Luca 12 – Carattere dei Seguaci di Gesù
A. L’atteggiamento di coloro che affrontano la persecuzione.
1. (1-3) Avvertimento contro l’ipocrisia.
Nel frattempo, essendosi radunata la folla a migliaia, così da calpestarsi gli uni gli altri, Gesù prese a dire ai suoi discepoli: «Prima di ogni cosa guardatevi dal lievito dei farisei, che è ipocrisia. Ma non vi è nulla di nascosto che non debba essere palesato, né di occulto che non debba essere conosciuto. Perciò tutto quello che avete detto nelle tenebre sarà udito nella luce; e ciò che avete detto all’orecchio nelle stanze interne, sarà predicato sui tetti delle case».
a. Essendosi radunata la folla a migliaia: Mentre Gesù continuava a dirigersi verso Gerusalemme, vaste moltitudini venivano ad ascoltarlo. La folla era così grande che alcuni rimasero feriti (così da calpestarsi gli uni gli altri).
b. Guardatevi dal lievito dei farisei, che è ipocrisia: Gesù lo disse principalmente ai Suoi discepoli (prese a dire ai suoi discepoli), mettendoli in guardia dal grande pericolo dell’ipocrisia, paragonandola al lievito.
i. L’ipocrisia è come il lievito, nel senso che ne basta un po’ per influenzare una grande quantità. Un po’ di ipocrisia è come un po’ di arsenico. Alla luce della loro enorme popolarità, era particolarmente importante che i discepoli ricordassero queste cose. La tentazione dell’ipocrisia è spesso più forte per coloro che godono di un certo successo esteriore.
ii. “Tale è l’ipocrisia, che come il lievito: 1. si diffonde; 2. si gonfia; 3. inacidisce la farina”. (Trapp)
iii. Alcuni pensano che l’unico modo per evitare di essere un ipocrita sia quello di non aspirare mai a uno standard più alto. Questo però è pericoloso sia per noi stessi che per la società. Dovremmo invece aspirare a uno standard elevato, avendo sempre l’onestà di riconoscere le nostre difficoltà nel raggiungerlo.
c. Ma non vi è nulla di nascosto che non debba essere palesato, né di occulto che non debba essere conosciuto: L’arte degli ipocriti si basa sulla dissimulazione, ma un giorno tutto sarà rivelato. Possiamo essere ipocriti solo davanti agli uomini, ma mai davanti a Dio. Egli vede attraverso la maschera dell’attore.
i. Nel 1985, un evangelista e predicatore conosciuto a livello nazionale scrisse un libro che condannava il peccato in America, soprattutto il peccato sessuale e la pornografia. Poco tempo dopo, confessò in lacrime anni di coinvolgimento in questi stessi peccati, giurando di essersi ravveduto – ma fu arrestato di nuovo per crimini simili pochi anni dopo. La sua ipocrisia può aver sorpreso molte persone, ma non Dio. Dio lo aveva sempre saputo.
2. (4-5) Non temete la persecuzione.
«Or dico a voi, amici miei, non temete coloro che uccidono il corpo, ma dopo questo non possono far niente di più. Io vi mostrerò chi dovete temere: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna; sì, vi dico, temete lui».
a. Or dico a voi, amici miei: È difficile sapere se Gesù disse questo ai Suoi discepoli (come in Luca 12:1-3) o alla folla. Dato il contesto, è probabilmente meglio pensare che Gesù stesse parlando ai Suoi discepoli, facendosi però udire chiaramente della folla.
i. Il collegamento con le Sue parole precedenti potrebbe indicare che, poiché gli ipocriti disprezzeranno sempre i fedeli, i seguaci di Gesù devono essere pronti ad affrontare la persecuzione.
b. Non temete coloro che uccidono il corpo: Mentre Gesù parlava ai Suoi discepoli del martirio e della persecuzione, sapeva che tutti loro, ad eccezione di Giovanni, sarebbero morti da martiri per Lui. Era consapevole anche della Sua imminente sofferenza.
i. Data la recente ondata di opposizione nei confronti di Gesù (Luca 11:53-54), è ragionevole pensare che i discepoli sentissero lo stress e l’ansia crescenti che precedevano la crocifissione. Avevano bisogno di ottenere la stessa pace di Gesù e di mettere la paura in prospettiva.
c. Ma dopo questo non possono far niente di più: Tutto ciò che i persecutori possono fare è uccidere, mentre è Dio ad avere l’ultima parola sulla vita e sulla morte del credente. Pertanto, non dovremmo temere i nostri persecutori, ma avere un sano rispetto verso Dio che ci spinge ad obbedire a Lui più che a qualsiasi uomo.
i. “Un uomo non ha che una vita da perdere e un’anima da salvare; è follia sacrificare la salvezza dell’anima per preservare la vita.” (Clarke)
d. Temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna: Geenna deriva dalle parole Valle di Hinnom, situata a sud e a ovest di Gerusalemme. Nell’Antico Testamento era un luogo dove venivano sacrificati i bambini a Molek (2 Cronache 28:3, Geremia 7:30-31, 19:1-6, 32:35). Il re riformatore Giosia fece cessare i sacrifici di bambini nella Valle di Hinnom (2 Re 23:10) e questa divenne una discarica, un fetore con fuochi continuamente accesi. Ai tempi di Gesù veniva associata alla punizione eterna e ardente, quella che in altri passi è chiamata stagno di fuoco (Apocalisse 19:20, 20:10-15).
e. Sì, vi dico, temete lui: Ci sono letteralmente milioni di esempi di persone che sono state forti per Gesù nella persecuzione, di coloro che hanno onorato Dio piuttosto che l’uomo. Di seguito riportiamo la storia particolare di un inglese di nome Rowland Taylor.
i. In un libro stampato per la prima volta nel 1890, John Ryle descrive la morte di Rowland Taylor, giustiziato in Inghilterra perché credeva che i preti potessero sposarsi e che il pane e il vino della comunione non diventassero letteralmente il corpo e il sangue di Gesù.
ii. L’ultimo giorno del gennaio 1555, Taylor fu fatto comparire con altri due davanti al vescovo di Winchester, che lo accusò di eresia e di dividere la chiesa. Quando rifiutarono di rivedere la propria posizione, furono condannati a morte. Al che, risposero al vescovo: “Sappiamo che Dio, il giusto giudice, ridomanderà il nostro sangue sparso per mano vostra, e il più orgoglioso di tutti voi si pentirà di aver ricevuto nuovamente l’Anticristo e della tirannia che ora mostrate contro il gregge di Cristo”.
iii. Il 4 febbraio Taylor fu estromesso dal sacerdozio e quella sera la moglie e il figlio poterono cenare con lui. Dopo cena se ne andarono, con molto dolore e lacrime. Il giorno seguente, fu condotto a Hadleigh per essere giustiziato, in modo da essere bruciato nella città dove aveva servito come pastore e di fronte alla sua congregazione.
