Apocalisse 14 – Immagini della Vittoria di Dio e della Sconfitta della Bestia
A. Il destino dei 144.000.
1. (1-3) L’Agnello e i 144.000 sul Monte Sion.
Poi vidi l’Agnello che stava in piedi sul monte di Sion, e con lui erano centoquarantaquattromila persone che avevano il suo nome e il nome di suo Padre scritto sulle loro fronti. Udii quindi una voce dal cielo come il fragore di molte acque e come il rumore di un forte tuono; e la voce che udii era come di citaredi che suonavano le loro cetre. Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono, davanti ai quattro esseri viventi e davanti agli anziani; e nessuno poteva imparare il cantico se non i centoquarantaquattromila, i quali sono stati riscattati dalla terra.
a. L’Agnello che stava in piedi sul monte di Sion, e con lui erano centoquarantaquattromila persone: In precedenza, abbiamo trovato i 144.000 in Apocalisse 7, dove sono stati identificati come un gruppo di credenti giudei, che ministrano durante la Grande Tribolazione e su cui in quel periodo viene posto un sigillo di protezione. Il fatto di trovarsi in piedi sul monte di Sion insieme all’Agnello mostra che usciranno vittoriosi dalla Grande Tribolazione. È evidente che la bestia di Apocalisse 13 non ha sconfitto i 144.000: li vediamo qui trionfanti, in un atteggiamento di adorazione e saldi insieme a Gesù.
i. Apocalisse 14 darà una risposta a due domande importanti sollevate da Apocalisse 13. La bestia di Apocalisse 13 è terrificante e imponente e ha la capacità persino di far guerra ai santi e di vincerli (Apocalisse 13:7). Perciò, è giusto chiedersi: “La bestia consegue una vittoria completa su tutto il popolo di Dio?” La presenza dei 144.000 sul monte di Sion insieme all’Agnello risponde espressamente “no”. La seconda domanda riguarda il dittatore satanico stesso: “Che cosa ne sarà della bestia e dei suoi seguaci?” Troveremo la risposta nel resto di Apocalisse 14.
ii. In Apocalisse 7, i 144.000 appaiono all’inizio della Grande Tribolazione. In Apocalisse 14, li vediamo trionfanti alla fine della Grande Tribolazione.
b. In piedi sul monte di Sion: Si sono radunati sul monte di Sion perché Sion, il nome antico delle colline che formano Gerusalemme, è il luogo dove il Messia radunerà i Suoi redenti e regnerà sulla terra (Salmo 48, Isaia 24:23, Gioele 2:32, Abdia 17 e 21, Michea 4:1, 4:7).
i. In questo passo, il monte di Sion è considerato da alcuni commentatori un riferimento alla Gerusalemme di sopra di Galati 4:26. Seguendo questo pensiero, i 144.000 sono le vittime di questa bestia e sono ora in cielo con Gesù. Tuttavia, questo punto di vista non sembra affatto compatibile con il contesto. Ci fa anche domandare a quale bene abbia portato il sigillo di Dio sui 144.000 (Apocalisse 7:4).
ii. I 144.000 sono come i giovani giudei sopravvissuti alla fornace ardente di Daniele 3:19-25. Sono la prova che Dio è in grado di preservare il Suo popolo.
c. Che avevano il suo nome e il nome di suo Padre scritto sulle loro fronti: Benché i seguaci di Satana e della bestia abbiano un marchio sulla loro mano o sulla loro fronte (Apocalisse 13:16-17), si tratta soltanto di una copia dell’idea alla base del marchio identificativo sulla fronte di ciascuno dei 144.000, che dimostra la loro appartenenza al Padre.
