Colossesi 2 – Risposta all’Eresia Colossese
A. Il conflitto di Paolo.
1. (1) La profondità del conflitto di Paolo per i Colossesi e gli altri.
Voglio infatti che sappiate quanto grande sia il combattimento che sostengo per voi, per quelli che sono a Laodicea e per tutti quelli che non hanno visto la mia faccia di persona.
a. Quanto grande sia il combattimento che sostengo per voi: Il grande combattimento era dentro Paolo (che sostengo per voi). Non era Paolo a combattere insieme ad altri per i cristiani di Colosse. Egli descriveva la sua battaglia spirituale e la sua sincera preoccupazione per i Colossesi come un grande combattimento.
i. Paolo ha già adottato l’immagine delle gare atletiche in Colossesi 1:29 (combattimento); ora riutilizza la sua metafora sportiva usando le parole grande combattimento.
b. Per tutti quelli che non hanno visto la mia faccia di persona: A quanto pare, Paolo non si era mai recato a Colosse. La maggior parte dei cristiani colossesi non avevano mai visto la sua faccia di persona. Proprio come l’autorità di Paolo si estendeva a coloro che non aveva mai incontrato – a coloro che non avevano mai visto la sua faccia – allo stesso modo si estende anche a noi oggi.
2. (2-3) Preoccupazioni e obiettivi specifici di Paolo nel conflitto spirituale.
Affinché i loro cuori siano consolati, essendo essi uniti insieme nell’amore, ed ottengano tutte le ricchezze della piena certezza d’intelligenza per la conoscenza del mistero di Dio e Padre e di Cristo, in cui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza.
a. Affinché i loro cuori siano consolati: Paolo desiderava questo per loro, perché si preoccupava del loro entusiasmo. Sapeva che i cristiani, quando sono scoraggiati e abbattuti, sono facile preda del mondo, della carne e del diavolo.
i. Consolati: “La parola usata è paraklein, che a volte significa consolare, altre volte esortare, ma alla base c’è sempre l’idea di permettere ad una persona di affrontare una situazione difficile con fiducia e audacia” (Barclay). Il desiderio di Paolo per questi cristiani era che fossero pronti ad intraprendere atti di coraggio.
b. Essendo essi uniti insieme nell’amore: Paolo desiderava questo per loro, perché si preoccupava della loro unità, che non sarebbe scaturita da costrizione, bensì dall’amore.
c. Ottengano tutte le ricchezze della piena certezza d’intelligenza per la conoscenza del mistero: Paolo desiderava questo per loro, perché si preoccupava della loro comprensione. Egli sapeva che la loro unità e la loro costanza non erano solamente una questione di amore, ma anche della loro crescita collettiva nella verità di Dio.
i. Paolo sapeva che la loro unità non derivava solamente dall’amore, ma anche dalla verità, dall’essere uniti insieme nell’amore e dalla crescita nell’intelligenza e conoscenza della verità di Dio.
ii. La vera sapienza, che Paolo voleva conoscessero in Gesù, li avrebbe portati insieme – li avrebbe, di fatto, uniti insieme nell’amore – piuttosto che dividerli come aveva fatto la falsa sapienza.
iii. Secondo Paolo, le vere ricchezze si trovavano nella piena certezza del credente. Molti mancano della piena certezza riguardo al carattere di Dio e non sono convinti che Egli sia buono e amorevole. Altri mancano della piena certezza della loro salvezza e si chiedono se la loro vita cristiana sia autentica. Abbiamo grande libertà e fiducia quando giungiamo a questa piena certezza.
d. Per la conoscenza del mistero di Dio: L’espressione “mistero di Dio” è usata in diversi modi nel Nuovo Testamento. In quest’occasione, Paolo utilizza il termine in relazione al carattere e alla persona di Dio – qualcosa che non potremmo conoscere a meno che non sia rivelato da Lui stesso.
i. “La parola ‘Cristo’ è nello stesso caso di ‘mistero’, che diventa quindi sua apposizione. Il mistero è Cristo.” (Wuest)
ii. “Altri avrebbero potuto condurli fuori strada con un parlare ingannevole e misterioso; ma c’era un mistero al di sopra di tutti gli altri – il mistero del proposito amorevole di Dio, rivelato solamente in Cristo; la preoccupazione di Paolo era che essi venissero a conoscenza di questo mistero, che sorpassa ogni cosa, e che lo sperimentassero come presenza costante dentro di loro.” (Bruce)
iii. Vengono descritti tre misteri da Colossesi 1:24 a 2:3.
·La Chiesa come il Corpo di Cristo, per il quale Paolo ha sofferto e che ha servito (1:24-26).
·Cristo, speranza di gloria, che dimora in ogni credente (1:27).
