Ebrei 13 – Vivere una Vita Cristiana Positiva
A. Come vivere con gli altri credenti.
1. (1-3) L’amore generale tra i credenti: esprimere l’amore fraterno.
Continuate nell’amore fraterno. Non dimenticate l’ospitalità, perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli. Ricordatevi dei carcerati come se foste loro compagni e di quelli che sono maltrattati, sapendo che anche voi siete nel corpo.
a. Continuate nell’amore fraterno: Lo scrittore agli Ebrei ha usato qui l’antica parola greca philadelphia. Egli presupponeva che ci fosse amore fraterno tra i cristiani e chiese semplicemente che continuassero (continuate) ad amarsi.
i. Nell’antica lingua greca del Nuovo Testamento, c’erano quattro parole che potremmo tradurre come amore.
· Eros era una delle parola per amore. Descriveva, come si può intuire dalla parola stessa, l’amore erotico, riferito all’amore sessuale.
· Storge era una seconda parola per amore. Si riferiva all’amore familiare, al tipo di amore che c’è tra un genitore e un figlio o tra i membri della famiglia in generale.
· Agape era un’altra parola per amore. È la parola più potente che descrive il concetto di amore nel Nuovo Testamento ed è stata spesso usata per descrivere l’amore di Dio verso di noi. È un amore che ama senza cambiare. È un amore che si dona, che dona senza chiedere nulla in cambio o aspettarsi una ricompensa. È un amore così grande che può essere donato agli amarginati. È l’amore che ama anche quando viene rifiutato. L’amore agape dà e ama perché vuole; non esige e non si aspetta nulla in cambio per l’amore dato: dà perché ama, non ama per ricevere. L’amore agape non riguarda i sentimenti; riguarda le decisioni.
ii. Ma la parola per amore usata in Ebrei 13:1 è philadelphia, proveniente dalla radice philia. Questa antica parola greca parlava di amicizia e di affetto fraterno. È l’amore di una profonda amicizia e collaborazione. Ci dovrebbe essere sempre abbondanza di questo tipo di amore tra i cristiani (continuate).
b. Non dimenticate l’ospitalità: Questo è un modo semplice e pratico affinché l’amore fraterno continui tra i credenti. L’ospitalità è una virtù importante e spesso è richiesta sia ai cristiani che ai leader. (Romani 12:10-13, 1 Timoteo 3:2, Tito 1:7-8, 1 Pietro 4:9). Nel mondo antico, le locande esistenti erano famose per l’immoralità. Per i cristiani in viaggio era importante, dunque, trovare case aperte da altri cristiani.
i. A causa di questo comando di ospitalità, i cristiani hanno dovuto fare attenzione alle persone che si travestono semplicemente da cristiani in modo da poter trarre profitto dalla generosità del popolo di Dio. Col passare del tempo, i leader cristiani insegnarono al loro popolo come riconoscere questi ingannatori.
ii. La Didaché era un “manuale di ministero” della chiesa primitiva, scritto forse tra il 90 e 110 d.C. In esso si parlava di come riconoscere se un falso profeta abusava dell’ospitalità dei fedeli::
Ogni apostolo che viene a voi sia accolto come il Signore. Ma non rimarrà che un giorno, ma, se ce n’è bisogno, anche il prossimo; ma se rimane tre giorni, è un falso profeta. E quando l’apostolo se ne va, non prenda altro che pane… ma se chiede denaro è un falso profeta. E voi non proverete né giudicherete ogni profeta che parla nello Spirito; poiché ogni peccato sarà perdonato, ma questo peccato non sarà perdonato. Ma non tutti quelli che parlano nello Spirito sono profeti, ma solo quelli che seguono le vie del Signore. Perciò, dalle loro vie si riconoscerà il falso profeta e il vero profeta. (Da I Padri Anti. Nicea, Volume 7, pagina 380)
c. Ospitalità: Dovevano essere ospitali con altri cristiani che non conoscevano. Invitare i tuoi migliori amici a pranzo è una cosa meravigliosa, ma non soddisfa questo mandato. Un modo meraviglioso per adempiere a questo mandato è incontrare e fare amicizia con estranei in chiesa e riceverli con ospitalità.