i. “E chi erano queste persone, ‘che avevano il suo nome e il nome di suo Padre scritto sulle loro fronti’? Non avevano delle B per ‘battisti’, o delle W per ‘wesleyani’, o delle C per ‘chiesa ufficiale’. Avevano il nome di loro Padre e di nessun altro. Quanto clamore viene fatto sulla terra a causa delle nostre distinzioni! Diamo grande importanza all’appartenenza a questa e quell’altra denominazione. Beh, se andaste alle porte del cielo e chiedeste se ci sono battisti, l’angelo vi guarderebbe soltanto, senza rispondervi; se chiedeste se ci sono wesleyani o membri della chiesa ufficiale, vi direbbe: ‘Non abbiamo nulla del genere’; tuttavia, se gli chiedeste se ci sono cristiani, ‘Ah beh’, vi risponderebbe, ‘in abbondanza: ora sono tutti uno, tutti chiamati con un unico nome; le vecchie etichette sono state cancellate e non hanno più il nome di quest’uomo o di quest’altro, ma hanno il nome di Dio, del loro Padre, impresso sulle loro fronti’.” (Spurgeon)
d. Come il fragore di molte acque e come il rumore di un forte tuono: Questa è la voce di Dio (Apocalisse 1:15 e 4:5). Forse Dio ha parlato a questo punto per proclamare la Sua approvazione nei confronti dei 144.000 servi fedeli nello spirito di Matteo 25:21: Bene, buono e fedele servo.
e. E la voce che udii era come di citaredi che suonavano le loro cetre: Ricordiamo che anche gli anziani in Apocalisse 5:8 hanno delle cetre. Forse è a questo che serve la loro musica, per accompagnare il canto di adorazione dei 144.000 mentre cantano un cantico nuovo, unico per loro.
f. Essi cantavano un cantico nuovo davanti al trono: In Apocalisse 14:1, i piedi dei 144.000 sono piantati fermamente sul monte di Sion terreno. Eppure, la loro lode li porta alla presenza di Dio, proprio davanti al trono. Nella nostra lode e adorazione, possiamo veramente trasportarci ed essere uditi nei luoghi celesti.
i. “L’essere estasiati nell’adorazione a Dio è lo stato più sublime dell’anima. Ricevere la misericordia per la quale lodiamo Dio è già qualcosa, ma l’essere completamente rivestiti di lode verso Dio per la misericordia ricevuta è molto di più. Beh, la lode è il cielo e il cielo è lode! Pregare è il cielo quaggiù, ma lodare è l’essenza del cielo lassù. Quando vi prostrate in adorazione, siete nel luogo più alto.” (Spurgeon)
ii. “Il cielo non è il luogo dove imparare quel cantico; dev’essere appreso qui sulla terra. È quaggiù che bisogna imparare le note della grazia e dell’amore che si sacrifica; quando ne avrai padroneggiato la melodia, sarai in grado di offrire al Signore il tributo di un cuore grato, lì nel cielo, e di allinearlo alle armonie eterne.” (Spurgeon)
2. (4-5) Descrizione dei 144.000.
Essi sono quelli che non si sono contaminati con donne; sono infatti vergini. Essi sono quelli che seguono l’Agnello, dovunque egli va; essi sono stati riscattati fra gli uomini, per essere primizie a Dio e all’Agnello. Sulla loro bocca non è stata trovata menzogna, perché sono irreprensibili davanti al trono di Dio.
a. Sono infatti vergini: Molti considerano la verginità dei 144.000 semplicemente un simbolo della loro purezza generale (come in 2 Corinzi 11:2). Eppure, Paolo consiglia il celibato in tempi difficili (1 Corinzi 7:25-35) e Gesù parla dei guai che affrontano coloro che avranno figli e famiglia in quei giorni (Matteo 24:19-21). Non è difficile vedere che Dio chiami questi 144.000 a un celibato letterale per amore del regno durante la Grande Tribolazione.
i. Solitamente, il termine vergini viene usato per le donne, non gli uomini. Dovremmo dunque intendere che tutti i 144.000 sono donne? Niente affatto. Secondo il grande grecista A.T. Robertson, “parthenos può essere usato sia per gli uomini che per le donne”.
