Matteo 9




Matteo 9 – Gesù Ministra e Guarisce

A. Un uomo paralizzato viene guarito e perdonato.

1. (1-2) Un paralitico viene portato da Gesù.

Ed egli, salito sulla barca, passò all’altra riva e venne nella sua città. Ed ecco, gli fu presentato un paralitico disteso sopra un letto; e Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, fatti animo, i tuoi peccati ti sono perdonati!».

a. Nella sua città: Deve trattarsi di Capernaum, come osservato in precedenza (Matteo 4:13).

b. Gli fu presentato un paralitico disteso sopra un letto: Altri due Vangeli (in Marco 2 e Luca 5) descrivono in che modo l’uomo fu condotto a Gesù. A motivo della folla i suoi amici lo calarono dal tetto al cospetto del Signore.

i. Vedremo un ulteriore esempio in cui Gesù guarisce gli infermi e gli ammalati nel ruolo del Messia quale guaritore, come profetizzato chiaramente in vari passaggi, tra cui Isaia 35:5-6. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e saranno sturate le orecchie dei sordi; allora lo zoppo salterà come un cervo e la lingua del muto griderà di gioia, perché sgorgheranno acque nel deserto e torrenti nella solitudine. Così, i miracoli di Gesù erano una testimonianza non solo del fatto che era stato mandato da Dio, ma anche che Egli era il Messia atteso.

ii. Tuttavia, come evidenziato precedentemente, i miracoli di Gesù non erano intesi principalmente per attirare le folle. Piuttosto, erano compiuti soprattutto per ministrare ai bisogni umili di persone umili. Per la maggior parte, i giudei del tempo avrebbero preferito dei segni di gran lunga più spettacolari – come, ad esempio, invocare del fuoco dal cielo su una legione romana.

iii. Notiamo, inoltre, che la presenza massiccia di infermità in Israele era la prova della loro infedeltà al patto e della loro povera condizione spirituale. Dio diede loro l’opposto di quello che aveva promesso in Esodo 15:26: Se tu ascolti attentamente la voce dell’Eterno, il tuo DIO, e fai ciò che è giusto ai suoi occhi e porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti manderò addosso alcuna delle malattie che ho mandato addosso agli Egiziani, perché io sono l’Eterno che ti guarisco.

c. Gesù, vista la loro fede: Gesù vide la fede dei suoi amici, non del paralitico stesso. Era chiaro che avevano la fede di portare il loro amico paralizzato a Gesù, una fede abbastanza attiva da fare a pezzi un tetto e calare l’uomo di fronte a Lui.

i. Possiamo altresì presumere che il paralitico stesso avesse poca fede; Gesù notò la fede dei suoi amici, non la sua. Pertanto, Gesù volle incoraggiare la fede di quest’uomo con le Sue prossime parole.

ii. “In seguito a una diagnosi veloce e accurata, Gesù vede l’uomo non ricolmo di fede ma in profonda depressione… e proferisce, innanzitutto, una parola gentile che gli dona speranza, proprio come farebbe un medico verso un paziente: fatti forza, figliolo!” (Bruce)

d. Figliolo, fatti animo, i tuoi peccati ti sono perdonati: La fede degli amici del paralitico si trasformò in azione – presentarono l’uomo a Gesù. Tuttavia, pensarono di portarlo da Gesù solo per la sua guarigione fisica. Certamente non credevano che Gesù avrebbe perdonato i suoi peccati.

i. Ma Gesù rivolse l’attenzione al problema più grande di quell’uomo. Per quanto sia orribile essere paralizzati, è infinitamente peggio essere schiavi e persi nel proprio peccato.

ii. Non dobbiamo concludere che l’uomo era rimasto paralizzato come diretta conseguenza di un peccato che doveva essere perdonato. Non sembra che questa fosse l’intenzione di Gesù quando disse: “I tuoi peccati ti sono perdonati”.

iii. Matthew Poole nota sei ragioni per cui Gesù si occupò, in primo luogo, del peccato del paralitico. Per parafrasare le ragioni di Poole sul perché il peccato fu affrontato per primo:

·Perché il peccato è la radice da cui scaturiscono tutti i nostri mali.

·Per mostrare che il perdono è più importante della guarigione fisica.

·Per mostrare che l’aspetto più importante della missione di Gesù era affrontare il peccato.

·Per mostrare che, quando i peccati di un uomo sono perdonati, diventa un figlio di Dio.

·Per mostrare che la risposta alla fede è il perdono del peccato.