·Gesù rivelato, nel quale risiedono tutta la sapienza e la conoscenza (2:2-3).
e. Cristo, in cui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza: Si tratta di un concetto importante nella lettera ai Colossesi, con cui Paolo smentiva alcuni dei cattivi insegnamenti che avevano turbato i cristiani di Colosse. Erano stati influenzati da insegnanti che avevano detto loro di ricercare i tesori della sapienza e della conoscenza, purché non li ricercassero in Gesù. Paolo scrisse: “Troverete tutti i tesori della sapienza e della conoscenza solamente in Gesù. Egli li possiede tutti.” Non è sbagliato ricercare la sapienza e la conoscenza, ma dobbiamo ricercarle soltanto in Gesù.
i. Affermando che questa sapienza è nascosta in Cristo, Paolo usò la parola apokruphos in greco antico. “L’utilizzo che egli fa di tale termine è un colpo diretto agli gnostici… Gli gnostici credevano che, per essere salvati, fosse necessario possedere una grande quantità di conoscenze complesse. Riponevano tale conoscenza nei propri libri, che chiamavano apokruphos, perché erano proibiti all’uomo comune” (Barclay). Paolo voleva che tutti sapessero che la vera sapienza non era nascosta in libri segreti, ma era depositata in Gesù Cristo affinché tutti potessero accedervi.
ii. “Tuttavia, ‘nascosti’ non significa che siano occultati, piuttosto che sono riposti o conservati come un tesoro.” (Vaughn)
iii. “Tutto ciò che vorremmo chiedere di Dio e dei suoi propositi può e deve trovare risposta adesso – questa è l’enfasi del versetto – in correlazione al Gesù crocifisso e risorto, il Messia.” (Wright)
iv. “Egli è veramente il Mistero di Dio, così profondo nella meraviglia del Suo essere, eppure così reale che anche il più piccolo fanciullo parla di Lui con dolce familiarità.” (Morgan)
v. Quando Paolo descrive la verità di Dio con parole quali ricchezze e tesori, egli ci ricorda che la verità è preziosa e che vale la pena ricercarla.
3. (4) L’avvertimento più accorato di Paolo.
Or questo dico, affinché nessuno vi inganni con parole convincenti.
a. Affinché nessuno vi inganni con parole convincenti: Coloro che avevano detto ai Colossesi di trovare sapienza e conoscenza al di fuori della semplicità di Gesù si erano dimostrati molto convincenti. Il fascino della sapienza e della conoscenza “nascosta” e “profonda” può essere tanto forte quanto ingannevole.
b. Affinché nessuno vi inganni: Paolo non affermò che erano già stati ingannati, ma, avendo scorto chiaramente il pericolo, li avvertì.
i. Potrebbe sembrare scontato, ma i seduttori sono pur sempre seduttori. Essi non presentano la propria falsa dottrina come falsa dottrina, ma sarà spesse volte così simile alla verità da risultare pericolosa.
4. (5-7) La fiducia di Paolo riguardo al loro stato attuale.
Perché, quantunque sia assente da voi col corpo, pure sono con voi con lo spirito e mi rallegro vedendo il vostro ordine e la fermezza della vostra fede in Cristo. Come dunque avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui, essendo radicati ed edificati in lui, e confermati nella fede come vi è stato insegnato, abbondando in essa con ringraziamento.
a. Sia assente da voi col corpo, pure sono con voi con lo spirito: Tramite la preghiera – il cuore del combattimento menzionato in Colossesi 2:1 – Paolo sentiva veramente di essere tra i cristiani di Colosse con lo spirito, sebbene fosse assente col corpo.
i. “La percezione di Paolo di essere presente spiritualmente tra i suoi amici lontani era estremamente forte e vivida. Probabilmente, l’esempio più significativo si trova in 1 Corinzi 5:3-5, dove l’apostolo affermò di essere presente con lo spirito durante una riunione di chiesa a Corinto (nel periodo in cui risiedeva ad Efeso).” (Bruce)
b. Mi rallegro vedendo il vostro ordine: Continuando il pensiero del versetto precedente, Paolo non vedeva a Colosse una chiesa che si era abbandonata all’eresia. Si trovavano in serio pericolo, ma avevano ancora un buon ordine e dimostravano la fermezza della propria fede.
i. Secondo Vaughn, le parole ordine e fermezza sono entrambe di origine militare. “Egli vede la situazione dei Colossesi simile a quella di un esercito sotto attacco, affermando che non hanno rotto le righe, che la loro disciplina è rimasta intatta e che la loro ‘fede in Cristo’ è salda”.
c. Come, dunque, avete ricevuto Cristo Gesù, il Signore, così camminate in Lui: Che regola meravigliosa per la vita cristiana! Non possiamo perfezionare nella carne ciò che ha avuto inizio nello Spirito; dunque, come avete ricevuto Gesù, così camminate in Lui. Le cose semplici della vita cristiana provvedono costantemente ed efficacemente il carburante spirituale necessario alla crescita. Dobbiamo sempre mantenere vivo il ricordo delle cose che ci sono state insegnate.
i. “Quando dice che hanno ‘ricevuto’ Cristo Gesù quale loro Signore, usa il verbo specificamente impiegato per indicare il ricevimento di qualcosa che veniva trasmesso per tradizione. In altre parole, i Colossesi hanno ricevuto Cristo stesso come loro ‘tradizione’, che dovrebbe dimostrarsi una salvaguardia sufficiente contro l’ubbidienza alle ‘tradizioni degli uomini’ (Colossesi 2:8).” (Bruce)
ii. “Paolo, dunque, sta parlando delle dottrine riguardanti la Persona e l’Opera del Signore Gesù, piuttosto che di Lui personalmente, poiché erano tali dottrine ad essere coinvolte nell’Eresia Colossese.” (Wuest)
iii. “Egli non riceve le sue qualità e le sue caratteristiche [di santità] al di fuori del Signore Gesù; ma, nel ricevere Lui, egli le ottiene. L’uomo santo è colui che ha imparato l’arte del ricevere Gesù.” (Meyer)
d. Così camminate in Lui, essendo radicati ed edificati: Paolo ricorse ad una curiosa combinazione di metafore. Come cristiani, noi camminiamo, ma siamo anche radicati e siamo anche edificati. Le metafore sono in qualche modo mescolate, ma il messaggio è inconfondibile: sii radicato e continua a crescere.
