Marco 5 – Gesù Dimostra la Sua Autorità
A. L’autorità di Gesù nella vita dell’uomo posseduto a Gadarene.
1. (1-8) La descrizione dell’uomo posseduto dal demone.
Così giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gadareni. E, come Gesù scese dalla barca, subito gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo, il quale aveva la sua dimora fra i sepolcri, e nessuno riusciva a tenerlo legato neanche con catene. Infatti, più volte era stato legato con ceppi e con catene; ma egli aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi; e nessuno era riuscito a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra i sepolcri e su per i monti, andava gridando e picchiandosi con pietre. Ora, quando vide Gesù da lontano, egli accorse e gli si prostrò davanti, e dando un gran grido, disse: «Che c’è fra me e Te, Gesù Figlio del Dio altissimo? Io ti scongiuro, in nome di Dio, di non tormentarmi!». Perché Egli gli diceva: «Spirito immondo, esci da quest’uomo!».
a. Subito gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo: Questa è la descrizione più dettagliata che abbiamo nella Bibbia di un uomo posseduto da demoni. È l’esempio classico di una possessione demoniaca.
·L’uomo era posseduto da un demone da lungo tempo (Luca 8:27).
·L’uomo non indossava vesti e viveva come in modo disumano, o come un animale selvatico (Luca 8:27).
·L’uomo viveva tra i morti in decomposizione, contrariamente alla legge ebraica e all’istinto umano (il quale aveva la sua dimora fra i sepolcri).
·L’uomo aveva una forza soprannaturale (ma egli aveva sempre spezzato le catene).
·L’uomo era tormentato ed era autolesionista (andava gridando e picchiandosi con pietre).
·L’uomo aveva un comportamento incontrollabile (e nessuno era riuscito a domarlo). Stranamente, alcuni cristiani pensano che lo Spirito Santo operi in questo modo: prendendo controllo delle azioni del corpo e facendogli fare cose strane e grottesche.
i. Sicuramente quest’uomo non aveva cominciato la sua vita in questo modo. Un tempo costui viveva con gli altri nel villaggio. Ma il suo comportamento irrazionale e selvaggio aveva convinto gli abitanti del villaggio che era posseduto da un demone, o che quantomeno era pazzo. Lo legarono con catene per impedirgli di far del male agli altri, ma lui era riuscito a spezzare le catene più di una volta. Alla fine, lo avevano cacciato fuori città e lui si mise a vivere nel cimitero del villaggio, un pazzo tra le tombe, ferendo l’unica persona che poteva ferire: sé stesso.
b. Subito gli venne incontro: Quando quest’uomo venne da Gesù (non fu Gesù a cercarlo), Gesù disse al demone che possedeva l’uomo: “Spirito immondo, esci da quest’uomo!”
c. Gesù Figlio del Dio altissimo: Questo è ciò che dissero i demoni in risposta al comando di Gesù di uscire dall’uomo (Perché egli gli diceva: «Spirito immondo, esci da quest’uomo!»). Cercavano, in questo modo, di resistere all’intervento di Gesù.
i. Teniamo presente che, secondo un’antica superstizione, uno aveva potere spirituale su un altro se ne conosceva il nome esatto o se lo chiamava con quel nome. Questo è il motivo per cui gli spiriti impuri si rivolgevano a Gesù con questo titolo completo: Gesù Figlio del Dio altissimo. Secondo le superstizioni dell’epoca, sarebbe stato come un colpo di artiglieria sparato contro Gesù.
ii. “Usare questo titolo completo non è una confessione dell’onore [dovuto a] Gesù, ma un disperato tentativo di ottenere controllo su di Lui o di renderlo inoffensivo, secondo il presupposto comune di quel tempo, secondo il quale l’uso del nome preciso di un avversario avrebbe dato ad un altro dominio su di lui.” (Lane)
iii. Quindi, nel chiamare Gesù con quel titolo, conoscevano correttamente i concetti teologici, ma non avevano buone intenzioni. I demoni che lo possedevano avevano una sorta di “fede” in Gesù. Conoscevano la vera identità di Gesù meglio dei capi religiosi. Ma la loro non era una fede o una conoscenza di Gesù che avrebbe potuto salvare (Giacomo 2:19).
d. Che c’è fra me e Te […] Io ti scongiuro, in nome di Dio, di non tormentarmi! Questo che parlava era lo spirito impuro, non l’uomo posseduto. Il demone non voleva lasciare il suo ospitante.
i. Parliamo di possessione demoniaca quando uno spirito demoniaco risiede in un corpo umano e, in alcuni casi, il demone mostra la propria personalità attraverso la personalità del corpo che lo ospita.
ii. La possessione demoniaca è una realtà che accade anche oggi, ma dobbiamo stare attenti a non ignorare l’attività demoniaca, e a non enfatizzare eccessivamente una presunta attività demoniaca.
e. Non tormentarmi: Questi demoni ritenevano che l’essere cacciati dal corpo di quest’uomo sarebbe stato un tormento. I demoni vogliono risiedere nei corpi umani per le stesse ragioni per cui un vandalo vuole una bomboletta spray, o un uomo violento vuole una pistola: un corpo umano è un’arma che un demone può usare per attaccare Dio.
i. Un altro motivo per cui i demoni attaccano gli esseri umani è perché odiano l’immagine di Dio presente nell’uomo. Attaccano tale immagine degradando l’uomo e rendendolo grottesco, proprio come hanno fatto con quest’uomo nel paese dei Gadareni.
ii. I demoni hanno lo stesso obiettivo anche nei confronti dei cristiani: distruggere l’immagine di Dio. Ma le loro tattiche sono vincolate quando hanno a che fare con i cristiani, perché gli spiriti demoniaci sono stati “disarmati” dall’opera di Gesù sulla croce (Colossesi 2:15). Tuttavia, gli spiriti demoniaci possono certamente ingannare e intimidire i cristiani, attaccandoli con la paura e i dubbi.
