1 Corinzi 5 – Contro l’Immoralità nella Chiesa
A. Il problema viene affrontato.
1. (1) Il peccato di un cristiano a Corinto di cui non viene fatto il nome.
Si ode dappertutto dire che tra di voi vi è fornicazione, e una tale fornicazione che non è neppure nominata fra i gentili, cioè che uno tiene con sé la moglie del padre.
a. Si ode dappertutto dire che tra di voi vi è fornicazione: Il termine fornicazione deriva dalla parola in greco antico “porneia”. Si riferisce in maniera generica ad ogni tipo di attività sessuale al di fuori del matrimonio (inclusa l’omosessualità).
i. In origine, “porneia” si riferiva solamente ad avere rapporti con le prostitute, ma prima dell’epoca Neotestamentaria, la comunità ebraica usava la parola per riferirsi ad ogni tipo di rapporto sessuale extraconiugale, inclusa l’omosessualità. Questo è il suo significato nel Nuovo Testamento.
ii. Alcuni commentatori riguardo alla parola porneia: “Con questa parola, la Scrittura include ogni tipo di rapporto illecito”. (Poole) “Deve essere inteso nel suo significato più vasto, includendo ogni tipo di impurità.” (Clarke)
iii. “Porneia” appare molte volte nelle “liste dei peccati” del Nuovo Testamento, ma non perché i primi credenti avevano tanti “complessi” riguardo al sesso. Piuttosto, il motivo è che la sfera sessuale era una delle aree in cui l’etica greca si scontrava in maniera drastica con l’etica di Gesù. La fornicazione era un fatto della vita ormai accettato dalla persona comune nella cultura greca, ma non doveva essere così tra i seguaci di Gesù.
b. Cioè che uno tiene con sé la moglie del padre: Apparentemente, qualcuno era coinvolto in una continua relazione sessuale (o da sposati o da conviventi) con la sua matrigna (la moglie di suo padre). La donna coinvolta non doveva essere una credente perché non viene nemmeno chiamata in causa.
i. Il verbo tenere è un eufemismo per una relazione sessuale duratura, non è solamente un capriccio passeggero o un rapporto occasionale.
c. Una tale fornicazione che non è neppure nominata fra i gentili: Paolo sapeva che questo tipo di relazione incestuosa era considerata un tabù anche tra i pagani della loro cultura, eppure i cristiani Corinzi sembrano accettare questo comportamento.
i. L’antico scrittore romano e politico, Cicerone, disse che questo tipo di incesto era un crimine indicibile e inaudito. Veramente non era neppure nominato fra i gentili.
ii. Dovrebbe essere sufficiente il fatto che questo viene considerato un peccato dalla Bibbia (Levitico 18:8, Deuteronomio 22:30 e 27:20); dovrebbe bastare che la stessa cultura mondana considerava peccato questo atto, ma non sembra che ai cristiani Corinzi importasse più di tanto.
2. (2) La reazione della chiesa di Corinto di fronte al peccato.
E vi siete addirittura gonfiati, e non avete piuttosto fatto cordoglio, affinché colui che ha commesso una tale azione fosse tolto di mezzo a voi.
a. E vi siete addirittura gonfiati, e non avete piuttosto fatto cordoglio: Per quanto fosse grave il peccato, Paolo era più preoccupato dal fatto che i Corinzi sembravano prendere il peccato alla leggera, ed erano indifferenti (non avete piuttosto fatto cordoglio) di fronte a questo comportamento.
i. Precedentemente in questa lettera, Paolo ha affrontato principalmente i problemi “mentali” dei credenti Corinzi: le loro concezioni sbagliate riguardo alla potenza e all’opera di Dio e ai Suoi servi. Ora Paolo inizia a trattare i loro problemi “morali”. Tuttavia, i due sono collegati; i loro problemi morali derivano dal fatto che non hanno una giusta comprensione di Dio e della Sua Parola.
b. Affinché colui che ha commesso una tale azione fosse tolto di mezzo a voi: Chiaramente, questa era la soluzione di Paolo al problema – allontanare quest’uomo non pentito dalla protezione della comunione del popolo di Dio. Tuttavia, i cristiani Corinzi non hanno fatto nulla di tutto ciò. Perché? Come si può permettere che accada una cosa del genere?