ii. Se il termine vergini è un’immagine generale di purezza, ciò rinforza il collegamento dei 144.000 con Israele. “Nella Bibbia si fa frequentemente riferimento a Israele come ‘la vergine figlia di Sion’ (2 Re 19:21; Isaia 37:22), ‘vergine figlia di Gerusalemme’ (Lamentazioni 2:13) e ‘vergine d’Israele’ (Geremia 18:13; 31:34, 21; Amos 5:2).” (Walvoord)
b. Essi sono quelli che seguono l’Agnello, dovunque egli va: I 144.000 sono di origine ebraica (Apocalisse 7:4-8), ma è chiaro che sono anche credenti in Gesù, dato che stanno in piedi con l’Agnello, seguono l’Agnello dovunque egli va e altrimenti non sarebbero irreprensibili davanti al trono di Dio.
i. Ogni membro della vasta moltitudine che sarà salvato durante la Tribolazione lo sarà esattamente allo stesso modo di chi viene salvato oggi: per grazia, mediante una fede personale in Gesù Cristo per ricevere la salvezza. Sebbene il rapimento della chiesa termini ogni interazione di Dio con la chiesa come tale, certamente non cambia il modo in cui le persone giungono alla salvezza o diventano parte della grande famiglia di Dio, che comprende tutti i redenti prima e dopo la chiesa.
c. Essi sono stati riscattati fra gli uomini, per essere primizie a Dio e all’Agnello: Poiché i 144.000 sono l’inizio di un raccolto più grande, sono le primizie, il “nucleo santo d’Israele, che è il segno della redenzione della nazione”. (Walvoord)
i. Poiché sono descritti come primizie, molti ritengono che essi stessi saranno determinanti nel piano di Dio per portare una grande moltitudine durante la Tribolazione.Apocalisse 7:9 descrive una folla innumerevole salvata dalla Grande Tribolazione e i 144.000, descritti come primizie, saranno probabilmente usati per predicare il vangelo a coloro che riceveranno la salvezza in quel periodo.
B. Proclamazioni dal cielo.
1. (6-7) Un angelo predica il vangelo.
Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo e che aveva l’evangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo, e diceva a gran voce: «Temete Dio e dategli gloria, perché l’ora del suo giudizio è venuta; adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque».
a. Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo e che aveva l’evangelo eterno da annunziare agli abitanti della terra: Questo altro angelo predica il vangelo, ma annuncia anche il giudizio (l’ora del suo giudizio è venuta). Poiché il giudizio di Dio sarà evidente sulla terra durante la Grande Tribolazione, non c’è da meravigliarsi che il numero di coloro che saranno salvati durante quei sette anni sia incalcolabile (Apocalisse 7:9-14).
i. Ad alcuni oggigiorno piace identificare il proprio ministero o l’uso della propria tecnologia con questo angelo che volava in mezzo al cielo. Un famoso ministero televisivo ha chiamato il satellite da loro utilizzato “Angelo Uno”, sperando in un adempimento di questo versetto. Il desiderio di collegare la tecnologia o gli eventi contemporanei con questo angelo non è nulla di nuovo. Adam Clarke scrive verso la fine del XVIII secolo: “Ma la visione sembra davvero descrittiva di un’istituzione successiva, chiamata Società Biblica Britannica e Forestiera, il cui obiettivo è quello di stampare e distribuire le Scritture dell’Antico e del Nuovo Testamento in tutto il mondo abitato e in tutte le lingue parlate sulla faccia della terra”.
ii. John Trapp, scrivendo verso la fine del XVII secolo, vede un adempimento tutto suo: “Si tratta presumibilmente di John Wicliff, che ha scritto più di duecento volumi contro il papa ed è stato un mezzo che ha fatto del bene a molti”.
b. Temete Dio e dategli gloria: Questo è ciò che l’angelo dirà al mondo di fare. Il mondo, dal canto suo, può acconsentire, dare gloria a Dio e adorarlo volontariamente in questa vita, o sarà obbligato a dargli gloria dopo.
i. È certo che tutti un giorno daranno gloria a Dio. Filippesi 2:9-11 dice: Perciò anche Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature (o cose) celesti, terrestri e sotterranee, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.
