Atti 1




Atti 1 – Ascesa di Gesù al Cielo e Scelta di un Nuovo Apostolo

A. Prologo.

1. (1) Riferimento a scritti precedenti.

Io ho fatto il primo trattato, o Teofilo, circa tutte le cose che Gesù prese a fare e ad insegnare,

a. Io ho fatto il primo trattato: Il primo trattato è il Vangelo di Luca. Un tempo il Vangelo di Luca e il libro degli Atti costituivano un unico libro composto da due volumi.

i. Immagina un po’ come sarebbe se il libro degli Atti non si trovasse nella Bibbia. La apriresti e vedresti la fine del ministero di Gesù nel Vangelo di Giovanni; poi ti troveresti davanti un uomo di nome Paolo, che scrive ai seguaci di Gesù situati a Roma. Chi è Paolo? Come ci è arrivato il vangelo da Gerusalemme a Roma? Queste domande trovano risposta nel libro degli Atti. “Un grande studioso del Nuovo Testamento ha detto che ad Atti si potrebbe dare il titolo di ‘Come è stata portata la Buona Novella da Gerusalemme a Roma’.” (Barclay)

ii. La diffusione del vangelo da Gerusalemme a Roma è una storia incredibile. “Da un punto di vista umano, [il cristianesimo] non aveva nulla da offrire. Non aveva denaro, leader di successo o strumenti tecnologici per diffondere il vangelo. E dovette affrontare ostacoli enormi. Era una novità assoluta. Insegnava delle verità che il mondo impenitente riteneva assurde. Era il bersaglio dell’odio e delle persecuzioni più aspre.” (Boice)

iii. Atti degli Apostoli condivide lo stile letterario della traduzione in greco dell’Antico Testamento, conosciuta con il nome di Versione dei Settanta. “Poiché Luca era in grado di scrivere con uno stile diverso (Luca 1:1-4), lo aveva adattato intenzionalmente. Probabilmente si considerava un testimone della storia sacra.” (Marshall)

iv. Il Nuovo Testamento non ci dà molte informazioni riguardo a Luca.

·Sappiamo che era un medico (Colossesi 4:14).

·Sappiamo che era un gentile (come si evince dal nome).

·Sappiamo che era un compagno fedele di Paolo (desumibile dal testo di Atti, Colossesi 4:14, Filemone 24 e 2 Timoteo 4:11).

v. Un tempo molti studiosi e critici ritenevano che Atti fosse una sorta di romanzetto della chiesa primitiva, redatto più di 100 anni dopo i presunti eventi. William Ramsay, tuttavia, noto archeologo e studioso della Bibbia, ha dimostrato che il resoconto storico di Atti è incredibilmente accurato per quanto riguarda le pratiche, le leggi e gli usi specifici del tempo che afferma di documentare. Si tratta sicuramente dell’opera di testimoni oculari contemporanei.

vi. Verso la metà degli anni Sessanta, A.N. Sherwin-White, esperto di storia greco-romana di Oxford, scrisse riguardo ad Atti: “Il quadro storico è esatto. In termini di tempo e luogo, i dettagli sono precisi e corretti… In quanto documenti, questi racconti appartengono alla stessa categoria storica dei processi giuridici provinciali e imperiali presenti nelle fonti epigrafiche e letterarie del I secolo d.C. e dell’inizio del II… Per il libro di Atti la conferma della storicità è schiacciante… Ogni tentativo di rifiutarne la storicità di base, anche per quanto riguarda i dettagli, ormai non può che risultare assurdo. Gli storici romani l’hanno a lungo data per scontata”.

vii. Giovanni Calvino ha definito il libro di Atti “una specie di immenso tesoro”. D. Martyn Lloyd-Jones lo ha denominato “il più appassionato dei libri… ti esorto a vivere in quel libro: È un rinvigorente, il più grande rinvigorente che io conosca nel regno dello Spirito.” (Citato in Stott)

b. Teofilo: Si trattava probabilmente di un cristiano che voleva essere istruito, un funzionario romano che Luca informava sulla storia del movimento cristiano. Oppure il nome potrebbe essere simbolico, dal momento che Teofilo significa “colui che ama Dio”.

i. Nella sua introduzione al primo volume (Luca 1:3), Luca si rivolge a Teofilo chiamandolo eccellentissimo, titolo con cui ci si rivolgeva a persone che ricoprivano alte cariche.