2. (9-13) Gesù dimostra la Sua autorità sugli spiriti malvagi.
Poi Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». E quello rispose, dicendo: «Io mi chiamo Legione, perché siamo molti». E lo supplicava con insistenza perché non li mandasse fuori da quella regione. Or vi era là, sul pendio del monte, un grande branco di porci che pascolava. Allora tutti i demoni lo pregarono, dicendo: «Mandaci nei porci, perché entriamo in essi». E Gesù prontamente lo permise loro; allora gli spiriti immondi, usciti, entrarono nei porci e il branco si precipitò giù per il dirupo nel mare, erano circa duemila, e affogarono nel mare.
a. Qual è il tuo nome? Probabilmente Gesù chiese il nome affinché noi potessimo riconoscere l’entità del problema, sapendo che l’uomo era posseduto da molti demoni (Legione) e non da uno solo. Una legione romana di solito era composta da 6.000 uomini. Ciò non significa che l’uomo fosse posseduto da 6.000 demoni, ma che era comunque posseduto da molti.
i. Leggendo il racconto nella sua interezza, capiamo che Gesù non gli aveva chiesto il suo nome per via dell’antica superstizione legata alla conoscenza del nome di un demone. Al contrario, Gesù dimostrò che per Lui non era necessario conoscere il nome del demone. Quando risposero “Legione”, in realtà non stavano dicendo che quello era il loro nome, ma stavano semplicemente cercando di intimidire Gesù dicendogli che erano in gran numero. È come se Legione avesse detto: “Siamo molti, siamo organizzati, siamo uniti, siamo pronti a combattere e siamo potenti.”
ii. Se Gesù avesse ritenuto importante conoscere i loro nomi, avrebbe potuto chiedere “nome, rango e identificativo” di ciascuno di loro, uno per uno. Ma Gesù non stava giocando al gioco delle superstizioni. Il Suo potere era maggiore del loro. Quando si tratta di demoni e battaglie spirituali, non dobbiamo mai lasciarci coinvolgere da superstizioni sciocche e controproducenti.
iii. In base alle superstizioni dell’epoca, gli spettatori di quella scena probabilmente ebbero la sensazione che gli spiriti impuri stavano avendo la meglio. I demoni conoscevano e avevano dichiarato uno dei titoli completi di Gesù. Avevano evitato di rispondere alla Sua domanda riguardante il loro nome. E infine, speravano di spaventare Gesù dicendo di essere in molti. Ma Gesù non aveva creduto affatto a queste antiche superstizioni e scacciò senza alcuna difficoltà gli spiriti immondi dall’uomo che ne era afflitto.
iv. “La risposta sarà anche stata evasiva, con i demoni che cercavano di nascondere i loro veri nomi da Gesù nel disperato tentativo di contrastare la Sua potenza. È anche possibile che il nome possa essere stato scelto per evocare la paura di un nome potente.” (Lane)
b. E lo supplicava con insistenza perché non li mandasse fuori da quella regione: Luca 8:31 ci dice che anche i demoni lo pregavano che non comandasse loro di andare nell’abisso. Non volevano diventare “inattivi”. “Chi l’avrebbe mai detto! È un altro inferno per il diavolo essere ozioso, o non essere indaffarato nel compiere il male.” (Trapp)
i. “Satana preferirebbe tormentare i porci piuttosto che non fare alcun male. Ama così tanto il male che lo infliggerebbe agli animali se non lo può infliggere agli uomini.” (Spurgeon)
ii. In Marco 5:7, i demoni hanno dimostrato di sapere chi era Gesù. Qui dimostrano di poter “pregare” Gesù (lo supplicava con insistenza). Questo mostra che puoi anche sapere chi è Gesù ma non arrenderti a Lui. Puoi anche rivolgere le tue preghiere a Lui, ma non arrenderti a Lui.
c. Mandaci nei porci, perché entriamo in essi: I demoni volevano entrare nei porci perché sono inclini alla distruzione e odiano non fare niente. “Il diavolo ama così tanto fare danni, che preferisce farne di piccoli che non farne affatto.” (Poole)
i. Si noti che i demoni non possono nemmeno affliggere i porci senza il permesso di Dio. “Dal momento che un demone non può entrare nemmeno in un porco senza essere mandato da Dio stesso, quanto poco coloro che hanno Dio dalla loro parte e come loro protettore devono temere il potere o la cattiveria di costoro!” (Clarke)
d. E Gesù prontamente lo permise loro: Anziché mettere completamente fuori uso questi spiriti immondi, Gesù permise loro quanto Gli chiesero perché il momento della manifestazione completa della Sua autorità sui demoni non era ancora giunto: sarebbe giunto sulla croce. Colossesi 2:15 ci dice che alla croce Gesù disarmò i demoni nei loro attacchi contro i credenti, fece un pubblico spettacolo della loro sconfitta trionfando su di loro nella Sua opera sulla croce.
