Giovanni 10 – Il Buon Pastore
A. Contrasto tra il Buon Pastore e i falsi pastori d’Israele.
1. (1-2) Gesù è il Pastore vero e legittimo, che entra per la porta appropriata e designata.
«In verità, in verità vi dico che chi non entra per la porta nell’ovile delle pecore, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Ma chi entra per la porta è il pastore delle pecore».
a. In verità, in verità vi dico: Nel Vangelo di Giovanni, questo episodio segue – almeno tematicamente – la vicenda dell’uomo nato cieco e il grande conflitto con i capi religiosi che ne scaturì. Questi ultimi si erano dimostrati ostili e crudeli nei confronti dell’uomo, dei suoi genitori e della gente comune in generale, al punto che Gesù reputò necessario parlare della contrapposizione tra il Suo cuore e la Sua opera come leader del popolo di Dio, da un lato, e il cuore e l’opera di molti dei capi religiosi del tempo, dall’altro.
i. In verità: “Questa espressione è tipica del quarto Vangelo, ed è in genere una formula introduce una dichiarazione solenne su Gesù o sulla Sua missione.” (Tenney)
b. Chi non entra per la porta nell’ovile delle pecore, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante: Nel mondo antico, i capi politici e spirituali erano spesso chiamati pastori (Isaia 56:11, Geremia 3:15). Gesù precisò che non tutti quelli che hanno a che fare con le pecore sono veri pastori; alcuni sono in realtà ladri e briganti. Un indizio sulla loro vera natura di ladri e briganti è il modo in cui si fanno strada tra le pecore.
i. Abbiamo l’immagine di una porta che permette l’accesso nel modo appropriato. Non tutti coloro che si trovano tra le pecore la usano. Alcuni vi salgono da un’altra parte.
ii. I capi religiosi di solito raggiungevano la propria posizione di prestigio tra il popolo di Dio – descritto qui come le pecore – grazie a conoscenze personali e politiche, istruzione formale, ambizione, manipolazione e corruzione.
c. Ma colui che entra per la porta è il pastore delle pecore: Un vero pastore entra nel modo legittimo e prestabilito: per mezzo dell’amore, la chiamata, la cura e un servizio teso al sacrificio.
i. Il volere di Dio per il Suo popolo è sempre stato quello di essere guidato, nutrito e protetto da coloro che entrano per la via legittima e prestabilita. C’è una porta per una ragione. Ci saranno sempre quelli che scavalcheranno il recinto, ma Dio ha posto una porta e delle barriere per un motivo preciso.
ii. “Di conseguenza, chiunque entra nell’ufficio pastorale senza passare attraverso Gesù Cristo è un ladro e un brigante nell’ovile. E non passa attraverso Gesù Cristo chi entra con qualsiasi altro interesse che non siano quelli di Cristo e del Suo popolo. L’ambizione, l’avarizia, l’amore per l’agio, il desiderio di godere delle comodità della vita e di distinguersi dalla folla, di promuovere gli interessi della propria famiglia, o anche la sola intenzione di non provvedere secondo il bisogno, sono tutti modi in cui i ladri e i briganti entrano nella Chiesa. E chiunque entri in uno di questi modi, o per simonia, astuzia o corruzione, non merita altro nome che quello di ladro e brigante.” (Clarke)
2. (3-6) Le pecore e il loro pastore.
«A lui apre il portinaio; le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le sue pecore per nome e le conduce fuori. E, quando ha fatto uscire le sue pecore, va davanti a loro; e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Non seguiranno però alcun estraneo, ma fuggiranno lontano da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa stesse loro parlando.
a. A lui apre il portinaio: Secondo l’immagine spirituale dipinta da Gesù, davanti alla porta dell’ovile si trova un portinaio, che sta attento a chi vi entra e a chi vi esce. Il portinaio conosce il vero pastore e gli permette di entrare per la via prestabilita.
i. Nei villaggi del tempo, pecore appartenenti a diverse greggi erano solite passare la notte in un ovile comune, a cui faceva la guardia un portinaio, il quale regolava il viavai dei pastori che venivano a riprendersi le proprie pecore.
b. Egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori: Il pastore chiama le proprie pecore per nome, dimostrando di avere una connessione con i propri animali. Egli le conduce, fornendo loro guida e direzione senza forzarle.
i. “Proprio come diamo un nome a un cavallo, un cane o una mucca, lo stesso facevano i pastori del medio oriente con le proprie pecore.” (Dods)
ii. “Quando ero piccolo, ricordo che alcuni pastori delle Highlands scozzesi non solo chiamavano ogni pecora per nome, ma erano convinti che ognuna conoscesse il proprio nome e rispondesse quando veniva chiamata.” (Bruce)
iii. “In questo Vangelo, Gesù chiama le seguenti ‘pecore’ per nome: Filippo, Maria Maddalena, Tommaso e Simon Pietro; e in ogni occasione la Sua chiamata corrisponde ad un punto di svolta nella vita di ciascun discepolo.” (Tasker)
iv. E le conduce fuori: “Era consuetudine nelle regioni orientali che il pastore camminasse davanti al proprio gregge e che le pecore lo seguissero per i vari pascoli.” (Clarke)
c. Perché conoscono la sua voce: Negli ovili comuni dell’antichità, ogni pastore chiamava le proprie pecore usando un richiamo particolare, ed esse, separandosi dalle altre, lo seguivano fuori dall’ovile. Le pecore sono esperte nel discernere la voce del proprio pastore.
i. “Si narra che un viaggiatore scozzese volle scambiare i propri abiti con un pastore di Gerusalemme per provare a farsi seguire dalle pecore: queste però continuarono a seguire la voce del loro pastore e non i suoi abiti.” (Dods)
ii. Durante la Prima Guerra Mondiale, alcuni soldati cercarono di rubare un gregge di pecore che pascolava su una collina vicino Gerusalemme. Il pastore, addormentato, si svegliò e vide che il suo gregge veniva condotto via. Sapeva che non sarebbe mai riuscito a riprendersi le pecore con la forza, così usò il proprio richiamo particolare. Le pecore lo ascoltarono e ritornarono al legittimo proprietario. I soldati non riuscirono a impedire alle pecore di tornare, attratte dalla voce del loro pastore!
d. Questa similitudine disse loro Gesù: Questa è un’illustrazione sia dell’opera di Gesù tra le Sue pecore che di quello su cui dovrebbero concentrarsi coloro che vogliono servire nel gregge di Gesù. Adam Clarke descrive sei elementi che contraddistinguono un ministro di Dio vero e legittimo e che troviamo nei primi sei versetti di Giovanni 10. Egli:
·Entra a far parte del ministero nel modo corretto.