ii. Dal momento che il Libro degli Atti si conclude con Paolo in attesa del processo davanti a Cesare, alcuni si sono chiesti se la scrittura degli Atti da parte di Luca avesse l’obiettivo di dare ai funzionari romani un’idea dei precedenti del caso contro Paolo e fungere da documento di difesa a favore di quest’ultimo. Luca e Paolo arrivano insieme a Gerusalemme in Atti 21:17; lasciano di nuovo la città per mettersi in viaggio verso Roma in Atti 27:1. Durante questi due anni, Luca ebbe tutto il tempo per ricercare e scrivere il suo vangelo e il Libro degli Atti.

iii. “Nell’antichità i libri venivano scritti di solito su rotoli di papiro, che per praticità avevano una lunghezza di circa dieci metri. Se più lunga, una pergamena diventava difficile da trasportare. Questa limitazione fisica ha determinato la lunghezza di molti libri della Bibbia” (Boice). Per raccontare la sua storia, Luca ha usato due rotoli, uno che chiamiamo “Vangelo di Luca” e l’altro “Atti degli Apostoli”.

iv. Luca voleva mostrare a Teofilo e ai Romani:

·Che il cristianesimo era innocuo (alcuni degli stessi funzionari romani lo avevano abbracciato).

·Che il cristianesimo era innocente (i giudici romani non ritenevano ci fossero gli estremi per procedere penalmente).

·Che il cristianesimo era lecito (quale vero adempimento del giudaismo, religione approvata dall’Impero romano).

c. Circa tutte le cose che Gesù prese a fare e ad insegnare: Da notare che il primo trattato riguardava tutte le cose che Gesù prese (cominciò, Nuova Riveduta) a fare e ad insegnare. Il Vangelo di Luca descrive solo l’inizio dell’opera di Gesù, Atti invece ne descrive la continuazione – e l’opera di Gesù continua ancora oggi.

i. Dobbiamo ricordare che Atti degli Apostoli non ci presenta l’intera storia della chiesa dell’epoca. Per esempio, le chiese della Galilea e della Samaria vengono menzionate appena (Atti 9:31) e non si fa alcun cenno alla costituzione di una chiesa forte in Egitto durante quel periodo.

ii. Atti si estende su un arco di tempo di circa trent’anni e ci porta fino al 60-61 d.C., quando Paolo si trova a Roma in attesa di comparire davanti all’imperatore Nerone. Si tratta dello stesso Nerone che nel 64 d.C. diede il via alle sue famigerate persecuzioni contro i cristiani.

iii. È meraviglioso che l’opera che Gesù ha iniziato continui tuttora. Sembra proprio come se il libro di Atti continuasse ancora oggi a essere scritto, non da un punto di vista di autorevolezza scritturale, ma nel senso dell’opera continua di Dio nel mondo per mezzo del Suo Spirito, attraverso la Sua chiesa.

iv. “Bisognerebbe quindi studiare gli Atti degli Apostoli ponendosi principalmente questo duplice obiettivo: in primo luogo, per rintracciare la continuazione invisibile ma effettiva dell’insegnamento e dell’opera divina di nostro Signore; in secondo luogo, per rintracciare il ministero attivo dello Spirito Santo come presenza costante nella Chiesa.” (Pierson)

2. (2-3) Ultima opera di Gesù prima della Sua ascensione al cielo.

Fino al giorno in cui fu portato in cielo, dopo aver dato dei comandamenti per mezzo dello Spirito Santo agli apostoli che egli aveva scelto. Ad essi, dopo aver sofferto, si presentò vivente con molte prove convincenti, facendosi da loro vedere per quaranta giorni e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio.

a. Fino al giorno in cui fu portato in cielo: Gesù, per mezzo dello Spirito Santo, istruì gli apostoli sul da farsi durante la Sua assenza. Diede dei comandamenti agli apostoli.

i. È importante notare che Gesù diede quelle istruzioni per mezzo dello Spirito Santo. Pur trattandosi del Signore Gesù Cristo glorificato e risorto in piena autorità e sovranità, Egli scelse comunque di non contare sulle proprie risorse, per così dire, ma di affidarsi alla potenza e alla presenza dello Spirito Santo.

ii. Lo Spirito Santo, la terza Persona della Santa Trinità, è l’aspetto di Dio che vive, dà forza e ispira l’uomo. Lo Spirito Santo svolge un’opera tra coloro che non sono ancora credenti, ma ne compie anche una grande e significativa in coloro che già credono.

