consegnato per invidia (Matteo 27:18).
ii. “Molte persone nascondono uno spirito invidioso e duro dietro ad un falso zelo spirituale e ad una falsa tenera premura per la salvezza degli altri; essi trovano difetti in ogni cosa; il loro spirito è uno spirito di critica; nessuno può compiacerli e tutti soffrono a causa loro. Costoro distruggono più anime dando la decima per la menta e il cumino che altri i quali trascurano questioni più importanti della legge. Tali persone hanno ciò che viene giustamente chiamata una santità acida.” (Clarke)
b. L’amore…non si mette in mostra: L’amore in azione può agire anonimamente. Per fare un buon lavoro, non ha bisogno dei riflettori o dell’attenzione, o di essere soddisfatto dei risultati. L’amore dà perché ama dare, e non per le lodi che può ricevere mettendosi in mostra.
i. A volte, le persone che sembrano sforzarsi troppo per quanto riguarda l’amore, sono più lontane da esso. Queste fanno cose che molti considererebbero amorevoli, tuttavia le fanno per mettersi in mostra. Questo non è amore, ma è orgoglio in cerca di gloria attraverso l’apparenza dell’amore.
c. L’amore… non si gonfia: Gonfiarsi significa essere arroganti ed egoisti. Parla di qualcuno che si è “montato la testa”. Questo non è quello che fa l’amore; esso si focalizza sui bisogni degli altri.
i. Sia mettersi in mostra che gonfiarsi sono radicati nell’orgoglio. Tra i cristiani, l’orgoglio peggiore è quello spirituale.
ii. William Carey viene presentato da molti come il fondatore del movimento missionario moderno. Oggi, i cristiani in tutto il mondo sanno chi era e lo onorano. Egli aveva un passato umile; aggiustava scarpe quando Dio lo chiamò a raggiungere il mondo. Una volta, quando Carey si trovava ad una cena, un nobile molto snob cercò di insultarlo dicendo ad alta voce, “Sig. Carey, ho sentito che una volta faceva il calzolaio!”. Carey rispose, “No, vostra signoria, non un calzolaio, ma un semplice riparatore di scarpe!”. Oggigiorno, il nome di William Carey viene ancora ricordato, ma nessuno ricorda il nome di quel nobile presuntuoso. Il suo amore era evidente nel fatto che non aveva un’opinione troppo elevata di sé stesso.
d. L’amore… non si comporta in modo indecoroso: Laddove c’è amore, troviamo anche benignità e buone maniere. Non il tipo di buone maniere che fa notare agli altri, “guarda come sono educato”, ma il tipo in cui semplicemente uno non si comporta in modo indecoroso.
e. L’amore… non cerca le cose proprie: Paolo comunica la stessa idea in Romani 12:10: nell’onore usate riguardo gli uni verso gli altri. Anche Filippesi 2:4 trasmette lo stesso concetto: Non cerchi ciascuno il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Questo vuol dire essere come Gesù, essere una persona altruista piuttosto che egoista.
i. “L’amore è soddisfatto solamente nel benessere, conforto e salvezza di tutti. Quell’uomo che si affanna solamente per la sua propria felicità, a cui non importa come sta il resto del mondo e ricerca solo il proprio benessere, non è un cristiano.” (Clarke)
f. L’amore… non si irrita: Per tutti noi è facile sentirsi provocati o irritarsi contro coloro che sono semplicemente insopportabili. Tuttavia, irritarsi è un peccato e non è amore. A Mosè non fu concesso di entrare nella Terra Promessa perché si irritò contro il popolo di Israele (Numeri 20:2-11).
g. L’amore… non sospetta il male: Significa letteralmente, “l’amore non conserva il ricordo di alcun torto subito”. L’amore mette da parte le ferite del passato invece di aggrapparvisi.
i. Uno scrittore racconta di una tribù in Polinesia dove era usanza per ogni uomo conservare qualcosa che gli ricordasse il suo odio verso gli altri. Questi oggetti venivano appesi ai tetti delle loro capanne per tenere vivo il ricordo di ogni torto, reale o immaginario. Molti di noi fanno la stessa cosa.
ii. Il vero amore “non presume mai che una buona azione nasconda una cattiva motivazione… Il primo implica che questi non escogiti o non progetti alcun male.” (Clarke)
h. L’amore… non si rallegra dell’ingiustizia: È disposto a ricercare il meglio per gli altri. L’amore gioisce con la verità. L’amore è sempre fondato sulla verità perché l’amore è puro e buono come la verità.