i. L’antica parola greca per ospitalità (usata in passaggi come Romani 12:13) è letteralmente tradotta: “amore per gli estranei”. L’amore fraterno significa amore per tutti i nostri fratelli e sorelle in Gesù, non solo per coloro che sono attualmente nostri amici.
d. Perché alcuni, praticandola, hanno ospitato senza saperlo degli angeli: Quando siamo ospitali verso gli altri, accogliamo veramente Gesù (Matteo 25:35), e forse gli angeli. Abrahamo (Genesi 18:1-22) e Lot (Genesi 19:1-3) sono esempi di coloro che hanno ospitato senza saperlo degli angeli.
e. Ricordatevi dei carcerati come se foste loro compagni: Carcerati qui probabilmente si riferisce a coloro che sono stati incarcerati per amore del Vangelo. Ma può essere esteso anche a tutti coloro che sono in carcere. Dobbiamo servirli con un cuore solidale (come se foste loro compagni). Questo è solo un altro modo per continuare nell’amore fraterno.
i. Lo facciamo facendo quello che chiamiamo ministero carcerario, portando la verità, l’amore e la speranza di Gesù a coloro che sono incarcerati.
ii. Lo facciamo ricordando coloro che sono incarcerati per amore del Vangelo, come i molti imprigionati ora in Medio Oriente.
2. (4) Onorare l’amore coniugale.
Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti e il letto coniugale sia incontaminato, poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri.
a. Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti: La Bibbia tiene in alto l’ideale della vita matrimoniale e l’istituzione della famiglia.
i. È difficile parlarne oggi, perché molti che non sono sposati si sentono scoraggiati dall’enfasi sul matrimonio e sulla famiglia nella Chiesa.
ii. È difficile parlare di questo oggi, perché questo (sia il matrimonio tenuto in onore da tutti) sta diventando sempre meno vero nella società nel suo complesso.
· Il matrimonio è disonorato dal divorzio, giustificato o meno.
· Il matrimonio è disonorato dalla convivenza al di fuori del matrimonio.
· Il matrimonio è disonorato dall’adulterio.
· Il matrimonio è disonorato dall’abbandono.
· Il matrimonio è disonorato attribuendogli una nuova definizione.
b. Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti e il letto coniugale sia incontaminato: Questo è un altro luogo dove la Bibbia celebra il sesso come espressione dell’amore coniugale. Questo è l’insegnamento coerente della Bibbia, in luoghi come il Cantico dei Cantici.
i. La Bibbia parla potentemente dello scopo del sesso.
· Non solo per la riproduzione, anche se questo è un aspetto.
· Non solo per piacere, anche se questo è un aspetto.
· Lo scopo principale è quello di unire una relazione in una sola carne. Questo è ciò che dà significato al sesso, al di là di un’esperienza piacevole; questo è ciò che Dio offre nell’espressione sessuale secondo la sua volontà, ciò che il mondo non può offrire o eguagliare.
ii. Con questa prospettiva, vediamo perché Dio comanda ciò che comanda riguardo al sesso e perché Dio dice: e il letto coniugale sia incontaminato. Spiega anche perché il nemico delle nostre anime vuole fare tutto il possibile per incoraggiare il sesso fuori dal letto matrimoniale e vuole fare tutto il possibile per scoraggiare il sesso all’interno del letto matrimoniale. I cristiani devono riconoscere questa strategia e non darle un punto d’appoggio.
iii. Sebbene Dio consenta una grande libertà nella varietà dell’espressione sessuale nel matrimonio, tutto deve essere fatto con una sollecitudine per i bisogni del proprio coniuge e con amore (1 Corinzi 7:2-5 ed Efesini 5:21-33).
c. Poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri: Proprio come la Bibbia celebra l’espressione sessuale del matrimonio, così condanna anche il sesso al di fuori dell’impegno matrimoniale. Dio fa questo perché la fornicazione e l’adulterio agiscono contro il più grande scopo di Dio per il sesso (sebbene possano soddisfare lo scopo del piacere).