iii. Se lo stesso Gesù, risorto e glorificato, dovette fare affidamento sullo Spirito Santo, allora dovremmo farlo anche noi. È un tema costante in tutto il libro degli Atti, che ci mostra l’azione dello Spirito Santo attraverso la chiesa. “Il discepolo non è da più del maestro, né il servo da più del suo signore. Se persino Lui dipese dallo Spirito Santo per la potenza del Suo ministero, certamente non possiamo permetterci di intraprendere l’opera che ci è stata affidata senza la stessa unzione.” (Pierson)

b. Ad essi, dopo aver sofferto, si presentò vivente con molte prove convincenti: Gesù dimostrò inoltre la realtà della Sua resurrezione con molte prove convincenti durante i quaranta giorni intercorsi tra la Sua resurrezione e la Sua ascensione. Non lasciò spazio al minimo dubbio sul fatto che era risorto, esattamente come aveva promesso.

i. In 1 Corinzi 15:6 Paolo descrive una delle molte prove convincenti: In seguito apparve in una sola volta a più di cinquecento fratelli, la maggior parte dei quali è ancora in vita. Più di 500 persone avevano visto Gesù risorto, la maggior parte delle quali era ancora in vita 25 anni dopo, ai giorni del ministero di Paolo.

c. Parlando delle cose riguardanti il regno di Dio: Ciò che Gesù insegnò nel periodo tra la Sua resurrezione e la Sua ascensione non viene rivelato, ma ci viene detto che sfruttò quel tempo per parlare delle cose riguardanti il regno di Dio.

i. Ad alcuni insegnanti gnostici e new age piace pensare che Gesù abbia usato quei quaranta giorni per insegnare ai Suoi seguaci delle dottrine strane e occulte, da riscoprire oggi grazie a nuove rivelazioni. Luca però ci dice che Gesù si limitò a insegnare loro più o meno le stesse cose e gli stessi temi che aveva insegnato loro durante il suo ministero terreno: le cose riguardanti il regno di Dio.

B. Ascensione di Gesù.

1. (4-5) Ultime istruzioni di Gesù per i discepoli.

E, ritrovandosi assieme a loro, comandò loro che non si allontanassero da Gerusalemme, ma che aspettassero la promessa del Padre: «Che, egli disse, voi avete udito da me. Perché Giovanni battezzò con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo, fra non molti giorni».

a. Comandò loro che non si allontanassero da Gerusalemme: Gesù non diede ai discepoli altro da fare, ma comandò loro che aspettassero la venuta dello Spirito Santo (la promessa del Padre). Gesù sapeva bene che i discepoli non avrebbero potuto fare nulla di sostanziale per il regno di Dio finché non fosse venuto lo Spirito.

·Dovevano aspettare perché ne valeva la pena.

·Dovevano aspettare perché la promessa era certa.

·Dovevano aspettare perché dovevano ricevere ciò che era stato loro promesso; non potevano ricrearlo dal nulla.

·Dovevano aspettare perché l’attesa li avrebbe messi un po’ alla prova.

b. Comandò… la promessa del Padre… battezzati con lo Spirito Santo: Questo è un altro esempio di come la verità della Trinità (cioè che esiste un unico Dio in Tre Persone) sia intrecciata nella struttura del Nuovo Testamento. Vediamo qui che Gesù parlò loro della promessa del Padre, ossia la discesa dello Spirito Santo.

i. È significativo che la venuta, il riempimento e la potenza dello Spirito Santo vengano chiamati “la promessa del Padre”.

·Mostra che dovremmo aspettarla con grande trepidazione; la “promessa del Padre” non può che essere qualcosa di buono.

·Mostra che è affidabile; il Padre non avrebbe mai fatto una promessa che non era in grado di mantenere.

·Mostra che la promessa appartiene a tutti i Suoi figli, perché è fatta da Dio in qualità di nostro Padre.

·Mostra che bisogna riceverla per fede, come avviene per tutte le promesse che troviamo nella Bibbia.

ii. “La ‘promessa del Padre’ diventa ora anche la promessa del Figlio.” (Pierson)

c. Voi sarete battezzati con lo Spirito Santo: Essere battezzati significa essere immersi o ricoperti di qualcosa; proprio come Giovanni battezzava in acqua le persone, così quei discepoli sarebbero stati “immersi” nello Spirito Santo.

i. Sarebbe forse più utile descrivere il battesimo dello Spirito Santo come una condizione piuttosto che come un’esperienza. Forse bisognerebbe chiedere: “Sei battezzato nello Spirito Santo?” piuttosto di “Sei stato battezzato nello Spirito Santo?”

d. Fra non molti giorni: Sapevano che la promessa del Padre non si sarebbe adempiuta immediatamente, ma che ci sarebbero voluti alcuni giorni, anche se non molti. Gesù non rivelò loro il momento esatto in cui avrebbero ricevuto la promessa, perché aveva un proposito.