i. “L’apostolo non è solito servirsi di questa doppia metafora, presa in prestito in parte dalla crescita di un albero e in parte dalla costruzione di un edificio. Essi devono essere radicati; poiché il buon seme è stato già seminato, esso deve mettere radice e le radici devono diffondersi in lunghezza, ampiezza e profondità. Essi devono essere fondati; poiché le fondamenta sono state già poste, essi devono costruire su di esse. Nel primo caso, devono portare molto frutto; nel secondo, devono crescere per essere una dimora di Dio attraverso lo Spirito.” (Clarke)
B. Paolo smaschera l’Eresia Colossese e mette in guardia contro di essa.
1. (8) Un avvertimento: Non siate ingannati da filosofie e tradizioni.
Guardate che nessuno vi faccia sua preda con la filosofia e con vano inganno, secondo la tradizione degli uomini, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo.
a. Guardate che nessuno vi faccia sua preda con la filosofia: Il falso insegnamento che si diffondeva tra i Colossesi era caratterizzato da un’enfasi sulla filosofia e vano inganno. Era soprattutto secondo la tradizione degli uomini. Portava il timbro dell’uomo, non di Dio.
i. Peake spiega che il miglior modo di porre la frase “vi faccia sua preda” è appunto “condurvi via come preda”. Portava con sé anche l’idea di rapinare e saccheggiare. “I loro beni riguardavano la salvezza che avevano ricevuto da Cristo; sia gli insegnanti gentili che giudei tentarono di privarli di questi beni, sovvertendo le loro menti e allontanandoli dalle verità del cristianesimo.” (Clarke)
ii. Questa filosofia, che minacciava i cristiani di Colosse, era uno strano miscuglio eclettico di gnosticismo precoce, filosofia greca, religioni misteriche locali e misticismo giudeo. La filosofia che minacciava i credenti colossesi era molto pericolosa, perché non era apertamente peccaminosa e dissoluta; era anzi pretenziosa e sembrava estremamente razionale.
iii. Vincent, circa la parola filosofia, afferma: “Aveva originariamente un significato positivo, l’amore per la sapienza, ma viene usato da Paolo nel senso di vana speculazione, con un riferimento specifico al fatto che questo era il titolo dato dai falsi insegnanti di Colosse non solo al loro sistema speculativo, ma anche al loro sistema pratico, affinché includesse tanto le loro pratiche ascetiche quanto il loro misticismo”.
iv. È in corso un dibattito significativo tra i commentatori sulla natura esatta dell’Eresia Colossese. Alcuni la vedono prevalentemente come espressione di uno gnosticismo precoce misto ad alcuni elementi mistici giudei; altri la considerano principalmente come misticismo giudeo con solo alcuni aspetti dello gnosticismo. Qualsiasi sia l’origine o la composizione esatta di tale eresia, sembra chiaro che fosse costituita da entrambi gli elementi.
v. Il collegamento con il primo gnosticismo si evince chiaramente dal modo in cui Paolo sviluppa i propri punti.
·Lo gnosticismo insegnava che Dio (essendo uno Spirito Perfetto) non poteva entrare in diretto contatto con il mondo materiale. Paolo si assicurò di sottolineare che Gesù è Dio e che venne nel corpo della Sua carne (Colossesi 1:19-22).
·Lo gnosticismo insegnava che, poiché Dio non era in grado di entrare in diretto contatto con il mondo materiale, non era stato Lui a creare il mondo, ma aveva operato attraverso spiriti minori e angeli. Paolo si assicurò di dimostrare che Gesù è il creatore del mondo (Colossesi 1:15-16).
·Lo gnosticismo (ed alcune forme di misticismo giudaico) insegnava che Dio non si relazionava direttamente con l’uomo ed il mondo materiale, ma interagiva con il creato attraverso una serie di mediatori. Paolo si assicurò di dimostrare che Gesù stesso aveva compiuto l’opera di riconciliazione (Colossesi 1:19-20).
·Lo gnosticismo (ed alcune forme di misticismo giudaico) avevano grande stima di questi presunti mediatori e li consideravano esseri angelici di un certo tipo. Paolo si premurò di avvertire i Colossesi che gli angeli non dovrebbero essere adorati (Colossesi 2:18).
vi. Il collegamento con il misticismo giudaico si evince chiaramente dal modo in cui Paolo sviluppa ancora qualche altro punto.
·L’influenza giudaica sul cristianesimo enfatizzava leggi riguardanti l’alimentazione. Paolo si assicurò di ribadire che i cristiani non erano soggetti alle leggi alimentari ebraiche (Colossesi 2:16).