·Per dare il via a una conversazione importante con gli scribi e i farisei.

2. (3) La reazione dei capi religiosi.

Allora alcuni scribi dicevano fra sé: «Costui bestemmia!».

a. Allora alcuni scribi dicevano fra sé: Notiamo che hanno obiettato immediatamente anche se in privato, parlando fra sé. Gesù si concentrerà su ciò che questi hanno detto fra sé, facendo vedere che i loro pensieri e le loro opinioni sono palesi a Dio e di Suo interesse.

b. Costui bestemmia: Gli scribi avevano compreso correttamente che Gesù dichiarava di fare qualcosa che solo Dio può fare. Tuttavia, sbagliavano a presumere che Gesù non fosse Dio stesso e che avesse bestemmiato per essersi considerato Dio.

i. “Qui i dottori della legge, nella loro consultazione mormorata, ampliarono il concetto di bestemmia per includere l’affermazione di Gesù di fare qualcosa che solo Dio poteva fare.” (Carson)

ii. “Non lo chiamarono ‘uomo’; nella versione inglese la parola è scritta in corsivo. Non sapevano come chiamarlo nemmeno nei loro cuori; dissero ‘costui’ – quest’ultimo arrivato, un nessuno, quest’individuo bizzarro.” (Spurgeon)

iii. “Si tratta della prima descrizione dell’opposizione nei confronti di Gesù, che sarà un tema ricorrente.” (France)

3. (4-5) Gesù legge i cuori malvagi degli scribi e pone una domanda.

Ma Gesù, conosciuti i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nei vostri cuori? Infatti, che cosa è più facile dire: “I tuoi peccati ti sono perdonati”, oppure: “Alzati e cammina”?»

a. Ma Gesù, conosciuti i loro pensieri: Solo questo sarebbe dovuto bastare a Gesù per dimostrare la propria divinità, la prova che Egli conosceva i loro cuori malvagi. Ciononostante, avrebbe fornito una prova maggiore della Sua deità.

b. Infatti, che cosa è più facile dire: Sia la guarigione che il perdono sono impossibili per l’uomo. Eppure, solo la promessa di guarigione si sarebbe potuta dimostrare immediatamente, perché, benché non sia possibile vedere il perdono del peccato in una persona, è possibile vederne la guarigione.

i. “Sembra che si tratti di un’affermazione basata sul Salmo 103:3. Egli perdona tutte le tue iniquità e guarisce tutte le tue infermità. Qui il perdono precede la guarigione.” (Clarke)

4. (6-8) Gesù afferma la propria autorità sul peccato e sulla malattia.

«Ora, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha autorità in terra di perdonare i peccati: Alzati (disse al paralitico), prendi il tuo letto e vattene a casa tua!». Ed egli, alzatosi, se ne andò a casa sua. Le folle, veduto ciò, si meravigliavano e glorificavano Dio, che aveva dato tale potere agli uomini.

a. Ora, affinché sappiate che il Figlio dell’uomo ha autorità in terra di perdonare i peccati: Gesù rispose alla propria domanda prima che potessero farlo i capi religiosi. Dal momento che poté dare prova della Sua asserzione di guarire l’uomo, ciò fu anche la dimostrazione della Sua dichiarazione di autorità di perdonare i peccati.

b. Ed egli, alzatosi, se ne andò a casa sua: L’uomo fu guarito all’istante, confermando che Gesù aveva il potere da Dio di guarire e di perdonare.

i. “Non andò al tempio con il sacerdote, né a teatro con l’uomo di mondo: se ne andò a casa… Il ristabilimento per grazia di un uomo è meglio visibile nella sua stessa casa.” (Spurgeon)

ii. “Un uomo dà prova della propria conversione dal peccato a Dio se imita questo paralitico. Colui che non si alza e si mette in posizione eretta, ma continua a strisciare per terra o cade all’indietro non appena si alza, non è ancora guarito dalla sua paralisi spirituale.” (Clarke)

c. Le folle, veduto ciò, si meravigliavano e glorificavano Dio: Alla vista della guarigione dell’uomo, la folla diede giustamente a Dio la gloria per questo miracolo. Gesù ovviamente non attirò l’attenzione su di sé per il modo in cui avvenne la guarigione.

B. La chiamata di Matteo il pubblicano.

1. (9) Matteo ubbidisce alla chiamata di Gesù di seguirlo.