3. (7) Altre quattro caratteristiche dell’amore: forte, crede, spera e dura. Spurgeon chiama queste quattro virtù i quattro dolci amici dell’amore.
Tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.
a. Ogni cosa: Magari speravamo che Paolo scegliesse qualsiasi altra frase ma non questa! Ogni cosa include tutto! Tutti noi possiamo tollerare alcune cose, tutti noi possiamo credere alcune cose, sperare in alcune cose e sopportare alcune cose. Tuttavia, Dio ci chiama ad un amore più profondo per Lui, gli uni per gli altri e per il mondo morente.
i. “Dovete avere un amore fervente verso i santi, anche se scoprirete che anche il migliore di loro metterà alla prova la vostra pazienza; perché, proprio come voi, essi sono imperfetti e non sempre vi mostreranno il loro lato migliore, ma qualche volta esibiranno le loro debolezze. Siate dunque pronti ad affrontare “ogni cosa” che proviene da loro.” (Spurgeon)
ii. “L’amore non chiede di avere una vita facile: questo è l’obiettivo dell’amore egoista. L’amore rinnega sé stesso, sacrifica sé stesso affinché possa essere vittorioso per Dio, e non per ottenere una corona per sé stesso.” (Spurgeon)
b. L’amore… tollera ogni cosa: La parola tollera può anche essere tradotta con copre. In ogni caso, Paolo sottolinea un’importante verità che troviamo anche in 1 Pietro 4:8: Avendo prima di tutto un intenso amore gli uni per gli altri, perché «l’amore coprirà una moltitudine di peccati».
i. “L’amore copre: ovvero, non rivela ai quattro venti gli errori di uomini perbene. Ci sono dei ficcanaso là fuori che, scoperto un errore commesso da un fratello, sentono la necessità di andare dal prossimo con la notizia succulenta e poi corrono su e giù per le strade come se fossero stati eletti i piagnucoloni di turno. Eppure, conosco alcuni che non sono zelanti nemmeno la metà nel condividere il vangelo di quanto lo siano nel condividere i pettegolezzi. L’amore, di fronte ad un errore, rimane con un dito sulla bocca.” (Spurgeon)
ii. “Vorrei, miei fratelli e sorelle, che tutti noi imitassimo le ostriche perlate. Una particella nociva si introduce nella conchiglia, e questa la irrita e la fa soffrire. Essa non può espellere il male, e ciò che fa è coprirlo con una sostanza preziosa che essa stessa produce, con la quale trasforma l’intruso in una perla. Oh, che anche noi possiamo fare lo stesso con le provocazioni che riceviamo dai nostri compagni cristiani, affinché le perle della pazienza, gentilezza, longanimità e perdono possano essere prodotte dentro di noi da ciò che ci ha ferito.” (Spurgeon)
c. L’amore… crede ogni cosa: Noi non crediamo mai ad una bugia, ma non crediamo al male a meno che i fatti non lo richiedano. Noi scegliamo di credere il meglio degli altri.
i. “L’amore, per quanto può, crede nei suoi compagni. Conosco alcune persone che credono abitualmente tutto ciò che è male, ma questi non sono figli dell’amore… Vorrei che i chiacchieroni iniziassero ad elogiare le virtù degli altri, e ad andare di casa in casa per raccontare belle storie sui loro conoscenti.” (Spurgeon)
d. L’amore… spera ogni cosa: L’amore ha fiducia nel futuro, non nel pessimismo. Quando è ferito, non dice, “Sarà così per sempre, e diventerà sempre peggio”. Esso spera per il meglio, e spera in Dio.