iv. Quando lasciarono la prigione di Londra la mattina del 5 febbraio, era ancora buio. La moglie di Taylor sospettava che potesse essere trasferito quella mattina, così aspettò con le sue due figlie fuori dalla prigione. Quando lei lo chiamò, lo sceriffo le permise di venire con le sue figlie per un ultimo incontro con il marito. Rowland Taylor prese in braccio la sua piccola figlia Mary, mentre Elizabeth si inginocchiò con lui e disse il Padre Nostro. Pregarono insieme, poi si baciarono e si abbracciarono, e Taylor disse a sua moglie “Addio, mia cara moglie: stai serena, perché la mia coscienza è tranquilla. Dio susciterà un padre per i miei figli”. Baciò la figlia Mary e disse: “Dio ti benedica e faccia di te la sua serva”; e, baciando Elizabeth, disse: “Dio ti benedica. Prego che siate tutti forti e saldi in Cristo e nella Sua Parola”. Mentre veniva condotto via, sua moglie gridò: “Dio sia con te, caro Rowland: Con la grazia di Dio, ci incontreremo a Hadleigh”.
v. Il viaggio da Londra a Hadleigh durò diversi giorni, durante i quali Rowland Taylor fu gioioso e allegro, come se stesse andando a un banchetto o a una festa. Arrivarono a Hadleigh il 9 febbraio 1555. Quando erano ancora a tre chilometri dalla città, Taylor saltò giù dal suo cavallo e iniziò a camminare, a camminare velocemente, quasi come se stesse ballando. Lo sceriffo gli chiese come si sentisse ed egli rispose: “Dio sia lodato, buon sceriffo, non sono mai stato meglio; perché ora so di essere quasi a casa… alla casa del Padre mio… O buon Dio, Ti ringrazio! Vedrò ancora una volta, prima di morire, il mio gregge che Tu, Signore, sai che ho amato con tutto il cuore e che ho istruito in tutta sincerità. Signore, benedicili e tienili saldi nella Tua Parola, nella Tua verità”.
vi. Giunti a Hadleigh, gli misero un cappuccio sulla testa e arrivarono su un ponte. Ai piedi del ponte c’era un povero uomo con cinque figli, che gridò: “O caro padre e buon pastore, dottor Taylor, Dio ti aiuti, come tu hai aiutato molte volte me e i miei poveri figli”. Le strade erano affollate da entrambi i lati da persone che volevano vederlo; quando videro che veniva condotto a morte, gridarono e piansero con tutte le loro forze. La gente gridava: “Ah, buon Dio, ecco che ci lascia il nostro buon pastore, che così fedelmente ci ha insegnato, così paternamente si è preso cura di noi e in santità ci ha governato. O Dio misericordioso! Cosa faremo noi poveri agnelli dispersi? Che cosa verrà da questo mondo malvagio? Signore Dio, donagli forza e consolazione!”. Taylor rispose: “Vi ho predicato la Parola e la verità di Dio, e sono qui oggi a suggellarla con il mio sangue”.
vii. Quando giunsero nella piazza della città, egli sentì una grande moltitudine e chiese dove fosse. Quando gli dissero che era nel luogo in cui sarebbe stato giustiziato, disse: “Grazie a Dio, sono a casa”, togliendosi il cappuccio dalla testa. Quando la gente vide il suo volto, ci fu un’esplosione di emozione. In lacrime gridarono: “Dio ti salvi, caro dottor Taylor! Gesù Cristo ti fortifichi; lo Spirito Santo ti conforti” e molte altre cose simili. Taylor voleva parlare alla gente un’ultima volta, ma non appena aprì la bocca, una guardia gli puntò una lancia sulla bocca aperta e lo fece smettere.
viii. Cominciò a dare via i suoi vestiti – prima gli stivali, poi il cappotto e la giacca, finché non gli rimasero che i pantaloni e la camicia. Allora gridò a gran voce: “Brava gente, non vi ho insegnato nient’altro che la Santa Parola di Dio e quelle lezioni che ho preso dal Libro benedetto di Dio, la Sacra Bibbia; sono venuto qui oggi per suggellarla con il mio sangue”. In quel momento, però, una delle guardie lo bastonò sulla testa e disse: “Secondo te questo vuol dire mantenere promessa di silenzio, eretico?” Allora, vedendo che non poteva parlare, si inginocchiò a pregare. Una povera donna venne a inginocchiarsi accanto a lui e a pregare; le guardie cercarono di spingerla via, ma non se ne andò.
ix. Quando ebbe pregato, si avvicinò al palo a cui sarebbe stato legato e lo baciò. Entrò in una botte e rimase con le mani giunte in preghiera e gli occhi verso il cielo mentre lo legavano al palo. Dopo alcuni ritardi agonizzanti, finalmente accesero il fuoco e Rowland Taylor pregò ad alta voce: “Padre misericordioso del cielo, per amore di Gesù Cristo, mio Salvatore, ricevi la mia anima nelle Tue mani”. Poi rimase perfettamente immobile mentre le fiamme divampavano intorno a lui, senza piangere o muoversi, finché una guardia lo colpì alla testa e il cervello gli fuoriuscì, e il suo cadavere cadde nel fuoco. Fu lasciato un cartello che diceva semplicemente: 1555: Il dottor Taylor, nel difendere ciò che era buono, in questo luogo versò il suo sangue.
3. (6-7) Siate consapevoli del vostro grande valore per Dio.
«Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure neanche uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anzi, persino i capelli del vostro capo sono tutti contati; non temete dunque, voi valete più di molti passeri».
a. Neanche uno di essi è dimenticato davanti a Dio: Se Dio si ricorda dei passeri, non si dimenticherà di te; perciò, non perderti d’animo. Ci sono poche cose peggiori della sensazione di essere dimenticati; Gesù assicura a ogni credente che la sua vita è preziosa e ricordata davanti a Dio.
i. Prima di lasciare Londra per essere giustiziato, Rowland Taylor scrisse i suoi ultimi pensieri in un libro e li presentò a suo figlio: “Dico a mia moglie e ai miei figli: il Signore vi ha dato a me e il Signore mi toglie da voi e voi da me; sia benedetto il nome del Signore! Sono convinto che coloro che muoiono nel Signore sono benedetti. Dio si preoccupa dei passeri e dei capelli del nostro capo. Egli è sempre stato più fedele e favorevole di qualsiasi padre o marito. Confidate dunque in Lui per mezzo dei meriti di Cristo, nostro caro Salvatore. Credete, amate, temete e obbedite a Lui; pregatelo, perché ha promesso di aiutarvi. Non consideratemi morto, perché certamente vivrò e non morirò mai. Io vi precedo e voi mi seguirete nella nostra dimora eterna”.
b. Persino i capelli del vostro capo sono tutti contati: Si dice che una persona dai capelli rossi abbia circa 90.000 capelli; una persona dai capelli scuri, circa 120.000; una bionda, circa 145.000. Eppure, Dio sa esattamente quanti capelli hai; se sa questo di te, conosce anche tutte le cose importanti.
c. Voi valete più di molti passeri: Coloro che sono perseguitati sono tentati di credere di non valere nulla e che nessuno si preoccupi di loro. Eppure, ognuno di loro è prezioso per il Dio amorevole nei cieli.
i. Matteo 10:29 dice era possibile comprare due passeri per una moneta di rame. Qui scopriamo che cinque passeri costavano due monete di rame, a indicare che veniva applicato uno sconto quando se ne compravano di più: si passava da 0,5 a 0,4 monete di rame per passero.