Poi Gesù, passando oltre, vide un uomo che sedeva al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, alzatosi, lo seguì.

a. Un uomo… chiamato Matteo: Marco 2:14 dice che quest’uomo era chiamato anche Levi figlio di Alfeo. Matteo 10:3 parla di un altro discepolo che era il figlio di Alfeo (Giacomo, spesso chiamato Giacomo il Minore per distinguerlo da Giacomo, fratello di Giovanni). Sembra perciò che sia questo Matteo che suo fratello Giacomo fossero tra i Dodici.

b. Un uomo che sedeva al banco delle imposte, chiamato Matteo: I pubblicani non solo erano noti peccatori; erano considerati anche dei veri e propri collaboratori dei Romani contro i loro connazionali giudei. L’uomo che sedeva al banco delle imposte non piaceva a nessuno.

i. I giudei li consideravano giustamente dei traditori, perché lavoravano per il governo romano ed erano supportati dalla forza dei soldati romani per far sì che le persone pagassero le tasse. Si trattava dei collaboratori giudei di Roma più in vista.

ii. I giudei li consideravano giustamente degli estorsori, perché era loro permesso di tenere tutto ciò che raccoglievano in più. Un esattore delle tasse presentava un’offerta insieme ad altri per il contratto di riscossione delle tasse. Per esempio, poteva accadere che molti pubblicani volessero il contratto di riscossione per una città come Capernaum. I Romani davano il contratto in premio al miglior offerente. L’uomo riscuoteva le tasse, pagava i Romani ciò che aveva promesso e teneva il resto. Pertanto, i pubblicani erano decisamente incentivati a sovraccaricare le tasse e a imbrogliare ad ogni occasione. Per loro era puro profitto. “In quel momento era impegnato a prendere, ma fu chiamato a un lavoro caratterizzato essenzialmente dal dare.” (Spurgeon)

iii. “Quando un giudeo entrava nel servizio doganale, veniva considerato un emarginato della società: veniva escluso come giudice o testimone nelle udienze legali, veniva scomunicato dalla sinagoga e agli occhi della comunità il suo disonore si estendeva alla sua famiglia.” (Lane, Commentario di Marco)

iv. La vecchia King James Version usa la parola pubblicano al posto di esattore delle tasse. “I pubblicani erano dei riscuotitori di tasse, così chiamati perché si occupavano del denaro e dei fondi pubblici.” (Barclay)

v. “Un pubblicano fedele era così raro che Roma stessa fece erigere per un certo Sabino, per la sua gestione onesta di quell’ufficio, alcune immagini in onorevole ricordo con questa iscrizione: Per il pubblicano onesto.” (Trapp)

c. E gli disse: «Seguimi!»: Una volta compreso l’odio che quasi tutti avevano per gli esattori delle tasse, è straordinario vedere Gesù amare e chiamare Matteo. Si dimostrò un amor ben riposto; Matteo rispose all’invito di Gesù lasciando la sua attività esattoriale e mettendosi a seguire il Maestro – e, infine, scrivendo questo stesso resoconto evangelico.

i. “Abbandonò il suo banco delle imposte; da cui però prese con sé una cosa – la sua penna… quest’uomo, la cui professione gli aveva insegnato a usare una penna, usò quell’abilità per redigere il suo primo vademecum degli insegnamenti di Gesù.” (Barclay)

ii. Da un lato, si trattava di un maggior sacrificio rispetto a quello compiuto dagli altri discepoli. Pietro, Giacomo e Giovanni potevano tornare alla loro attività di pesca con maggiore facilità, ma sarebbe stato difficile per Levi ritornare all’attività di riscossione.

iii. Ci sono reperti archeologici che dimostrano che il pesce pescato nel Mare di Galilea era tassato. Perciò, Gesù scelse come Suo discepolo l’esattore che probabilmente aveva preso del denaro da Pietro, Giacomo, Giovanni e gli altri pescatori tra i discepoli. È probabile che questo abbia portato a delle presentazioni alquanto imbarazzanti.

2. (10-13) Gesù mangia con i pubblicani e i peccatori.