e. Il branco si precipitò giù per il dirupo nel mare, erano circa duemila, e affogarono nel mare: La natura distruttiva degli spiriti demoniaci fu dimostrata dall’effetto che ebbero sui maiali. I demoni sono come il loro capo, Satana, il cui desiderio è rubare, uccidere e distruggere (Giovanni 10:10).
i. Questo mostra un altro motivo per cui Gesù permise ai demoni di entrare nei maiali: perché voleva che tutti sapessero qual era la vera intenzione dei demoni. Essi volevano distruggere l’uomo proprio come avevano distrutto i maiali. Dal momento che l’uomo è stato creato a immagine di Dio, non ci sarebbero riusciti così facilmente con lui, ma la loro intenzione rimaneva la stessa: distruggerlo completamente.
ii. “‘Ma i proprietari dei maiali persero quel che gli apparteneva.’ Sì, e impara da questo esempio quanto poco valore abbiano le ricchezze temporali secondo il giudizio di Dio. Egli consente che si perdano, a volte grazie alla Sua misericordia per farci sganciare da esse; a volte grazie alla Sua giustizia, per punirci per averle acquisite o preservate con cupidigia o sopruso.” (Clarke)
3. (14-17) La reazione dei presenti alla liberazione dell’uomo posseduto dal demone.
Allora quelli che custodivano i porci fuggirono e diffusero la notizia in città e per le campagne, e la gente venne a vedere ciò che era accaduto. Giunti che furono da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. E quelli che avevano visto l’accaduto, raccontarono loro ciò che era successo all’indemoniato e il fatto dei porci. Allora essi cominciarono a pregarlo che se ne andasse dal loro territorio.
a. Ed ebbero paura: Avevano più paura di un uomo sano che di un posseduto. Quando videro l’uomo sano di mente, seduto ai piedi di Gesù, ebbero paura.
i. Parte della loro paura stava nel fatto che le loro superstizioni erano andate in frantumi e non sapevano più che cosa pensare. Secondo le loro superstizioni, i demoni avrebbero dovuto avere il sopravvento su Gesù, ma non accadde, e fecero fatica ad accettarlo.
b. Allora essi cominciarono a pregarlo che se ne andasse dal loro territorio: Se prima non sembrava che gli importasse di avere in mezzo a loro un uomo tormentato e posseduto da demoni, ora gli importava avere Gesù in mezzo a loro, così Gli chiesero di andarsene: e Lui lo fece!
i. Quando le persone hanno più paura di ciò che Gesù può fare nella loro vita rispetto a ciò che Satana sta facendo in questo momento, spesso Lo allontanano.
4. (18-20) La reazione dell’uomo che era stato liberato dai demoni.
Mentre Egli saliva sulla barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di poter rimanere con Lui; ma Gesù non glielo permise; gli disse invece: «Va’ a casa tua dai tuoi e racconta loro quali grandi cose il Signore ti ha fatto e come ha avuto pietà di te». Egli se ne andò e cominciò a predicare per la Decapoli tutto quanto Gesù gli aveva fatto; tutti restavano meravigliati.
a. Colui che era stato indemoniato lo pregava di poter rimanere con Lui: Tutto ciò che voleva l’uomo che era stato liberato da Gesù, era stare con Gesù. Quest’uomo non era interessato soltanto a quello che Gesù poteva fare per lui. Il vero cambiamento avvenuto nel suo cuore era dimostrato dal suo desiderio di stare con Gesù.
i. Colui che era stato indemoniato: “Questo è un titolo degno di nota per un uomo, ‘colui che era stato posseduto dal diavolo’. Questo titolo gli sarebbe stato attribuito per tutta la vita, e sarebbe stato una predica vivente ovunque andasse. Gli sarebbe stato chiesto di raccontare la storia di come lui fosse prima e di come era avvenuto il cambiamento. Che storia incredibile da raccontare, per qualsiasi uomo!” (Spurgeon)
b. Gesù non glielo permise: Gesù non lo permise perché sapeva che l’uomo aveva un ministero più importante da compire all’interno della propria famiglia e comunità.
i. A volte abbiamo difficoltà a capire comprendere le vie del Signore. Gli abitanti della città avevano fatto una richiesta malvagia: cominciarono a pregarlo che se ne andasse dal loro territorio, e Gesù esaudì la loro preghiera. L’uomo che era stato indemoniato invece aveva fatto una richiesta divina: di poter rimanere con Lui, e Gesù disse di no a quella preghiera.