e. L’amore… sopporta ogni cosa: La maggior parte di noi può tollerare ogni cosa, credere ogni cosa e sperare ogni cosa, ma solamente per un po’. La grandezza dell’amore agape è che questo continua a tollerare, credere e sperare. Non si arrende. Distrugge i nemici trasformandoli in amici.
i. “Se i tuoi fratelli sono arrabbiati senza motivo, sii dispiaciuto per loro, ma non lasciare che ti mettano di cattivo umore. Rimani saldo nell’amore; non sopportare solo alcune cose, ma tutte le cose, per amore di Cristo, così dimostrerai di essere veramente un cristiano.” (Spurgeon)
4. Il miglior modo di comprendere ognuna di queste cose è osservarle nella vita di Gesù.
a. Potremmo sostituire la parola amore con il nome Gesù e la descrizione avrebbe perfettamente senso. Possiamo tranquillamente dire, Gesù è paziente e benigno; Gesù non invidia… e continuare così per tutto il capitolo.
b. Possiamo misurare la nostra maturità spirituale vedendo cosa succede quando sostituiamo la parola amore con il nostro nome. Sembra completamente assurdo o solamente “un po’” inverosimile?
c. C’è un motivo per cui Paolo ha messo questo capitolo nel bel mezzo del suo discorso sui doni spirituali. Paolo vuole che i cristiani di Corinto ricordino che avere i doni non è sinonimo di maturità, ma la dimostrazione dell’amore lo è.
C. La stabilità dell’amore.
1. (8-10) L’amore vivrà più a lungo dei doni.
L’amore non viene mai meno; ma le profezie saranno abolite, le lingue cesseranno e la conoscenza sarà abolita, perché conosciamo in parte e profetizziamo in parte. Ma quando sarà venuta la perfezione, allora quello che è solo parziale sarà abolito.
a. L’amore non viene mai meno: Paolo ora affronta l’enfasi eccessiva che i cristiani di Corinto pongono sui doni dello Spirito Santo. Egli mostra come dovrebbero risaltare l’amore piuttosto che i doni, perché questi sono “contenitori” temporanei dell’opera di Dio; l’amore, invece, è l’opera stessa.
b. Dunque, i doni dello Spirito Santo sono appropriati per il presente, ma non sono eterni. Essi sono doni imperfetti per un tempo imperfetto.
c. La perfezione: Paolo dice che quando sarà venuta la perfezione, i doni “cesseranno”. Ma che cos’è questa perfezione? Sebbene coloro che credono che i doni miracolosi siano cessati con gli apostoli affermino che si riferisca al completamento del Nuovo Testamento, non è così. Generalmente, tutti i commentatori concordano che la perfezione sarà compiuta quando ci troveremo tutti davanti all’eterna presenza del Perfetto, quando saremo con il Signore per sempre, o attraverso il ritorno di Cristo o con il passaggio nell’eternità.
i. La parola in greco antico per perfezione è telos. Considerando il modo in cui il Nuovo Testamento usa telos in altri passaggi, sembrerebbe quasi certamente riferirsi alla venuta di Gesù (1 Corinzi 1:8, 15:24, Giacomo 5:11, Apocalisse 20:5, 20:7, 21:6 e 22:13).
d. Le lingue cesseranno: Molti di coloro che credono che i doni miracolosi sono cessati con gli apostoli (come John MacArthur) affermano che non essendo il verbo cesseranno in forma passiva, ma in voce media, la frase potrebbe essere tradotta, le lingue si interromperanno da sole. La loro analisi sembra scolastica, ma la maggior parte degli studiosi della lingua greca antica non è d’accordo con questa traduzione.