·Vede che lo Spirito Santo, come il portinaio, gli apre la via che conduce alle pecore di Dio.
·Vede che le pecore rispondono alla sua voce sia negli insegnamenti che nella leadership.
·Ha buona familiarità col proprio gregge.
·Guida il gregge, non lo spinge con forza verso una direzione né lo signoreggia.
·Cammina davanti alle pecore dando l’esempio.
3. (7-10) Il vero pastore protegge e supporta la vita; i falsi pastori la tolgono.
Perciò Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti quelli che sono venuti prima di me sono stati ladri e briganti, ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta; se uno entra per mezzo di me, sarà salvato; entrerà, uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; ma io sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
a. Io sono la porta delle pecore: Gesù fece uso di un’ulteriore similitudine appartenente alla pastorizia ovina del tempo. Nei campi dedicati al pascolo, gli ovili avevano un solo ingresso, la cui porta era il pastore stesso. Egli si distendeva lungo la soglia per impedire alle pecore di uscire e ai lupi di entrare. Il pastore fungeva proprio da porta.
i. “Queste parole furono pronunciate soprattutto per l’uomo scomunicato, e trasmettevano la certezza che, anziché essere emarginato per il suo attaccamento a Gesù, aveva ottenuto l’accesso alla comunione con Dio e con tutti gli uomini retti.” (Dods)
b. Tutti quelli che sono venuti prima di me, sono stati ladri e briganti: Ladro indica inganno e frode; brigante invece violenza e distruzione. Questi tolgono la vita, ma Gesù dona la vita e la dona in abbondanza. Questi sono i truffatori e i rapinatori del mondo spirituale.
i. Alford considera “tutti quelli che sono venuti prima” come un’allusione a tutti quei capi religiosi che, in realtà, erano strumenti nelle mani di Satana – proprio come Gesù aveva dichiarato ad alcuni di loro, affermando che il loro padre era in verità il diavolo. “Poiché i farisei sono capi ciechi, sono anche dei pastori illegittimi e rientrano nella categoria di quelli che in Giovanni 10:8 vengono definiti ladri e briganti.” (Tasker)
ii. “Gesù non dice che ‘erano’, bensì che ‘sono’ ladri e briganti. L’enfasi è posta sul presente.” (Morris)
iii. “Manes (che fu dichiarato eretico), sulla base di questo testo, fece una dichiarazione contro Mosè e i profeti, identificandoli tra quelli che erano venuti prima di Cristo. A questo Austin controbatté che Mosè e i profeti non vennero prima di Cristo, bensì con Cristo.” (Trapp)
iv. “Tra kleptes e lestes, il ladro e il brigante, dovrebbe essere fatta una giusta distinzione; l’uno fa uso di astuzia e furtività, l’altro agisce apertamente e con violenza. Non dovrebbe essere difficile trovare dei ministri malvagi che corrispondano ad entrambe le caratteristiche.” (Clarke)
c. Ma le pecore non li hanno ascoltati: Sembra che Gesù dicesse che le Sue pecore sono ben distinte, perché non ascoltano (seguono) la voce dei ladri e dei briganti che vengono a rubarle.
i. “Indubbiamente esercitavano autorità sul popolo di Dio e li costringevano all’ubbidienza, ma i veri figli di Dio non trovarono nella loro voce niente che li attirasse e li conducesse al pascolo.” (Dods)
d. Sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura: Gesù descrisse così la vita felice e soddisfatta delle Sue pecore, delle quali Egli si prende cura come un pastore.
i. Entrerà e uscirà: “Questa espressione, in pieno stile giudaico, fa riferimento a tutte le azioni della vita di un uomo, e alla libertà che ha di agire o non agire.” (Clarke)
ii. “‘Entrare e uscire’ è una comune espressione veterotestamentaria che denota tutte le attività normali di vita quotidiana. Geremia 37:4, Salmo 121:8, Deuteronomio 28:6.” (Dods)
e. Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza: Questo disse Gesù per mettere in risalto la differenza tra la Sua cura da pastore e l’illegittimità e l’infedeltà dei capi. Questi vengono per rubare, ammazzare e distruggere, ma Gesù viene per portare la vita al Suo popolo.
i. “La parola greca per ‘abbondanza’, perissos, ha un’accezione matematica e in genere denota un surplus… la vita in abbondanza supera ogni prospettiva di vita felice. La nostra felicità si basa sul fatto che Dio rimane lo stesso in ogni situazione d’emergenza ed è capace di sopperire a tutti i nostri bisogni secondo le Sue ricchezze e la Sua gloria in Cristo Gesù.” (Boice)
·Vita in abbondanza non è una vita particolarmente lunga.
·Vita in abbondanza non è una vita facile e agiata.
·Vita in abbondanza è una vita di soddisfazione e contentezza in Gesù.
ii. “La vita è una questione di livelli. Alcuni hanno vita, ma è come la luce tremolante di una candela ormai consumata, una fiammella non così diversa da un lucignolo fumante; altri sono pieni di vita, luminosi ed intensi.” (Spurgeon)
·Una persona con vita in abbondanza ha resistenza.
·Una persona con vita in abbondanza ha più energia.
·Una persona con vita in abbondanza ha una grande sfera di vita.
·Una persona con vita in abbondanza ha l’abilità di fare molte cose.
·Una persona con vita in abbondanza ha un appagamento traboccante.
