2 Tessalonicesi 2 – La Venuta di Quel Giorno
A. Istruzioni circa la venuta di Gesù.
1. (1-2) Consolazione di Paolo per i Tessalonicesi turbati e loro domande.
Or vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signor nostro Gesù Cristo e al nostro adunamento con lui, di non lasciarvi subito sconvolgere nella mente né turbare o da spirito, o da parola, o da qualche epistola come se venisse da parte nostra, quasi che il giorno di Cristo sia già venuto.
a. Riguardo alla venuta del Signor nostro Gesù Cristo e al nostro adunamento con lui: Paolo affronta qui le domande sollevate dalla sua prima lettera, in cui istruisce i Tessalonicesi riguardo al rapimento della chiesa per stare con Gesù (1 Tessalonicesi 4:16-18).
i. Le difficoltà di comprensione di questo capitolo derivano dal fatto che si tratta di un’aggiunta a ciò che Paolo aveva già insegnato di persona ai Tessalonicesi, di cui non conosciamo esattamente il contenuto. Tuttavia, i concetti sono abbastanza chiari se messi insieme con attenzione.
b. Riguardo alla venuta del Signor nostro Gesù Cristo e al nostro adunamento con lui: Paolo scrive in maniera chiara sul ritorno di Gesù, ma il modo in cui i concetti sono formulati presuppone una differenza tra la venuta e il nostro adunamento. Questo suggerisce in maniera forte che ci sono essenzialmente due venute di Gesù. Una venuta è per la Sua chiesa (come descritto chiaramente in 1 Tessalonicesi 4:16-18) e l’altra è con la Sua chiesa per giudicare un mondo ribelle.
i. “Sono due parti di un unico grande evento.” (Morris)
ii. Hiebert fa vedere come la grammatica del greco antico in 2 Tessalonicesi dimostri questo: “La predominanza dei due sostantivi accompagnati da un unico articolo rende chiaro che si parla di un unico evento, visto alla luce di due aspetti complementari.
iii. Ciò è perfettamente coerente con altri passaggi della Scrittura che indicano l’esistenza di due aspetti della seconda venuta di Gesù, separati da un considerevole lasso di tempo.
·Vengono descritte condizioni del mondo diverse (Matteo 24:37-42, Matteo 24:21, Apocalisse 6:15-16).
·Vengono descritti modi diversi in cui Gesù tornerà (1 Tessalonicesi 4:16-17, Apocalisse 19:11, 14-15, 21).
·Vengono stabiliti due scenari differenti per quanto riguarda la prevedibilità della data del ritorno di Gesù (Matteo 24:36, Daniele 12:11).
c. Vi preghiamo… di non lasciarvi subito sconvolgere nella mente né turbare: A quanto pare, fu a causa di un fraintendimento dell’insegnamento di Paolo (o di una sua applicazione errata) che i Tessalonicesi furono sconvolti nella mente e turbati. Il linguaggio di Paolo è forte, con cui allude sia ad una scossa improvvisa (sconvolgere nella mente) che a uno stato continuo di agitazione (turbare). I loro timori erano incentrati sul pensiero che il giorno di Cristo fosse già venuto.
i. “L’espressione essere scossi richiama l’idea di una nave in mare agitata dalla tempesta ed esalta energicamente la confusione e l’angoscia provate dai Tessalonicesi a causa della loro preoccupazione infondata riguardo alla venuta di Cristo.” (Clarke)
ii. Un altro manoscritto riporta, per 2 Tessalonicesi 2:2, la dicitura preferibile de il giorno del Signore piuttosto che il giorno di Cristo. Il giorno del Signore è un concetto che possiede un ricco scenario veterotestamentario, già menzionato in precedenza da Paolo nella sua prima lettera ai Tessalonicesi (1 Tessalonicesi 5:2). Allude non ad un giorno in particolare, ma ad un periodo associato al riversamento del giudizio di Dio e alla liberazione del Suo popolo. Un aspetto importante del giorno del Signore è la Grande Tribolazione descritta in Matteo 24:1-31.