4. (8-10) L’importanza di una buona confessione.
«Or io vi dico: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio. Ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. E chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo sarà perdonato, ma chi bestemmierà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato».
a. Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio: Gesù conforta coloro che sono fedeli, spiegando che il cristiano che soffre riceverà, come ricompensa, fedeltà e onore davanti al trono di Dio (intendendo che gli angeli di Dio circondano il Suo trono).
i. Tra i primi cristiani, i confessori ricevevano un onore speciale. Erano coloro che sopportavano le sofferenze per Gesù, ma venivano risparmiati dalla morte.
b. Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio: Così come c’è una ricompensa onorevole per i fedeli, c’è una pena terribile per gli infedeli. Saranno rinnegati e disonorati davanti al trono di Dio.
i. Gesù non dice: “Chi mi rinnegherà nel cuore” o “Chi mi rinnegherà nella mente”, bensì: “Chi mi rinnegherà davanti agli uomini”. Dichiarare pubblicamente la propria fedeltà a Gesù ha un’importanza reale e fondamentale. Per molti, si tratta della cosa più difficile in assoluto, solitamente a causa della paura dell’uomo, proprio la cosa da cui Gesù ci ha messo in guardia nei versetti precedenti (Luca 12:4-7).
ii. Confessare o rinnegare Gesù davanti agli uomini è una prova che può presentarsi in svariati modi; il fattore costante è che arriverà. È di aiuto essere determinati nel cuore e nella mente prima che la prova arrivi.
iii. Gesù invita chiaramente i Suoi ascoltatori a una scelta. In Luca 11:23 abbiamo visto che bisogna scegliere se essere con Gesù o contro di Lui; qui bisogna scegliere se confessare Gesù o rinnegarlo.
c. Parlerà contro il Figlio dell’uomo: Probabilmente si riferisce a un momento di debolezza (soprattutto nella testimonianza pubblica), che può essere perdonato. Al contrario, colui che bestemmia contro lo Spirito Santo rifiuta costantemente la verità di Dio e non sarà perdonato.
i. Gesù, pur dicendo queste cose all’apice della Sua fama (Luca 12:1), sapeva che tale popolarità non voleva dire che le persone Lo confessassero o confidassero in Lui. Anche mentre invitava i Suoi ascoltatori a scegliere, li metteva in guardia dal fare la scelta sbagliata.
ii. Il ministero principale dello Spirito Santo è quello di testimoniare di Gesù (Egli testimonierà di Me, Giovanni 15:26). Quando qualcuno rifiuta la testimonianza di Gesù in modo pieno e definitivo, bestemmia lo Spirito Santo e, essenzialmente, lo fa bugiardo riguardo alla Sua testimonianza. Coloro che respingono Gesù in modo deciso e irrevocabile si macchiano di questo peccato.
d. Non sarà perdonato: Le conseguenze eterne di questo peccato ci obbligano a non prenderlo alla leggera. Come si può sapere se si è effettivamente bestemmiato lo Spirito Santo? Il fatto stesso che uno desideri Gesù dimostra che non è colpevole di tale peccato. D’altro canto, il continuo rifiuto di Gesù ci indurisce sempre di più verso di Lui e ci avvia verso un rifiuto pieno e definitivo della Sua persona.
i. Alcuni, per scherzo o per sfida, pronunciano intenzionalmente delle parole con cui credono di commettere il peccato di bestemmia contro lo Spirito. Pensano che non ci sia nulla di male a scherzare con l’eternità. Ciononostante, la vera bestemmia contro lo Spirito è più di una manciata di parole; è una disposizione di vita consolidata che rifiuta la testimonianza dello Spirito Santo riguardo a Gesù. Anche se qualcuno ha detto intenzionalmente tali cose, può ancora ravvedersi ed evitare di arrivare a respingere definitivamente Gesù.
ii. La bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà mai perdonata, non perché sia un peccato troppo grande da perdonare per Dio, ma perché è un atteggiamento del cuore che non si cura del Suo perdono. Non c’è perdono, perché non c’è il desiderio di riceverlo alla maniera di Dio. Magari lo si riceverebbe anche alle proprie condizioni, ma sicuramente non a quelle di Dio.
iii. Il modo per non bestemmiare lo Spirito Santo è ricevere Gesù Cristo e mettere in Lui oggi la propria fiducia amorevole. Significa smettere di respingere l’opera dello Spirito Santo che vuole portarci a Gesù.
5. (11-12) Non preoccupatevi di cosa dire: lo Spirito Santo vi aiuterà.
«Quando poi vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa rispondere a vostra difesa, o di quel che dovrete dire, perché lo Spirito Santo in quello stesso momento vi insegnerà ciò che dovrete dire».
a. Quando poi vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità: Gesù li avvertì anche che gli uomini li avrebbero perseguitati nel campo civile (magistrati) e religioso (sinagoghe). Potevano aspettarsi l’opposizione sia da parte delle autorità civili che di quelle religiose.
i. Gesù rivolgeva le Sue parole a uomini che si sarebbero trovati davanti proprio a questo tipo di sfida. Migliaia di persone dopo di loro l’hanno affrontata e hanno ricevuto la grazia di Dio, che li ha sostenuti per poterla sopportare.
b. Non preoccupatevi di come o di che cosa rispondere: I discepoli di Gesù potevano avere perfetta fiducia in Dio in tali momenti di grande prova, sapendo che lo Spirito Santo avrebbe parlato attraverso di loro anche se erano impreparati.
i. “Non era l’umiliazione che i primi cristiani temevano, né tantomeno il dolore atroce e l’agonia. Piuttosto, molti di loro temevano che la loro impreparazione nelle parole e nella difesa potesse nuocere alla verità, piuttosto che promuoverla. Dio ha promesso che, quando un uomo è sotto processo per la propria fede, gli saranno date le parole”. (Barclay)
ii. “Alice Driver, martire, durante il suo interrogatorio, fece tacere tutti i dotti, in modo che non avessero più una parola da dire, ma guardassero altrove. Poi disse: “Non avete altro da dire? Dio sia onorato; voi non potete resistere allo Spirito di Dio in me, una povera donna… Così il cancelliere la condannò ed ella tornò alla prigione gioiosa come un uccellino canterino”. (Trapp) Fu bruciata sul rogo due settimane prima della fine del regno della regina Maria (Maria la Sanguinaria).
iii. La parola rispondere in Luca 12:11 è la parola greca antica apologeomai, “apologia”. Significa fornire una difesa o dare una risposta adeguata. Il termine odierno apologetica e il suo significato derivano proprio da questa parola.
c. Perché lo Spirito Santo in quello stesso momento vi insegnerà ciò che dovrete dire: Questo dava loro la certezza che lo Spirito Santo avrebbe parlato a loro e attraverso di loro al momento necessario, anche se si fossero trovati sprovvisti di una dichiarazione pronta.
i. Ciò non deve giustificare la scarsa preparazione nell’insegnamento e nella predicazione della Parola di Dio, ma è una promessa di forza e di guida per i perseguitati che hanno l’opportunità di testimoniare di Gesù.