· In questo contesto, fornicatori si riferisce a coloro che hanno rapporti sessuali al di fuori del matrimonio.
· In questo contesto, adulteri si riferisce a coloro che non sono fedeli ai loro voti matrimoniali e hanno rapporti sessuali al di fuori del matrimonio.
i. “La fornicazione e l’adulterio non sono sinonimi nel Nuovo Testamento: l’adulterio implica l’infedeltà da parte di una delle parti al voto del matrimonio, mentre la parola tradotta “fornicazione” copre una vasta gamma di irregolarità sessuali.” (Bruce)
3. (5-6) Imparate ad accontentarvi anziché concupire.
Nel vostro comportamento non siate amanti del denaro e accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò”. Così possiamo dire con fiducia:
“Il Signore è il mio aiuto,
E io non temerò.
Che cosa mi potrà fare l’uomo?”.
a. Nel vostro comportamento non siate amanti del denaro e accontentatevi: La cupidigia (non siate amanti del denaro) è l’opposto della contentezza. Spesso la cupidigia e l’avidità sono scusate o addirittura ammirate nella cultura di oggi, e sono semplicemente chiamate ambizione.
b. Accontentatevi di quello che avete: La contentezza ha molto più a che fare con ciò che si è dentro piuttosto che con ciò che si ha. L’apostolo Paolo esprime il concetto in maniera corretta in Filippesi 4:11-13: Non lo dico perché sia nel bisogno, poiché ho imparato ad essere contento nello stato in cui mi trovo. So essere abbassato, come anche vivere nell’abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato ad essere sazio e ad avere fame, ad abbondare e a soffrire penuria. Io posso ogni cosa in cristo che mi fortifica.
i. Qualcuno ha chiesto al milionario Bernard Baruch: “Quanti soldi ci vogliono perché un uomo ricco sia soddisfatto?” Baruch rispose: “Solo un milione in più di quello che ha già”.
c. Io non ti lascerò e non ti abbandonerò: Questa promessa di Dio (da Deuteronomio 31:6) è il motivo per cui possiamo essere appagati completamente. Non possiamo contare sulle cose materiali, ma possiamo dipendere da Dio e dalla Sua promessa.
i. “Voi che conoscete il testo greco sapete che qui ci sono cinque negativi. Non possiamo gestire cinque negativi in inglese, ma i Greci non li trovano troppo complicati. Qui i negativi hanno una forza quintupla. È come se dicessi: ‘No, non ti lascerò; non lo farò mai, no, mai ti abbandonerò.’” (Spurgeon)
ii. “Ecco: ‘Poiché Egli ha detto: Io non ti lascerò e non ti abbandonerò’. Questo è il motivo per cui non dobbiamo essere avidi. Non c’è spazio per l’avidità, perché Dio ha detto: ‘Io non ti lascerò e non ti abbandonerò.’ Dobbiamo accontentarci. Se non siamo appagati, stiamo agendo in modo folle, visto che il Signore ha detto: ‘Io non ti lascerò e non ti abbandonerò.’” (Spurgeon)
iii. “Non posso, sotto l’influenza di questo grande testo, trovare spazio per il dubbio o la paura. Non posso stare qui ad essere infelice questa sera. Non ho intenzione di provare a fare una cosa del genere, ma non posso essere scoraggiato da un testo come questo: ‘Io non ti lascerò e non ti abbandonerò.’ Sfido il diavolo stesso a menzionare le circostanze in cui dovrei essere miserabile se questo testo è vero. Figlio di Dio, niente dovrebbe renderti infelice quando puoi realizzare questo prezioso testo.” (Spurgeon)
d. Così possiamo dire con fiducia: “Il Signore è il mio aiuto, e io non temerò. Che cosa mi potrà fare l’uomo?” Questa citazione dal Salmo 118:6 sottolinea la verità che la vera soddisfazione arriva solo quando confidiamo che Dio soddisfi i nostri bisogni e sia la nostra sicurezza. Stranamente, spesso siamo più propensi a riporre sicurezza e a trovare appagamento in cose che sono molto meno affidabili e sicure di quanto non lo sia Dio stesso.