2. (6) I discepoli fanno un’ultima domanda a Gesù prima della Sua ascensione.

Così quelli che erano riuniti assieme lo interrogarono, dicendo: «Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele?».

a. Così quelli che erano riuniti assieme: Questa fu l’ultima volta che videro Gesù nel Suo corpo fisico, almeno fino a quando non sarebbero andati in cielo per stare con Lui per sempre. Nel testo non c’è nulla di specifico che ci mostri che i discepoli sapevano che non Lo avrebbero rivisto più sulla terra, se non il peso della domanda che stavano per porre.

b. Signore, è in questo tempo che ristabilirai il regno a Israele? Pur essendo stata posta molte volte in passato, la domanda assumeva ora particolare importanza. I discepoli sapevano che Gesù aveva istituito il Nuovo Patto (Luca 22:20) e anche che di questo Nuovo Patto faceva parte il ristabilimento del regno a Israele (come si vede in Geremia 23:1-8, Ezechiele 36:16-30, Ezechiele 37:21-28).

i. In effetti, era logico che si chiedessero quando si sarebbe adempiuto il resto del Nuovo Patto. La risposta di Gesù nei versetti seguenti indica che Egli non li rimproverò né li corresse per la loro domanda, ma disse semplicemente che non spettava a loro conoscere la risposta.

ii. “Il verbo ristabilirai lascia intendere che i discepoli si aspettavano un regno politico e territoriale; il sostantivo Israele, che si aspettavano un regno nazionale; e la locuzione avverbiale in questo tempo, che si aspettavano la sua immediata instaurazione.” (Stott)

iii. I discepoli erano sicuramente a conoscenza delle tante profezie veterotestamentarie che descrivono la rinascita spirituale e nazionale di Israele. Pensavano probabilmente che, poiché la rinascita spirituale sembrava certa, anche quella nazionale sarebbe arrivata.

3. (7-8) Insegnamento e promessa finali di Gesù prima della Sua ascensione.

Ma egli disse loro: «Non sta a voi di sapere i tempi e i momenti adatti, che il Padre ha stabilito di sua propria autorità. Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all’estremità della terra».

a. Non sta a voi di sapere: Gesù mise in guardia i discepoli dall’indagare sugli aspetti relativi alle tempistiche del regno di Dio, perché si tratta di questioni che competono solo a Dio Padre (che il Padre ha stabilito di sua propria autorità).

i. È stato saggio da parte di Gesù non svelare il proprio piano per i successivi 2000 anni. È stato inoltre un bene che i discepoli non sapessero che il pieno ristabilimento del regno a Israele, che speravano sarebbe avvenuto presto, non si sarebbe realizzato almeno per altri 2000 anni. Esserne a conoscenza avrebbe potuto scoraggiarli eccessivamente rispetto all’opera che dovevano compiere in quel momento e avrebbe potuto portarli a pensare meno all’aspetto del regno di Dio che era invece lì con loro.

ii. Allo stesso tempo, Gesù non ha detto che non ci sarebbe stato alcun ristabilimento del regno a Israele, ma semplicemente che speculare sui tempi e sulla data di tale restaurazione non era appropriato per i discepoli.

iii. Di sua propria autorità: Gesù, risorto e prossimo all’ascensione, mostrò ancora una volta la propria sottomissione al Padre, una sottomissione non temporanea, bensì eterna.

b. Ma voi riceverete potenza: Anche se il regno nazionale che volevano avrebbe ritardato, la potenza di cui avevano bisogno non si sarebbe fatta aspettare. Presto avrebbero ricevuto tale potenza con la venuta dello Spirito Santo.

i. Con la loro domanda sulla restaurazione del regno a Israele, è possibile che i discepoli avessero ancora un’idea di potenza più simile al tipo di potere che aveva Cesare che non alla potenza di Dio.

c. E mi sarete testimoni: Il risultato naturale, dopo aver ricevuto la potenza promessa, sarebbe stato quello di diventare testimoni di Gesù per tutta la terra.

i. Nota che non si trattava tanto di un comando, quanto piuttosto di una semplice constatazione: Quando lo Spirito Santo verrà su di voi… mi sarete testimoni. Il verbo sarete è al modo indicativo, non all’imperativo. Gesù non ha raccomandato loro di diventare Suoi testimoni, ma gli ha detto che sarebbero diventati Suoi testimoni.