B. Atteggiamento nei confronti dei beni materiali.
1. (13-15) Il principio generale riguardo alle cose materiali.
Or qualcuno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli gli disse: «O uomo, chi mi ha costituito giudice e arbitro su di voi?». Poi disse loro: «Fate attenzione e guardatevi dall’avarizia, perché la vita di uno non consiste nell’abbondanza delle cose che possiede».
a. Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità: Gesù aveva appena insegnato riguardo al nostro grande valore per Dio e all’importanza di stare dalla Sua parte. Nel mezzo di questo insegnamento, un uomo interruppe Gesù chiedendogli di prendere le sue parti nella sua disputa finanziaria.
i. Secondo la legge del tempo, il fratello maggiore riceveva due terzi dell’eredità e il fratello minore un terzo (Barclay). Quest’uomo non chiese a Gesù di ascoltare entrambe le parti e di dare un giusto giudizio; chiese a Gesù di schierarsi con lui contro suo fratello (di’ a mio fratello che divida con me l’eredità).
ii. Ovviamente, le parole precedenti di Gesù sulla necessità di una dedizione totale e sulla cura di Dio per noi non avevano fatto breccia nel cuore di quell’uomo. Sentiva di dover lottare per ciò che era suo.
iii. “Se ognuno di loro imparasse il vero significato della vita e cercasse come scopo principale quello di essere “ricco verso Dio”, la questione dei beni si risolverebbe da sola. L’uno sarebbe desideroso di condividere, mentre l’altro sarebbe incurante di ricevere.” (Morgan)
b. O uomo, chi mi ha costituito giudice e arbitro su di voi? Non è che Gesù non si preoccupasse della giustizia, ma era fin troppo consapevole che la cupidigia di quell’uomo gli avrebbe fatto più male che non ricevere la sua parte di eredità.
i. Possiamo lottare e combattere per ciò che è nostro di diritto, ma ottenerlo si sarebbe rivelato più dannoso di quanto lo sarebbe stato rinunciarvi e permettere a Dio di intervenire nella situazione.
ii. Gesù non riteneva che fosse Sua responsabilità giudicare ogni questione e risolvere ogni problema. C’erano alcune controversie in cui si rifiutava di essere coinvolto.
iii. Qui è dove la natura ingannevole del cuore diventa una grande sfida. Spesso mascheriamo la nostra cupidigia affermando di combattere per una giusta causa.
c. Fate attenzione e guardatevi dall’avarizia: Gesù usò la richiesta dell’uomo per parlare sia lui che alla folla dell’avarizia. Forse l’appassionata richiesta di giustizia dell’uomo aveva in realtà un motivo più basso; forse era più animato dall’avarizia che dalla giustizia.
i. “In realtà fate attenzione rende a malapena giustizia alla forza del termine phylassesthe, che significa, piuttosto, ‘proteggete, custodite voi stessi’.” (Morris) Poiché tutti veniamo attaccati dall’avarizia, dobbiamo proteggerci da essa.
ii. “Grandi bene sono generalmente accompagnati da orgoglio, ozio e lusso, i più grandi nemici della salvezza.” (Clarke)
iii. “Dividere l’eredità tra uomini avidi vuol dire prepararsi a una lotta certa. Rendere gli uomini liberi dalla concupiscenza vuol dire fare la pace”. (Morgan)
d. La vita di uno non consiste nell’abbondanza delle cose che possiede: Questo è il principio generale che Gesù svilupperà nel seguente insegnamento sui beni materiali. Quando viviamo pensando che la nostra vita consista in ciò che possediamo, viviamo nell’avarizia, e l’avidità è idolatria (Colossesi 3:5).
i. “Gli uomini avidi, cercando di ottenere di più, perdono il piacere di ciò che possiedono, come un cane alla tavola del suo padrone che ingurgita tutta la carne che gli viene data senza alcun piacere, desiderando a ogni morso il boccone successivo.” (Trapp)
2. (16-21) La parabola del ricco stolto.
Ed egli disse loro una parabola: «La tenuta di un uomo ricco diede un abbondante raccolto; ed egli ragionava fra sé dicendo: “Che farò, perché non ho posto dove riporre i miei raccolti?”. E disse: “Questo farò, demolirò i miei granai e ne costruirò di più grandi, dove riporrò tutti i miei raccolti e i miei beni, poi dirò all’anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi e godi”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa stessa notte l’anima tua ti sarà ridomandata e di chi saranno le cose che tu hai preparato?”. Così avviene a chi accumula tesori per sé e non è ricco verso Dio».
a. La tenuta di un uomo ricco diede un abbondante raccolto: L’uomo della parabola di Gesù era stato benedetto con un terreno fertile; possiamo supporre che lavorando sodo su quel terreno avesse ottenuto grande successo finanziario. L’abbondanza fu tale che aveva difficoltà a gestirla (non ho posto dove riporre i miei raccolti).
i. I suoi problemi e la sua ansia si riflettevano nelle parole: “Cosa devo fare? “Quando siamo giovani pensiamo che essere ricchi significhi essere del tutto liberi dall’ansia… Ma quest’uomo ricco era pieno di preoccupazioni proprio come il mendicante senza un soldo al mondo.” (Morrison)
b. Questo farò: Con una grande quantità di risorse, l’uomo della parabola aveva pianificato la sua vita con sicurezza. Avrebbe allargato la tenuta per gestire meglio le sue ricchezze e poi avrebbe goduto appieno la vita.
c. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa stessa notte l’anima tua ti sarà ridomandata: In una sola notte, tutti i successi e i progetti di quell’uomo furono rovinati. Aveva pianificato gli affari e la vita, ma non poteva controllare il giorno della sua morte: tutti i suoi successi e i suoi progetti si vanificarono all’istante.
i. L’uomo era uno stolto, non perché fosse ricco, ma perché viveva senza alcuna consapevolezza e preparazione per l’eternità.
ii. L’anima tua ti sarà ridomandata è il linguaggio del debito. L’uomo doveva a Dio la sua vita, il suo sostentamento e la sua ricchezza, ma soprattutto doveva a Lui la sua anima, che gli fu ridomandata. Aveva un debito verso Dio ogni giorno della sua vita, che però gli fu ridomandato nel giorno della sua morte.