d. Quasi che il giorno di Cristo sia già venuto: Alcune traduzioni leggono quasi che il giorno di Cristo sia imminente, come la versione King James. È però preferibile la traduzione della versione Nuova King James (così come in altre versioni moderne). I Tessalonicesi non avevano paura che il giorno di Cristo stesse arrivando, ma che vi si trovassero nel bel mezzo.
i. “Il verbo non significa in realtà essere imminente, piuttosto essere presente” (Morris). Il famoso studioso di greco Dean Alford traduce così questo passaggio: “Tale che il giorno del Signore sia presente, non ‘sia imminente’. Il verbo utilizzato qui appare sei volte nel Nuovo Testamento e sempre con il significato di essere presente; in due di questi riferimenti, Romani 8:38 e 1 Corinzi 3:22, viene fatta una chiara distinzione tra le cose presenti e le cose a venire”.
ii. Da questo è ovvio che il giorno di Cristo non si era concluso. Inoltre, Paolo dimostrerà più avanti che quel giorno non era nemmeno ancora sorto, visto che i Tessalonicesi avevano paura di essere nella Grande Tribolazione (il giorno del Signore) e temevano di aver mancato il rapimento. Paolo però proverà che non si trovano nel giorno del Signore; se lo fossero stati, allora sarebbero stati visibili determinati segni.
iii. È importante notare che i Tessalonicesi avrebbero dovuto essere sconvolti e turbati al pensiero di trovarsi nella Grande tribolazione, solo se Paolo avesse loro insegnato che sarebbero sfuggiti a quel periodo mediante il rapimento. Altrimenti avrebbero dovuto, in un certo senso, accogliere la Grande Tribolazione come un preludio necessario alla Seconda Venuta. Paolo però aveva chiaramente insegnato loro che sarebbero sfuggiti al giudizio di Dio sulla terra durante il periodo conosciuto come il giorno del Signore o il giorno di Cristo (1 Tessalonicesi 4:14-18).
e. O da spirito, o da parola, o da qualche epistola: Forse questa notizia preoccupante era giunta per mezzo di una profezia errata (da spirito o da parola), o magari qualche altro leader aveva scritto un’epistola ai Tessalonicesi, nella quale avrebbe insegnato che si trovavano già nel giorno di Cristo. Comunque sia, erano turbati dall’idea che in qualche modo si fossero persi il rapimento.
i. “L’insegnamento degli Apostoli era, come è stato l’insegnamento dello Spirito Santo in tutte le età, che il giorno del Signore è vicino. Tuttavia, questi Tessalonicesi pensavano che fosse già venuto.” (Alford)
2. (3) Segni che caratterizzano la venuta di quel giorno.
Nessuno v’inganni in alcuna maniera, perché quel giorno non verrà se prima non sia venuta l’apostasia e prima che sia manifestato l’uomo del peccato, il figlio della perdizione,
a. Perché quel giorno non verrà: Paolo non descrive gli eventi che devono precedere il rapimento, ma gli eventi che sono la prova concreta della Grande Tribolazione – il giorno di Cristo. In un certo senso, non si può essere certi che il giorno di Cristo (la Grande Tribolazione) sia arrivato a meno che non siano presenti questi segni.
i. Questa frase non si trova nel testo originale, anche se viene aggiunta correttamente. Alford, riguardo a “perché quel giorno non verrà”, dice: “La Authorized Version fa questa aggiunta, e correttamente. Non sembra esserci stata alcuna intenzione da parte dell’Apostolo di colmare tale omissione: si spiega da sé nella mente del lettore”.
b. Se prima non sia venuta l’apostasia: La parola apostasia in greco antico indica una ribellione o un allontanamento. Gli studiosi biblici non sono certi se si tratti di un’apostasia tra coloro che un tempo seguivano Dio, o di una ribellione generale su scala mondiale. Infatti, Paolo potrebbe aver fatto riferimento a tutte e due, perché ci sono prove che dimostrano la presenza di entrambe negli ultimi tempi (1 Timoteo 4:1-3, 2 Timoteo 3:1-5, 4:3-4). Ciononostante, il ragionamento di Paolo è chiaro: “Siete preoccupati di trovarvi nella Grande Tribolazione e di esservi persi il rapimento. Potete stare certi, però, che non siamo nella Grande Tribolazione, perché non abbiamo ancora visto l’apostasia che deve venire prima.