i. Anche se questa traduzione è corretta, non ci dice nulla riguardo a quando le lingue cesseranno. John MacArthur afferma che, “le lingue cessarono nell’era apostolica, e quando si interruppero, lo fecero per sempre”. Questo passaggio, però, non ci dice che “le lingue si interromperanno da sole”, e ci dice che le lingue cesseranno solamente quando sarà venuta la perfezione.
ii. Giovanni Calvino credeva che cesseranno si riferisse allo stato eterno. “Ma quando verrà questa perfezione? Questa, infatti, inizia con la morte, perché, con il corpo, ci spogliamo delle nostre debolezze”. (Calvino)
e. Le lingue cesseranno: Quando Paolo usa i verbi saranno abolite, cesseranno e sarà abolita sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, non sta cercando di dire che le profezie, le lingue e la conoscenza avranno destini differenti. Egli sta semplicemente dicendo la stessa cosa in tre modi diversi. Tutte queste cose finiranno, ma l’amore non viene mai meno.
i. “Generalmente non c’è alcuna distinzione tra i due verbi in greco che descrivono la fine sia delle profezie che delle lingue. Mentre il verbo relativo alle profezie è nella voce passiva (i credenti sono gli agenti sottintesi), il verbo relativo alle lingue viene interpretato in voce attiva. La differenza si trova solamente nella svolta stilistica e in nient’altro”. (Kistemaker)
f. Profetizziamo in parte: Questa è la prova inattaccabile che la profezia non è la stessa cosa del predicare, e nemmeno della predicazione “ispirata”. Chi può ascoltare un predicatore parlare e parlare, e dire che profetizza solo in parte? Sembra molto più che una piccola parte!
i. “La predicazione è semplicemente l’unione dei doni dell’insegnamento e dell’esortazione, gli elementi principali della profezia sono la predizione e la rivelazione.” (Farnell, citato da Kistemaker)
2. (11-12) Illustrazioni della natura temporanea dei doni e della stabilità dell’amore.
Quand’ero bambino, parlavo come un bambino, avevo il senno di un bambino, ragionavo come un bambino; quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino. Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto.
a. Quand’ero bambino: Le cose infantili sono appropriate per i bambini ed i doni lo sono per il nostro tempo presente. Tuttavia, i doni dello Spirito Santo non saranno adatti per sempre.
i. Paolo non sta cercando di dire che se siamo maturi spiritualmente, allora non abbiamo bisogno dei doni spirituali. Tuttavia, egli dice che se siamo maturi spiritualmente, non daremo troppa importanza ai doni, soprattutto se a pagarne le spese è l’amore.
b. Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia: Quando saremo in grado di vedere Gesù faccia a faccia (non una scarsa immagine riflessa), non ci sarà più bisogno dei doni e per questo svaniranno. I doni dello Spirito Santo saranno adombrati dalla presenza immediata di Gesù. Quando il sole sorge, spegniamo le altre luci.
c. Faccia a faccia: Paolo usa questa frase per descrivere la comunione completa e senza ostacoli con Dio. 1 Giovanni 3:2 ci dice che quando andremo in cielo, lo vedremo come Egli è. Non ci saranno più barriere nella nostra relazione con Dio.
i. In Esodo 33:11, leggiamo che l’Eterno parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico. In Esodo 33, faccia a faccia è un’espressione figurativa, che indica una comunione libera e aperta. Mosè non vide – e non avrebbe potuto vedere – il volto di Dio Padre nella Sua gloria. Questa è la stessa idea che Giovanni comunica in 1 Giovanni 4:12, Nessuno ha mai visto Dio. Spiritualmente parlando, così come Mosè aveva un rapporto faccia a faccia con Dio, anche noi possiamo avere una relazione libera ed aperta con Lui. Tuttavia, sarà solamente allora che potremo sperimentarlo letteralmente, quando saremo uniti con Gesù in gloria.
ii. In un passaggio come Numeri 12:8, dove il Signore dice di Mosè, con lui io parlo faccia a faccia, la frase faccia a faccia è un modo di dire che indica un’intimità profonda e senza ostacoli. La faccia di Mosè non stava letteralmente contemplando il volto fisico di Dio; tuttavia, ha veramente sperimentato conversare con Dio in modo diretto ed intimo. Il faccia a faccia menzionato qui da Paolo, però, è un faccia a faccia letterale.
d. Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio: Questo ci parla nuovamente della comunione perfetta che avremo un giorno con Dio. Oggi, quando guardiamo in uno specchio, l’immagine risulta chiara. Nell’antichità, però, gli specchi erano fatti di metallo lucidato, e l’immagine risultava sempre poco chiara e leggermente distorta. Ora vediamo Gesù solamente in modo soffuso e poco chiaro, ma un giorno Lo vedremo in perfetta chiarezza. Conosceremo proprio come siamo stati conosciuti.
i. La città di Corinto era conosciuta per la produzione di alcuni dei migliori specchi di bronzo, ma – sebbene fossero i migliori – non potevano fornire un’immagine tanto chiara. Quando andremo in cielo, avremo veramente un’immagine chiara del Signore.
ii. Non potremmo sopportare un tale grado di conoscenza da questo lato dell’eternità. “Se avessimo una maggiore consapevolezza del nostro stato peccaminoso, potremmo essere condotti alla disperazione; se avessimo una maggiore consapevolezza della gloria di Dio, potremmo morire di terrore: se avessimo più conoscenza, potremmo essere ripieni di presunzione e tormentati dall’ambizione, se non avessimo la capacità di contenerla. Tuttavia, lassù, le nostre menti saranno fortificate per poter ricevere di più, senza il danno che potrebbe occorrere scavalcando i confini dell’ordine, stabilito in modo supremo e regolato divinamente.” (Spurgeon)
e. Ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto: Dio sa ogni cosa di me; è così che sono stato conosciuto. In cielo, però, conoscerò Dio in maniera perfetta; conoscerò proprio come sono stato conosciuto. Non significa che sarò onnisciente come Dio, ma vuol dire che conoscerò Dio in maniera perfetta nelle mie capacità.
i. Il cielo ci è prezioso per diverse ragioni. Desideriamo riunirci ai nostri cari che sono venuti a mancare prima di noi e di cui sentiamo tanto la mancanza. Desideriamo unirci ai grandi uomini e donne di Dio che ci hanno preceduti nel corso di centinaia di anni. Vogliamo camminare sulle strade d’oro, vedere i cancelli perlati, vedere gli angeli attorno al trono di Dio che Lo adorano giorno e notte. Tuttavia, nessuna di queste cose, per quanto preziosa sia, è ciò che rende il cielo, “cielo”. Ciò che lo rende tale è l’illimitata ed indisturbata presenza del Signore, e conoscere proprio come sono stato conosciuto sarà l’esperienza più grande di tutto la nostra esistenza eterna.
ii. “Le strade d’oro ci attireranno poco, le arpe degli angeli ci incanteranno a malapena, paragonate al Re seduto sul trono. Sarà Lui ad inchiodare il nostro sguardo, ad assorbire i nostri pensieri, a rapire il nostro affetto, a portare le nostre passioni al culmine dell’ardore celestiale. Noi vedremo Gesù.” (Spurgeon)
f. Ora conosco in parte: I doni dello Spirito Santo sono necessari e giusti per quest’era presente, nella quale non siamo ancora pienamente maturi e dove conosciamo solamente in parte. Verrà un giorno nel quale i doni non saranno più necessari, ma quel giorno non è ancora arrivato.
i. È chiaro che Paolo si riferisce al momento nel quale saremo nella gloria del cielo con Gesù quando usa frasi come faccia a faccia e allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto. Questa è la perfezione di cui si parla anche in 1 Corinzi 13:10. Secondo il testo, non può riferirsi a nient’altro.
3. (13) Un riassunto circa la stabilità dell’amore: L’amore rimane per sempre.