ii. Se vogliamo essere testimoni, dobbiamo essere ripieni dello Spirito Santo. Anche il miglior corso di formazione sull’evangelizzazione ottiene scarsi risultati senza il riempimento dello Spirito Santo.

iii. In Isaia 43:10 il Signore proclama al Suo popolo: “I miei testimoni siete voi”. Un gruppo settario di oggi, i “Testimoni di Geova”, rivendica questo come proprio mandato. Purtroppo, non considerano Isaia 43:10 nel contesto di Atti 1:8: siamo veramente Testimoni di Yahweh solo se siamo Testimoni di Gesù.

d. In Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all’estremità della terra: La diffusione progressiva del messaggio del vangelo da Gerusalemme alla Giudea, alla Samaria e fino all’estremità della terra definisce la struttura del libro degli Atti degli Apostoli.

·Atti 1-7 descrive il vangelo a Gerusalemme.

·Atti 8-12 parla del vangelo in Giudea e Samaria.

·Atti 13-28 racconta della diffusione del vangelo fino all’estremità della terra.

i. Potremmo immaginare le obiezioni dei discepoli riguardo ai luoghi di ministero menzionati da Gesù.

·Gerusalemme era il luogo dove Gesù era stato giustiziato secondo il volere di una folla inferocita.

·La Giudea aveva respinto il Suo ministero.

·La Samaria era considerata una terra desolata di mezzosangue impuri.

·All’estremità della terra, i Gentili venivano considerati da alcuni ebrei niente di più che combustibile per le fiamme dell’inferno.

ii. Ciononostante, Dio voleva che in tutti quei luoghi ci fossero testimoni, i quali avrebbero ricevuto potenza dallo Spirito Santo per svolgere la loro opera.

4. (9-11) Gesù ascende al cielo.

Dette queste cose, mentre essi guardavano, fu sollevato in alto; e una nuvola lo accolse e lo sottrasse dai loro occhi. Come essi avevano gli occhi fissi in cielo, mentre egli se ne andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono loro, e dissero: «Uomini Galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che è stato portato in cielo di mezzo a voi, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo».

a. Fu sollevato in alto; e una nuvola lo accolse e lo sottrasse dai loro occhi: Gesù fu portato via mentre benediceva i discepoli (Luca 24:50). Man mano che scompariva lentamente nel cielo, circondato da una nuvola, essi continuavano a guardare verso l’alto.

i. La nuvola che lo accolse ricorda la nuvola della gloria (chiamata Shekinah) associata alla presenza di Dio nell’Antico e nel Nuovo Testamento.

b. Mentre essi guardavano, fu sollevato in alto: Era importante che Gesù lasciasse i discepoli in questo modo. In teoria, avrebbe potuto semplicemente svanire nel cielo per andare segretamente alla presenza del Padre, ma, salendo al cielo in quel modo, Gesù voleva che i Suoi seguaci sapessero che se n’era andato per davvero, a differenza di come era apparso volta dopo volta durante i quaranta giorni successivi alla Sua resurrezione.

i. Ricorda le parole rivolte da Gesù ai Suoi discepoli in Giovanni 16:7: È bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò. In questo modo i discepoli potevano stare certi che la promessa sarebbe stata adempiuta. Lo Spirito Santo sarebbe venuto, perché Gesù aveva promesso di mandarlo non appena se ne sarebbe andato.

c. Perché state a guardare verso il cielo? Due uomini (verosimilmente angeli) dissero ai discepoli di porre la propria attenzione nel posto giusto (obbedire al comando di Gesù di tornare a Gerusalemme), invece di stare lì a chiedersi dove e come Gesù se ne fosse andato. Gesù aveva detto loro di andare fino alle estremità della terra, ma loro rimasero a guardare verso il cielo.

i. Morgan ipotizzò che i due uomini fossero possibilmente Mosè ed Elia, anche se è preferibile affermare che si trattava di angeli.

d. Questo Gesù: Che espressione gloriosa! Ci ricorda che quel Gesù che è asceso al cielo e siede alla destra di Dio Padre è lo stesso Gesù (NKJV) dei Vangeli. Si tratta dello stesso Gesù d’amore, di grazia, di bontà, di sapienza e di compassione.

e. Ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo: Gesù tornerà nello stesso modo in cui se n’è andato.

·Se n’è andato fisicamente e ritornerà nella medesima maniera.

·Se n’è andato visibilmente e ritornerà nella medesima maniera.

·Se n’è andato dal Monte degli Ulivi e ritornerà nella medesima maniera.