i. L’apostasia: L’articolo “L’” la rende ancora più significativa. Non si tratta di un’apostasia, ma del l’apostasia, la grande ribellione finale.
ii. Alcuni hanno suggerito che l’idea dietro ad apostasia sia in realtà un allontanamento, alludendo al rapimento della chiesa. Ma un allontanamento, o una partenza, implica che colui che va via lo faccia di sua volontà e iniziativa, che non è il caso del rapimento della chiesa. Inoltre, la parola in greco antico nel Nuovo Testamento (Atti 21:21, distaccarsi) o nella Versione dei Settanta insinua sempre qualcosa di peccaminoso e negativo.
iii. A ciò si aggiunge che l’idea di una grande apostasia degli ultimi tempi non contraddice quella di un grande risveglio finale. Alcuni cristiani mettono in dubbio il concetto di un risveglio negli ultimi giorni, o addirittura accolgono l’apostasia, credendo che sia indicativa della fine. Tuttavia, proprio come il Libro di Apocalisse parla del grande rifiuto nei confronti di Gesù durante la Grande Tribolazione (Apocalisse 9:20-21 e 17:2-6) e del Suo grande accoglimento (Apocalisse 7:9-14), così i due possono restare fianco a fianco.
c. Sia manifestato l’uomo del peccato: Prima che la Grande Tribolazione possa essere identificata con certezza, è necessario che una data persona – conosciuta come l’uomo del peccato – sia manifestata. Il ragionamento di Paolo è chiaro: “Siete preoccupati di trovarvi nella Grande Tribolazione e di esservi persi il rapimento. Potete stare certi, però, che non siamo nella Grande Tribolazione, perché non abbiamo ancora visto l’uomo del peccato… manifestato”.
i. L’interpretazione più tradizionale dell’uomo del peccato è che non si tratti di un individuo, ma che rappresenti un sistema o un incarico. Storicamente parlando, gli interpreti protestanti hanno visto l’uomo del peccato nella successione dei papi. Calvino la pensava così: “Paolo, tuttavia, non sta parlando di un individuo, ma di un regno che doveva essere conquistato da Satana con lo scopo di preparare il posto all’abominazione al centro del tempio di Dio. Ne vediamo l’adempimento nel papismo”.
ii. Peraltro, non c’è alcuna buona ragione di considerare quest’uomo del peccato diversamente da come sia semplicemente inteso qui – un individuo di grande rilievo che apparirà negli ultimi giorni, proprio come veniva compreso nei primi giorni del cristianesimo. “I padri sapevano che si trattava dell’Anticristo, ma su quest’individuo non sembra che avessero maturato un’idea specifica.” (Clarke)
·Daniele descrive un singolo individuo: Un capo che verrà (Daniele 9:26), un re dall’aspetto feroce (Daniele 8:23), il re che agirà come vuole (Daniele 11:36-46).
·Gesù descrive un singolo individuo: Colui che viene nel suo proprio nome (Giovanni 5:43).
·Non ci sorprende che Paolo descriva quest’uomo del peccato come un singolo individuo e non come un sistema o un incarico.
iii. L’uomo del peccato è una figura di rilievo nella Bibbia ed è la massima personificazione dello spirito dell’Anticristo, di cui si parla in 1 Giovanni 4:2-3. Egli vivrà, senza alcun dubbio, molti anni prima della Grande Tribolazione, ma sarà manifestato come l’uomo del peccato solamente durante quel periodo. L’idea alla base del titolo uomo del peccato è che “il peccato ha un tale dominio assoluto su di lui che sembra proprio esserne l’incarnazione.” (Hiebert)
d. Il figlio della perdizione: Perdizionesignifica distruzione, la completa perdita di benessere, che è in effetti l’opposto di salvezza. Definirlo il figlio della perdizione significa che il suo carattere è contrassegnato da questa distruzione. A tal proposito, Moffatt dice che la frase “figlio della perdizione” significa essenzialmente condannato.