iii. Chiunque penserebbe che l’uomo della parabola sia un uomo di grande successo; eppure, Dio lo chiama stolto. L’eternità rivela la stoltezza del ricco, la cui storia non solo dimostra che è peccato dare eccessiva importanza nella propria vita alle cose materiali, ma è anche stupido.
d. Di chi saranno le cose che tu hai preparato? In un certo senso, quelle cose non appartenevano a Dio, perché l’uomo non Gliele aveva mai arrese. Non appartenevano nemmeno al ricco stolto, perché non avrebbe potuto portarsele con sé. Forse appartenevano solo al diavolo.
i. “Ha lasciato questo mondo più povero del più povero dei mendicanti.” (Geldenhuys)
e. Così avviene a chi accumula tesori per sé: Il ricco della parabola pensava che fosse tutto suo. Diceva: “I miei raccolti, i miei granai, i miei beni, la mia anima”. Tutto riguardava lui e niente riguardava Dio. Alla fine, si dimostrò che nulla era suo, persino la sua stessa anima era soggetta a Dio. Non aveva raccolti, granai, beni e la sua anima era morta.
f. Così avviene a chi accumula tesori per sé e non è ricco verso Dio: Il problema dell’uomo non era che aveva un tesoro sulla terra, ma che non era ricco verso Dio.
i. Possiamo diventare ricchi verso Dio dando con sacrificio a coloro che sono nel bisogno (Luca 12:33, 18:22; 1 Timoteo 6:17-19) e confidando in Gesù per ogni necessità (Apocalisse 3:17-18).
ii. Non possiamo nascondere il fatto che le ricchezze terrene spesso ci impediscono di ricercare le ricchezze celesti come dovremmo. Paolo scrive: Ma coloro che vogliono arricchirsi cadono nella tentazione, nel laccio e in molte passioni insensate e nocive, che fanno sprofondare gli uomini nella rovina e nella distruzione. (1 Timoteo 6:9) La maggior parte di noi ha paura della povertà; dovremmo, invece, avere paura della ricchezza.
iii. John Wesley ha insegnato e vissuto con saggenza riguardo alle ricchezze. Diceva che si dovrebbe guadagnare il più possibile, risparmiare il più possibile e dare il più possibile. Lui stesso viveva con 28 sterline inglesi all’anno e dava via il resto, anche quando il suo stipendio passò da 30 a 60 a 90 a 120 sterline nel corso della sua vita.
3. (22-23) Avvertimento contro le preoccupazioni.
Poi disse ai suoi discepoli: «Perciò vi dico: Non siate in ansia per la vostra vita di che mangerete, né per il vostro corpo di che vi vestirete. La vita vale più del nutrimento e il corpo più del vestito».
a. Perciò vi dico: Non siate in ansia per la vostra vita: L’avidità e la preoccupazione sono strettamente collegate. L’avidità non ha mai abbastanza, la preoccupazione ha paura di non avere mai abbastanza e nessuna delle due ha lo sguardo rivolto a Gesù.
i. “Si può essere infedeli a Dio tanto con la preoccupazione quanto con la concupiscenza.” (Bruce)
ii. Non siate in ansia è un comando amorevole. Spesso non riusciamo a comprendere il danno che la preoccupazione causa nella nostra vita. La scienza mostra chiaramente che lo stress deteriora il nostro sistema immunitario; le persone sotto costante o elevato stress mostrano un numero inferiore di cellule T, essenziali per la risposta immunitaria. Lo stress ha sicuramente un effetto sulla fertilità. È stato dimostrato che lo stress prolungato influenza il cervello, rendendo una persona meno capace di rispondere allo stress futuro. E lo stress è anche collegato a casi improvvisi di insufficienza cardiaca.
b. Non siate in ansia: C’è differenza tra un santo senso di responsabilità e una preoccupazione carnale e priva di fiducia. Tuttavia, di solito succede che tale preoccupazione si mascheri da responsabilità.
c. La vita vale più del nutrimento: La preoccupazione di cui parla Gesù rende l’uomo simile a un animale che si preoccupa solo dei bisogni fisici. La tua vita vale di più; sei chiamato a perseguire cose eterne.
4. (24-28) Ragioni per non preoccuparsi.
«Osservate i corvi, essi non seminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre; ebbene, voi valete molto più degli uccelli. E chi di voi può con la sua ansietà aggiungere alla sua statura un sol cubito? Se dunque non potete far neppure ciò che è minimo, perché siete in ansia per il resto? Osservate come crescono i gigli: essi non lavorano e non filano; eppure io vi dico che Salomone stesso, in tutta la sua gloria, non fu vestito come uno di loro. Ora se Dio riveste così l’erba che oggi è nel campo e domani è gettata nel forno, quanto maggiormente rivestirà voi, o gente di poca fede?».
a. Osservate i corvi […] Dio li nutre: Dio provvede agli uccelli e si prende cura di loro. Pertanto, dovremmo aspettarci che Dio si prenda cura di noi.
i. Tuttavia, fate attenzione: gli uccelli non si preoccupano, ma si danno da fare. Gli uccelli non stanno semplicemente seduti con la bocca aperta, aspettando che Dio la riempia.
b. Voi valete molto più degli uccelli: La preoccupazione che molte persone hanno per le cose materiali della vita è radicata in una scarsa comprensione del loro valore davanti a Dio. Non comprendono quanto Egli ami e si preoccupi per loro.
c. Chi di voi può con la sua ansietà aggiungere alla sua statura un sol cubito? La preoccupazione non porta a nulla; non possiamo aggiungere nulla alla nostra vita preoccupandoci. Ci saranno anche peccati più grandi della preoccupazione, ma non ce ne sono di più controproducenti e inutili.
i. Può […] aggiungere: Il greco antico può significare aggiungere alla vita invece di aggiungere alla statura, ma il pensiero è lo stesso. Infatti, invece di aggiungere alla nostra vita, possiamo effettivamente danneggiare noi stessi attraverso la preoccupazione. Lo stress è uno dei grandi responsabili delle malattie e della cattiva salute.
d. Se Dio riveste così l’erba: Se Dio si prende cura persino dell’erba, sicuramente si prenderà cura anche di te. Possiamo avere la certezza della potenza e della cura di un Padre celeste amorevole.
i. Dio si prende cura dei fiori, ma questo significa che i fiori non sperimentino il sole e la dolcezza ogni giorno. Se ogni giorno ci fosse il sole e non si vedessero mai nuvole e pioggia, i fiori appassirebbero rapidamente.
ii. Gente di poca fede: “La ‘poca fede’ non è un difetto da poco, perché fa un gran torto al Signore e rattrista l’animo impaurito. Pensare che il Signore, che veste i gigli, lasci nudi i Suoi figli è vergognoso. O piccola fede, impara le buone maniere!”. (Spurgeon)
5. (29-31) La volontà di Dio è che la nostra attenzione sia rivolta al Suo regno e al Suo tesoro, non al regno e ai tesori di questo mondo.