·Se n’è andato in presenza dei Suoi discepoli e ritornerà nella medesima maniera.

·Se n’è andato benedicendo la Sua chiesa e ritornerà nella medesima maniera.

C. Mattia nominato per sostituire Giuda.

1. (12-14) I seguaci di Gesù ritornano a Gerusalemme.

Allora essi ritornarono a Gerusalemme, dal monte chiamato dell’Uliveto, che è vicino a Gerusalemme quanto un cammin di sabato. Rientrati in città, salirono nella sala di sopra, dove si trattenevano Pietro e Giacomo, Giovanni e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo d’Alfeo e Simone lo Zelota, e Giuda di Giacomo. Tutti costoro perseveravano con una sola mente nella preghiera e supplica con le donne, con Maria, madre di Gesù, e con i fratelli di lui.

a. Essi ritornarono a Gerusalemme: Che grande obbedienza! Gesù aveva detto loro di ritornare a Gerusalemme e di aspettare fino alla venuta dello Spirito Santo (Atti 1:4), ed essi fecero esattamente così. Non si dimenticarono del sermone subito dopo averlo ascoltato, ma fecero ciò che Gesù aveva comandato loro, sebbene non fosse più presente fisicamente in mezzo a loro.

b. Un cammin di sabato: Il Monte degli Ulivi era a pochi passi dall’antica città di Gerusalemme. Con questa espressione viene descritta una distanza breve, quella che era concessa percorrere di sabato.

c. Rientrati in città, salirono nella sala di sopra: Atti 1:15 ci dice che erano presenti circa 120 persone, tra cui vi erano gli undici discepoli (i dodici meno Giuda), Maria, la madre di Gesù, i fratelli di Gesù (come Giacomo e Giuda), le donne che avevano seguito Gesù e altri.

i. I fratelli di Gesù non erano mai sembrati sostenitori del Suo ministero prima della Sua morte e resurrezione (Giovanni 7:5, Marco 3:21), ma furono trasformati in Suoi veri seguaci solo dopo aver incontrato il Gesù risorto.

ii. Calvino traduce con le donne con “con le loro mogli”, in riferimento alle mogli degli apostoli.

d. Tutti costoro perseveravano con una sola mente: Che grande unità! Quando guardiamo i discepoli nei Vangeli, sembra che non facessero altro che litigare e battibeccare tutto il tempo. Che cos’era cambiato? Pietro era ancora quello che aveva rinnegato il Signore; Matteo era ancora un pubblicano; Simone era ancora uno zelota. Le loro differenze c’erano ancora, ma il Gesù risorto nei loro cuori era più grande di ogni differenza.

e. Tutti costoro perseveravano con una sola mente nella preghiera e supplica: Che grande preghiera! Tutti pregavano e perseveravano nella preghiera e supplica. La supplica dà alla preghiera un carattere di disperazione e fervore.

i. Già intravediamo tre passi importanti per prendere delle decisioni sante: i discepoli agivano in ubbidienza, erano in comunione ed erano in preghiera.

2. (15-20) Pietro propone di scegliere qualcuno che prenda il posto Giuda.

In quei giorni Pietro, alzatosi in mezzo ai discepoli (or il numero delle persone riunite era di circa centoventi), disse: «Fratelli, era necessario che si adempisse questa Scrittura, che lo Spirito Santo predisse per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fu la guida di coloro che arrestarono Gesù. Perché egli era stato annoverato tra noi e aveva avuto parte in questo ministero. Egli dunque acquistò un campo col compenso dell’iniquità e, essendo caduto in avanti, si squarciò in mezzo, e tutte le sue viscere si sparsero. Questo divenne noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, cosicché quel campo nel loro proprio linguaggio è chiamato Akeldama, che vuol dire: “Campo di sangue”. È scritto infatti nel libro dei Salmi:

«Divenga la sua abitazione deserta
e non vi sia chi abiti in essa»,

e:

«Un altro prenda il suo ufficio».

a. Pietro, alzatosi in mezzo ai discepoli: Qui Pietro assunse un ruolo naturale di leadership tra i discepoli. Non c’è nulla di sbagliato nel considerare Pietro come il leader del primo gruppo di apostoli, così come spesso era stato il portavoce dei discepoli durante il ministero terreno di Gesù.

i. Tuttavia, l’idea che l’autorità di Pietro fosse suprema e che si sia trasmessa in una successione ininterrotta non è biblica ed è sbagliata.