ii. “Ecco l’amara ironia della loro sorte: sebbene siano loro stessi la causa della loro dannazione eterna perché rifiutano di affrontare la verità, un giorno saranno comunque obbligati ad affrontarla. Prima o poi la ‘gloria’ che rifiutano di ‘dare’ volontariamente al Creatore sarà strappata loro dalla manifestazione della Sua ira.” (Kiddle)
iii. Giovanni dice che questo è l’evangelo eterno e magari ci sembrerà diverso da quello che sentiamo predicare oggi. Non è affatto diverso, ma viene predicato in un momento diverso e particolare – a coloro che si troveranno nella parte finale della Grande Tribolazione. “Per questo suona ancora come un messaggio evangelico… È il Vangelo, ma è il Vangelo nella forma che assume quando è giunta l’ora del giudizio. È uno degli ultimi appelli di grazia verso un mondo apostata.” (Seiss)
c. Ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo: Si può trattare di un valido adempimento della promessa di Gesù di Matteo 24:14, cioè che il vangelo sarebbe stato predicato in tutto il mondo prima della Sua seconda venuta. Questa però non può essere una scusa per trascurare l’urgenza del lavoro missionario. Dio non ha dato agli angeli la responsabilità di diffondere il Vangelo ma al Suo popolo.
i. Tuttavia, questo è l’unico passo del Nuovo Testamento in cui si vedono degli angeli intenti a predicare il Vangelo. Nella sapienza sublime di Dio, Egli ha scelto di dare questa responsabilità esclusivamente alle persone, salvo in caso di eccezioni rarissime.
2. (8) Un angelo annuncia la caduta di Babilonia.
Poi seguì un altro angelo, dicendo: «È caduta, è caduta Babilonia, la grande città che ha dato da bere a tutte le nazioni il vino dell’ira della sua fornicazione».
a. È caduta Babilonia: Torneremo su Babilonia in Apocalisse 17. Per ora ci basti sapere che essa rappresenta il genere umano organizzato in ribellione contro Dio.
i. “Profeticamente, ‘Babilonia’ a volte si riferisce alla città letterale, a volte a un sistema religioso e altre volte a un sistema politico, tutti derivanti dal carattere malvagio della Babilonia storica.” (Walvoord)
b. Che ha dato da bere a tutte le nazioni il vino dell’ira della sua fornicazione: Quando ci viene detto che Babilonia ha indotto tutte le nazioni alla fornicazione, l’idea principale è la fornicazione spirituale, l’adorazione di altri dèi. Tuttavia, non è mai una sorpresa vedere la fornicazione spirituale accompagnata da immoralità letterale.
3. (9-11) Un terzo angelo avverte del giudizio imminente.
Un terzo angelo li seguì dicendo a gran voce: «Se uno adora la bestia e la sua immagine e ne prende il marchio sulla sua fronte o sulla sua mano, berrà anch’egli il vino dell’ira di Dio, versato puro nel calice della sua ira e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all’Agnello. E il fumo del loro tormento salirà nei secoli dei secoli, e non avranno requie né giorno né notte coloro che adorano la bestia e la sua immagine e chiunque prende il marchio del suo nome».
a. Se uno adora la bestia e la sua immagine e ne prende il marchio sulla sua fronte o sulla sua mano: Questo ci ricorda che esiste una connessione tra l’atto di adorare la bestia e la sua immagine e quello di ricevere il marchio sulla sua fronte o sulla sua mano. Nessuno prenderà il marchio per caso o per sbaglio. Il collegamento tra l’adorazione della bestia e il prenderne il marchio sarà sufficientemente chiaro.
i. Tuttavia, ricevere il marchio sembrerà probabilmente una cosa abbastanza innocente agli occhi degli abitanti della terra. Ai loro occhi apparirà forse come un semplice pegno di lealtà e devozione verso l’Anticristo e il suo governo. È accaduto lo stesso nei primi secoli del cristianesimo, quando bruciare un pizzico d’incenso all’immagine di Cesare e dichiarare “Cesare è il Signore” erano considerati dai pagani del tempo un atto innocente di dovere civico.