·Una persona con vita in abbondanza ha ciò che le serve per essere vittoriosa.
iii. Le pecore che hanno ottenuto vita in abbondanza danno onore al pastore e sono il Suo vanto.
4. (11-15) Il buon pastore dà la vita per il gregge.
«Io sono il buon pastore; il buon pastore depone la sua vita per le pecore. Ma il mercenario, che non è pastore e a cui non appartengono le pecore, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge; e il lupo rapisce e disperde le pecore. Or il mercenario fugge, perché è mercenario e non si cura delle pecore. Io sono il buon pastore, e conosco le mie pecore e le mie conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e depongo la mia vita per le pecore».
a. Io sono il buon pastore: Gesù fu tanto chiaro da rendere inequivocabile il significato delle Sue parole. Egli incarna l’ideale della cura da pastore per il popolo di Dio, così come mostrato nell’Antico Testamento e in quella cultura.
i. Gesù si proclamò “IL BUON PASTORE – il grande antagonista del brigante. Egli è il modello e il capo di tutti i buoni pastori, come il brigante lo è di tutti i ladri: il Messia, nel più conosciuto e più amorevole dei suoi uffizi.” (Alford)
ii. Ciò che Gesù descriveva come buon pastore è in realtà un pastore eccezionale. I pastori affronterebbero molti rischi per salvaguardare le proprie pecore, ma è abbastanza raro trovarne uno disposto a morire per loro.
iii. “In latino la parola per denaro è simile a quella per ‘pecora’, perché, per molti dei primi romani, la lana era la loro ricchezza, e le loro greggi il loro patrimonio. Il Signore Gesù è il nostro Pastore: noi siamo la Sua ricchezza.” (Spurgeon)
iv. Dà la sua vita per le pecore: “Anche in questo momento, Egli dà la sua vita. Egli continua a donare per noi la vita che è in Cristo Gesù uomo. Egli vive per noi e, perché Egli vive, viviamo anche noi. Egli vive per intercedere per noi, vive per farci da rappresentanti in cielo, vive per dirigere la Sua provvidenza in noi.” (Spurgeon)
b. Vede venire il lupo: Si dava per scontato che gli animali selvatici (il lupo) o i banditi (i ladri e briganti menzionati prima) prima o poi avrebbero messo a rischio le pecore. La vera domanda però era: come reagirà il pastore?
i. “Le intenzioni di questo lupo sono le stesse di quelle dei ladri al versetto 10, ed entrambi rappresentano allegoricamente il grande Nemico delle pecore di Cristo.” (Alford)
c. Il buon pastore dà la sua vita per le pecore: Il cattivo pastore (il mercenario) non difende le pecore e pensa che il gregge esista solo per trarne vantaggio, ma il buon pastore vive e muore per il bene delle pecore.
·Il buon pastore si sacrifica per le pecore (dà la sua vita).
·Il buon pastore conosce le sue pecore (conosco le mie pecore). A noi le pecore potrebbero sembrare tutte uguali, ma il pastore conosce le caratteristiche e la personalità di ognuna.
·Il buon pastore viene riconosciuto dalle pecore (e le mie conoscono me).
i. “Esiste una conoscenza reciproca tra Gesù e le Sue pecore. E l’esistenza di questa conoscenza è la prova che Egli è il Pastore.” (Dods)
ii. Un pastore fedele, come sotto-pastore, mostrerà le stesse caratteristiche del Buon Pastore. Si sacrifica per le pecore, le conosce e viene da loro riconosciuto. È un pastore, non un mercenario che non si cura delle pecore. Non sarà mai in grado di manifestare queste caratteristiche pienamente come Gesù, ma a questo dovrebbero tendere il suo cuore e i suoi propositi.
iii. “Quante persone dovremmo temere come potenziali mercenari, perché, quando vedono la falsa dottrina e gli errori diffondersi, non vi si oppongono! Sono disposti a sopportare ogni cosa per quieto vivere.” (Spurgeon)
iv. Il titolo di pastore nell’ambito della chiesa traduce la stessa parola greca usata qui per pastore. È un titolo che bisogna guadagnarsi correttamente; non viene garantito facilmente né si dà per scontato.
d. Come il Padre mi conosce e io conosco il Padre: L’opera di Gesù quale Buon Pastore è radicata nella Sua relazione intima con il Suo Dio e Padre.
5. (16) Gesù parla di altre pecore.
«Io ho anche delle altre pecore che non sono di quest’ovile; anche quelle io devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge e un solo pastore».
a. Io ho anche delle altre pecore che non sono di quest’ovile: Queste altre pecore sono i credenti Gentili, che non appartengono all’ovile d’Israele. Gesù disse di dover raccogliere anche queste pecore, le quali ascolteranno la Sua voce.
i. “Non credete che io deporrò la mia vita solo ed esclusivamente per i Giudei; no, morirò anche per i Gentili, poiché per la grazia, il piano misericordioso e il proposito amorevole di Dio, devo gustare la morte per tutti gli uomini, Ebrei 2:9. Nonostante ora non appartengano a quest’ovile, coloro che crederanno saranno uniti ai Giudei credenti e saranno resi un solo ovile guidato da un solo pastore, Efesini 2:13-17.” (Clarke)
b. Vi sarà un solo gregge: Un ovile denota una porzione di gregge situata all’interno di un edificio o di un recinto. Un pastore potrebbe separare le pecore in gruppi diversi per potersi meglio prendere cura di loro. C’è un solo gregge e un solo pastore, ma Gesù chiama le Sue pecore da più di un ovile (gruppo o organizzazione di persone).