b. Fratelli, era necessario che si adempisse questa Scrittura: Le parole di Pietro mostravano una saggezza che non si era vista spesso in lui. Cominciò notando il fatto che Giuda non aveva rovinato il piano di Dio, anzi lo aveva adempiuto (era necessario che si adempisse questa Scrittura). Si tratta di qualcosa che solo dei discepoli saggi e maturi riescono a vedere nelle conseguenze del male.

c. Caduto in avanti, si squarciò in mezzo, e tutte le sue viscere si sparsero: La nota storica di Luca richiama l’attenzione al modo in cui Giuda morì. Matteo 27:5 dice che Giuda andò a impiccarsi, ma a quanto pare fallì nel tentativo, cadde dall’albero e fu ucciso dall’impatto nel Campo di sangue.

i. Era un Campo di sangue, non solo perché Giuda vi versò il proprio sangue, ma anche perché era stato acquistato con il “denaro insanguinato” dato in compenso al traditore di Gesù.

d. È scritto infatti: Pietro, citando due salmi diversi, illustrò perché Dio voleva che scegliessero un altro discepolo come sostituto ufficiale di Giuda.

i. Che grande fiducia nella Parola di Dio! Non era la sapienza dell’uomo all’opera, bensì un principio rivelato nella Scrittura. Inoltre, è la prima volta che nel Nuovo Testamento si vede Pietro che cita la Scrittura.

ii. Divenga la sua abitazione deserta: Davide, l’autore dei salmi citati, sapeva bene cosa significasse essere traditi da qualcuno. Mentre egli fuggiva da Saul, un uomo di nome Doeg lo tradì (1 Samuele 21-22), provocando la morte di molti innocenti. È possibile che Davide abbia scritto queste parole proprio in riferimento a quel traditore.

iii. Un altro prenda il suo ufficio: Quando Davide fu tradito, desiderò che il suo traditore fosse abbandonato e che un altro ne prendesse il posto. Non era difficile immaginare che il Figlio di Davide – Gesù, che Davide spesso prefigurava – desiderasse la stessa cosa.

iv. Che grande desiderio di fare la volontà di Dio! In accordo al principio della Scrittura citata, decisero di sostituire Giuda, perché erano sicuri che si trattava di qualcosa che Gesù voleva e non che loro volevano.

3. (21-23) Definizione delle qualifiche e nomina di due uomini.

Bisogna dunque che tra gli uomini che sono stati in nostra compagnia per tutto il tempo in cui il Signor Gesù è andato e venuto tra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui egli fu portato in cielo da mezzo a noi, uno di questi diventi testimone con noi della sua risurrezione». Or ne furono presentati due: Giuseppe, detto Barsaba, che era soprannominato Giusto, e Mattia.

a. Uno di questi diventi testimone con noi: I discepoli furono abbastanza coraggiosi da prendere una decisione, perché sapevano dalla Parola di Dio che questa era la Sua volontà. Gli apostoli non avevano ancora sperimentato il versamento dello Spirito Santo su di loro; doveva ancora avvenire. Ma Dio non li aveva lasciati senza una guida. Sapevano cosa fare grazie alla Parola.

i. Ovviamente, anche se percepiamo una guida speciale da parte dello Spirito Santo, abbiamo comunque la voce stabile e permanente di Dio nella Sua Parola. La guida che percepiamo da parte dello Spirito Santo non ci indurrà mai a disubbidire alla Parola di Dio.

b. Che sono stati in nostra compagnia per tutto il tempo: Colui che avrebbe sostituito Giuda doveva essere qualcuno che era stato con loro fin da quando Giovanni li aveva battezzati, che era rimasto con loro durante i giorni del ministero terreno di Gesù e che aveva visto il Gesù risorto.

i. Non risulta che queste qualifiche siano state rinvenute nelle Scritture o per speciale guida dello Spirito Santo. Si può dire che essi usarono semplicemente il loro buon senso santificato. Sembravano requisiti logici e ragionevoli per il successore di Giuda nell’ufficio di discepolo.

ii. Il loro buon senso era stato santificato grazie alla loro obbedienza, alla loro comunione gli uni con gli altri, alla preghiera, al loro dimorare nelle Scritture e al loro desiderio di fare la volontà di Dio.

iii. Che buon senso santificato! Non fu la risposta a tutto, ma almeno ridusse la scelta a due uomini.

c. Uno di questi diventi testimone con noi della sua risurrezione: Questo era il compito principale del discepolo che avrebbe sostituito Giuda. Dal momento che Gesù era asceso al cielo, era più importante che mai avere un testimone…della sua risurrezione.

i. Anche noi possiamo essere testimoni della Sua resurrezione, fidandoci e proclamando sia la testimonianza apostolica sia la nostra stessa testimonianza di come Gesù risorto vive in noi e attraverso di noi.