i. Ricordiamo che Corinto era una città conosciuta per l’immoralità sessuale e le religioni pagane non davano alcun valore alla purezza sessuale. Per una persona di Corinto, non era difficile pensare di essere religioso e allo stesso tempo fare ciò che si voleva per quanto riguardava il sesso. La cultura greca poteva infatti dire: “Noi abbiamo le cortigiane per il nostro piacere, le concubine per la cura quotidiana del corpo, le mogli per la procreazione di prole legittima”.
ii. Non avrebbero dovuto sapere che ciò era sbagliato dall’Antico Testamento? Sebbene Levitico 18:8 vieti espressamente ad un uomo di avere rapporti sessuali con la sua matrigna (Non scoprirai la nudità della moglie di tuo padre), alcuni rabbini, come il Rabbino Akibah, dicevano che tale relazione era concessa ad un gentile convertito al giudaismo perché era ormai una nuova persona e le sue precedenti relazioni familiari non contavano più.
iii. Più di ogni altra cosa, I cristiani di Corinto probabilmente avevano permesso che ciò continuasse ad accadere in nome della “tolleranza”. Probabilmente si sono detti, “Come siamo amorevoli. Accettiamo questo fratello semplicemente per quello che è. Abbiamo una mentalità così aperta!”. Non dobbiamo mai sottovalutare ciò a cui le persone acconsentono in nome di una “mentalità aperta”.
c. E vi siete addirittura gonfiati, e non avete piuttosto fatto cordoglio: I credenti Corinzi erano orgogliosi (vi siete addirittura gonfiati) di poter accettare quest’uomo; essi credevano che questa fosse una loro buona prerogativa. Tuttavia, invece di gloriarsi, avrebbero dovuto fare cordoglio, sia per l’uomo sia per la punizione che devono applicare (tolto di mezzo a voi).
3. (3-5) La prescrizione di Paolo.
Ora io, assente nel corpo ma presente nello spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha commesso ciò. Nel nome del nostro Signore Gesù Cristo, essendo riuniti assieme voi e il mio spirito, con il potere del Signor nostro Gesù Cristo, ho deciso che quel tale sia dato in mano di Satana a perdizione della carne, affinché lo spirito sia salvato nel giorno del Signor Gesù.
a. Assente nel corpo ma presente in spirito: Quando Paolo menziona la presenza del suo spirito, non sta parlando di una proiezione astrale nella chiesa primitiva. Egli è veramente rappresentato in mezzo a loro dalla sua lettera, la quale era una valida estensione spirituale della sua autorità apostolica.
i. In altre parole, Paolo non doveva essere lì per esercitare la sua autorità; l’essere distante non lo rendeva un apostolo inferiore.
ii. Paolo ribadisce duramente la sua autorità (ho già giudicato), ma non eccessivamente, perché egli riconosce che deve essere fatto nel nome e nella potenza del Signore Gesù (Nel nome del nostro Signore Gesù Cristo).
b. Ora io… ho già giudicato: Paolo sta disubbidendo a quello che Gesù ha detto in Matteo 7:1-5? Dopotutto, “Non giudicate, affinché non siate giudicati”.
i. Paolo non sta disobbedendo affatto, nella maniera più assoluta. Il comando di Gesù in Matteo 7:1-5 proibisce il giudizio ipocrito, e giudicare gli altri secondo uno standard che non vogliamo sia applicato a noi stessi. Paolo è perfettamente disposto ad applicare per sé stesso lo stesso metro di misura che utilizza per i cristiani Corinzi.
ii. Certi giudizi sono permessi, altri no. “Sebbene i cristiani non debbano giudicare le motivazioni o i ministeri di qualcun altro, siamo sicuramente chiamati ad essere onesti riguardo la condotta gli uni degli altri”. (Wiersbe)
c. Dato in mano di Satana a perdizione della carne: Come potevano consegnare questa persona in mano di Satana? Mandandolo via dalla chiesa, al mondo, il quale è il “dominio” di Satana. La punizione è la rimozione della protezione spirituale e l’agiatezza sociale, non l’afflizione del male.
i. Dio spesso ci protegge dagli attacchi di Satana, anche quando non sapevamo di essere sotto attacco (Giobbe 1:10 e Luca 22:31-32).