b. Berrà anch’egli il vino dell’ira di Dio, versato puro nel calice della sua ira: Coloro che adoreranno l’Anticristo saranno obbligati a bere il vino dell’ira di Dio. Il calice dell’ira di Dio è come del vino concentrato, mescolato con spezie per renderlo ancora più forte (puro).
i. Il concetto di Dio che ha un calice dell’ira, che Egli fa bere a coloro che sono sotto il giudizio, viene ripreso nella Bibbia più di tredici volte (Salmi 75:8 e Geremia 25:15 ne sono esempi). È la stessa idea che era alla base del calice che Gesù avrebbe voluto evitare se fosse stato possibile (Matteo 26:39). Gesù ha preso volontariamente il calice dell’ira del Padre che noi meritavamo; qui, invece, i nemici di Gesù non hanno scelta: sono obbligati a bere dal calice.
c. Il vino dell’ira di Dio…nel calice della sua ira: Il vino nel calice è associato all’ira (la parola in greco antico è thymos), che descrive un’ira ardente.Il calice stesso è associato all’ira (indignazione, NKJV) (orge in greco antico), che è l’ira derivante da una disposizione d’animo determinata.
i. Orge è la parola in greco antico più usata nel Nuovo Testamento per indicare l’ira di Dio. L’antica parola thymos viene usata solo 11 volte, 10 delle quali si trovano in Apocalisse. Solitamente, l’ira di Dio contro i peccatori non divampa contro di loro; si tratta semplicemente della Sua determinata disposizione d’animo contro il peccato e l’ingiustizia. Tuttavia, nel libro dell’Apocalisse, che descrive così chiaramente il giudizio finale di Dio, troviamo più spesso la parola che descrive l’ira ardente.
d. E sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all’Agnello. E il fumo del loro tormento salirà nei secoli dei secoli, e non avranno requie né giorno né notte: Questo passo insegna diverse verità importanti sull’inferno e sul destino eterno dei dannati.
i. Sarà tormentato con fuoco e zolfo: Ciò dimostra che la sofferenza dell’inferno è un vero tormento, che è dolorosa e ripugnante. “La tendenza moderna di fare a meno dell’inferno non trova riscontro nell’Apocalisse.” (L. Morris)
ii. Davanti ai santi angeli e davanti all’Agnello: Ciò dimostra che Dio non è assente dall’inferno. Anzi, è presente in tutta la Sua santità e nel Suo giusto giudizio. Coloro che saranno all’inferno desidereranno che Dio sia assente, ma non lo sarà. È sbagliato dire che l’inferno sarà privo della presenza di Dio; tuttavia, sarà privo di ogni percezione del Suo amore. La presenza di Gesù sarà lì, ma solo la presenza della Sua santa giustizia e della Sua santa ira contro il peccato.
iii. Il fumo del loro tormento salirà nei secoli dei secoli, e non avranno requie né giorno né notte: Coloro che adoreranno l’Anticristo e riceveranno il suo marchio subiranno questa ira e questa indignazione (NKJV) per l’eternità all’inferno.Qui viene affermato chiaramente che si tratta di un tormento eterno; nei secoli dei secoli vuol dire “per sempre”. Se le conseguenze del peccato sono solo in questa vita o se la punizione per il peccato è solo temporanea, allora i peccatori astuti hanno avuto la meglio su Dio. Walvoord parla dell’espressione nei secoli dei secoli: “Letteralmente ‘nelle età delle età’, l’espressione più forte di eternità di cui è capace il greco”.
iv. “Dio voglia che gli uomini pensino e parlino di più dell’inferno e di quell’eternità di estrema sofferenza che non saranno mai in grado di evitare o di sopportare. Sicuramente un buon mezzo per sfuggire all’inferno è quello di fare uno o due giri all’inferno con le nostre meditazioni quotidiane.” (Trapp)
v. “Nella descrizione degli adoratori della bestia, le parole adora e prende al versetto 11 sono al tempo presente, in modo da mettere in risalto la continua adorazione della bestia che si estende su un lungo periodo di tempo… il tempo presente è usato anche per descrivere il loro tormento. Come l’adorazione della bestia non viene interrotta dal ravvedimento, così nemmeno il loro tormento viene interrotto quando il loro ravvedimento arriva troppo tardi.” (Walvoord)
4. (12-13) Beatitudine dei santi, anche durante la Grande Tribolazione.