3. (4) Quello che l’uomo del peccato fa.
L’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di adorazione, tanto da porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio, mettendo in mostra se stesso e proclamando di essere Dio.
a. L’avversario, colui che s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di adorazione: L’uomo del peccato esige di ricevere l’adorazione che appartiene solo a Dio (Luca 4:8). Tale pretesa di adorazione viene descritta anche in Apocalisse 13:1-6.
i. “Egli si oppone e si innalza al di sopra dell’autorità Divina, sopra ogni oggetto di adorazione ed ogni istituzione relativa all’adorazione Divina.” (Clarke)
ii. Comprendere la forza e la portata di tale dichiarazione ci dimostra che è troppo semplicistico affermare che l’Anticristo sia il Papa. Egli promuoverà una religione che non tollererà l’adorazione di nessuno e nient’altro se non di sé stesso. L’apostata Chiesa Cattolica Romana potrà far parte di questa religione degli ultimi tempi, ma non coinvolgerà solo lei.
iii. “Notate come il significato di queste parole non può, con ogni probabilità, trovare adempimento in nessuno che, come il Papa, crei oggetti di adorazione e, pertanto (semplicemente per deduzione), si faccia superiore a quegli oggetti da lui stesso creati: ma l’Anticristo costituirà SÉ STESSO come oggetto di adorazione al di sopra e superiore a ‘tutto ciò che è chiamato dio o oggetto di adorazione’.” (Alford)
b. Tanto da porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio: La pretesa di adorazione dell’uomo del peccato sarà estrema a tal punto che si ergerà come Dio nel tempio di Gerusalemme, pretendendo questa adorazione blasfema da tutti (Apocalisse 13:14-15 e Matteo 24:15, 21, 29-31).
i. Tempio di Dio: È chiaro dal testo che si tratta di un tempio fisico, ritenuto tale anche dai primi cristiani. “Quando però l’Anticristo avrà devastato ogni cosa in questo mondo, regnerà per tre anni e sei mesi e siederà nel tempio di Gerusalemme; poi il Signore verrà dal cielo sulle nuvole, nella gloria del Padre, getterà quest’uomo e coloro che lo seguono nello stagno di fuoco e darà inizio all’era del regno per i giusti.” (Ireneo, scritto nel tardo secondo secolo)
ii. L’interpretazione letterale delle parole di Paolo è supportata anche dal fatto che, al momento della stesura di questa lettera, qualcosa di simile era quasi accaduto poco tempo prima. “Il recente tentativo di Caligola di erigere una statua raffigurante sé stesso nel Tempio di Gerusalemme potrebbe aver fornito un tratto distintivo alla definizione di Paolo del futuro Seduttore; la terribile malvagità di questo evento aveva dato un duro colpo al giudaismo, che sarebbe stato avvertito anche dagli ebrei cristiani.” (Moffatt)
c. Porsi a sedere nel tempio di Dio come Dio: La parola specifica in greco antico per tempio indica il luogo più sacro del tempio e non l’intero edificio. “Egli non entra solamente nei recinti del tempio: invade il luogo più sacro e lì si mette a sedere. Il suo stesso atto è una rivendicazione di divinità” (Morris). Questa è la più grande bestemmia che risulterà in un giudizio certo, l’abominazione della desolazione menzionata sia da Daniele che da Gesù.
i. Il profeta Daniele ci dice che l’Anticristo infrangerà il suo patto con i giudei e farà cessare i sacrifici e le oblazioni; l’Anticristo profanerà il tempio ergendovi all’interno qualcosa di abominevole (Daniele 9:27, 11:31 e 12:11).
ii. Gesù disse che, quando si vedrà l’abominazione posta nel luogo santo, questo sarà il segno cruciale dell’inizio della stagione dell’ira di Dio sulla terra (Matteo 24:15-16 e 24:21).
iii. “Chiunque può essere sicuro che San Paolo alludesse alla descrizione di Daniele, perché non solo prese in prestito gli stessi concetti, ma adottò addirittura alcune delle stesse frasi ed espressioni.” (Clarke)
d. Mettendo in mostra se stesso e proclamando di essere Dio: L’uomo del peccato è realmente un Anti-Cristo. Satana ha pianificato la carriera dell’uomo del peccato in maniera tale da mimare il ministero di Gesù.