ii. Il fatto che molti possano lasciare tante chiese senza molti ripensamenti ci fa vedere quanto siano veramente deboli quelle chiese. Non dovrebbero essere luoghi che una persona sotto disciplina, quando allontanata dalla comunione, sente la mancanza? Ma non ci dice anche qualcosa riguardo al cristiano che è disposto a trascurare l’assemblea dei santi e che preferisce piuttosto il suo isolamento?
iii. L’ordine di Paolo aveva anche lo scopo di rimuovere ogni senso di falsa sicurezza che quest’uomo peccatore poteva avere nella comunione con i cristiani. Loro non potevano ignorare il suo peccato, o lasciare che lui lo ignorasse, fingendo che non esistesse. Se l’uomo si rifiutava di affrontare il proprio peccato, allora la chiesa doveva farlo per lui, per il suo bene ed il loro.
d. A perdizione della carne: Lo scopo di allontanare quest’uomo dalla protezione spirituale e dal conforto sociale della chiesa era la perdizione della carne, non del corpo ma della sua carne ribelle.
i. Quest’uomo, sebbene cristiano, si era dato completamente ai peccati della carne. Paolo dice che nel momento in cui l’uomo verrà allontanato, egli soffrirà le conseguenze peccaminose della sua carne, e la speranza è che crogiolandosi nei risultati del suo peccato, l’impulso peccaminoso della sua carne in quest’area particolare sia “distrutto”.
ii. Come cristiani, combattiamo continuamente con la carne perché sebbene il vecchio uomo sia morto, essendo stato crocifisso con Cristo (Romani 6:6), la carne continua a vivere, essendo stata “istruita” nel peccato dal vecchio uomo, dal diavolo e dalla cultura mondana intorno a noi. Ora Dio chiama noi, in collaborazione con Lui, a fare alla carne ciò che Lui ha fatto al vecchio uomo: crocifiggerla (Galati 5:24). Paolo spera che allontanando quest’uomo dalla comunione con i cristiani Corinzi, ciò lo porterà a crocifiggere la carne con le sue passioni e desideri.
iii. Le parole sia dato in mano di Satana a perdizione della carne venivano usate durante il periodo dell’Inquisizione per giustificare torture terribili, ma questo non è affatto quello che Paolo intende. Egli non sta parlando della distruzione del corpo fisico di quest’uomo, ma si riferisce alla potenza spirituale della sua carne peccaminosa.
e. Affinché lo spirito sia salvato nel giorno del Signor Gesù: L’obiettivo della disciplina è chiaro – la salvezza, non la distruzione, del suo spirito. Sebbene la condotta di quest’uomo fosse chiaramente peccaminosa e necessitava di una correzione severa, Paolo non lo cancella come qualcuno perso per sempre – l’uso efficace della disciplina della chiesa potrebbe ancora portare la sua salvezza.
i. Ogni tipo di disciplina nella chiesa deve essere apportata con questo atteggiamento di restaurazione, non di condanna. Come Paolo scrive: E se qualcuno non ubbidisce a quanto diciamo in questa epistola, notate quel tale e non vi associate a lui, affinché si vergogni. Non tenetelo però come un nemico, ma ammonitelo come fratello. (2 Tessalonicesi 3:14-15)
ii. “La disciplina della chiesa non è un gruppo di ‘poliziotti dall’animo nobile’ che va in giro ad arrestare criminali. Piuttosto, è un gruppo di fratelli e sorelle il cui cuore è rattristato nel tentativo di portare un membro della famiglia che si è perso alla restaurazione.” (Wiersbe)
f. Affinché lo spirito sia salvato: Paolo non dice che la chiesa dovrebbe togliere la salvezza all’uomo peccatore. La chiesa non dà salvezza e certamente non può portarla via. Ci sono, tuttavia, delle situazioni nelle quali per il bene del peccatore e per il bene della chiesa un tale individuo deve essere allontanato dalla congregazione.