·L’influenza giudaica sul cristianesimo enfatizzava l’osservanza di alcuni giorni in particolare come parte del proprio dovere. Paolo si assicurò di affermare che i cristiani non erano soggetti a questi obblighi (Colossesi 2:16).
b. Secondo la tradizione degli uomini: L’Eresia Colossese veniva fatta passare come parte della tradizione. Molte delle sue ideologie potevano essere ricondotte alle tradizioni presenti tra i filosofi ebrei o greci, o entrambi. Qui Paolo mise in guardia dal fatto che la tradizione degli uomini non può essere paragonata all’autorità della parola di Dio.
c. Secondo gli elementi del mondo: Stoicheia è il termine in greco antico tradotto con elementi. È una parola che può assumere diverse accezioni in base al contesto, che Paolo adottò probabilmente per ricoprire una vasta gamma di significati.
i. “Il sostantivo stoicheia allude principalmente ad oggetti disposti in riga l’uno accanto all’altro e viene usato in relazione alle lettere dell’alfabeto, l’ABC. Perciò, essendo l’ABC la prima lezione impartita in ambito scolastico, il termine assume il significato di ‘rudimenti’, ‘principi fondamentali’ (cfr. Ebrei 5:12, circa i ‘rudimenti’ dell’evangelo)” (Bruce). A causa di questa associazione con gli elementi basilari, la parola è stata poi usata in riferimento agli elementi fondamentali in natura: la terra, l’acqua, l’aria e il fuoco.
ii. In molte religioni misteriche dell’antichità si considerava il mondo un posto pericoloso, minacciato da spiriti o forze spirituali chiamati elementi o forze elementari (come il termine usato da Paolo in Colossesi 2:8 e 2:20). Si credeva di poter ricevere protezione da queste forze spirituali pericolose venerandole, affidandosi ad una divinità maggiore o ad una potenza spirituale che fosse superiore a questi elementi.
iii. Eppure, si potrebbe affermare che l’intenzione di Paolo qui fosse certamente di includere una risposta ai principi del primo gnosticismo, sebbene il significato vada ben oltre tali concetti specifici. “Viene spesso considerato l’ABC della conoscenza religiosa… l’espressione deve necessariamente fare riferimento a qualcosa che entrambi [Giudei e pagani] avevano in comune.” (Peake)
iv. Comune sia a Giudei che pagani era l’idea basilare di causa ed effetto, la quale, in un certo senso, governa la natura e le menti degli uomini. Viviamo secondo il pensiero che otteniamo ciò che ci meritiamo: quando ci comportiamo bene, meritiamo di ricevere il bene; quando ci comportiamo male, meritiamo di ricevere il male. Paolo avvertì i Colossesi di non sottomettersi ad un tale modo di pensare che esclude la grazia, bensì di considerarsi morti ad esso.
2. (9-10) La pienezza di Gesù ed il nostro legame con Lui dimostrano che le altre filosofie e tradizioni non sono necessarie.
Poiché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità. E voi avete ricevuto la pienezza in lui, essendo egli il capo di ogni principato e potestà.
a. In lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità: Si tratta di una dichiarazione radicale e inattaccabile della piena Deità di Gesù. Poiché tutta la pienezza della Deità dimora in Lui, Egli non può essere Dio solo per metà o un dio minore.
i. Deità: “Paolo sta dichiarando che nel Figlio abita tutta la pienezza della Deità assoluta; non era abbellito da semplici fasci di luce della gloria divina, che facevano risplendere la Sua Persona per un tempo e con uno splendore non Suo. Al contrario, Egli era ed è Dio in senso assoluto e perfetto; l’apostolo utilizza theotes per esprimere la natura divina essenziale e personale del Figlio.” (Trench, citato da Wuest)
b. Corporalmente tutta la pienezza della Deità: Il falso insegnamento tra i cristiani di Colosse assomigliava ad una forma precoce delle eresie gnostiche che si sarebbero diffuse più avanti. Tali eresie crearono una separazione radicale tra lo spirituale ed il materiale. Per questo Paolo dovette affermare chiaramente che tutta la pienezza della Deità si trovava corporalmente in Gesù, non in chissà quale strano senso mistico. Anche Giovanni si occupò di questo falso insegnamento in 1 Giovanni 4:2-3 e altri passaggi.
i. Un falso insegnamento associato a questo, circolante nella chiesa primitiva, si chiamava Docetismo, che sosteneva che Gesù non aveva un corpo fisico vero e proprio, ma ne possedeva uno che era tale solo all’apparenza. Un altro falso insegnamento era denominato Cerintianesimo, secondo cui “Gesù uomo” era distinto e separato dallo “Spirito di Cristo”.
c. E voi avete ricevuto la pienezza in Lui: Ciò può essere vero solo perché Gesù è veramente Dio. Se Egli non fosse Dio, noi non potremmo ricevere la pienezza in Lui. Tutto ciò che afferma che non abbiamo ricevuto la pienezza in Lui sminuisce la Deità di Gesù.
i. Se tutta la pienezza di Dio abita in Gesù e noi, come credenti, siamo uniti a Lui tramite una relazione basata sulla fede, allora abbiamo anche ricevuto la pienezza in Lui. Dunque, non era necessario rivolgersi alle false promesse e attrazioni introdotte tra i Colossesi dai falsi insegnanti.
ii. Voi avete ricevuto la pienezza in Lui: Paolo dichiara che si tratta di una realtà di cui godere, non di una posizione da ottenere.
d. Capo di ogni principato e potestà: In molti passaggi del Nuovo Testamento, l’espressione “principato e potestà” descrive i ranghi degli esseri angelici, sia quelli fedeli che quelli decaduti (Romani 8:38, Efesini 1:21, Efesini 3:10, Efesini 6:12). Pertanto, Paolo qui dichiara l’autorità di Gesù al di sopra di tutti gli esseri spirituali. Sebbene il falso insegnamento tra i cristiani di Colosse enfatizzasse questi esseri spirituali minori, Paolo afferma chiaramente che Gesù è molto al di sopra di loro.
3. (11-12) L’opera di Gesù nel Suo popolo attraverso la circoncisione spirituale, illustrata dal battesimo.