i. “Non viene detto nulla sull’unità dell’organizzazione. Ci possono essere diversi ovili, ma pur sempre un solo gregge.” (Dods)
ii. “Che cosa avrebbe tenuto unito un gregge così vasto e avrebbe fornito la protezione necessaria dai nemici esterni? Certamente non il recinto costruito per mezzo della persona e la potenza del pastore. L’unità e la sicurezza del popolo di Cristo dipendono dalla loro vicinanza a Lui.” (Bruce)
iii. “L’unità non proviene dal fatto che tutte le pecore sono costrette a rimanere in unico ovile, bensì dal fatto che ascoltano, rispondono ed obbediscono ad un solo pastore. Non si tratta di unità ecclesiastica, bensì di un’unità di lealtà a Gesù Cristo.” (Barclay)
iv. “Tutti coloro che sono uno con Cristo hanno un grande senso della famiglia e un attaccamento maggiore al gruppo, di cui non possono fare a meno. Mi è capitato di leggere un libro che con molta grazia mi ha avvicinato a Dio. Sebbene io non sia d’accordo con la maggior parte delle opinioni dell’autore, non mi sono rifiutato di ricevere edificazione da lui su quei punti che il Signore gli aveva chiaramente rivelato. No, anzi ho ringraziato il Signore che, tra tante assurdità, l’autore fosse a conoscenza di molte verità preziose e vitali e che vivesse attaccato al Signore.” (Spurgeon)
v. Girolamo, traduttore della versione Vulgata della Bibbia, commise un errore nella traduzione di questo versetto, scrivendo un ovile al posto di un gregge. La sua errata interpretazione è alla base della dottrina cattolica di esclusività.
vi. “Nella versione di Girolamo, Gesù sembra dichiarare l’esistenza di una sola organizzazione, da cui derivò l’ovvia conclusione che non potesse esserci salvezza al di fuori dell’istituzione formale della Chiesa di Roma. Tale deduzione divenne insegnamento ufficiale del cattolicesimo.” (Boice)
6. (17-18) Gesù dichiara di avere potere sulla vita e sulla morte.
«Per questo mi ama il Padre, perché io depongo la mia vita per prenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me stesso; io ho il potere di deporla e il potere di prenderla di nuovo; questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
a. Per questo mi ama il Padre: Dio Padre vide la bellezza di carattere e di abnegazione di Dio Figlio, e per questo Lo amò ancora di più.
b. Per riprenderla di nuovo…. ho il potere di prenderla di nuovo: In un certo senso, possiamo dire che Gesù “abbia risuscitato sé stesso” dai morti. Aveva il potere di deporre la propria vita e quello di riprendersela.
i. “Quando un uomo muore, non fa altro che risarcire ‘il debito della natura’. Se invece muore per un amico, non fa altro che risanare quel debito leggermente in anticipo. Al contrario, il Cristo era immortale e non doveva morire per risarcire il debito, ma sottopose sé stesso ai vincoli del patto in modo da soffrire per le proprie pecore.” (Spurgeon)
ii. Chiunque può deporre la propria vita; solo Gesù però può riprendersela. Il fatto che il Figlio di Dio ha il potere di riprendersi la propria vita è prova della Sua relazione unica con il Padre.
iii. Non ci sorprende che la Torre di Guardia (i Testimoni di Geova) neghi che Gesù avesse il potere di riprendersi la vita. Molti altri (come i moderni insegnanti del movimento della parola della fede, tra cui Kenneth Copeland, Kenneth Hagin e Fred Price) insegnano che Gesù soffrì all’inferno come una vittima e fu salvato solo grazie all’intervento di Dio Padre – in altre parole, Gesù non aveva il potere di prenderla di nuovo.
c. Questo è il comando ho ricevuto dal Padre mio: Gesù decise volontariamente di morire, ma tale decisione non è da considerarsi assolutamente come una sorta di suicidio indiretto. Faceva parte del piano sottomettersi alla morte e sottrarsi ad essa vivente e vittorioso, secondo il comando ricevuto da Dio Padre.
7. (19-21) Gesù viene accusato di essere indemoniato e fuori di sé.
Allora sorse di nuovo una divisione tra i Giudei per queste parole. E molti di loro dicevano: «Egli ha un demone ed è fuori di sé; perché lo ascoltate?». Altri dicevano: «Queste non sono parole di un indemoniato; può un demone aprire gli occhi ai ciechi?».
a. Allora sorse di nuovo una divisione tra i Giudei per queste parole: Ancora una volta Gesù funge da linea di divisione tra gli uomini. L’umanità si divide tra coloro che Lo accettano e coloro che Lo respingono.
b. Egli ha un demone ed è fuori di sé: Le dichiarazioni di Gesù su sé stesso erano tanto radicali da portare le persone a sviluppare opinioni contrastanti su di Lui: alcuni credevano che Gesù fosse chi diceva di essere; altri credevano che chiunque dichiarasse di essere Dio, come aveva fatto Gesù, o doveva avere un demone o doveva essere fuori di sé.
i. William Barclay scrisse giustamente: “O Gesù era un pazzo megalomane, o era il Figlio di Dio”. Sulla base di quello che sappiamo di Gesù, è giusto dire che fosse pazzo?
·Le parole di Gesù non erano quelle di un pazzo, ma mostravano una sanità mentale fuori dal comune.
·Le azioni di Gesù non erano quelle di un megalomane, ma erano completamente altruiste.
·L’effetto di Gesù non fu quello di un pazzo, ma fu quello di trasformare in meglio la vita di milioni di persone.
ii. “C’era da stupirsi che i cieli non si agitassero, la terra non si sciogliesse e l’inferno non si spalancasse all’udire quelle orribili bestemmie.” (Trapp)
iii. “E cosa aveva fatto per meritarsi tutto questo? Istruiva gli ignoranti e dichiarava a dei miserabili che sarebbe morto per salvare le loro anime! Quant’è grande l’amore di Dio, e quanto sono ingrati e ostinati gli uomini!” (Barclay)
c. Queste non sono parole di un indemoniato; può un demone aprire gli occhi ai ciechi? Le opere miracolose, come aprire gli occhi ai ciechi, possono essere una valida testimonianza, ma solo se accompagnate dalla fedeltà alla parola di Dio. Queste persone facevano bene a guardare sia alle opere che alle parole di Gesù.
B. Gesù alla Festa della Dedicazione.
1. (22-23) La Festa della Dedicazione in inverno.