«Inoltre non cercate che cosa mangerete o che cosa berrete, e non ne state in ansia, perché le genti del mondo cercano tutte queste cose, ma il Padre vostro sa che voi ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte».
a. Non cercate che cosa mangerete o che cosa berrete, e non ne state in ansia: La buona notizia di Gesù è semplice. Non è necessario aggrapparsi alle cose di questo mondo con una stretta mortale. Gesù lasciò andare tutto ciò che il cielo stesso offriva, appagato da una semplice fiducia in Dio.
i. In ansia traduce l’antica parola greca meteorizesthe, che ha meteor come radice. Trapp ne suggerisce il significato: “Non restare sospeso come fanno le meteore nell’aria, non sapendo se restare lì o cadere a terra”.
ii. “Il testo originale non è facile da spiegare, perché la parola tradotta ‘dubbio’ [in ansia] non esiste in altri punti del Nuovo Testamento. Poiché sembra che ci sia un richiamo alle meteore, il passo si può tradurre: ‘Non abbiate una mente frettolosa’.” (Spurgeon)
b. Perché le genti del mondo cercano tutte queste cose: Gesù mette a confronto la vita di coloro che non conoscono Dio e sono separati da Lui con la vita di coloro che invece conoscono Dio e ricevono le Sue cure amorevoli. Quelli che conoscono Dio dovrebbero cercare altre cose.
i. “Continui a dire che non puoi fare a meno di essere ansioso. Allora, mio caro amico, devo chiederti con estrema serietà: ‘Qual è la differenza tra te e l’uomo del mondo?’.” (Spurgeon)
c. Cercate piuttosto il regno di Dio: Questa deve essere la nostra regola di vita quando mettiamo in ordine le nostre priorità. È sbagliato pensare, però, che questa sia solo un’altra priorità da inserire nella nostra lista, e magari da mettere in cima. Piuttosto, in tutto ciò che facciamo, cerchiamo prima il regno di Dio.
i. Per esempio, raramente dobbiamo scegliere tra onorare Dio e amare le nostre mogli o essere dei buoni lavoratori. Onoriamo Dio e cerchiamo prima il regno di Dio comportandoci come buoni mariti e buoni lavoratori.
ii. Inoltre, è bene considerare questa affermazione nel contesto in cui si trova. Gesù ci ricorda che il nostro benessere materiale non è un oggetto degno della nostra devozione. Se pensi che valga la pena di avere Mammona come dio, allora la tua vita è maledetta dalla preoccupazione e la stai vivendo alla stregua di un animale, con la mente quasi esclusivamente ai bisogni fisici.
iii. Gesù non solo disse loro di non preoccuparsi più, ma anche di sostituire la preoccupazione con una sollecitudine per il regno di Dio. Un’abitudine o una passione può essere abbandonata solo per un’abitudine o una passione più grande.
d. E tutte queste cose vi saranno sopraggiunte: Se metti il regno di Dio al primo posto e non pensi che la tua vita vada vissuta in funzione del tuo benessere materiale, allora potrai godere di tutte queste cose. Egli promette un tesoro celeste, il riposo nella provvidenza divina e la realizzazione del più alto scopo di Dio per l’uomo: la comunione con Lui e l’appartenenza al Suo regno.
i. “Cercate piuttosto il regno di Dio” è la scelta fondamentale che tutti fanno quando si ravvedono e si convertono. Ogni giorno che passa, però, la nostra vita cristiana rafforzerà o negherà tale decisione.
6. (32-34) La fiducia nella provvidenza di Dio produce generosità nei seguaci di Gesù.
«Non temere, o piccol gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno. Vendete i vostri beni e dateli in elemosina; fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove il ladro non giunge e la tignola non rode. Poiché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore».
a. Non temere, o piccol gregge: Nell’originale troviamo un doppio diminutivo: piccolo, piccolo gregge (Trapp, Clarke). Era a questo piccolo e improbabile gregge che il Padre avrebbe dato il regno. Seppur piccolo, era il Suo gregge.
i. Erano piccoli, ma erano un gregge e quindi avevano un Pastore. Meglio un piccolo gregge con il Buon Pastore che un grande gregge con un mercenario.
b. Al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno: In senso personale, ciò era vero per i discepoli, perché godevano della presenza di Gesù, il Re, e dei benefici del Suo regno in mezzo a loro. Era vero però anche sotto un altro aspetto: Gesù sarebbe salito al cielo e, in un certo senso, avrebbe lasciato il regno nelle loro mani. Una chiamata così grande era anche una promessa di grandi benedizioni, protezione e provvidenza.
i. Gesù li rassicurò quando disse: “Al Padre vostro”, invece di “Al Padre mio”.
c. Vendete i vostri beni e dateli in elemosina: Il comando di dare via ciò che abbiamo è una prova di discepolato, ma anche uno strumento per formarci come discepoli. Indica il dare come antidoto o cura all’avidità.
i. “La disponibilità a rispondere alla chiamata della rinuncia è un segno di autentica conversione, un segno di fedeltà assoluta a Gesù, un segno di fede incrollabile in Lui.” (Pate)
d. Poiché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore: La correlazione tra dove si trova il nostro cuore e dov’è il nostro tesoro non è un suggerimento; è un semplice dato di fatto. Se consideriamo i nostri beni materiali come il nostro tesoro, allora il nostro cuore è posto sulle cose terrene.
i. “Se gli interessi principali di una persona sono legati alla terra, è lì che sarà la sua dedizione.” (Pate)
ii. Non dobbiamo dimenticare che Gesù cominciò a insegnare riguardo alle ricchezze e all’avidità perché qualcuno interruppe il Suo sermone con la richiesta di risolvere una disputa tra lui e suo fratello. Gesù avvertì l’uomo (e tutti gli altri) di considerare quale fosse il suo tesoro e dove fosse il suo cuore.
C. Atteggiamento nei confronti del ritorno di Gesù.
1. (35-40) Sii pronto e aspetta il ritorno del tuo Maestro.