Ora, dunque, queste tre cose rimangono: fede, speranza e amore; ma la più grande di esse è l’amore.
a. Ora, dunque, queste tre cose rimangono: fede, speranza e amore: Le tre cose più grandi da perseguire nella vita cristiana non sono “miracoli, potenza e doni”, ma fede, speranza e amore. Sebbene i doni siano preziosi, e siano dati oggi dallo Spirito Santo, non sono mai stati pensati per essere il centro o l’obiettivo delle nostre vite cristiane. Piuttosto, ricerchiamo la fede, la speranza e l’amore.
i. Dov’è rivolta l’attenzione della tua vita cristiana? Cos’è che desideri di più? La risposta dovrebbe essere fede, speranza e amore. Se non lo è, abbiamo bisogno di ricevere il giusto senso delle priorità di Dio, e porre la nostra attenzione lì dove è dovuta.
b. Proprio perché la fede, la speranza e l’amore sono così importanti, dovremmo aspettarci di vederle enfatizzate in tutto il Nuovo Testamento, ed infatti è così:
i. Ricordando continuamente la vostra opera di fede, la fatica del vostro amore e la costanza della speranza che voi avete nel Signore nostro Gesù Cristo davanti a Dio, nostro Padre. (1 Tessalonicesi 1:3)
ii. Ma noi, poiché siamo del giorno, siamo sobri, avendo rivestito la corazza della fede e dell’amore, e preso per elmo la speranza della salvezza. (1 Tessalonicesi 5:8)
iii. Noi infatti in Spirito, mediante la fede, aspettiamo la speranza della giustizia, poiché in Cristo Gesù né la circoncisione né l’incirconcisione hanno alcun valore, ma la fede che opera mediante l’amore. (Galati 5:5-6)
iv. Che per mezzo di Lui credete in Dio che lo ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, affinché la vostra fede e speranza fossero in Dio. Avendo purificato le anime vostre con l’ubbidienza alla verità mediante lo Spirito, per avere un amore fraterno senza alcuna simulazione, amatevi intensamente gli uni gli altri di puro cuore. (1 Pietro 1:21-22)
v. Perché abbiamo sentito parlare della vostra fede in Cristo Gesù e del vostro amore verso tutti i santi, a motivo della speranza che è riposta per voi nei cieli, di cui avete già sentito nella parola della verità dell’evangelo. (Colossesi 1:4-5)
vi. Per questo motivo io soffro anche queste cose, ma non me ne vergogno, perché so in chi ho creduto, e sono persuaso che egli è capace di custodire il mio deposito fino a quel giorno. Ritieni il modello delle sane parole che hai udito da me nella fede e nell’amore, che sono in Cristo Gesù. (2 Timoteo 1:12-13)
c. Ma la più grande di esse è l’amore: L’amore è la più grande tra queste perché continuerà ad esistere, e crescerà, nello stato eterno. Quando saremo in cielo, la fede e la speranza avranno raggiunto il loro scopo. Non avremo bisogno della fede quando vedremo Dio faccia a faccia. Non avremo bisogno della speranza nella venuta di Gesù, perché sarà già venuto. Tuttavia, l’amore per il Signore e gli altri sarà eterno, e continueremo a crescere in quell’amore per sempre.
d. L’amore è la più grande tra queste anche perché è un attributo di Dio (1 Giovanni 4:8), mentre la fede e la speranza non fanno parte del carattere e della personalità di Dio. Egli non ha fede nello stesso modo in cui noi abbiamo fede, perché Egli non deve mai affidare la “fiducia” in qualcun altro al di fuori di Sé Stesso. Dio non ha speranza nel modo in cui noi abbiamo speranza, perché Egli conosce tutte le cose ed ha il pieno controllo. Dio, però, è amore, e sarà per sempre amore.
i. Fortunatamente, non dobbiamo scegliere tra fede, speranza e amore. Paolo non sta cercando di farci scegliere, ma vuole enfatizzare il punto per i cristiani di Corinto: senza l’amore come motivazione e obiettivo, i doni sono solamente distrazioni senza significato. Se perdi l’amore, perdi tutto.
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