Si celebrava allora a Gerusalemme la festa della Dedicazione, ed era inverno. E Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone.
a. La festa della Dedicazione: Con questa festa (nota anche con il nome di Hanukkah) si celebrava la purificazione e la riconsacrazione del tempio, dopo che Antioco Epifane, re di Siria (nel 164 o 165 a.C.), l’aveva profanato per tre anni.
i. Dopo aver attaccato Gerusalemme, Antioco diede inizio a un regno di terrore sui Giudei della città. Barclay nota che:
·Antioco rubò milioni in oro e argento dalla tesoreria del tempio.
·Antioco dichiarò che possedere una copia della legge era punibile con la morte.
·Antioco dichiarò che circoncidere un infante era altrettanto punibile con la morte.
·Durante il governo di Antioco, le madri che circoncidevano i propri figli dovevano essere crocifisse con i loro bambini appesi al collo.
·Durante il governo di Antioco il tempio fu adibito a luogo di prostituzione.
·Durante il governo di Antioco il grande altare degli olocausti fu trasformato in un altare al dio greco Zeus.
·Durante il governo di Antioco sul grande altare venivano sacrificati maiali.
·Durante il governo di Antioco furono uccisi 80.000 Giudei e altrettanti furono venduti come schiavi.
ii. L’avvento dei Maccabei mise fine a quegli orrori. “Si diceva che, quando fu purificato il Tempio e fu riacceso il candelabro a sette braccia, si trovò solo una piccola ampolla di olio che non fosse stato contaminato. L’ampolla era ancora intatta, e portava il sigillo dell’anello del Sommo Sacerdote. In circostanze normali, l’olio in quell’ampolla sarebbe stato sufficiente a tenere acceso il candelabro per un solo giorno, ma per miracolo durò otto giorni, finché non fu preparato dell’olio nuovo secondo la formula stabilita e fu consacrato per l’uso nel tempio.” (Barclay)
iii. Ed era inverno: “Oppure, era tempestoso o piovoso.” (Clarke) “Con ogni probabilità significa che c’era ‘una tempesta’ o ‘un vento tempestoso’.” (Trench)
b. Gesù passeggiava nel tempio: Ecco un altro scontro tra Gesù e i capi religiosi nei cortili del tempio, anche se non sembra che Gesù stesse insegnando quando ebbe inizio il confronto.
i. Il portico di Salomone: “Il colonnato di Salomone era il nome dato al portico che correva lungo il lato orientale del cortile esterno del tempio di Erode. Ne viene fatta menzione negli Atti degli Apostoli, quando Pietro si rivolse alle folle che si erano accalcate alla porta del tempio detta “Bella” per vedere lo zoppo che era stato guarito. Viene anche menzionato come il luogo in cui i credenti di Gerusalemme si riunivano regolarmente per testimoniare pubblicamente che Gesù era il Cristo (Atti 3:11; 5:12).” (Bruce)
ii. “Sembra che fosse una struttura molto vecchia, che si pensava facesse parte dei resti del tempio di Salomone, anche se non c’erano prove a sostegno di questa tesi.” (Morris)
2. (24-25) Gesù risponde alla domanda ostile dei capi religiosi.
Lo circondarono dunque i Giudei e gli dissero: «Fino a quando ci terrai con l’animo sospeso? Se tu sei il Cristo, diccelo apertamente». Gesù rispose loro: «Io ve l’ho detto, ma voi non credete; le opere che faccio nel nome del Padre mio, sono quelle che testimoniano di me».
a. Lo circondarono dunque i Giudei: Non viene specificato che Gesù stava insegnando, ma semplicemente che passeggiava nel tempio (Giovanni 10:23), come se gli avessero teso un’imboscata mentre camminava.
i. “I Giudei ‘lo accerchiarono’, impedendogli con fare ostile di allontanarsi.” (Dods)
b. Fino a quando ci terrai con l’animo sospeso? Se tu sei il Cristo, diccelo apertamente: I capi religiosi (ancora una volta descritti come i Giudei) si rifiutarono di ascoltarlo o di credere in Lui, anzi avevano tutta l’intenzione di incolpare Gesù per la loro incredulità (Fino a quando ci terrai con l’animo sospeso?).
i. Sarebbe come dire ad un vigile urbano di mettere un cartello con il limite di velocità ogni 100 metri – solo allora le persone lo rispetteranno.
ii. “I Giudei posero la domanda con estrema perfidia: cercavano di indurre Gesù a dichiararsi re dei Giudei per avere di che accusarlo davanti al governatore romano. Per questa ragione, in maniera sfrontata insinuavano che tutte le prove che aveva dato loro circa la Sua missione divina fino a quel momento non valevano nulla.” (Clarke)
c. Io ve l’ho detto, ma voi non credete: Gesù non sempre proclamava apertamente ai Giudei di essere il Cristo, il Messia, perché era un titolo che portava con sé implicazioni politiche e persino militari, che Gesù preferiva evitare. Ciononostante, Gesù poteva comunque affermare che molte volte ve l’ho detto, ma voi non credete.
·Ve l’ho detto, Io sono Colui che è disceso dal Cielo (Giovanni 3:13, 6:38).
·Ve l’ho detto, chiunque crede in Me ha vita eterna (Giovanni 3:15).
·Ve l’ho detto, Io sono l’unico Figlio di Dio (Giovanni 5:19-23).
·Ve l’ho detto, Io giudicherò tutta l’umanità (Giovanni 5:19-23).
·Ve l’ho detto, tutti devono onorare il Figlio, proprio come onorano il Padre (Giovanni 5:19-23).
·Ve l’ho detto, tutte le Scritture ebraiche parlano di Me (Giovanni 5:39).
·Ve l’ho detto, Io rivelo perfettamente Dio Padre (Giovanni 7:28-29).
·Ve l’ho detto, Io compiaccio sempre Dio e non pecco mai (Giovanni 8:29, 8:46).
·Ve l’ho detto, Io sono stato inviato da Dio in modo unico (Giovanni 8:42).
·Ve l’ho detto, prima che Abramo fosse, Io sono (Giovanni 8:58).
·Ve l’ho detto, Io sono il Figlio dell’Uomo, profetizzato da Daniele (Giovanni 9:37).