«I vostri lombi siano cinti e le vostre lampade accese. E siate simili a coloro che aspettano il loro padrone quando ritorna dalle nozze, per aprirgli appena egli arriva e bussa. Beati quei servi che il padrone troverà vigilanti quando egli verrà. In verità vi dico che egli si cingerà e li farà mettere a tavola, ed egli stesso si metterà a servirli. E se verrà alla seconda o alla terza vigilia e li troverà così, beati quei servi. Or sappiate questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe forzare la casa. Anche voi dunque siate pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate».
a. Siate simili a coloro che aspettano il loro padrone: Se i seguaci di Gesù non devono essere avidi o preoccupati, vuol dire che devono rivolgere la loro attenzione al ritorno di Gesù. Questo è qualcosa per cui vale la pena spendere le nostre vite.
i. “Le parole del Salvatore sono strettamente collegate agli avvertimenti precedenti di non avere la mente rivolta alle cose del mondo, ma a quelle celesti.” (Geldenhuys)
b. I vostri lombi siano cinti e le vostre lampade accese: La traduzione NIV della Bibbia esprime bene questo concetto: Siate pronti a servire e tenete accese le vostre lampade.
i. Torna in mente Salmi 109:105, che dice: La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero. Si può avere una disposizione interiore di servire Dio (i lombi sono cinti) e comunque non avere l’illuminazione necessaria per servirlo bene (la luce della parola di Dio che brucia intensamente).
c. Vi dico che egli si cingerà e li farà mettere a tavola, ed egli stesso si metterà a servirli: I servi trovati pronti saranno serviti dal loro Maestro e saranno benedetti; c’è una ricca ricompensa per chi vive una vita pronta e in attesa del ritorno di Gesù.
i. “Quei servi che sono attenti al ritorno del loro padrone saranno benedetti. La loro benedizione è tale, infatti, che il loro signore invertirà i ruoli e li servirà cingendosi i lombi e facendoli sedere a tavola.” (Pate)
d. Anche voi dunque siate pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate: Conosciamo tutti l’imbarazzo di essere interpellati quando siamo impreparati. Gesù disse a tutti di essere pronti per la Sua venuta, che è la cosa più importante per cui chiunque possa mai prepararsi.
i. Un ladro non annuncia mai la sua venuta, ma arriva sempre quando meno ci si aspetta. Il modo per stare in guardia contro il ladro e per essere pronti per il ritorno di Gesù è lo stesso: è vivere in costante prontezza.
2. (41-48) Mentre il tuo Padrone è assente, sii un buon amministratore.
E Pietro gli disse: «Signore, questa parabola la dici per noi soli o per tutti?». E il Signore disse: «Chi è dunque quell’amministratore fedele e saggio, che il padrone costituirà sui suoi domestici per dar loro a suo tempo la porzione di viveri? Beato quel servo che il suo padrone, arrivando, troverà a far così. In verità vi dico che lo costituirà su tutti i suoi beni. Ma se quel servo dice in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e comincia a battere i servi e le serve, e a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo verrà nel giorno in cui non se l’aspetta e nell’ora che egli non sa; lo punirà severamente e gli assegnerà la sorte con gli infedeli. Ora quel servo che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non si è preparato e non ha fatto la sua volontà, riceverà molte battiture. Ma colui che non l’ha conosciuta, se fa cose che meritano le battiture, ne riceverà poche. A chiunque è stato dato molto, sarà domandato molto; e a chi molto è stato affidato, molto più sarà richiesto».
a. Pietro gli disse: «Signore, questa parabola la dici per noi soli o per tutti?»: Gesù rispose a Pietro, dicendo che le Sue parole erano per tutti, che tutti dovrebbero essere come quell’amministratore fedele e saggio. In un certo senso, Gesù disse: “Rivolgo questa parabola a tutti coloro che vivranno la loro vita con prontezza, proprio come un amministratore fedele e saggio”.
i. Tutti coloro che sono servi di Gesù devono essere pronti per il Suo ritorno, ma coloro che, tra questi, sono Suoi ministri devono essere ancora più pronti. “L’ignoranza del divino non giustificherà completamente il peccatore; sarà percosso, ma le sue ferite saranno poche, la sua dannazione sarà dolce in confronto a quella del ministro che conosce la volontà del suo Maestro e non la fa; la insegna ad altri, ma non la mette in pratica… Dio considera i ministri malvagi, dissoluti, scandalosi e maliziosi come i più grandi trasgressori, e li tratterà come tali.” (Poole)
b. Ma se quel servo dice in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”: Quando un povero amministratore vive senza l’aspettativa del ritorno del suo padrone, lo si nota in diversi ambiti della vita.
·Maltratta gli altri servi del padrone (comincia a battere i servi e le serve).
·Si dà eccessivamente ai piaceri di questo mondo (mangiare e bere).
·Si dà all’ebbrezza (ubriacarsi).
i. Gesù collega qui chiaramente l’essere pronti per il Suo ritorno a una vita di amore, autocontrollo e spirituale. Allo stesso modo, il cuore che dice: “Il mio padrone tarda a venire” ha a che fare con una vita scadente e infruttuosa.
ii. Alcuni si stancano di aspettare il Suo ritorno o si mostrano cinici nei confronti del ritorno di Gesù perché non è ancora avvenuto. Questo è esattamente l’atteggiamento contro cui Gesù mette in guardia. Se, secondo la percezione di alcuni, Gesù tarda a venire, è per salvare più persone dal giudizio che si abbatterà sul mondo negli ultimi giorni.
c. Il padrone di quel servo verrà nel giorno in cui non se l’aspetta: Pronti o no, un giorno il padrone verrà e punirà non si sarà preparato e avrà negato la Sua venuta, ma premierà coloro che invece saranno pronti.
d. Ora quel servo che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non si è preparato e non ha fatto la sua volontà, riceverà molte battiture. Ma colui che non l’ha conosciuta, se fa cose che meritano le battiture, ne riceverà poche: Quando il padrone verrà, lascerà che la punizione sia commisurata all’offesa. Chi sarà trovato impreparato pur sapendo come prepararsi, riceverà una punizione maggiore rispetto a chi non si è preparato perché non lo sapeva.
3. (49-53) Gesù porta un fuoco di purificazione e divisione.
«Io sono venuto a gettare fuoco sulla terra e quanto desidero che fosse già acceso. Ora io ho un battesimo di cui devo essere battezzato, e come sono angustiato finché non sia compiuto. Pensate voi che sia venuto a mettere pace sulla terra? No, vi dico, ma piuttosto divisione; perché, d’ora in avanti, cinque persone in una casa saranno divise; tre contro due e due contro tre. Il padre sarà diviso contro il figlio e il figlio contro il padre; la madre contro la figlia e la figlia contro la madre; la suocera contro la sua nuora e la nuora contro la sua suocera».
a. Io sono venuto a gettare fuoco sulla terra e quanto desidero che fosse già acceso: Il fuoco si può intendere in diversi modi.
·Può darsi che il fuoco di cui parlava Gesù fosse il giudizio che sarebbe arrivato sul popolo ebraico nei decenni successivi. “Nel pensiero ebraico, il fuoco è quasi sempre il simbolo del giudizio. È per questo che Gesù considerava la venuta del Suo regno come un tempo di giudizio.” (Barclay)
·Può darsi che il fuoco di cui parlava Gesù fosse la potenza dello Spirito Santo che sarebbe scesa solo dopo aver compiuto la Sua opera sulla croce (io ho un battesimo di cui devo essere battezzato).