Nel quale siete anche stati circoncisi di una circoncisione fatta senza mano d’uomo, ma della circoncisione di Cristo, mediante lo spogliamento del corpo dei peccati della carne: essendo stati sepolti con lui nel battesimo, in lui siete anche stati insieme risuscitati, mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti.
a. Nel quale siete anche stati circoncisi: La maggior parte dei cristiani di Colosse era formata da gentili che non erano mai stati circoncisi fisicamente. Paolo li riassicurò che di fatto erano stati circoncisi spiritualmente, che è di gran lunga più importante della circoncisione fisica.
i. I cristiani colossesi si trovarono ad affrontare parecchi falsi insegnamenti. Non solo avevano delle idee sbagliate riguardanti Gesù, ma erravano anche riguardo alla circoncisione e ad altre questioni. A quanto pare, gli era stato insegnato che dovevano farsi circoncidere per comparire giusti davanti a Dio. Paolo rese invece ben chiaro che essi erano già circoncisi mediante lo spogliamento del corpo dei peccati della carne.
ii. “È molto probabile che i falsi insegnanti attribuissero grande valore alla circoncisione e la imponessero ai Colossesi non come atto indispensabile per la salvezza, nel qual caso Paolo avrebbe sicuramente affrontato la questione, ma come una pratica che conferiva maggiore santità.” (Peake)
iii. La nostra circoncisione spirituale rappresenta lo spogliamento del vecchio uomo. “La parola greca per ‘spogliamento’, un doppio composto, denota sia lo spogliarsi che il gettare via. L’immagine è quella di buttare via – o spogliarsi di – una parte di abiti sporchi.” (Vaughn)
iv. Siete anche stati circoncisi: “È un riferimento ad un fatto storico ben delineato, come dimostrato dall’aoristo [tempo verbale]. Si trattava della loro conversione, la circoncisione interiore del cuore, per mezzo della quale entrarono nelle benedizioni del Nuovo Patto.” (Peake)
b. Della circoncisione di Cristo […], essendo stati sepolti con Lui nel battesimo: Paolo dichiarò che questi cristiani gentili potevano trovare la loro vera circoncisione nel loro battesimo. I cristiani non hanno bisogno di essere circoncisi, bensì di essere battezzati.
i. Persino l’Antico Testamento riconosce che ci sono due tipi di circoncisione: quella del corpo e quella del cuore (Deuteronomio 10:16 e 30:6; Geremia 4:4 e 9:25; Ezechiele 44:7 e 44:9). Un battesimo sincero è la prova di una reale “circoncisione del cuore”.
c. Sepolti con lui nel battesimo, in lui siete anche stati insieme risuscitati, mediante la fede nella potenza di Dio: Il battesimo risponde alla circoncisione, ma non la raffigura. Il battesimo, tuttavia, illustra la nostra identificazione con la morte e la vita di risurrezione di Gesù. Siamo stati sepolti con Gesù e siamo stati sepolti sott’acqua. Siamo anche stati insieme risuscitati e fatti risorgere dalle acque.
i. È come se Paolo avesse scritto: “La circoncisione non è importante; ciò che importa è la rimozione spirituale della carne operata da Gesù nella vita di ogni credente. Se cerchi una cerimonia che denoti questa trasformazione spirituale nella tua vita, guarda al tuo battesimo e non alla circoncisione.”
ii. Poiché qui Paolo crea un collegamento tra la circoncisione e il battesimo, alcuni – soprattutto i teologi riformati – deducono che, proprio perché i bambini venivano circoncisi, similmente dovrebbero anche essere battezzati. Questo approccio, però, spinge l’analogia di Paolo tra la circoncisione ed il battesimo troppo oltre e ignora i vari esempi di battesimo presenti nel Libro degli Atti. Paolo non afferma che la circoncisione ed il battesimo sono la stessa cosa, bensì dichiara che la circoncisione non è necessaria per la salvezza, perché la nostra identificazione è in Gesù e il nostro battesimo ne è la testimonianza.
iii. “L’enfasi del versetto, tuttavia, non è l’analogia tra la circoncisione ed il battesimo; questo concetto, sebbene sia sottinteso, viene presto messo da parte e l’attenzione si sposta sul battesimo come simbolo della partecipazione del credente nella sepoltura e risurrezione di Cristo.” (Vaughn)
iv. Mediante la fede nella potenza di Dio: Questo dimostra che Paolo aveva compreso che la potenza della rigenerazione non si trovava nel battesimo né veniva ricevuta mediante la pratica del battesimo, ma mediante la fede nella potenza di Dio.
4. (13-15) L’opera di Gesù nel Suo popolo attraverso la Sua opera sulla croce.