i. “Scomunicare” o “isolare” una persona sono alcuni termini che vengono utilizzati per descrivere questo allontanamento. L’individuo viene rimosso dalla congregazione fino a quando non si ravvede. Nella cultura odierna della chiesa, raramente questo porta un peccatore a ravvedersi perché possono andare facilmente in un’altra chiesa e fingere che nulla sia successo in quella precedente. Oppure, per loro è più facile fare la vittima e comportarsi come se la loro vecchia chiesa li avesse trattati con crudeltà. Seppure sia vero il fatto che alcune chiese siano state crudeli verso i loro membri ed hanno allontanato alcuni dalla congregazione ingiustamente, non significa che la chiesa non dovrebbe mai mettere in pratica i principi biblici che Paolo insegna qui. Deve essere fatto sia per il bene della chiesa che per il bene del peccatore.
ii. Dunque, “Doveva esserci una riunione della chiesa, nella quale Paolo, presente spiritualmente, avrebbe, in nome di Cristo e nell’esercizio della potenza miracolosa di cui era stato investito, consegnato il trasgressore alla potenza di Satana.” (Hodge)
B. Il motivo della purezza nella chiesa.
1. (6) Un po’ di peccato influenza l’intero gruppo.
Il vostro vanto non è buono. Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta?
a. Il vostro vanto non è buono: Come già detto, i cristiani Corinzi erano orgogliosi e compiaciuti di ignorare il noto peccato di quest’uomo. Pensavano che questo mostrasse a tutto il mondo quanto “amorevoli” fossero. Tuttavia, non si mostra “amore” al corpo trattando il “cancro” con gentilezza!
i. Possiamo dire giustamente che Paolo è più preoccupato del peccato di tutta la chiesa (soprattutto della leadership), che del peccato di un singolo uomo. Entrambi sono importanti, ma il peccato della chiesa è peggiore.
b. Un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta: Il lievito menzionato non è semplicemente lievito, ma è un pizzico di pasta avanzato dall’impasto precedente, come il lievito madre. È così che il pane veniva fatto di solito nel mondo antico, e un pizzico di pasta dal vecchio impasto avrebbe fatto crescere e “gonfiare” un nuovo impasto. In questo senso, il lavoro del lievito veniva usato per illustrare l’opera del peccato e dell’orgoglio. Anche solo un po’ può danneggiare grandi quantità.
i. Alla luce di questo, il comandamento dato durante la Pasqua di gettare via il lievito aveva uno scopo salutare. Questo metodo di fermentazione, usato settimana dopo settimana, aumentava il pericolo di infezione o avvelenamento alimentare, quindi, almeno una volta all’anno gli Israeliti ricominciavano il procedimento da capo.
2. (7-8) Dobbiamo vivere una Pasqua continua.
Togliete via dunque il vecchio lievito, affinché siate una nuova pasta, come ben siete senza lievito; la nostra Pasqua infatti, cioè Cristo, è stata immolata per noi. Celebriamo perciò la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malvagità e di malizia, ma con azzimi di sincerità e di verità.
a. Togliete via il vecchio lievito: Durante la festa della Pasqua, tutto il lievito presente in casa doveva essere rimosso, e per una settimana intera non si doveva mangiare alcuna cosa lievitata. Paolo dice che proprio come gli ebrei si preoccupavano di rimuovere tutto il lievito in mezzo a loro, così la chiesa si dovrebbe preoccupare di rimuovere tali noti peccatori non pentiti di mezzo a loro.
b. La nostra Pasqua, infatti, cioè Cristo: Il collegamento di Paolo tra la purezza della Pasqua e la vita cristiana non è forzato. Gesù è, infatti, l’Agnello Pasquale, il cui sangue fu sparso cosicché il giudizio di Dio passasse oltre. Quindi, dobbiamo vivere nella purezza di cui la Pasqua parla.
i. Le nostre vite cristiane devono essere segnate dalle stesse cose che caratterizzavano la Pasqua: salvezza, liberazione, gioia, abbondanza e purezza dal lievito.
c. Come ben siete senza lievito: Il punto di Paolo è sia chiaro che radicale – dovete vivere senza lievito perché voi siete senza lievito. “Sii ciò che sei” è il messaggio basilare per la vita cristiana nel Nuovo Testamento.
i. “La salvezza nel peccato non è possibile, deve sempre essere salvezza dal peccato.” (Spurgeon)
d. Di sincerità e di verità: Questi sono due grandi parapetti che proteggono la via della vita cristiana.