·Può darsi che il fuoco di cui parlava Gesù fosse la diffusione della buona novella e l’espansione futura dell’opera del Suo regno in tutto il mondo, che non poteva accadere finché non avesse compiuto la Sua opera sulla croce.
i. È interessante che Gesù abbia parlato della Sua sofferenza come di un battesimo. Non ha ricevuto un’aspersione di sofferenza, ma è stato immerso nell’agonia. Similmente, anche noi dobbiamo essere battezzati in Gesù Cristo e con lo Spirito Santo, immersi e traboccanti.
b. Come sono angustiato finché non sia compiuto: Gesù fu angustiato fino al compimento della Sua opera sulla croce, perché sapeva tutto il bene che ne sarebbe derivato. Il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio (Ebrei 12:2).
c. Il padre sarà diviso contro il figlio e il figlio contro il padre; la madre contro la figlia e la figlia contro la madre: Questo potrebbe essere il prezzo che dovrà pagare un amministratore fedele. Quando si segue Gesù fedelmente, è molto probabile che avvengano delle divisioni per amor Suo.
i. “La Sua venuta avrebbe inevitabilmente significato divisione; in effetti, è successo. Questa era una delle grandi ragioni per cui i Romani odiavano il cristianesimo, perché lacerava le famiglie in due.” (Barclay)
4. (54-56) L’urgenza di discernere i tempi.
Or egli disse ancora alle folle: «Quando voi vedete una nuvola alzarsi da ponente, subito dite: “Viene la pioggia”, e così avviene; quando invece soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così avviene. Ipocriti! Voi sapete discernere l’aspetto del cielo e della terra, ma come mai non discernete questo tempo?».
a. Voi sapete discernere l’aspetto del cielo e della terra, ma come mai non discernete questo tempo? Gesù rimproverò la gente del Suo tempo, perché non sapeva discernere questo tempo. Avrebbero dovuto capire meglio le profezie riguardanti la prima venuta di Gesù e apprezzare i segni evidenti che confermavano che Gesù era il Messia promesso.
i. Gli ascoltatori di Gesù sapevano che, quando le nuvole si formavano a ovest sopra il Mar Mediterraneo, voleva dire che la pioggia era in arrivo. Sapevano che quando il vento caldo soffiava verso sud dal deserto arabico, stava arrivando un’ondata di calore.
b. Egli disse ancora alle folle: Gesù era rivolto alle folle, non solo ai Suoi discepoli. Voleva che tutti discernessero questo tempo e fossero pronti per il Suo ritorno.
i. Nel nostro tempo attuale ci sono molte ragioni per credere che Gesù stia per tornare, il che accresce il nostro senso di urgenza e la nostra speranza di discernere questo tempo.
·Il palcoscenico è pronto per la ricostruzione del tempio, necessario per adempiere le profezie dell’abominazione della desolazione (Matteo 24:15, Marco 13:14, 2 Tessalonicesi 2:3-4). Dal 1948 Israele è di nuovo una nazione e tra alcuni ebrei continuano a crescere le speranze di vedere la ricostruzione del tempio.
·Il palcoscenico è pronto per la nascita di una specie di confederazione di nazioni che dominerà il mondo, sulla falsariga dell’Impero Romano (Daniele 2:36-45, Apocalisse 13:1-8, Apocalisse 17:10-14). Sarà probabilmente collegata alla Comunità Europea odierna, nascendo dagli obiettivi dei loro leader e dal caos attuale.
·Il palcoscenico è pronto per l’istituzione di un leader mondiale politico ed economico, che guiderà la confederazione di nazioni che dominerà il mondo (2 Tessalonicesi 2:3-12, Apocalisse 13:4-7).
·Il palcoscenico è pronto per la falsa religione che la Bibbia dice caratterizzerà gli ultimi giorni (2 Tessalonicesi 2:4, 2 Tessalonicesi 2:9-12, Apocalisse 13:11-15, Apocalisse 17:1-6).
·Il palcoscenico è pronto per il tipo di sistema economico predetto per gli ultimissimi giorni (Apocalisse 13:15-17). La tecnologia è disponibile e il bisogno è presente.
ii. Nessuno di questi punti garantisce che il ritorno di Gesù avverrà preso. È possibile che, nella sapienza di Dio, il tempo non sia ancora arrivato; tuttavia, se questo fosse il caso, Dio dovrebbe permettere che lo stesso tipo di circostanze che segnano la nostra epoca attuale si presentino di nuovo in un momento successivo.
5. (57-59) Alla luce dei tempi, riconciliatevi ora con Dio.
«E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Quando vai col tuo avversario dal magistrato, per strada fa’ di tutto per accordarti con lui, perché non ti trascini dal giudice e il giudice ti consegni all’ufficiale giudiziario e l’ufficiale ti metta in prigione. Io ti dico che non ne uscirai, finché tu abbia pagato fino all’ultimo spicciolo».
a. Perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? Gesù chiese ai Suoi ascoltatori di considerare la questione da soli. Chiunque sia in grado di giudicare ciò che è giusto può vedere l’importanza e il bene di riconciliarsi con Dio prima di venire davanti a Lui come giudice. Se uno aspetta fino a quando si troverà davanti al Suo trono di giudizio, allora sarà troppo tardi.
b. Per strada fa’ di tutto per accordarti con lui: Nell’illustrazione usata da Gesù, la cosa sensata da fare era accordarsi prima di comparire davanti al giudice. Per analogia, possiamo dire che, alla luce dell’opera di Gesù sulla croce, Dio offre un accordo con Lui fuori dal tribunale (prima del giudizio), invitandoci a riporre il nostro amore e la nostra fiducia nella persona di Gesù e nella Sua opera sulla croce.
c. Non ne uscirai, finché tu abbia pagato fino all’ultimo spicciolo: Gesù ricordò loro (e ricorda a noi) la pena grave che risulta dal non riconciliarsi con Dio prima del giorno del giudizio. Tutto ciò mette in noi l’urgenza di riconciliarci con Dio adesso e di vivere nella prontezza e nell’attesa del ritorno di Gesù.
i. Le parole di Gesù lasciano intendere che c’è un prezzo da pagare all’inferno (fino all’ultimo spicciolo) e aiutano a spiegare la spaventosa ma biblica verità che l’inferno è eterno; infatti, per i peccati è richiesto un pagamento perfetto, a cui l’umanità imperfetta non può provvedere, perché richiesto da un Dio perfetto.
ii. La moneta a cui Gesù allude è “il Lepton; lepton significa sottile; era la moneta più piccola.” (Barclay)
iii. La punizione dell’inferno è eterna, proprio come la vita è eterna in cielo (Matteo 25:46, 2 Tessalonicesi 1:9). Il tormento dell’inferno è per sempre (Apocalisse 14:11) e le sue fiamme non si spengono mai, ma bruciano in eterno (Marco 9:48). Gli ingiusti avranno la loro resurrezione, presumibilmente con corpi adatti a ricevere la pena dell’inferno (Giovanni 5:29, Atti 24:15).
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