4. (24-26) I discepoli pregano e tirano a sorte per scegliere il sostituto di Giuda.

E, pregando, dissero: «Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, mostra quale di questi due hai scelto, per ricevere la sorte di questo ministero e apostolato, dal quale Giuda si è sviato per andare al suo luogo». Così tirarono a sorte, e la sorte cadde su Mattia; ed egli fu aggiunto agli undici apostoli.

a. E, pregando: Prima di ogni cosa, pregarono – e veniva facile farlo, dato che stavano già pregando (Atti 1:14).

i. Che gran modo di fare ciò che Gesù avrebbe fatto! Ci ricordiamo che Gesù scelse i propri discepoli dopo aver pregato (Luca 6:12-13). I discepoli, seguendo l’esempio di Gesù, pregarono per ricevere saggezza, in modo da sapere chi il Signore avrebbe aggiunto al loro numero.

b. Così tirarono a sorte: Si trattò sostanzialmente di un lancio di dadi o di un’estrazione a sorte per ottenere la risposta. Molti hanno messo in dubbio il metodo usato per la scelta di uno dei due uomini; pur avendo fatto tutto in modo meravigliosamente spirituale fino a quel momento, ricorsero a un lancio di dadi per scegliere il vincitore. È giusto chiedersi: “È questo il modo di scegliere un apostolo?”

i. Nonostante tutto, che grande fiducia in Dio! Sebbene non fossero stati ancora riempiti di Spirito Santo (sarebbe successo a breve), scelsero comunque un metodo che li avrebbe obbligati ad affidarsi a Dio. Forse alle loro menti tornò Proverbi 16:33: Si getta la sorte nel grembo, ma ogni decisione dipende dall’Eterno.

ii. Tirare a sorte sarà un modo imperfetto per discernere la volontà di Dio, ma è molto meglio dei metodi usati dai cristiani oggigiorno: fare affidamento sulle emozioni, sulle circostanze, sui sentimenti, sui desideri carnali e così via.

c. E la sorte cadde su Mattia: Alcuni insistono sul fatto che Mattia fu la scelta sbagliata e che tirare a sorte per decidere non fu corretto. Si pensa che, se l’incarico non fosse stato dato a nessuno, Dio alla fine avrebbe comunque scelto Paolo. Tuttavia, dobbiamo rispettare la testimonianza delle Scritture; Dio non voleva lasciare vacante quel posto. Se fosse rimasto vuoto, avrebbe potuto essere vista come una vittoria di Satana; come se, poiché Gesù ne aveva scelti dodici e uno ne era venuto meno, Satana avesse prevalso sul desiderio di Gesù di avere dodici apostoli.

i. Anche se non si legge più nulla di Mattia, non dobbiamo pensare che avesse fallito come apostolo. Eccezion fatta per Pietro e Giovanni, nessuno dei dodici apostoli originali viene menzionato dopo Atti 1. Se Mattia fu un fallimento, secondo lo stesso ragionamento lo furono anche Matteo, Andrea, Tommaso e tutti gli altri.

ii. Per quanto riguarda Paolo, chiaramente si considerava un apostolo, anche se come uno nato all’aborto (1 Corinzi 15:8). E sembra che nemmeno lui obiettò alla scelta di Mattia.

iii. Apocalisse 21:14 fa sorgere una domanda interessante. Dice che su ognuna delle dodici fondamenta della Nuova Gerusalemme ci sarà il nome di uno dei dodici apostoli dell’Agnello. Quando andremo in cielo, sarà interessante scoprire l’identità del dodicesimo apostolo, se Paolo o Mattia.

d. Ed egli fu aggiunto agli undici apostoli: Nessuno può criticare ciò che gli Undici fecero prima di tirare a sorte. Dobbiamo credere che quelle cose permisero a Dio di guidarli realmente nella loro decisione.

i. Non prenderemmo molte decisioni sbagliate, se facessimo tutte le cose che i discepoli fecero prima della grande decisione.

·I discepoli obbedirono.

·I discepoli dimoravano nell’unità e nella comunione.

·I discepoli pregavano.

·I discepoli dimoravano nelle Scritture.

·I discepoli volevano fare la volontà di Dio.

·I discepoli ricorsero al loro buon senso santificato.

·I discepoli fecero quello che Gesù aveva fatto.

·I discepoli fecero il possibile per fare affidamento su Dio.

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