ii. Naturalmente, questo accadde perché quest’uomo avrebbe potuto essere come una luce tra le tenebre per la gente di queste città gentili, in un modo diverso da come Gesù e i Suoi discepoli avrebbero potuto farlo. Ma era importante anche curare quest’uomo da ogni superstizione. Avrebbe potuto pensare che sarebbe dovuto stare vicino a Gesù per impedire ai demoni di tornare. “Forse la sua preghiera non fu esaudita, anche per evitare di confermare in tal modo le sue paure. Se aveva paura che i diavoli sarebbero tornati, e ho l’anima in pace nel ritenermi certo che ne avesse, allora, naturalmente, desiderava ardentemente stare con Cristo. Ma Cristo gli tolse quella paura, e fu come se gli avesse detto: ‘Non hai bisogno di starmi vicino; ti ho guarito in modo tale che non sarai mai più malato.’” (Spurgeon)
c. Quali grandi cose […] Gesù gli aveva fatto: Questo era un grande messaggio da diffondere. È un vangelo che dovremmo essere tutti in grado di predicare. L’uomo liberato lo fece, egli se ne andò e cominciò a predicare […] tutto quanto Gesù gli aveva fatto. La sua storia mostra quanto valore avesse anche una vita sola agli occhi di Gesù, perché liberarlo dalla possessione demoniaca fu l’unico motivo per cui Gesù passò all’altra riva del Mare di Galilea. La sua storia mostra anche che con Gesù nessuno è senza speranza, perché se quest’uomo poteva essere cambiato, allora chiunque può esserlo.
i. Cominciò a predicare per la Decapoli: “La Decapoli era composta da dieci città greche sulla riva orientale del mare di Galilea, e comprendeva Damasco. Gesù comandò a quest’uomo di andare a condividere la sua testimonianza proprio a questa comunità di Gentili.” (Steadman)
ii. “‘Decapoli’ letteralmente significa ‘Le Dieci Città’. Vicino al Giordano e sul suo lato orientale, c’erano dieci città che avevano perlopiù un carattere piuttosto speciale. Erano essenzialmente greche. I loro nomi erano Scitopoli, che era l’unica sul lato ovest del Giordano, Pella, Dio, Gerasa, Filadelfia, Gadara, Rafana, Canata, Ippo e Damasco.” (Barclay) Oggi si possono vedere le spettacolari rovine di Scitopoli.
iii. “Gli fu detto di divulgare le grandi cose che il Signore aveva fatto per lui. Andò e divulgò le grandi cose che Gesù aveva fatto per lui. Aveva forse commesso qualche errore? Assolutamente no! Non è che un altro nome per la stessa Persona: perché Gesù è il Signore; e quando parli di Lui come divino, e usi termini adatti solo a Dio, non fai altro che parlare correttamente; perché così merita di essere lodato.” (Spurgeon)
B. Gesù dimostra la Sua autorità sulla malattia e sulla morte.
1. (21-24) Un padre chiede a Gesù di guarire sua figlia.
E, quando Gesù passò nuovamente all’altra riva in barca, una grande folla si radunò intorno a Lui; ed Egli se ne stava in riva al mare. Allora venne uno dei capi della sinagoga, di nome Iairo, il quale vedutolo, gli si gettò ai piedi, e lo pregò con molta insistenza, dicendo: «La mia figliola è agli estremi; vieni a imporle le mani, affinché sia guarita e viva». Ed Egli se ne andò con lui. Una grande folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
a. Una grande folla si radunò intorno a Lui: Gesù lasciò la regione dei Gentili intorno al Mar di Galilea, dove incontrò l’uomo posseduto da molti demoni. In questo passaggio, Egli torna nelle città ebraiche all’altra riva, e la grande folla si ripresenta subito intorno a Gesù.
b. Allora venne uno dei capi della sinagoga: Il capo della sinagoga era un po’ come un pastore moderno. Gestiva sia gli affari spirituali che gli affari della sinagoga. Quest’uomo era disperato quando andò da Gesù (gli si gettò ai piedi, e lo pregò con molta insistenza) perché sua figlia era agli estremi.
i. “Essendo un capo della sinagoga, era un funzionario laico responsabile della supervisione dell’edificio e dell’organizzazione delle funzioni.” (Lane)
c. La mia figliola è agli estremi; vieni a imporle le mani, affinché sia guarita e viva: Quest’uomo aveva una grande fiducia in Gesù e credeva che Egli avesse tutta la potenza necessaria per guarire sua figlia. Ma credeva anche che Gesù dovesse essere presente perché la guarigione potesse accadere (vieni a imporle le mani).
i. Può darsi che l’uomo avesse una ferma superstizione nella sua testa, e che credesse che il guaritore dovesse essere presente. Può darsi che fosse semplicemente abituato a pensare in quel modo e davvero non avesse mai pensato che una persona potesse essere guarita in un modo diverso. Qualunque fosse il motivo, il suo modo di pensare aveva etichettato Gesù, mettendogli dei limiti. “Per guarire mia figlia, devi venire a imporle le mani.”
ii. Quando un centurione romano andò da Gesù in una simile circostanza (Luca 7:1-10), Gesù non andò nemmeno a casa del centurione per guarire il servo. Gli bastò dichiarare che era guarito, a distanza. Ma qui, Gesù non chiese a Iairo di mostrare la stessa fede che aveva il centurione. Gesù rispose alla fede di Iairo. Gesù ci chiede di dargli la fede che abbiamo.
iii. “Questa era una debolezza della fede, decisamente inferiore a quella del centurione, che tuttavia era un soldato romano, mentre Iairo era un ebreo erudito. La conoscenza quindi è una cosa, la fede è un’altra, e gli studiosi più grandi non sono sempre gli uomini più santi.” (Trapp)
iv. Adam Clarke ha notato quattro cose mostrate da Iairo che sono necessarie affinché una preghiera venga esaudita.