4. (7) Seguite i vostri leader.
Ricordatevi dei vostri conduttori, che vi hanno annunciato la parola di Dio e, considerando il risultato della loro condotta, imitate la loro fede.
a. Ricordatevi dei vostri conduttori: Ci viene detto di riconoscere e seguire la guida divina nel corpo di Cristo, guida dimostrata legittima dalla fedeltà alla parola di Dio e dalla condotta divina.
i. Paolo consigliò a Timoteo qualcosa di simile: Abbi cura di te stesso e dell’insegnamento, persevera in queste cose perché, facendo così, salverai te stesso e coloro che ti ascoltano (1 Timoteo 4:16).
b. Imitate la loro fede: Tali leader dovrebbero essere riconosciuti (ricordatevi) e seguiti. Proprio come una chiesa ha bisogno di leader devoti, ha anche bisogno di discepoli devoti.
c. Considerando il risultato della loro condotta: I leader non devono essere perfetti, ma dovrebbero essere in grado di mostrare con la loro vita che la potenza di Gesù è reale in quanto influisce e trasforma la vita individuale. Ciò dimostra una fede che può effettivamente essere seguita.
B. Istruzioni nel culto.
1. (8) Il principio eterno: la natura immutabile di Gesù.
Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno.
a. Gesù Cristo è lo stesso: La natura immutabile (che i teologi chiamano immutabilità) di Gesù Cristo potrebbe essere dedotta dalla Sua divinità, anche se non fosse esplicitamente dichiarata. Dio non cambia nel corso dei secoli, così nemmeno Gesù, che è Dio.
b. Ieri, oggi e in eterno: La Sua natura immutabile fornisce un metro di misura per ogni condotta cristiana, in particolare nella parola e nel culto. Non dobbiamo aspettarci qualcosa di completamente “nuovo” come se venisse da un “nuovo Gesù”. La natura di Gesù come è rivelata nella Bibbia è la stessa natura di Gesù che dovrebbe essere vista nella chiesa di oggi.
2. (9-14) Seguendo il Gesù rifiutato.
Non lasciatevi trasportare qua e là da varie e strane dottrine, perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia e non da cibi, da cui non ebbero alcun giovamento quelli che ne fecero uso. Noi abbiamo un altare del quale non hanno diritto di mangiare quelli che servono al tabernacolo. Infatti, i corpi degli animali, il cui sangue è portato dal sommo sacerdote nel santuario per il peccato, sono bruciati fuori dal campo. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, ha sofferto fuori della porta. Usciamo dunque fuori del campo e andiamo a Lui portando il Suo vituperio. Infatti, non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura.
a. Non lasciatevi trasportare qua e là da varie e strane dottrine: Nella chiesa non mancano mai varie e strane dottrine. Quelle che qui si intendono specificamente sembrano avere a che fare con un ritorno alle cerimonie e alle leggi mosaiche che si sono adempiute in Gesù.
b. Perché è bene che il cuore sia reso saldo dalla grazia: I nostri cuori saranno resi saldi solo dalla grazia. Siamo resi saldi da una comprensione e dall’appropriazione dell’immeritata approvazione di Dio ei nostri confronti, e non da un’approvazione presunta ottenuta attraverso l’osservanza di un elenco di regole (e non da cibi, da cui non ebbero alcun giovamento quelli che ne fecero uso).
c. Noi abbiamo un altare del quale non hanno diritto di mangiare quelli che servono al tabernacolo: I loro amici e parenti rimasti nel giudaismo tradizionale hanno etichettato questi cristiani ebrei come illegittimi perché non hanno continuato il sistema levitico. Ma lo scrittore agli Ebrei insiste sul fatto che abbiamo un altare, ed è un altare a cui coloro che si aggrappano al sistema levitico non hanno diritto.