·Ve l’ho detto, Io resusciterò me stesso dai morti (Giovanni 10:17-18).
·Ve l’ho detto, Io sono il Pane della Vita (Giovanni 6:48).
·Ve l’ho detto, Io sono la Luce del Mondo (Giovanni 8:12).
·Ve l’ho detto, Io sono la Porta (Giovanni 10:9).
·Ve l’ho detto, Io sono il Buon Pastore (Giovanni 10:11).
i. Il problema di Gesù non era quello di non essere sicuro di chi fosse e da dove venisse. Il problema era piuttosto che i capi religiosi volevano riversare la colpa della propria incredulità su Gesù.
ii. “Notate il Suo ‘voi non credete’: denota un atteggiamento riferito al presente, non ad una condizione passata, e dà indicazione di quale sia la radice del problema.” (Morris)
iii. Gesù si rivelò come Messia in particolar modo a coloro che non appartenevano alla comunità ebraica, come per esempio la donna samaritana in Giovanni 4:1-26. Era meno probabile che questi fraintendessero chi fosse Gesù e che cosa fosse venuto a fare.
d. Le opere che faccio nel nome del Padre mio, sono quelle che testimoniano di me: Con le proprie parole Gesù aveva rivelato loro chi Lui era. Non solo, ma le opere che Gesù compiva erano la dimostrazione che Egli procedeva da Dio e la prova della veridicità della Sua parola.
i. “Queste opere vi dicono chi sono. Sono opere fatte nel nome del Padre mio, cioè Lo rappresentano pienamente. Esse mostrano che tipo di Cristo il Padre vi ha inviato e confermano che Io sono il Cristo.” (Dods)
3. (26-29) Gesù parla esplicitamente ai capi religiosi riguardo alla loro condizione.
«Ma voi non credete, perché non siete delle mie pecore, come vi ho detto. Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti; e nessuno le può rapire dalla mano del Padre mio».
a. Ma voi non credete, perchénon siete delle mie pecore: I capi religiosi pretendevano che Gesù parlasse chiaramente, e in questo caso si rivolse a loro in un modo più chiaro di quanto probabilmente volessero. In precedenza, Gesù aveva detto loro che non erano dei veri pastori (Giovanni 10:5, 10:8, 10:10, 10:12-13); in quest’occasione dice loro che non sono neanche delle vere pecore, perché le pecore del Messia credono e ascoltano la Sua voce.
i. “Non solo non sono affidabili in qualità di pastori del popolo di Dio, ma danno anche dimostrazione di non essere più classificabili tra le pecore che prestano attenzione alla Sua voce.” (Tasker)
ii. “La vostra incredulità è la prova che non siete stati scelti, che non siete stati chiamati dallo Spirito di Dio e che siete ancora nei vostri peccati.” (Spurgeon)
iii. “Chiunque legge senza pregiudizio può facilmente notare che il nostro Signore non insinua affatto che queste persone non fossero in grado di credere, perché Dio glielo aveva reso impossibile; piuttosto, non credevano, semplicemente perché non ascoltavano e non seguivano Cristo, e il discorso stesso del nostro amato Signore è la prova che avrebbero potuto farlo.” (Clarke)
b. Io do loro la vita eterna e non periranno mai: Gesù cominciò un elenco dei benefici e delle benedizioni riservati per le Sue pecore: esse hanno la vita eterna, ricevuta in dono da Gesù. E questa vita eterna comincia da subito, ed è superiore a quella fisica.
i. “Non dovremmo dimenticarci dell’aspetto preponderante qui, ovvero che la vita eterna non ha fine.” (Morris)
ii. “La vita fisica può essere distrutta, ma coloro che sono uniti al Figlio di Dio per mezzo della fede e che appartengono al gregge del vero Pastore non potranno mai perdere la vita vera, in quanto Egli la rende sicura.” (Bruce)
iii. “L’unico modo in cui l’anima viene salvata è dimorando in Cristo; se non dimora in Cristo, è gettata via come un ramoscello ed è lasciata seccare. Sappiamo però che quelli che sono innestati in Cristo dimoreranno in Cristo.” (Spurgeon)
c. Nessuno le rapirà dalla mia mano: Bisogna aspettarsi che il Buon Pastore si prenda buona cura delle proprie pecore. Le pecore sono salve e al sicuro nella mano del Buon Pastore.
d. Nessuno le può rapire dalla mano del Padre mio: Le pecore di Dio saranno al sicuro sia nella mano del Buon Pastore che in quella di Dio Padre. È confortante sapere che le mani che hanno creato il mondo tengono stretto il credente.
i. Il Padre mio […] è più grande di tutti: “Più potente di tutte le energie di uomini e demoni messi insieme. Chi ama Dio deve essere felice, e chi Lo teme non ha nulla da temere in questo lato dell’eternità.” (Clarke)
4. (30-33) Gesù dichiara la Sua unità con il Padre.
«Io e il Padre siamo uno». Perciò i Giudei raccolsero di nuovo delle pietre per lapidarlo. Gesù rispose loro: «Io vi ho fatto vedere molte buone opere da parte del Padre mio; per quali di esse mi lapidate?». I Giudei gli risposero, dicendo: «Noi non ti lapidiamo per nessuna opera buona, ma per bestemmia, e perché tu che sei uomo ti fai Dio».
a. Io e il Padre siamo uno: Si tratta di una dichiarazione importante sulla divinità di Gesù e sulla natura della Trinità. Io e il Padre significa che il Padre e il Figlio non sono la stessa Persona, rifiutando la dottrina dei “solo Gesù” (anticamente nota come Sabellianismo). Siamo uno significa che il Padre e il Figlio sono pari in natura e in essenza, confutando l’insegnamento che nega la deità di Gesù (anticamente nota come Arianesimo).