E con lui Dio ha vivificato voi, che eravate morti nei peccati e nell’incirconcisione della carne, perdonandovi tutti i peccati. Egli ha annientato il documento fatto di ordinamenti, che era contro di noi e che ci era nemico, e l’ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce; avendo quindi spogliato le potestà e i principati, ne ha fatto un pubblico spettacolo, trionfando su di loro in lui.
a. Voi, che eravate morti: Questo è lo stato di ogni persona prima di essere risuscitati mediante la fede nella potenza di Dio, come descritto da Paolo in Colossesi 2:12. Prima di ricevere nuova vita, siamo morti. La Bibbia descrive uomini e donne lontani da Gesù Cristo in molti modi; questo è uno dei più forti. Un malato ha bisogno di un medico, ma un morto ha bisogno di un Salvatore.
i. Dio non solo ci ha vivificato, ma ci ha vivificato con lui. “È vero che ci ha donato la vita dai morti. Ci ha perdonato del nostro peccato, ci ha imputato la Sua giustizia. Sono tutte cose preziose, ma, vedi, non ne siamo appagati; abbiamo ricevuto Cristo stesso. Il Figlio di Dio è stato riversato dentro di noi, noi lo abbiamo ricevuto e ce ne siamo appropriati.” (Spurgeon)
b. Morti nei peccati e nell’incirconcisione della carne: Prima di ricevere nuova vita in Gesù, siamo morti nei nostri peccati. Alcune traduzioni usano il termine trasgressione, che è un tipo specifico di peccato: oltrepassare un limite. Siamo morti perché abbiamo oltrepassato le linee di confine stabilite da Dio con il nostro peccato e la nostra ribellione.
c. E con Lui Dio ha vivificato voi: Non possiamo vivificare noi stessi, ma Dio può vivificarci con Gesù. Senza di Lui non potremmo mai essere vivificati.
i. La nuova nascita (ha vivificato) e la purificazione (perdonandovi tutti) sono insieme caratteristiche del Nuovo Patto, come profetizzato nell’Antico Testamento (Ezechiele 36:25-27) e nel Nuovo Testamento (Giovanni 3:5).
ii. Perdonandovi deriva dalla parola in greco antico charizomai – una forma verbale che deriva dall’antico termine greco charis (grazia). Siamo perdonati per grazia.
d. Egli ha annientato il documento fatto di ordinamenti, che era contro di noi: Il documento fatto di ordinamenti dà l’idea di una lista che elenca i nostri crimini o il nostro debito morale davanti a Dio, un debito che nessuna persona imperfetta può pagare. Può però essere tolto di mezzo per mezzo del pagamento di un uomo perfetto, Gesù Cristo.
i. Il termine documento è un termine generico che può indicare un qualsiasi documento scritto a mano e che è stato compreso in diversi modi. Alcuni lo considerano un documento legale contenente le accuse a carico di un prigioniero o la confessione del misfatto da parte dello stesso. Altri lo interpretano in senso finanziario, vedendolo come un debito o un registro contabile attestante la nostra condizione di bancarotta davanti a Dio. In ogni caso, significa che il documento che una volta ci condannava è stato ora tolto di mezzo, essendo stato inchiodato alla croce.
ii. “Ognuno dei dieci comandamenti si è, per così dire, alleato con tutti gli altri per pronunciare un’accusa contro di noi. Il primo comandamento dice: ‘Mi ha infranto’. Il secondo grida: ‘Mi ha infranto’, – il terzo: ‘Mi ha infranto’; e tutti e dieci insieme hanno lanciato contro ognuno di noi la stessa accusa, ovvero il documento della legge che condanna ogni uomo nato da donna che rimane nel suo stato naturale.” (Spurgeon)
iii. “Si potrebbe anche dire che Egli ha preso il documento, fatto di ordinamenti e di tutto il resto, e lo ha inchiodato alla Sua croce come atto di provocazione trionfante nei confronti di quelle potestà che ricattavano uomini e donne per esigere la loro obbedienza.” (Bruce)
iv. Secondo Vincent, il termine in greco antico tradotto con tolto di mezzo è composto dal verbo ungere e dal prefisso che significa completamente. L’idea è che qualcosa sia stato completamente tolto di mezzo, una parola usata nel mondo antico per l’imbiancatura o il rivestimento di una parete con dell’oro. Significa che le accuse contro di noi sono state completamente spazzate via e coperte.
e. Inchiodandolo alla croce: Gesù non ha pagato solo per il documento che era contro di noi; Egli lo ha tolto di mezzo e lo ha inchiodato alla croce. Egli ha fatto tutto il possibile per assicurarsi che il documento fatto di ordinamenti che era contro di noi non potesse più accusarci.
i. “Paolo, guardando alla croce, vide piuttosto il titulus che dichiarava l’accusa contro tutto il popolo di Gesù, quel documento scritto che si ergeva contro di loro, squalificandoli dalla vita della nuova era. E fu Dio, non Pilato, a metterlo lì.” (Wright)
ii. Ricordiamo che le accuse del crimine di Gesù furono inchiodate alla croce ed appese sopra la Sua testa (Matteo 27:37). Essendo noi identificati con Gesù nella Sua morte sulla croce (Romani 6:3-8), è come se il documento fatto di ordinamenti che era contro di noi fu anch’esso inchiodato alla croce, proprio come l’accusa contro Gesù.
f. Avendo quindi spogliato le potestà e i principati: Un altro aspetto dell’opera di Gesù sulla croce è che Egli ha spogliato le potestà e i principati. Questi ranghi di esseri angelici ostili (Romani 8:38, Efesini 1:21, Efesini 3:10, Efesini 6:12) non usano contro i cristiani le stesse armi che usano contro coloro che non sono in Gesù.
i. Le più grandi potenze terrene del tempo – Roma, la più grande potenza governativa, e il giudaismo, la più grande potenza religiosa – cospirarono insieme per mettere in croce il Figlio di Dio. “Queste potenze, infuriate di fronte alla sfida che Gesù aveva lanciato alla loro sovranità, lo spogliarono, sottoponendolo a pubblico disprezzo e celebrando il trionfo su di Lui” (Wright). Qui Paolo ci mostra di nuovo il paradosso della croce: il Gesù vittorioso prese le potenze spirituali che animavano queste potenze terrene e le spogliò, le espose al disprezzo e trionfò pubblicamente su di loro.