Qui è la costanza dei santi; qui sono coloro che osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù. Poi udii dal cielo una voce che mi diceva: «Scrivi: Beati i morti che d’ora in avanti muoiono nel Signore; sì, dice lo Spirito, affinché si riposino dalle loro fatiche, perché le loro opere li seguono».
a. Qui è la costanza dei santi… Beati i morti che d’ora in avanti muoiono nel Signore… affinché si riposino dalle loro fatiche: Notiamo il forte contrasto tra il riposo dei santi e il tormento continuo degli empi (Apocalisse 14:11). Il riposo si ha mediante la paziente sopportazione e la fedeltà a Dio e alla Sua Parola (qui sono coloro che osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù).
i. Possiamo solo immaginare il coraggio e il conforto che questo passo darà ai santi sotto attacco e perseguitati durante la Grande Tribolazione. Chiaramente, Dio vuole incoraggiare il Suo popolo a rimanere fermo in tempi di prova, con l’attenzione rivolta al beato riposo e alla ricompensa che lo attendono nell’eternità.
ii. Beati i morti che d’ora in avanti muoiono nel Signore: “Sono gli unici morti gloriosi… muoiono per la causa di Dio, muoiono sotto il sorriso e l’approvazione di Dio e muoiono per vivere e regnare con Dio nei secoli dei secoli.” (Clarke)
b. Le loro opere li seguono: La costanza e l’opera paziente di questi santi verranno ricordate in cielo. La nostra opera per Gesù e il Suo regno ci seguirà in cielo, donando dignità e significato ad ogni opera quaggiù.
C. La messe della terra.
1. (14-16) È tempo che Gesù dia inizio al raccolto.
Poi vidi una nuvola bianca, ed ecco sulla nuvola stava seduto uno simile a un Figlio d’uomo, il quale aveva sul capo una corona d’oro e in mano una falce tagliente. Un altro angelo uscì dal tempio, gridando a gran voce a colui che sedeva sulla nuvola: «Metti mano alla tua falce e mieti, poiché l’ora di mietere è venuta e perché la messe della terra è matura». Allora colui che sedeva sulla nuvola lanciò la sua falce sulla terra, e la terra fu mietuta.
a. Sulla nuvola stava seduto uno simile a un Figlio d’uomo, il quale aveva sul capo una corona d’oro e in mano una falce tagliente: Alcuni trovano difficile vedere Gesù come colui che qui raccoglie la messe. Non riescono ad accettare il fatto che Gesù faccia quello che gli ha detto l’altro angelo che esce dal tempio.Ma è improbabile che qualcuno che si chiama Figlio dell’uomo e indossa una corona d’oro sia qualcuno che non sia Gesù.
i. Aveva sul capo una corona d’oro: “Quanto sarà diverso vederlo con una corona d’oro sul capo dal vederlo con la terribile corona di spine che i crudeli soldati intrecciarono e gli conficcarono sulla fronte! La parola usata qui solitamente non fa riferimento al diadema del potere, ma alla corona vinta in un conflitto; ed è davvero straordinario che si dica che, quando Cristo verrà a giudicare il mondo, indosserà la ghirlanda della vittoria, la corona che ha vinto nella grande battaglia che ha combattuto. Quanto sarà significativa del suo trionfo finale quella corona d’oro su quella fronte che un tempo era ricoperta di sudore insanguinato, quando combatteva la battaglia per la nostra salvezza!” (Spurgeon)
b. Perché la messe della terra è matura: Il termine in greco antico usato per matura ha una connotazione negativa, “seccarsi o inaridire”. Parla di qualcosa che è eccessivamente maturo. Ciò indica che Dio giudicherà la terra solo quando sarà oltremodo matura per il giudizio. Non si affretterà a esercitare il giudizio.
i. “Bisogna ricordare che la mietitura è prevista sia per il male che per il bene. Ci sarà un raccolto di miseria e di dolore (dove la zizzania verrà ammassata, legata e bruciata), così come ci sarà la mietitura del grano nel granaio del cielo.” (Seiss)
2. (17-20) Il tino di Dio.