i. In sostanza, il nostro altare è la croce, il fulcro del vangelo e della comprensione cristiana (1 Corinzi 1:18-24 e 1 Corinzi 2:1-5).
d. Gesù… ha sofferto fuori della porta. Usciamo dunque fuori del campo e andiamo a Lui portando il Suo vituperio: Se il nostro Salvatore è stato rifiutato e il Suo sacrificio (eseguito sulla croce, il nostro altare) è stato considerato illegittimo, allora non ci aspettiamo niente di meglio. Identificarsi con Gesù significa spesso portare il Suo vituperio, proprio ciò che molti non sono disposti a fare.
i. Fuori del campo: Il campo si riferisce all’ebraismo istituzionale, che rifiutava Gesù e il cristianesimo. Sebbene questi cristiani di origine ebraica fossero stati educati a considerare tutto ciò che era al di fuori del campo come impuro e malvagio, ora avevano seguito Gesù al di fuori del giudaismo tradizionale e istituzionale di quel tempo.
ii. “Significa, in primo luogo, che abbiamo comunione con Lui. Era disprezzato; non veniva riconosciuto per il bene che faceva; era deriso nelle strade; gli fischiavano contro; era perseguitato dalla società. Se prendo una strada facile, non posso avere amicizia con Lui: l’amicizia richiede un’esperienza simile.” (Spurgeon)
iii. “Una vita triste ha avuto il vostro Maestro, vedete. Tutta la sporcizia nei canili della terra gli fu gettata addosso da mani sacrileghe. Nessun epiteto era ritenuto abbastanza grossolano; nessun termine abbastanza duro; era il canto dell’ubriacone, e quelli che sedevano alla porta parlavano contro di lui. Questo era il vituperio di Cristo, e non dobbiamo meravigliarci se ne sopportiamo altrettanto. ‘Ebbene’, dice uno, ‘non sarò cristiano se devo sopportare questo’. Ritorna, allora, codardo, alla tua dannazione; ma oh! Uomini che amano Dio, e che cercano la ricompensa eterna, vi prego di non rifuggire da questa croce. Dovete sopportare.” (Spurgeon)
iv. “Se puoi abitare con gli empi, se puoi vivere come loro, ed essere compagno degli empi, se le loro usanze sono le tue usanze, se i loro piaceri sono i tuoi piaceri, allora il loro dio è il tuo dio, e tu sei uno di loro. Non si può essere cristiani senza essere esclusi dal campo del mondo.” (Spurgeon)
e. Infatti non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura: Il difficile compito di portare il Suo vituperio è più facile quando ricordiamo che la città o la società dalla quale siamo stati cacciati è solo temporanea. Cerchiamo e apparteniamo alla città permanente che deve ancora venire.
i. Portando il Suo vituperio affrontiamo grandi difficoltà e sofferenze. La buona notizia è che per coloro che portano il Suo vituperio, questo mondo è il peggiore che potranno mai avere. Per i codardi che voltano le spalle a Gesù, questa vita è la migliore in assoluto che potranno mai vivere.
3. (15-16) Il nostro sacrificio.
Per mezzo di Lui, dunque, offriamo del continuo a Dio un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il Suo nome. E non dimenticate la beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché Dio si compiace di tali sacrifici.
a. Per mezzo di Lui, dunque, offriamo del continuo a Dio un sacrificio di lode: Poiché abbiamo un altare (la croce) e abbiamo un Sommo Sacerdote (Gesù), dovremmo sempre offrire sacrifici. Ma non sono i sacrifici cruenti dell’antico patto, ma il sacrificio di lode, il frutto di labbra.
i. Lo scrittore agli Ebrei spiega diversi elementi essenziali per offrire la lode nel modo corretto.
· La lode che piace a Dio è offerta per mezzo di Lui, cioè per mezzo di Gesù Cristo, sulla base della Sua giustizia e del piacere a Dio.