ii. Possiamo solo immaginare il modo in cui Satana ed ogni demone oscuro attaccarono Gesù mentre era appeso alla croce al posto nostro, alla stregua di un colpevole peccatore. “Mentre era appeso lì con mani e piedi legati al legno in apparente debolezza, pensavano di averlo alla propria mercé, scagliandosi contro di Lui con intenzioni ostili. Però, lungi da Lui soffrire il loro attacco senza opporre resistenza, lottò contro di loro signoreggiandoli, spogliandoli dell’armatura in cui riponevano la propria fiducia, tenendoli nelle Sue mani tese, mostrando all’universo la loro impotenza e la Sua imbattibile forza.” (Bruce)
iii. Paolo scrisse in un altro punto che, se i dominatori di quest’età – con cui egli intendeva sia le potenze spirituali delle tenebre che i loro rappresentanti terreni – avessero saputo ciò che sarebbe accaduto sulla croce, non avrebbero mai crocifisso Gesù (1 Corinzi 2:8). Stavano sconfiggendo sé stessi e ne erano completamente ignari.
iv. Quali armi hanno dunque gli spiriti demoniaci contro il credente? Sono stati spogliati, eccetto che della loro capacità di ingannare ed incutere paura. Queste “armi”, benché efficaci, non sono affatto tangibili. Gli spiriti demoniaci possono esercitare su di noi solo la potenza che concediamo loro quando crediamo alle loro menzogne. Le armi sono nelle nostre mani, non nelle loro. Un giorno vedremo quanto in realtà ci hanno temuto.
g. Trionfando su di loro: Paolo adottò un parlare simile in 2 Corinzi 2:14, dove aveva in mente la parata di vittoria romana, nella quale il generale conquistatore conduceva trionfante per le strade i propri prigionieri di guerra.
i. Forse Satana pensò per un momento di aver vinto alla croce. Tuttavia, la vittoria immaginaria dell’Inferno fu trasformata in una sconfitta che spogliò ogni nemico spirituale che combatte contro coloro che vivono alla luce e nella potenza della croce. Il pubblico spettacolo degli spiriti demoniaci sconfitti rende la loro disfatta ancora più umiliante.
ii. “Cristo, in questa immagine, è il generale conquistatore; le potenze e le autorità sono il nemico sconfitto, esibito davanti all’intero universo come il bottino di battaglia.” (Vaughn)
iii. “La morte di Cristo non era solo una concessione di perdono; era anche una manifestazione di potenza. Non solo cancellava un debito; era anche un glorioso trionfo.” (Erdman)
5. (16-17) Applicare la verità della vittoria di Gesù alla luce dell’Eresia Colossese.
Nessuno dunque vi giudichi per cibi o bevande, o rispetto a feste, a noviluni o ai sabati; queste cose sono ombra di quelle che devono venire; ma il corpo è di Cristo.
a. Nessuno dunque vi giudichi: Il “dunque” all’inizio del versetto è importante, perché collega questo pensiero a quello precedente. A causa della gloriosa vittoria che Gesù ha conquistato sulla croce, non dobbiamo lasciare che nessuno ci giudichi per cibi o bevande, o in altre questioni inerenti al legalismo. Una vita incentrata su Gesù e su quello che Egli ha fatto sulla croce non ha spazio per il legalismo.
i. “Sarebbe infatti assurdo per coloro che hanno raccolto i benefici della vittoria di Cristo porsi volontariamente sotto il controllo di quelle potenze che Egli ha spodestato.” (Bruce)
b. Per cibi o bevande, o rispetto a feste, a noviluni o ai sabati; queste cose sono ombra di quelle che devono venire: L’Antico Testamento prevedeva certe disposizioni che sono state poi abolite in Gesù, come quelle riguardanti il cibo e i sabati. Non è che queste leggi fossero sbagliate, ma erano semplicemente ombra di quelle cose che devono venire. Con la venuta del corpo – Gesù Cristo – non abbiamo più bisogno dell’ombra.
i. Il punto è chiaro: giorni e cibi, così come osservati sotto la Legge Mosaica, non sono vincolanti per le persone del Nuovo Patto. L’ombra è passata, le realtà è giunta. Dunque, per il cristiano, tutti i cibi sono puri (1 Timoteo 4:4-5) e tutti i giorni appartengono a Dio.
ii. I cristiani, dunque, se lo desiderano, sono liberi di osservare una dieta kosher o di osservare il sabato. Non c’è nulla di sbagliato in queste cose. Tuttavia, non possono pensare che mangiare kosher o che l’osservanza del sabato li renda più vicini a Dio, né possono giudicare un altro fratello o un’altra sorella che non si attiene a tali leggi.
iii. “Le regole del giudaismo erano state concepite inizialmente per un periodo nel quale il popolo di Dio costituiva un unico gruppo razziale, culturale e geografico, ma ora non sono più valide, considerato che ora questo popolo sta diventando una famiglia su scala mondiale. Tali regole erano le ‘ombre’ che l’imminente nuova era gettava davanti a sé.” (Wright)
6. (18-19) Paolo rimprovera lo strano misticismo dell’Eresia Colossese.