Poi un altro angelo uscì dal tempio, che è nel cielo, avendo anch’egli una falce tagliente. E un altro angelo, che aveva potestà sul fuoco, uscì dall’altare e gridò a gran voce a quello che aveva la falce tagliente, dicendo: «Metti in azione la tua falce tagliente e vendemmia i grappoli della vigna della terra, poiché le sue uve sono mature». Allora l’angelo lanciò la sua falce sulla terra e vendemmiò la vigna della terra e gettò l’uva nel gran tino dell’ira di Dio. Il tino fu pigiato fuori della città e dal tino uscì tanto sangue, che giungeva sino alle briglie dei cavalli, per una distanza di milleseicento stadi.
a. Un altro angelo, che aveva potestà sul fuoco, uscì dall’altare: “Queste allusioni sembrano indicare che l’angelo sta agendo in risposta alle preghiere dei santi per il giudizio divino contro l’empietà.” (Walvoord)
b. Nel gran tino dell’ira di Dio: Questa vivida immagine di giudizio ha fatto da ispirazione a L’inno di Battaglia della Repubblica.
I miei occhi hanno visto la gloria della venuta del Signore,
Sta pigiando la vite dove è conservata l’uva dell’ira,
Ha scatenato il fulmine fatale della Sua spada terribile e veloce,
La Sua verità avanza!
c. Metti in azione la tua falce tagliente e vendemmia i grappoli della vigna della terra, poiché le sue uve sono mature: L’immagine della Seconda Venuta di Gesù raffigurata come un raccolto viene comunicata anche in Matteo 13:24-30 e 13:36-43 nella parabola del grano e della zizzania. Si deduce che i veri credenti non saranno separati da quelli che vanno soltanto in chiesa se non alla mietitura finale.
i. Mature “raffigura un’uva completamente cresciuta nella maturazione iniziale, quasi come fosse traboccante di succo… La fuoriuscita del succo d’uva da sotto i piedi nudi di coloro che la calpestano nel torchio è paragonata alla fuoriuscita di sangue e rappresenta la terribile carneficina umana.” (Walvoord)
ii. “Che forza ha l’uva contro il peso e la forza di un uomo che si mette a calpestarla? E più è matura, più è indifesa… Il calcagno dell’Onnipotenza è su di lei, la quale può solo rompersi e affondare sotto di esso.” (Seiss)
d. Dal tino uscì tanto sangue, che giungeva sino alle briglie dei cavalli, per una distanza di milleseicento stadi: Qui probabilmente viene descritto il sangue che schizza sino alle briglie dei cavalli, immagine della carneficina tremenda della battaglia di Armageddon, descritta in Apocalisse 16:16 e 19:11-19. Non è verosimile che si tratti della descrizione di un fiume di sangue che attraversa la Terra Promessa e arriva fino alle briglie dei cavalli. Sarebbe un fiume di sangue quasi inconcepibile.
i. Nell’antichità, un’area di battaglia che si estendeva per milleseicento stadi (circa 320 km) era al di là di ogni conflitto conosciuto – ma non nelle guerre moderne. “L’aria ricoperta, 1600 stadi, corrisponde a circa 320 km e specifica che l’area entro un raggio di 320 km da Gerusalemme sarà raccolta al momento della seconda venuta di Cristo.” (Walvoord)
ii. Ma una tale descrizione vivida e potente mostra quanto sia completo il giudizio di Dio. Apocalisse 14 è la risposta perfetta ad Apocalisse 13. Alla fine di Apocalisse 13 sembrava quasi che Satana e l’Anticristo stessero avendo la meglio. Tuttavia, Apocalisse 14 mostra a chi appartiene veramente il trionfo, la potenza e il controllo: a Dio, al Suo Messia e al Suo popolo; non a Satana, al suo messia (l’Anticristo) e ai suoi seguaci.
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