·Dobbiamo presentarci al cospetto di Gesù (venne uno dei capi della sinagoga).
·Dobbiamo umiliarci onestamente davanti a Gesù (gli si gettò ai piedi).
·Dobbiamo esprimere la nostra richiesta con santo fervore (e lo pregò con molta insistenza).
·Dobbiamo avere totale fiducia nel potere e nella bontà di Gesù (vieni a imporle le mani, affinché sia guarita e viva).
2. (25-34) Una donna è guarita da un’emorragia.
Ora una donna che aveva un flusso di sangue già da dodici anni e aveva molto sofferto da parte di parecchi medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun giovamento, anzi piuttosto peggiorando, avendo sentito parlare di Gesù, venne tra la folla alle sue spalle e toccò il Suo vestito, poiché diceva: «Se solo tocco le Sue vesti sarò guarita». E immediatamente il flusso del suo sangue si stagnò, ed ella sentì nel suo corpo di essere guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertendo in Sé stesso che una potenza era uscita da Lui, voltatosi nella folla, disse: «Chi mi ha toccato i vestiti?». E i Suoi discepoli gli dissero: «Non vedi che la folla Ti stringe da ogni parte e Tu dici: “Chi mi ha toccato?”». Ma Egli guardava intorno per vedere colei che aveva fatto ciò. Allora la donna, paurosa e tremante, sapendo quanto era avvenuto in lei, venne e gli si gettò ai piedi e gli disse tutta la verità. Ma Egli le disse: «Figliola, la tua fede ti ha guarita; va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
a. Un flusso di sangue già da dodici anni: Questa donna era in una situazione disperata. La sua patologia la rendeva cerimonialmente e socialmente impura, un fardello significativo sotto il quale vivere per 12 anni.
i. Secondo il pensiero ebraico dell’epoca, se questa donna avesse toccato qualcuno, lo avrebbe reso a sua volta cerimonialmente impuro. Nessuna persona impura avrebbe potuto prendere parte ad alcun aspetto del culto ebraico (Levitico 15:19-31).
ii. “Per la stessa legge del suo popolo, era divorziata dal marito e non poteva vivere in casa sua; era stata emarginata da tutta la società e non le era permesso di entrare in contatto con i suoi vecchi amici; era stata scomunicata dalle funzioni della sinagoga, e quindi esclusa dalle corti per le donne nel tempio.” (Morgan)
b. E aveva molto sofferto da parte di parecchi medici: Era andata da medici per stare meglio, ma i medici l’avevano solo fatta stare peggio, ed era anche diventata più povera. Luca (che era un medico) ci dice anche che aveva speso con i medici tutti i suoi beni (Luca 8:43). Egli sapeva bene come le parcelle dei dottori potevano prosciugare tutti i soldi di una famiglia.
i. Gli antichi rabbini avevano diverse formulazioni per aiutare una donna afflitta da questo tipo di patologia. “Il rabbino Jochanan dice: ‘Prendi della gomma di Alessandria, dell’allume e del corcus hortensis, ciascuno del peso di un Denario romano d’argento; lascia che marciscano insieme e dai un po’ di vino alla donna che soffre di emorragia. Ma se questo non dovesse funzionare, prendi nove ceppi di cipolle persiane, cuocile nel vino e daglielo da bere: e di’: Sorgi dal tuo flusso. Ma se questo dovesse fallire, mettila in un luogo in cui si incontrano due strade e falle tenere in mano una coppa di vino; e [fa in modo] che qualcuno venga dietro e la spaventi, e dica: Sorgi dal tuo flusso. Ma se questo non dovesse servire a niente…’” (Clarke)
ii. Quando un’anima è malata oggi, spesso va da diversi medici e spende molto tempo e denaro, solo per soffrire molto da parte di parecchi medici. Un’anima sofferente può andare dal “Dottor Divertimento”, ma non troverà alcuna cura. Può cercare di farsi aiutare al “Dottor Successo”, ma a lungo termine non sarà d’aiuto. Nemmeno “Dottor Piacere”, “Dottor Auto-aiuto” o “Dottor Religione” possono dare una vera cura. Solo “Dottor Gesù” può farlo.
c. Se solo tocco le Sue vesti sarò guarita: Dal momento che le condizioni di questa donna erano imbarazzanti e che era cerimonialmente impura e sarebbe stata condannata per aver toccato Gesù o anche solo per essere in mezzo a una grande folla, voleva farlo di nascosto. Non avrebbe chiesto apertamente a Gesù di essere guarita, ma tra sé pensò: «Se solo tocco le Sue vesti sarò guarita».
i. Poiché nella Bibbia non abbiamo prove che Gesù abbia guarito in questo modo prima, sembra che la donna abbia agito, almeno in parte, per superstizione. La sua fede aveva elementi sbagliati e di superstizione, tuttavia credeva nel potere curativo di Gesù, e l’orlo della Sua veste serviva da punto di contatto per la sua fede. Ci sono molti aspetti della fede di questa donna che potremmo trovare sbagliati. Però, la sua fede era in Gesù e l’oggetto della fede è molto più importante della qualità della fede.