· La lode che piace a Dio è offerta continuamente, in modo che lo lodiamo sempre.
· La lode che piace a Dio è un sacrificio di lode, in quanto può essere costoso o scomodo.
· La lode che piace a Dio è il frutto di labbra, più di semplici pensieri rivolti a Dio. Si parla al Signore, sia in prosa che in canto. “Ciò che viene dalle labbra è considerato frutto, che rivela il carattere della sua fonte, come il frutto di un albero rivela la natura dell’albero.” (Guthrie)
ii. “I cuori che amano non possono stare in silenzio. Cosa penseresti di un marito che non ha mai sentito il desiderio di dire a sua moglie che la ama? O di una madre che non ha mai sentito il bisogno di riversare la tenerezza nel suo cuore, forse anche nei timidi canti, sul bambino che stringe al suo cuore? Mi sembra che un cristiano muto, un uomo che è grato per il sacrificio di Cristo e non sente mai il bisogno di dirlo, sia un’anomalia tanto grande quanto una di queste che ho descritto.” (Maclaren)
iii. “Quindi, allora, dobbiamo pronunciare le lodi a Dio, e non è sufficiente provare emozioni di adorazione.” (Spurgeon)
b. E non dimenticate la beneficenza e di far parte dei vostri beni agli altri, perché Dio si compiace di tali sacrifici: La lode non è l’unico sacrificio che piace a Dio. Portiamo piacere a Dio con il sacrificio anche quando facciamo beneficenza e quando facciamo parte dei nostri beni agli altri. La lode e il culto sono importanti, ma l’obbligo del cristiano non finisce qui.
4. (17) Seguite i vostri leader.
Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano sulle anime vostre, come chi ha da renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando, perché ciò non vi sarebbe di alcun vantaggio.
a. Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro: Dobbiamo essere sottomessi ai leader che Dio ci dà (supponendo che abbiano il carattere menzionato in Ebrei 13:7). Ci viene semplicemente detto: ubbidite ai vostri conduttori. Quando si parla dell’autorità della Parola di Dio, i leader – dopo Dio – hanno il diritto di dirci come vivere e camminare.
i. Purtroppo, alcuni portano l’idea della sottomissione ai leader della Chiesa troppo in là. Il “Movimento dei pastori” è stato un chiaro esempio di questo tipo di abuso (che molti sembrano accogliere, volendo che qualcun altro sia responsabile della loro vita). “Un insegnante dovrebbe insegnarci a sottometterci a Dio, non a sé stesso.” (Chuck Smith)
b. Come chi ha da renderne conto: Ubbidiamo e ci sottomettiamo ai nostri leader perché Dio li ha posti in un luogo di responsabilità e di rendiconto su di noi. Naturalmente, questo non solleva la responsabilità individuale, ma mette un’ulteriore responsabilità sui leader.
c. Affinché facciano questo con gioia e non sospirando, perché ciò non vi sarebbe di alcun vantaggio: La condotta cooperativa non è solo una gioia per i leader, ma è redditizia per tutto il corpo. È per il nostro bene che dovremmo ubbidiree sottometterciai leader stabiliti da Dio.
C. Osservazioni conclusive.
1. (18-19) Una richiesta di preghiera.
Pregate per noi, perché crediamo di avere una buona coscienza, desiderando di comportarci rettamente in ogni cosa. Ma vi esorto ancor di più a fare questo, affinché io vi sia restituito al più presto.
a. Pregate per noi: Lo scrittore agli Ebrei considerava importante che altri pregassero per lui. Tutti abbiamo bisogno e dobbiamo accogliere le preghiere degli altri.
i. Nella grammatica dell’antica lingua greca, pregate è all’imperativo presente. Indica un’attività continua e implica che stavano già pregando per lui.
b. Affinché io vi sia restituito al più presto: Gli ostacoli hanno impedito allo scrittore di ricongiungersi con i suoi lettori. Sapeva che la preghiera poteva rimuovere quegli ostacoli.
i. Vi esorto ancor di più a fare questo: Per quanto riguarda lo scrittore agli Ebrei, le loro preghiere avrebbero determinato se e quando si sarebbe riunito a loro. Questo dimostra quanto seriamente considerasse le loro preghiere per lui.