·Sia Gesù che l’uomo del peccato hanno una “venuta” (2 Tessalonicesi 2:1 e 2:9).
·Sia Gesù che l’uomo del peccato vengono manifestati (2 Tessalonicesi 1:7 e 2:3).
·Sia Gesù che l’uomo del peccato hanno un vangelo (2 Tessalonicesi 2:10-11).
·Sia Gesù che l’uomo del peccato proclamano di essere i soli a dover ricevere l’adorazione (2 Tessalonicesi 2:4).
·Sia Gesù che l’uomo del peccato supportano le proprie affermazioni con opere miracolose (2 Tessalonicesi 2:9).
i. L’uomo del peccato è chiaramente la parodia di Satana del vero Messia. In definitiva, l’uomo del peccato può solamente mostrare sé stesso e proclamare di essere Dio, ma la venuta di Gesù e il giudizio di Dio paleseranno che non lo è affatto.
4. (5-8) Ciò che trattiene la venuta dell’uomo del peccato.
Non vi ricordate che, quando ero ancora tra voi, vi dicevo queste cose? E ora sapete ciò che lo ritiene, affinché sia manifestato a suo tempo. Il mistero dell’empietà infatti è già all’opera, aspettando soltanto che chi lo ritiene al presente sia tolto di mezzo. Allora sarà manifestato quell’empio, che il Signore distruggerà col soffio della sua bocca e annienterà all’apparire della sua venuta.
a. Quando ero ancora tra voi, vi dicevo queste cose: Paolo rimase con i Tessalonicesi solamente per qualche settimana (Atti 17:1-10), ma ritenne importante ammaestrare questi giovani credenti riguardo alle profezie bibliche, istruendoli abbastanza dettagliatamente.
b. E ora sapere ciò che lo ritiene: Per il momento, Satana e l’uomo del peccato sono trattenuti. Il principio del loro operare è già presente (il mistero dell’empietà è già all’opera), ma al momento giusto lo Spirito Santo (chi lo ritiene), che blocca la loro piena rivelazione, sarà tolto di mezzo.
c. Sia tolto di mezzo: Non dobbiamo pensare che lo Spirito Santo lascerà la terra durante la Grande Tribolazione. Egli sarà ancora presente perché molti saranno salvati, sigillati e serviranno Dio in questo periodo (Apocalisse 7:3-14 e 14:1-5), e tutto questo non può avvenire senza il ministero dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo viene tolto di mezzo, non rimosso.
i. “La frase viene utilizzata in relazione a una persona o a una cosa qualsiasi che viene tolta di mezzo con la morte o qualche altro tipo di separazione.” (Alford)
ii. Alcuni considerano ciò la fine della dispensazione: “La presenza speciale dello Spirito come colui che dimora nei santi si interromperà bruscamente alla parousia, così come iniziò improvvisamente a Pentecoste. Una volta che il corpo di Cristo sarà stato rapito in cielo, il ministero dello Spirito tornerà ad agire come per i credenti del periodo dell’Antico Testamento.” (Thomas)
d. Il mistero dell’empietà è già all’opera: Tale grande principio di malvagità è già presente nel mondo. Sarà definitivamente rivelato nell’uomo del peccato, che non introdurrà nuova malvagità nel mondo, ma intensificherà il male già esistente.
i. Al momento, questa empietà è un mistero – può essere vista e compresa solamente per rivelazione, altrimenti è nascosta. “Non si tratta di peccato e malvagità ovvi, ma di finta pietà, di errori ingannevoli e di malvagità sotto forma di devozione astutamente manipolata; questo è ciò che si intende qui.” (Poole)
e. Allora sarà manifestato quell’empio: Paolo afferma due fatti certi riguardo all’uomo del peccato, qui chiamato l’empio. Prima di tutto, è certo che l’empio sarà manifestato quando lo Spirito rimuoverà il Suo freno. In secondo luogo, è certo che l’empio sarà distrutto al semplice apparire di Gesù alla Sua venuta.