Nessuno vi derubi del premio con un pretesto di umiltà e di culto degli angeli, fondandosi su cose che non ha visto, essendo temerariamente gonfio a motivo della sua mente carnale, e non attenendosi al capo, da cui tutto il corpo, ben nutrito e tenuto insieme mediante le giunture e le articolazioni, cresce con l’accrescimento che viene da Dio.
a. Pretesto di umiltà e di culto degli angeli: Questi aspetti di falsa umiltà e di culto degli angeli facevano parte dell’insegnamento errato che sovvertiva i cristiani di Colosse. Per questo motivo, Paolo continuava a tornare su questi argomenti in vari punti della lettera. L’antidoto per questi due insegnamenti sbagliati è semplicemente ricercare più di Gesù, esaltandolo al di sopra degli angeli e realizzando che, a causa della Sua opera completa sulla croce, non abbiamo nulla di cui gloriarci.
i. “In altre parole, gli eretici insistevano probabilmente sul fatto che l’adorazione che rivolgevano agli angeli, piuttosto che al Dio supremo, era un’espressione di umiltà da parte loro.” (Vaughn)
ii. “La loro umiltà si traduceva in culto degli angeli. È, dunque, quel senso di bassezza che porta l’uomo a considerarsi immeritevole di godere della comunione con Dio, spingendolo di conseguenza alla venerazione degli angeli.” (Peake)
b. Pretesto di umiltà e culto degli angeli non rendono nessuno più spirituale. È attenendosi al capo (Gesù), invece, che si giunge alla vera spiritualità.
c. Fondandosi su cose che non ha visto, essendo temerariamente gonfio a motivo della sua mente carnale, e non attenendosi al capo: Ciò descrive l’arroganza spirituale di questi falsi insegnanti e di coloro che credevano a ciò che questi insegnavano. Tra i cristiani, ci sono solo poche cose ad essere più pericolose dell’orgoglio e dell’arroganza spirituali.
i. Fondandosi su cose che non ha visto: “Non è una buona traduzione. Quella corretta dovrebbe essere ‘facendo sfoggio delle cose che ha visto’. Gli gnostici si vantavano di ricevere visioni speciali riguardanti cose segrete, invisibili agli occhi di uomini e donne comuni.” (Barclay)
ii. Temerariamente gonfio: “Temerariamente caratterizza la vacuità di tale presunzione; gonfio, il crescente orgoglio intellettuale di coloro che lo rendono tale. L’umiltà è pertanto finta e gli insegnanti non sono che dei ciarlatani.” (Vincent)
d. Da cui tutto il corpo: Quando questi movimenti mistici e strani si ergono nella chiesa, non affascinano tutto il corpo, ma solo una piccola “élite” di cristiani. Questo non è il caso sotto al capo, Gesù – Egli vuole che tutto il corpo cresca insieme.
e. Cresce con l’accrescimento che viene da Dio: Questo è il piano di Dio per la crescita della chiesa. Noi rimaniamo fedeli e legati a Gesù (il nostro capo), ed Egli provvede all’accrescimento.
7. (20-23) Paolo rimprovera l’essenza del legalismo.
Se dunque siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché vi sottoponete a dei precetti come se viveste nel mondo, quali: «Non toccare, non assaggiare, non maneggiare», tutte cose che periscono con l’uso, secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini? Queste cose hanno sì qualche apparenza di sapienza nella religiosità volontariamente scelta, nella falsa umiltà e nel trattamento duro del corpo, ma non hanno alcun valore contro le intemperanze carnali.
a. Non… non… non: Questa è la perfetta descrizione della religione legalista, definita maggiormente da ciò che non facciamo piuttosto che da quello che facciamo. Il cristianesimo è una religione basata sulla moralità, i cui confini morali sono ben chiari. Alla base, però, il cristianesimo è una religione di azione positiva.
b. Siete morti con Cristo agli elementi del mondo: Tenere bene a mente questo principio è la chiave per vivere al di sopra del legalismo. La nostra identificazione con Gesù sia nella Sua morte che nella Sua risurrezione (come precedentemente menzionato in Colossesi 2:12) – non la nostra osservanza della legge – diviene il fondamento della nostra vita cristiana.
i. Che periscono con l’uso: “Sono cose che giungono alla fine tramite il loro stesso utilizzo. Il maneggiare, il mangiare, ecc., comportano la loro stessa distruzione. Il cibo, una volta mangiato, cessa di essere cibo. Non sono queste le cose che hanno più importanza; non sono queste a costituire la vera realtà delle cose.” (Bruce)
c. Secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini: Un aspetto del legalismo è che le dottrine degli uomini vengono presentate come leggi di Dio.
d. Queste cose hanno sì qualche apparenza di sapienza… ma non hanno alcun valore contro le intemperanze carnali: Potremmo considerare questa come la più grande accusa contro il legalismo presente nella Bibbia. Il punto è che le regole del legalismo non hanno alcun valore nel frenare le intemperanze carnali.
i. Tali regole legaliste possono avere un’apparenza di sapienza, ma non hanno alcun valore reale. Il legalismo non frena la carne, ma l’alimenta in modo subdolo e potente. “Infatti, l’ascetismo più rigoroso può coesistere con l’insopportabile orgoglio spirituale, una delle più subdole e intricate ‘opere della carne’.” (Bruce)
ii. La religiosità volontariamente scelta è l’uomo che vuole arrivare a Dio e che cerca di giustificare sé stesso per mezzo dell’osservanza di una lista di regole. Il cristianesimo, invece, riguarda Dio che tende la mano verso l’uomo con amore attraverso Cristo.
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