ii. “Non c’era nessuna magia nei vestiti di Gesù. Forse c’era superstizione nella mente della donna, ma Gesù onorò la sua fede offuscata come nel caso dell’ombra di Pietro e del fazzoletto di Paolo.” (Robertson)
iii. Matteo 9:20 dice che lei toccò il lembo della sua veste: questo in realtà sta a indicare uno dei bordi della veste esterna che tutti gli ebrei indossavano. “Ogni ebreo devoto indossava una veste esterna con quattro nappe, una per ogni angolo. Queste nappe erano indossate in obbedienza al comando in Numeri 15:38-40, e dovevano indicare agli altri e ricordare all’uomo che le indossava che egli era un membro del popolo eletto di Dio.” (Barclay)
d. E immediatamente il flusso del suo sangue si stagnò: Secondo la mentalità di allora, nel momento in cui questa donna impura avrebbe toccato Gesù, il suo tocco lo avrebbe reso impuro. Tuttavia, a motivo della natura di Gesù e della potenza di Dio, non era così che funzionava. Quando la donna toccò la Sua veste, Gesù non venne reso impuro, ma la donna fu guarita. Quando ci presentiamo a Gesù con il nostro peccato e lo mettiamo su di Lui, Egli non diventa un peccatore, ma noi veniamo purificati.
e. Ed ella sentì nel suo corpo di essere guarita da quel male. Ma subito Gesù, avvertendo in Sé stesso che una potenza era uscita da Lui: Quando la donna fu guarita, sia lei che Gesù sapevano cosa era successo. Essa sentì nel suo corpo quello che era accaduto, e Gesù sentì che una potenza era uscita da Lui.
i. Sarebbe interessante sapere cosa significa esattamente “una potenza era uscita da Lui”. Questo è l’unico racconto di guarigione o miracolo nel ministero di Gesù – o di chiunque altro nella Bibbia – che fa riferimento a questo concetto. In ogni altra guarigione avvenuta durante il ministero di Gesù, non abbiamo l’idea che il potere di guarigione di Dio sia stato trasmesso con una notevole ondata di potere, che fluisce attraverso Gesù in qualcun altro. Eppure, in questa occasione, è successa una cosa del genere, anche se non sappiamo come.
f. Chi mi ha toccato i vestiti? Robertson dice che Gesù disse più letteralmente: “Chi mi ha toccato sui miei vestiti?”. L’obiettivo della donna non era toccare le vesti di Gesù, ma toccare Gesù. I vestiti erano la parte di Gesù che poteva toccare.
i. Poiché questa donna era imbarazzata e pensava che la sua impurità significasse che nessuno le avrebbe permesso di toccare Gesù, cercò di farlo di nascosto. Ma Dio spesso porta la Sua opera allo scoperto, anche se talvolta iniziata in segreto.
g. Ma Egli guardava intorno per vedere colei che aveva fatto ciò: Questo avvenne prima che la donna confessasse di averlo toccato. Gesù sapeva già esattamente chi Lo aveva toccato e aveva ricevuto la guarigione. Chiese: «Chi mi ha toccato i vestiti?»per il bene della donna, non perché non sapesse chi fosse.
i. I discepoli erano stupiti che Gesù avesse posto questa domanda. Data la situazione, i Suoi discepoli gli dissero: «Non vedi che la folla ti stringe da ogni parte e Tu dici: “Chi mi ha toccato?”». Quello che i discepoli non capivano era la differenza tra il contatto accidentale con Gesù e il tendere la mano per toccarlo con fede.
ii. Possiamo immaginare che qualcuno, a causa della pressione della folla, abbia urtato Gesù. Quando il miracolo della guarigione della donna fu rivelato, avrebbero potuto dire: “Ho urtato Gesù, L’ho toccato, ma non sono stato guarito.” Ma c’è un’enorme differenza tra urtare involontariamente Gesù e allungarsi per toccarlo con fede. Puoi andare in chiesa settimana dopo settimana e “imbatterti” in Gesù. Non è la stessa cosa che tendere la mano per toccarlo con fede.
iii. “Non ogni contatto con Cristo salva gli uomini; è il desiderio che hai di avvicinarti a Lui, il tocco determinato, personale, risoluto, credente di Gesù Cristo: è quello che salva.” (Spurgeon)
iv. “Molto tempo fa, Agostino disse in merito a questa storia: ‘La carne preme, la fede tocca.’ … [Gesù] può sempre distinguere tra lo spintone di una folla curiosa e il tocco agonizzante di un’anima bisognosa.” (Morgan)
h. Allora la donna, paurosa e tremante, sapendo quanto era avvenuto in lei, venne e gli si gettò ai piedi e gli disse tutta la verità: Gesù lasciò che la donna vivesse queste emozioni e confessasse, sebbene Lui sapesse già che era stata lei a toccarlo e lei stessa sapesse di essere stata lei. Potrebbe sembrare che il Suo unico scopo fosse quello di mettere in imbarazzo questa povera donna davanti agli altri, ma non era affatto quello l’intento.