i. Probabilmente Paolo aveva in mente Isaia 11:4: Colpirà il paese con la verga della Sua bocca e col soffio delle Sue labbra farà morire l’empio. Il passaggio di Isaia si riferisce all’ETERNO – a Yahweh – ma Paolo lo usa tranquillamente in riferimento a Gesù, riconoscendo che Gesù è Yahweh.
ii. Chiunque sia l’uomo del peccato, non ha ancora concluso la propria carriera. Lo sappiamo perché alla fine l’uomo del peccato sarà distrutto da Gesù Cristo stesso.
5. (9-12) Il carattere e la strategia dell’uomo del peccato.
La venuta di quell’empio avverrà per l’azione di Satana, accompagnata da ogni sorta di portenti, di segni e di prodigi bugiardi, e da ogni inganno di malvagità per quelli che periscono, perché hanno rifiutato di amare la verità per essere salvati. E per questo Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna, affinché siano giudicati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nella malvagità!
a. La venuta di quell’empio avverrà per l’azione di Satana: L’Anticristo verrà con portenti, segni e prodigi bugiardi. Tutto ciò avverrà per l’azione di Satana, come descritto in Apocalisse 13:13-17.
i. La capacità di fare ogni sorta di portenti, segni, o prodigispirituali non dimostra che una persona sia da Dio. Satana può compiere le sue opere potenti attraverso l’inganno o attingendo alle sue stesse risorse di potenza.
ii. “Egli è il messia di Satana, una caricatura infernale del vero Messia.” (Moffatt)
b. Per quelli che periscono: Tuttavia, l’inganno può mettere radici solo in coloro che hanno rifiutato di amare la verità. Queste persone sono pronte per la seduzione dell’Anticristo, perché vogliono una menzogna – Dio menderà loro efficacia di errore.
i. Dio manderà loro: Alla fine, l’Anticristo non è altro che un messaggero di Dio. Dio deve portare giudizio e manderà… efficacia di errore per mezzo dell’Anticristo. Dio non forzerà questa efficacia di errore su nessuno, ma sarà ricevuta solo da coloro che hanno rifiutato di amare la verità.
ii. Alford traduce: Dio sta per mandare loro l’azione dell’inganno affinché credano alla menzogna.
iii. “Erano già ingannati, che è il loro peccato, e Dio manda loro efficacia di errore, che è la loro punizione.” (Poole)
c. Perché credano alla menzogna: Per la precisione, è Dio a mandar loro la menzogna. Non è una menzogna qualunque, ma è la menzogna, quella menzogna che ammalia la razza umana sin dai tempi di Adamo. Questa è la menzogna che dice che Dio non è Dio, e che noi siamo – o possiamo essere – dèi.
i. “Ciò che intende dire è che quest’ultimo pseudo-Messia o anti-Cristo impersonerà tutto ciò che è profano e blasfemo, ogni elemento concepibile di empietà, il quale, invece di essere ripudiato, verrà accolto tanto dai giudei quanto dai pagani.” (Moffatt)
d. Affinché siano giudicati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nella malvagità: Dio dà all’uomo ribelle la menzogna che desidera, ma non come atto di generosità. Piuttosto, è una dimostrazione del giudizio di Dio su coloro che respingono la verità. Come evidenziato da Romani 1, con il Suo giudizio Dio abbandona l’uomo alla depravazione del suo cuore e al suo compiacimento nella malvagità.
i. Credono di agire in segno di sfida contro di Lui, ma alla fine vedranno che quelle stesse azioni, attraverso cui esprimevano il proprio sprezzo, erano il veicolo stesso della loro punizione.” (Morris)
B. Incoraggiamento per i credenti degli ultimi giorni.
1. (13-14) Paolo rende grazie per l’opera di Dio nei Tessalonicesi.