i. “In primo luogo uno nell’essenza e di conseguenza uno anche nell’azione, nel POTERE e nella volontà.” (Alford)
ii. “Si noti che uno è al genere neutro, non al maschile: il Padre e il Figlio non sono uno in persona, ma in essenza.” (Alford) “Nella frase ‘Io e il Padre siamo uno’, la parola ‘uno’ è neutra e significa un’unica Essenza; non è al maschile, assumendo altrimenti il significato di un’unica Persona.” (Trench)
iii. Gli oppositori della deità di Gesù asseriscono che l’unità di Gesù con il Padre non era altro che un’unità di scopo e di missione – proprio come marito e moglie, o padre e figlio, possono essere uniti nel proposito e nella missione, rimanendo pur sempre persone distinte. Questa supposizione però non tiene in considerazione che la Bibbia, innanzitutto, non insegna mai che il Padre e il Figlio sono la stessa Persona – piuttosto sono un unico Dio, ciascuno con una Persona distinta. In secondo luogo, ignora l’aspetto più ovvio: anche la vera unità di scopo e missione tra marito e moglie o tra padre e figlio esiste, solo perché entrambi sono parimenti e totalmente umani. Il Padre e il Figlio hanno questa unità, perché sono parimenti e totalmente Dio –l’Essere Divino.
iv. Gesù voleva che fossimo uno come Egli e il Padre sono uno (Giovanni 17:11, 17:21). Un’unità del genere non può esistere senza un’uguaglianza in essenza; tutti i credenti la possiedono (Galati 3:26-28), così come la possiedono il Padre e il Figlio.
v. Io vi ho fatto vedere molte buone opere da parte del Padre: “Tutte le Sue opere furono compiute secondo le direttive del Padre (Giovanni 5:19); erano ‘buone opere’ (erge kala, ‘opere meravigliose’) non solo perché erano atti di obbedienza al Padre, ma anche perché erano atti di benedizione agli uomini.” (Bruce)
b. I Giudei raccolsero di nuovo delle pietre per lapidarlo: Il fatto che i capi religiosi considerassero l’affermazione “Io e il Padre siamo uno” una bestemmia prova che le parole di Gesù alludevano a qualcosa di più che ad una semplice unità di scopo e di volontà. Sbagliarono nella propria risposta, ma intesero bene quello che Gesù voleva dire.
i. “L’originale in greco significa che andarono a raccogliere delle pietre per lanciargliele contro.” (Barclay)
ii. È chiaro che avevano perso il confronto. Non potevano trovare nulla nelle parole o nelle azioni di Gesù che dimostrasse che non era il Messia.
iii. “La punizione prevista dalla legge per la bestemmia era la lapidazione (Levitico 24:16), ma questi uomini non stavano permettendo alla legge di fare il suo corso!” (Morris)
iv. “Non potendo controbattere a discussioni sacre con il giusto ragionamento, controbattono duramente con le pietre. Se non puoi distruggere il ragionamento, forse puoi distruggere chi ragiona.” (Spurgeon)
c. Perchétu che sei uomo ti fai Dio: I Giudei del tempo capirono senza ombra di dubbio ciò che i Testimoni di Geova ed altri sembrano non afferrare – che Gesù dichiarò inequivocabilmente di essere Dio.
i. “Egli non si sta ‘facendo Dio’; in realtà non si ‘sta facendo’ proprio niente, ma in parole ed opere si sta mostrando per chi è realmente: il Figlio inviato dal Padre per portare vita e luce all’umanità.” (Bruce)
ii. “Commetteva bestemmia l’uomo che si proclamava Dio. È interessante notare come Gesù non mostrò mai indignazione ogni qual volta veniva accusato di farsi Dio. Eppure, se fosse stato semplicemente un uomo, nessuno avrebbe potuto considerare questo peccato con maggiore avversione.” (Dods)
5. (34-39) Gesù riflette sul Salmo 82 e sulle Sue opere.
Gesù rispose loro: «Non è scritto nella vostra legge: “Io ho detto: Voi siete dèi”? Ora, se essa chiama dèi coloro a cui fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), voi dite che colui, che il Padre ha santificato e ha mandato nel mondo, bestemmia, perché ha detto: “Io sono il Figlio di Dio”? Se non faccio le opere del Padre mio, non credetemi, ma se le faccio, anche se non credete a me, credete almeno alle opere, affinché conosciate e crediate che il Padre è in me e io in lui». Perciò essi cercavano nuovamente di prenderlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
a. Gesù rispose loro: I capi religiosi avevano circondato Gesù (Giovanni 10:24) e tenevano in mano le pietre che avevano raccolto per lapidarlo (Giovanni 10:31). Gesù non si lasciò prendere dal panico e non si diede alla fuga, ma li fermò con la potenza della Sua parola. Rispose loro come un rabbino istruito parlerebbe ad altri rabbini istruiti.
i. “Gesù respinge la loro accusa di bestemmia facendo ricorso ad un passo dalla Scrittura con cui anche loro avevano sicuramente familiarità… la Sua domanda sarebbe stato un tema interessante di dibattito fra rabbini.” (Bruce)
b. Non è scritto nella vostra legge: “Io ho detto: Voi siete dèi”: I giudici del Salmo 82 erano chiamati “dèi”, perché nel loro compito determinavano il destino di altri uomini. Allo stesso modo in Esodo 21:6 e 22:8-9, Dio aveva chiamato i giudici terreni “dèi”.
i. “Il termine leggeviene usato in quest’occasione nella sua più ampia accezione, facendo riferimento a tutto l’Antico Testamento, come [Giovanni] ai capitoli 12:34 e 15:25.” (Alford)
ii. “Avevano il diritto di essere chiamati così, poiché rappresentavano, seppure nelle proprie imperfezioni, la volontà divina per quanto riguardava la loro chiamata ad amministrare la parola di Dio.” (Tasker)
c. Se essa chiama dèi coloro a cui fu rivolta la parola di Dio: Ecco il ragionamento fatto da Gesù: “Se Dio assegnò a questi giudici ingiusti il titolo di ‘dèi’ in relazione alla loro funzione, perché considerate bestemmia che io mi chiami il “Figlio di Dio”, alla luce della testimonianza Mia e delle Mie opere?”