C. Il principio della separazione cristiana.
1. (9) In una lettera precedente, Paolo aveva detto loro di evitare le persone sessualmente immorali (porneia).
Vi ho scritto nella mia epistola di non immischiarvi con i fornicatori.
a. Vi ho scritto nella mia epistola: Dov’è questa lettera precedente inviata da Paolo? Gli apostoli scrissero molte lettere alle chiese che oggi non abbiamo più. Sicuramente queste lettere erano state ispirate per parlare a determinate chiese in quel momento particolare, ma non alla chiesa di tutte le ere. Per questo motivo, queste lettere non sono state preservate dallo Spirito Santo attraverso la chiesa.
b. Immischiarvi significa letteralmente “mischiare”. Nel contesto delle relazioni sociali significa “mescolarsi” o “associarsi” in maniera ravvicinata.
2. (10-13) Paolo chiarifica il principio di separazione.
Ma non intendevo affatto con i fornicatori di questo mondo, o con gli avari, o con i ladri, o con gli idolatri, perché altrimenti dovreste uscire dal mondo. Ma ora vi ho scritto di non mescolarvi con chi, facendosi chiamare fratello, sia un fornicatore, o un avaro o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un ladro; con un tale non dovete neppure mangiare. Tocca forse a me giudicare quelli di fuori? Non giudicate voi quelli di dentro? Ora è Dio che giudica quelli di fuori. Perciò togliete il malvagio di mezzo a voi.
a. Ma non intendevo affatto con i fornicatori di questo mondo: Paolo non voleva che i cristiani Corinzi si aspettassero un comportamento pio dagli empi. Dissociarsi dai peccatori in un mondo peccaminoso vorrebbe dire uscire dal mondo.
i. Sorprendentemente, questo è esattamente l’approccio che molte persone assumono nei confronti della santità e della vita cristiana – si allontanano il più possibile dal mondo. Questo era l’atteggiamento dietro il movimento monastico nella chiesa nascente e medievale.
b. I fornicatori di questo mondo: Piuttosto, senza approvare il peccato dei peccatori di questo mondo, dovremmo comunque sapere che sono dei peccatori.
i. Non dovremmo essere sorpresi o offesi dal fatto che coloro che non conoscono ancora Gesù sono avari. Letteralmente la parola significa “coloro che vogliono di più”.
ii. Non dovremmo essere sorpresi o offesi dal fatto che coloro che non conoscono ancora Gesù sono ladri (harpax in greco antico). La parola descrive coloro che rubano con violenza.
iii. Non dovremmo essere sorpresi o offesi dal fatto che coloro che non conoscono ancora Gesù sono oltraggiatori, termine che descrive una persona con tendenze omicide.
c. Di non mescolarvi con chi, facendosi chiamare fratello: Tuttavia, i credenti Corinzi dovevano aspettarsi un comportamento cristiano dai loro fratelli e non lo stavano facendo. Invece, Paolo comanda loro: con un tale non dovete neppure mangiare.
i. Nella cultura di quei tempi (ed in molte culture oggi), mangiare con qualcuno era un’espressione di amicizia e complicità. In alcune culture, se un uomo mangia al tuo tavolo, sei tenuto a considerarlo un amico e un compagno. Paolo avverte i Corinzi dicendo loro che non possono continuare ad avere comunione cristiana con un tale noto peccatore che si definisce cristiano.
d. Tocca forse a me giudicare quelli di fuori?… Ora è Dio che giudica quelli di fuori: Purtroppo, molti cristiani sono troppo occupati a giudicare coloro fuori dalla chiesa (cosa che spetta solo a Dio) e trascurano la purezza nella chiesa.
e. Non giudicate voi quelli di dentro?… Perciò togliete il malvagio di mezzo a voi: I cristiani di Corinto sono venuti meno nel giudicare laddove avrebbero dovuto. Non avrebbero dovuto chiudere un occhio di fronte al peccato di questo peccatore che si trovava in mezzo a loro, e non si sarebbero dovuti considerare “amorevoli” nel fare ciò.
i. Dobbiamo ricordare entrambe le ragioni per le quali era importante affrontare quest’uomo peccatore tra i credenti Corinzi: non solo per il bene della purezza della chiesa, ma anche per il bene della salvezza stessa di quest’uomo (1 Corinzi 5:5).
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