Ma noi siamo obbligati a rendere del continuo grazie per voi a Dio, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha eletti fin dal principio per salvarvi, mediante la santificazione dello Spirito e la fede nella verità; a questo egli vi ha chiamati per mezzo del nostro evangelo, affinché giungiate ad ottenere la gloria del Signor nostro Gesù Cristo.
a. Ma noi siamo obbligati a rendere del continuo grazie: Paolo ripete il concetto già presente in 2 Tessalonicesi 1:3, ovvero che egli è obbligato a ringraziare Dio per la Sua opera nei Tessalonicesi, alla luce della grandezza di quell’opera.
b. Fratelli amati dal Signore: Innanzitutto, Paolo è grato che siano amati dal Signore. L’amore di Dio per noi è la motivazione principale alla base di tutta la Sua opera in noi e attraverso di noi.
c. Perché Dio vi ha eletti fin dal principio per salvarvi: Inoltre, Paolo loda la scelta sovrana di Dio nell’attirare i Tessalonicesi alla salvezza. Dio ci ha eletti fin dal principio. Prima che loro scegliessero Dio, Dio ha scelto loro e li ha eletti per salvarli mediante la santificazione.
i. “Fin dal principio! Chi può calcolare il contenuto dell’abisso vasto e misterioso che è racchiuso in questa frase? Il principio della creazione era preceduto dall’anticipazione della Redenzione e dall’amore di Dio verso tutti quelli che erano uno con Cristo.” (Meyer)
ii. Per salvarli mediante la santificazione: I due vanno insieme. Coloro che affermano di essere eletti, ma mancano di frutti di santificazione (appartati dal mondo per Dio), si trovano su un terreno traballante. Non possiamo vedere se una persona è eletta, ma possiamo vedere se è santificata.
iii. “Se fosse stato possibile ricevere la salvezza senza santificazione, sarebbe stata una maledizione piuttosto che una benedizione. Se una cosa del genere fosse possibile, non potrei concepire una condizione più pietosa di quella di un uomo che ha la felicità della salvezza senza la sua santità; fortunatamente, ciò non è possibile. Se tu potessi essere salvato dalle conseguenze del peccato, ma non dal peccato stesso e dalla sua potenza e corruzione, per te sarebbe tutt’altro che una benedizione.” (Spurgeon)
d. Dello Spirito e la fede nella verità: L’opera di Dio di santificazione usa due grandi forze, lo Spirito e la fede nella verità. Lo Spirito di Dio e la Parola di Dio sono essenziali per la nostra santificazione.
e. A questo egli vi ha chiamati per mezzo del nostro evangelo: La chiamata a questa salvezza giunge attraverso l’evangelo, il Vangelo che Paolo predicava (noi predichiamo Cristo crocifisso, 1 Corinzi 1:23) e il Vangelo che ci permetterà di ottenere la gloria di Gesù.
f. Ad ottenere la gloria del Signor nostro Gesù Cristo: È la stessa gloria di cui Giovanni scrive in 1 Giovanni 3:2 – sappiamo però che quando Egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è.
2. (15) Un’esortazione a rimanere saldi.
Perciò, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che avete imparato tramite la parola o la nostra epistola.
a. Perciò, fratelli, state saldi: Perciò significa che Paolo vuole farci considerare tutto quello che ha scritto fino a questo punto. In questa lettera, egli fornisce delle ragioni convincenti per le quali i cristiani devono stare saldi e non essere smossi.
·State saldi a causa della sofferenza attuale (le persecuzioni ed afflizioni descritte in 2 Tessalonicesi 1:4).
·State saldi a causa dell’imminente giudizio di questo mondo (in un fuoco fiammeggiante, II Tessalonicesi 1:8).
·State saldi a causa della forza dell’inganno che sta arrivando (portenti, segni e prodigi bugiardi, 2 Tessalonicesi 2:9).