E avvenne che, mentre Gesù era a tavola in casa, molti pubblicani e peccatori vennero e si misero a tavola con lui e con i suoi discepoli. I farisei, veduto ciò, dissero ai suoi discepoli: «Perché il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». E Gesù, avendo sentito, disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Or andate e imparate che cosa significa: “Io voglio misericordia e non sacrificio”. Perché io non sono venuto per chiamare a ravvedimento i giusti, ma i peccatori».

a. Molti pubblicani e peccatori vennero e si misero a tavola con lui: Il contesto suggerisce che si trattava di una rimpatriata degli amici di Matteo e dei suoi vecchi soci d’affari. Potremmo dire che Gesù approfittò della decisione di Matteo di mettersi in contatto anche con le sue conoscenze.

i. “Gesù mira a una missione tra le classi riprovevoli. Il Suo primo passo è la chiamata di Matteo al discepolato; il Suo secondo il raduno, tramite lui, di un gran numero di queste classi a un evento di intrattenimento sociale.” (Bruce)

ii. Nella sua osservazione sulla presenza di molti pubblicani e peccatori, Bruce ritiene che l’evento non abbia avuto luogo in una casa privata ma in una sala pubblica, trattandosi “in ogni caso di un grande evento – decine, se non centinaia, di presenti, troppi da far entrare in una stanza di casa”.

b. Perché il vostro Maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori: La risposta a questa domanda fu semplice:perché Gesù è amico dei peccatori. Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (Romani 5:8).

i. “È possibile che ‘peccatori’ comprenda la gente comune che non si atteneva a tutti gli standard dei farisei.” (Carson)

c. Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati: Questo è il principio che i polemici farisei non capivano. I farisei erano paragonabili a dei dottori che volevano evitare qualsiasi contatto con i malati. Ovviamente desideravano che i malati guarissero, ma non volevano rischiare di rimanere contagiati loro stessi.

i. Siamo grati che Dio chiama i peccatori e non solo i santi. Gesù è venuto a portare beneficio a coloro che comprendevano il loro bisogno innato di Lui (i malati e i poveri in spirito di Matteo 5:3).Eppure, i superbi che non scorgono il proprio bisogno di Gesù (i sani) non ricevono alcun beneficio da Lui.

ii. “Signore, concedimi, se mai venga a trovarmi in compagnia dei peccatori, che sia con lo scopo di guarirli, senza che anch’io venga infettato dalla loro malattia!” (Spurgeon)

d. Andate e imparate che cosa significa: “Io voglio misericordia e non sacrificio”: Gesù cita qui Osea 6:6. Ai giorni di Osea il popolo di Dio sapeva ancora come presentare dei sacrifici (Osea 5:6), ma aveva abbandonato la misericordia, perché aveva rinunciato alla conoscenza di Dio e della verità (Osea 4:1). Dio preferisce avere dei cuori retti, ricolmi di verità e misericordia, piuttosto che sacrificio.

i. “Queste parole sono ancora più sconvolgenti quando ci ricordiamo che erano rivolte ai maestri degli uomini… Il rimprovero di Cristo palesò che non conoscevano Dio, ed Egli li invitò ad andare ad imparare il significato delle loro stesse Scritture.” (Morgan)

ii. “Ciò sarebbe risultato sgradevole per gli uomini che credevano di sapere già tutto.” (Spurgeon)

C. Il nuovo e il vecchio patto e la differenza tra loro.

1. (14) I discepoli di Giovanni fanno una domanda: perché i discepoli di Gesù non digiunano, mentre loro e i farisei sì?

Allora si accostarono a lui i discepoli di Giovanni, e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo spesso, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».

a. Perché noi e i farisei digiuniamo spesso: Il ministero di Giovanni Battista era rigido in natura e poneva l’enfasi su un ravvedimento umile (Matteo 3:1-4). I discepoli di Giovanni imitavano questo modo di fare e mostravano la loro umiltà alla luce del proprio peccato e di quello del popolo.

b. Noi e i farisei digiuniamo spesso: I farisei erano noti anche per la loro pratica di digiuno (spesso due volte a settimana, secondo Luca 18:12), ma non lo facevano in uno spirito di umile ravvedimento. Spesso digiunavano con l’intenzione di fare colpo su sé stessi e gli altri con la loro spiritualità (Matteo 6:16-18).

c. Mentre i tuoi discepoli non digiunano: Sembrerebbe che i discepoli di Gesù non digiunassero come facevano gli altri due gruppi. Gesù stava per spiegarne il motivo.

2. (15-17) Il principio: le cose sono diverse ora che il Messia è qui.