2. (20-21) Viene pronunciata una benedizione.
Ora il Dio della pace, che in virtù del sangue del patto eterno ha fatto risalire dai morti il Signor nostro Gesù Cristo, il grande Pastore delle pecore, vi perfezioni in ogni buona opera, per fare la Sua volontà, operando in voi ciò che è gradito davanti a Lui per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
a. Ora il Dio della pace: Questa è una benedizione nello stile della benedizione sacerdotale di Numeri 6:22-27: L’Eterno ti benedica e ti custodisca! L’Eterno faccia risplendere il suo volto su di te e ti sia propizio! L’Eterno rivolga il suo volto su di te e ti dia la pace!
i. Dopo aver chiesto ai suoi lettori di pregare per lui, lo scrittore agli Ebrei prega per i suoi lettori. “L’apostolo aveva esortato i credenti ebrei a pregare per lui con le parole: ‘Pregate per noi’, e poi, come per mostrare che non chiedeva loro quello che non faceva lui stesso, pronto a dare, pronuncia questa meravigliosa preghiera per loro. Egli può dire con fiducia alla sua congregazione: ‘Pregate per me’, perché in assoluta sincerità, nella sua anima, prega per loro.” (Spurgeon)
b. Ora il Dio della pace: In questa benedizione Dio viene prima riconosciuto nei Suoi attributi: pace, potenza (ha fatto risalire dei morti il Signore nostro Gesù Cristo), amorevole cura (il grande Pastore) e amore sempre generoso (il sangue del patto eterno).
i. Alcuni ritengono che l’idea di patto eterno esprima il patto che esisteva prima della fondazione del mondo tra le Persone della Divinità, che operano insieme per la salvezza dell’uomo. Altri passaggi che possono parlare di questo patto eterno sono Apocalisse 13:8, Efesini 1:4 e 2 Timoteo 1:9.
ii. Alcuni, tuttavia, prendono semplicemente il patto eterno come un altro nome per il Nuovo Patto.
c. Vi perfezioni in ogni buona opera: Esprime il desiderio di benedizione, di volere che Dio operi in voi, e tutto per mezzo di Gesù Cristo.
3. (22-25) Conclusione alla lettera agli Ebrei.
Ora vi prego, fratelli, ritenete questa parola di esortazione, perché vi ho scritto brevemente. Sappiate che il fratello Timoteo è stato liberato; se viene presto, vi vedrò con lui. Salutati tutti i vostri conduttori e tutti i santi. Quelli d’Italia vi salutano. La grazia sia con tutti voi. Amen.
a. Ritenete questa parola di esortazione, perché vi ho scritto brevemente: Lo scrittore agli Ebrei ci ricorda il suo scopo. Il suo desiderio era quello di scrivere una parola di esortazione per incoraggiare i cristiani scoraggiati, sia allora che ora.
i. In Atti 13:15 la frase parola di esortazione si riferisce a un sermone. Forse lo scrittore agli Ebrei, in Ebrei 13:22 intende dire che dà ai suoi lettori un sermone scritto.
b. Sappiate che il fratello Timoteo è stato liberato; se viene presto, vi vedrò con lui: Queste ultime parole ci danno qualche allettante indizio sull’identità dello scrittore. Ma queste parole ci dicono solo che lo scrittore conosceva Timoteo e che aveva in programma di visitare presto i suoi lettori. Ci dice anche che i suoi lettori erano in Italia (Quelli d’Italia vi salutano), probabilmente nella città di Roma.
c. La grazia sia con tutti voi: Questa è una degna conclusione per un libro che documenta il passaggio dall’Antico Patto all’istituzione del Nuovo Patto. La grazia sia davvero con tutti voi, in virtù di ciò che Dio ha dato attraverso il superiore Salvatore, Gesù Cristo! Amen!
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