·State saldi a causa del nostro glorioso destino (la gloria del Signor nostro Gesù Cristo, 2 Tessalonicesi 2:14).
b. State saldi e ritenete gli insegnamenti: Il comandamento a restare saldi implica un luogo e ci parla di ciò su cui i cristiani devono stare saldi. Devono continuare a rimanere saldi sulla Paola di Dio, trasmessa sia dalla parola autorevole degli apostoli (tramite la parola) che dalle loro lettere (la nostra epistola).
i. Insegnamenti: La Bibbia riconosce che gli insegnamenti (alcuni traducono tradizioni) possono essere caratteristiche pericolose dei sistemi religiosi (Matteo 15:2-3) o delle tradizioni degli uomini (Colossesi 2:8). Paolo fa però riferimento alle tradizioni apostoliche custodite per noi negli scritti del Nuovo Testamento.
ii. “La parola paradoseis, resa a volte con tradizioni, significa tutto ciò che viene trasmesso attraverso l’insegnamento; qui ovviamente si riferisce alle dottrine impartite dall’apostolo ai Tessalonicesi mediante le sue predicazioni, le conversazioni private oppure per mezzo di queste lettere.” (Clarke)
iii. È solamente l’ancora della Parola di Dio che può permetterci di stare saldi sotto il peso della nostra presente tribolazione e il peso della nostra gloria futura.
3. (16-17) Una preghiera per i Tessalonicesi.
Spurgeon predicò cinque sermoni diversi su questi versetti meravigliosi.
Ora, il Signor nostro Gesù Cristo stesso e Dio nostro Padre, che ci ha amati e ci ha dato per grazia una consolazione eterna e una buona speranza, consoli i vostri cuori e vi confermi in ogni buona parola ed opera.
a. Che ci ha amati: Prima di chiedere a Dio di fare qualcosa di specifico per i Tessalonicesi, Paolo si ricordò di ciò che Dio aveva fatto per loro. Dio li ha amati, dando loro per grazia una consolazione eterna e una buona speranza.
i. Nella nostra intercessione e supplica, facciamo bene a ricordare la fedeltà passata di Dio e la benedizione presente. La Sua fedeltà nel passato è la promessa della Sua fedeltà per il futuro.
ii. “Dio ci ha dato tanto e tutti i suoi doni passati si trasformano in suppliche per riceverne altri. Non è così che gli uomini presentano le proprie richieste. Il mendicante per strada non può dire: ‘Dammi un centesimo oggi perché me ne hai dato uno ieri’, perché altrimenti gli risponderemmo: ‘È proprio per questo che non dovrei dartene altri’. Quando si tratta di Dio, però, questa è una buona supplica.” (Spurgeon)
b. Consoli i vostri cuori e vi confermi: Paolo chiese a Dio di fare due cose per i cristiani di Tessalonica. Prima di tutto, voleva che Dio consolasse i loro cuori. In secondo luogo, chiese a Dio di confermarli in ogni buona parola ed opera. Questa richiesta di consolazione e di testimonianza e opera costanti per Gesù è appropriata alla luce dei bisogni speciali di quei credenti che si trovano sotto pressione.
i. È una preghiera ricca di suggerimenti utili e importanti:
·Gesù è nostro.
·Dio è nostro Padre.
·Dio ci ha amati.
·Dio ci ha dato tanto.
·Noi abbiamo una consolazione eterna.
·È tutto per grazia.
ii. E vi confermi: “Io credo in una Chiesa consolidata non da atti del Parlamento, ma dal proposito e dalla presenza di Dio nel suo mezzo.” (Spurgeon)
c. In ogni buona parola ed opera: Ci sono alcune prove testuali che l’ordine originariamente inteso da Paolo era ogni buona opera e parola. Sebbene si tratti solo di una piccola differenza, Charles Spurgeon vide nell’ordine una differenza sostanziale.
i. “Alcuni cristiani credono che ‘parola’ debba essere tutto e ‘opera’ niente, ma le Scritture non sono della stessa opinione. Questi professori parlano tanto di ciò che faranno, di quello che gli altri dovrebbero fare e ancora di più di quello che gli altri non fanno; così si fermano su parola, parola, parola, nient’altro che parola, e non arrivano mai a ‘opera’, anche se in questo caso ‘opera’ è ciò che l’apostolo mette per primo.” (Spurgeon)
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