i. Gesù lo fece affinché lei sapesse di essere stata guarita. È vero che Marco ci dice che ella sentì nel suo corpo di essere guarita da quel male, ma questa donna era come qualsiasi altra persona. Presto avrebbe iniziato a dubitare e ad avere paura, chiedendosi se fosse davvero stata guarita. Si sarebbe chiesta quando la malattia si sarebbe ripresentata. Ma Gesù le disse: “va’ in pace e sii guarita dal tuo male.” Gesù la chiamò in modo che lei sapesse con assoluta certezza che era stata guarita.
ii. Gesù lo fece affinché gli altri sapessero che era stata guarita. Questa donna aveva un disturbo che nessuno poteva vedere e questo la rendeva un’emarginata sociale. A molti sarebbe parso sospetto se la donna avesse semplicemente annunciato di essere guarita. Avrebbero pensato che l’avesse inventato solo per essere considerata di nuovo “pura.” Gesù la chiamò in modo che gli altri sapessero con assoluta certezza che era stata guarita.
iii. Gesù lo fece affinché lei sapesse perché era stata guarita. Quando Gesù disse: “Figliola, la tua fede ti ha guarita”, mostrò alla donna che in realtà non era il toccare i vestiti di Gesù che l’aveva guarita. Invece, era la sua fede in Gesù e ciò che Lui poteva fare per lei.
iv. Gesù lo fece perché non voleva che lei pensasse di aver rubato una benedizione e che non avrebbe mai più potuto guardare Gesù negli occhi. Non aveva rubato niente; ricevette il miracolo per fede e Gesù voleva che lei lo sapesse.
v. Gesù lo fece affinché Iairo potesse vedere la fede di questa donna ed essere incoraggiato riguardo a sua figlia. Gesù la chiamò per incoraggiare anche qualcun altro ad avere fede.
vi. Gesù lo fece perché voleva benedirla in un modo speciale. La chiamò “Figliola”. Gesù non chiamò mai nessun’altro con questo nome. Gesù voleva che lei si facesse avanti e che si sentisse chiamata con questo appellativo speciale e amorevole. Quando Gesù ci chiama tra la folla, è perché ha qualcosa di speciale da darci.
vii. “Sembrava [una cosa] crudele, ma in realtà era gentile. La rimandò a casa con pensieri più nobili su di Lui. Essa non avrebbe mai parlato di quanto meravigliosa era la nappa della veste, ma avrebbe detto sempre quanto meraviglioso è il Signore. Se le fosse stato permesso di andare via senza confessare, avrebbe potuto dire esultante: ‘Ho trovato una cura.’ Ma ora la donna poteva gridare: ‘Ho trovato un amico.’” (Morrison)
viii. Gesù potrebbe chiederci di fare cose che oggi magari sembrano imbarazzanti. Egli non ci chiede di farle solo perché vuole metterci in imbarazzo. C’è anche uno scopo più grade, anche se non possiamo vederlo. Tuttavia, se evitare l’imbarazzo è la cosa più importante nella nostra vita, allora il nostro dio è l’orgoglio. Siamo più innamorati di noi stessi e dell’immagine di noi stessi che non di Gesù.
i. Venne e gli si gettò ai piedi e gli disse tutta la verità: Quando ci avviciniamo a Gesù, dobbiamo dirgli tutta la verità.
i. Dobbiamo dirgli tutta la verità in merito al nostro peccato. Quando andiamo da Lui, il Grande Medico, Egli ci chiede: “Qual è il problema?” Dunque, assicuriamoci di non tralasciare nulla.
ii. Dobbiamo dirgli tutta la verità in merito a ogni nostra sofferenza. Egli vuole sapere dove sentiamo dolore, quindi diciamoglielo.
iii. Dobbiamo dirgli tutta la verità in merito agli altri dottori e alle altre cure che abbiamo provato.
iv. Dobbiamo dirgli tutta la verità in merito a ogni nostra speranza, perché vuole sapere cosa Lui può fare per aiutarci.
j. Figliola, la tua fede ti ha guarita; va’ in pace e sii guarita dal tuo male: Questo racconto nella sua integrità è così meraviglioso che i cristiani che vennero dopo non poterono fare a meno di abbellire la storia. Alcuni dissero che il nome della donna era Berenice e altri dissero che era Veronica. Uno disse che, fuori dalla porta della donna che era stata guarita, era stata posizionata una statua di lei che si inchinava davanti a una statua di Gesù, e che ai piedi di quest’ultima statua cresceva una strana pianta che poteva guarire miracolosamente le malattie.
i. Povero Iairo! Mentre accadeva tutto questo, sua figlia era a letto a casa sua, ammalata, con la vita che la stava abbandonando. Deve essere stata una tortura per lui vedere che Gesù passava del tempo a ministrare a questa donna mentre sua figlia stava soffrendo. Dio non è mai lento, ma spesso sembra lento a chi soffre.
3. (35-36) Gesù chiama Iairo a una fede estrema con una promessa estrema.