i. “Il ragionamento è dal minore al maggiore. Se per qualche ragione essi potevano essere chiamati dèi, quanto più poteva esserlo Lui!” (Alford)
ii. Gesù non prese l’affermazione “voi siete dèi” nel Salmo 82 per applicarla a tutta l’umanità o a tutti i credenti. L’uso di dèi nel Salmo 82 era una metafora. Gesù usò quella metafora per esporre l’ignoranza e l’incoerenza dei Suoi accusatori.
iii. “Lo scopo principale di questo ragionamento è di mostrare che il concetto di uomo e Dio come uno non era estraneo allo spirito dell’Antico Testamento, anzi lo rappresentava come tipologia e ombra di Colui che era il vero Dio-Uomo.” (Alford)
d. E la Scrittura non può essere annullata: Questa è una regola generale di tutta la Scrittura, ma Gesù l’applicò ad un testo piuttosto enigmatico, in cui il punto essenziale si basava su un’unica parola che Dio usò per rivolgersi ai giudici umani. È una chiara dimostrazione che anche le singole parole della Scrittura sono ispirate e non solo i temi e le idee generali.
i. “Significa che la Scrittura non può essere privata della propria forza, anche quando si cerca di dimostrarne l’erroneità.” (Morris)
ii. “‘La Scrittura non può essere annullata’ o ‘resa vuota’ (Marco 7:13); non può essere messa da parte quando gli insegnamenti diventano scomodi. Quello che è scritto rimane scritto.” (Bruce)
iii. “Da notare è che Gesù non si rifà ad una di quelle dichiarazioni dell’Antico Testamento che possono essere ritenute dei punti chiave, ma cita un piccolo passo ordinario della Scrittura.” (Morris)
iv. La Parola di Dio non può essere frantumata; è la Parola a frantumare chi le si oppone.
e. Colui, che il Padre ha santificato e ha mandato nel mondo: Gesù non poteva parlare di sé stesso in modo più straordinario. Egli è Colui che il Padre ha santificato e Colui che il Padre ha mandato nel mondo.
i. “Mentre i giudici, i legislatori e i profeti dell’antica dispensazione, come evidenziato nel versetto 35, erano coloro ai quali era stata rivolta la parola di Dio, Gesù è Lui Stesso inviato da Dio, la Parola di Dio fatta carne.” (Tasker)
ii. Affinché conosciate e crediate: “Conoscere è l’atto iniziale, credere è lo stato permanente di ciò che viene descritto qui.” (Alford)
f. Essi cercavano nuovamente di prenderlo, ma egli sfuggì dalle loro mani: Ancora una volta, i nemici di Gesù non riuscirono a portare a termine i propri piani contro di Lui.
i. “Uscì da quel cerchio che si stringeva sempre di più intorno a Lui – la potenza che scaturiva da Gesù impediva che Gli mettessero le mani addosso – la stessa potenza che si manifestò nella notte del Suo arresto.” (Trench)
6. (40-42) Gesù attraversa il Giordano e molti credono in Lui.
E se ne andò di nuovo al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava; e si fermò qui. Or molti vennero da lui e dicevano: «Giovanni certamente non fece alcun segno, ma tutto quello che Giovanni disse di costui era vero». E molti in quel luogo credettero in lui.
a. E se ne andò di nuovo al di là del Giordano: Gesù non rimase a Gerusalemme alla mercè dell’ostilità dei capi religiosi. Sapendo di avere poco tempo a disposizione, ma che non era ancora giunta l’ora del Suo arresto e della Sua crocifissione, se ne andò al di là del Giordano.
i. “Perea apparteneva alla giurisdizione di Erode Antipa, dove i capi di Gerusalemme non avevano alcuna autorità. Gesù sarebbe stato al sicuro da ogni molestia, almeno per il momento.” (Tenney)
ii. “Proprio nel luogo in cui Gesù avrebbe dovuto essere accolto, gli uomini cercarono di lapidarlo. Adesso invece, nella disprezzata Perea, gli uomini credettero in Lui.” (Morris)
iii. “Se, mio caro fratello, parlando nel nome di Cristo, ti rendi conto di essere respinto in una certa città, può darsi che lo Spirito ti stia spingendo in un altro luogo da altre persone che ti riceveranno. Ed è possibile che in un luogo dove ci si aspetta di meno tu possa ottenere di più. Laddove Gerusalemme ha solo persecutori, Betabara può avere tanti nuovi convertiti.” (Spurgeon)
iv. “Si preparava sempre ad incontrare me incontrando prima Dio. Ecco perché si ritirò dall’altra parte del Giordano. Non stava scappando: si preparava per la battaglia finale.” (Barclay)
b. Giovanni certamente non fece alcun segno: È interessante e significativo che, per quanto fosse notevole il ministero di Giovanni Battista, era risaputo che non aveva compiuto alcun miracolo. Eppure, tutto quello che aveva detto su Gesù era vero (tutto quello che Giovanni disse di costui era vero).
i. “‘E continuavano a dire (fecero intendere): “Giovanni (particolarmente enfatico nel greco) non fece alcun segno”’, volendo significare che Gesù al contrario ne fece molti.” (Trench)
ii. Ciò ci dà indicazione di dove avvengono normalmente i miracoli nella vita cristiana.
·Giovanni non fece miracoli, ma aveva una grande integrità morale.
·Giovanni non fece miracoli, ma aveva un’opera speciale da compiere.
·Giovanni non fece miracoli, ma ebbe un’influenza profonda e duratura.
·Giovanni non fece miracoli, ma ottenne somma lode da Gesù.
iii. “Siamo così inclini a pensare che un servizio speciale sia concesso solo a persone speciali e che i grandi compiti non siano per la gente comune, ma solo per quelli che hanno doni miracolosi.” (Morrison)
c. Molti vennero da lui […]molti credettero in lui: Gesù subiva ancora grande opposizione da parte dei capi religiosi di Gerusalemme, i quali stavano per sferrare il colpo finale. Ciononostante, molte persone continuavano ad andare a Gesù. L’operato di Dio continuava, nonostante l’opposizione dell’uomo.
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