Mentre Egli stava ancora parlando, vennero alcuni dalla casa del capo della sinagoga, dicendo: «La tua figlia è morta; perché importuni ancora il Maestro?». Ma Gesù, appena intese ciò che si diceva, disse al capo della sinagoga: «Non temere, credi solamente!».
a. La tua figlia è morta: Il cuore di Iairo deve essersi spezzato nel sentire questa notizia. Deve aver pensato: “Sapevo che ci stava mettendo troppo tempo. Sapevo che Gesù non avrebbe dovuto sprecare tempo con questa stupida donna. Ora la situazione è al di là di ogni speranza.”
b. Non temere, credi solamente! Gesù disse a Iairo di fare due cose. Innanzitutto, smettere di temere. Sembra quasi crudele che Gesù dica questo ad un uomo che ha appena perso sua figlia, ma Gesù sapeva che paura e fede non vanno d’accordo. Prima che Iairo potesse davvero fidarsi di Gesù, dovette decidere di mettere da parte la paura. Successivamente, Gesù disse a Iairo di continuare solo ad avere fede. Non cercare di credere e avere paura allo stesso tempo. Non cercare di credere e capire tutto. Non cercare di credere e di dare un senso al ritardo. Al posto di tutto questo, credi solamente.
i. Iairo avrebbe dovuto credere alla parola di Gesù. Tutto il resto gli diceva che la situazione era senza speranza, ma la parola di Gesù gli dava speranza.
4. (37-43) Gesù risuscita dai morti la figlia di Iairo.
E non permise che alcuno lo seguisse, all’infuori di Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. E, giunto a casa del capo della sinagoga, vide un gran trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Ed entrato, disse loro: «Perché fate tanto chiasso e piangete? La fanciulla non è morta, ma dorme». E quelli lo deridevano; ma Egli, messili tutti fuori, prese con Sé il padre, la madre della fanciulla e coloro che erano con Lui, ed entrò là dove giaceva la fanciulla. Quindi presa la fanciulla per mano, le disse: «Talitha cumi»; che tradotto vuol dire: «Fanciulla, ti dico: Alzati!». E subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; ella aveva infatti dodici anni. Ed essi furono presi da un grande stupore. Ma Egli comandò loro con fermezza che nessuno lo venisse a sapere; poi ordinò che si desse da mangiare alla fanciulla.
a. E non permise che alcuno lo seguisse, all’infuori di Pietro, Giacomo e Giovanni: Spesso questi tre sono considerati la “cerchia ristretta” dei discepoli di Gesù. Tuttavia, potrebbe essere altrettanto vero che Gesù li tenesse vicini perché sapeva di doverli tenere d’occhio in modo particolare.
b. La fanciulla non è morta, ma dorme: Gesù non aveva perso il contatto con la realtà quando disse così. Non stava giocando a far finta. Disse queste parole perché conosceva una realtà superiore, una realtà spirituale che era più certa e potente della morte stessa.
c. Un gran trambusto e gente che piangeva e urlava forte: In quei giorni era consuetudine pagare dei “professionisti” perché piangessero e fossero in lutto per rendere più intensa l’atmosfera di cordoglio e dolore presenti a un funerale. Ma questi “professionisti del lutto” si rattristavano solo superficialmente. Da notare quanto velocemente passarono dal pianto allo scherno (lo deridevano).
i. E quelli lo deridevano: “Si noti l’imperfetto. Continuarono a farlo.” (Robertson)
ii. “Poiché anche l’uomo più povero doveva, per usanza comune, assoldare un minimo di due suonatori di flauto e un professionista del lutto in caso morisse sua moglie, è probabile che un uomo che rivestiva il ruolo di capo della sinagoga avrebbe dovuto assoldare un numero maggiore di professionisti del lutto.” (Lane)
d. Ma Egli, messili tutti fuori: Gesù non voleva avere nulla a che fare con queste persone che non credono alle Sue promesse. Le scacciò, in modo che non potessero scoraggiare la fede di Iairo.
e. Fanciulla, ti dico: Alzati! Gesù parlò a una ragazza morta come se fosse viva, e lo fece perché è Dio. Romani 4:17 dice che Dio fa vivere i morti e chiama le cose che non sono come se fossero. Gesù parlò a questa ragazza con la potenza di Dio e lei fu risuscitata dai morti.
f. Ed essi furono presi da un grande stupore: Gesù non deluse Iairo, e non deluse la donna che aveva bisogno di essere guarita. Ma nel prendersi cura di entrambi, Egli doveva far crescere ulteriormente la fede di Iairo.
i. In tutta questa storia vediamo come l’opera di Gesù è diversa, seppure sia la stessa, in base a ciascun individuo. Se Gesù può toccare ogni bisogno in modo così personale, può toccare i nostri bisogni alla stessa maniera.
· Iairo aveva avuto 12 anni di felicità che stavano per svanire. La donna aveva avuto 12 anni di agonia, che sembravano impossibili da curare.
· Iairo era un uomo importante, il capo della sinagoga. La donna non era nessuno; non sappiamo nemmeno il suo nome.
· Iairo era probabilmente ricco, perché era un uomo importante. La donna era povera perché aveva speso tutti i suoi soldi dai medici.
· Iairo era venuto da Gesù pubblicamente. La donna era venuta da Gesù di nascosto.
· Iairo pensava che Gesù avrebbe dovuto fare chissà che cosa per guarire sua figlia. La donna pensava che tutto ciò di cui aveva bisogno fosse toccare la veste di Gesù.
· Gesù rispose alla donna immediatamente. Gesù rispose a Iairo dopo un po’.
La figlia di Iairo fu guarita privatamente. La donna fu guarita pubblicamente.
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