E Gesù disse loro: «Possono gli amici dello sposo essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Ma verranno i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa nuova su di un abito vecchio, perché ciò porta via il rattoppo e lo strappo si fa peggiore. Neppure si mette del vino nuovo in otri vecchi; altrimenti gli otri si rompono, il vino si spande e gli otri si perdono; ma si mette il vino nuovo in otri nuovi, così si conservano entrambi».

a. Possono gli amici dello sposo essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Non era giusto che i discepoli di Gesù imitassero i farisei nelle loro sceneggiate ipocrite. Né era giusto che imitassero i discepoli di Giovanni nel loro ministero di umile preparazione, perché quei discepoli vivevano nell’esperienza a cui Giovanni cercava di preparare le persone.

b. Ma verranno i giorni: Sarebbe venuto il giorno in cui digiunare avrebbe avuto senso per i seguaci di Gesù, ma in quel frangente, mentre Gesù era con loro, quel giorno non era ancora arrivato.

i. L’anziano commentatore puritano John Trapp estrapola tre punti da questo testo: “1. Il digiuno non è stato abolito insieme alle leggi cerimoniali, ma deve essere ancora praticato come un dovere del vangelo. 2. I tempi di pesantezza sono tempi di umiliazione. 3. I nostri momenti felici non sono che banchetti nuziali, per quanto riguarda la durata; non durano a lungo”.

ii. C’è una nota leggermente oscura nelle parole “verranno i giorni in cui lo sposo sarà loro tolto”. Era come se Gesù avesse detto: “Mi porteranno via; sono una minaccia al loro sistema”. Si tratta del primo lieve accenno all’imminente rifiuto nei Suoi confronti.

c. Neppure si mette del vino nuovo in otri vecchi; altrimenti gli otri si rompono: Con l’immagine degli otriGesù illustrò di non essere venuto per riparare o riformare la vecchia istituzione del giudaismo, ma per istituire un’alleanza totalmente nuova. Il nuovo patto non migliora semplicemente il vecchio; lo sostituisce e va oltre.

d. Ma si mette il vino nuovo in otri nuovi, così si conservano entrambi: Il riferimento di Gesù agli otri fu il Suo modo per annunciare che l’attuale istituzione del giudaismo non avrebbe contenuto né avrebbe potuto contenere il Suo vino nuovo. Avrebbe formato una nuova istituzione – la chiesa – che avrebbe portato giudei e gentili insieme in un corpo completamente nuovo (Efesini 2:16).

i. Gesù ci ricorda che spesso ciò che è vecchio e stagnante non può essere rinnovato o riformato. Dio cercherà spesso nuovi vasi che possano contenere la Sua nuova opera, fino a quando quei vasi non finiranno per essere inutilizzabili. Questo ci ricorda che l’istituzione religiosa di qualsiasi epoca non necessariamente ha portato piacere a Gesù. A volte si è opposta direttamente o ha perlomeno resistito alla Sua opera.

ii. Gesù è venuto per presentare qualcosa di nuovo, non per rattoppare qualcosa di vecchio. La salvezza non è altro che questo. Così facendo, Gesù non distrugge il vecchio (la legge), ma la porta a compimento, così come una ghianda è completa quando cresce e diventa una quercia. In un certo senso, anche se la ghianda scompare, il suo proposito si adempie in grande misura.

D. Due persone vengono guarite: una fanciulla e una donna con perdite di sangue.

1. (18-19) Uno dei capi dei giudei chiede a Gesù di guarire sua figlia.

Mentre egli diceva loro queste cose, uno dei capi della sinagoga si avvicinò e si inchinò davanti a lui, dicendo: «Mia figlia è morta proprio ora, ma vieni, metti la mano su di lei ed ella vivrà». E Gesù, alzatosi, lo seguì insieme ai suoi discepoli.

a. Uno dei capi della sinagoga si avvicinò e si inchinò davanti a lui: Da notare che quest’uomo si inchinò davanti a lui (lo adorò, in altre versioni) e Gesù accetto l’adorazione – che sarebbe stato un atto blasfemo se Gesù stesso non fosse stato Dio.

i. In altre occasioni del Nuovo Testamento, dove un’adorazione simile viene offerta a una persona (Atti 10:25-26) o a un angelo (Apocalisse 22:8-9), questa viene sempre subito rifiutata.

b. Mia figlia è morta proprio ora, ma vieni, metti la mano su di lei ed ella vivrà: Questo capo fece la cosa giusta recandosi da Gesù, ma la sua fede era piccola in confronto a quella del centurione di Matteo 8. Il capo ritenne che fosse fondamentale che Gesù toccasse personalmente la piccola fanciulla, quando invece il centurione aveva compreso che Gesù aveva l’autorità di guarire con una parola, persino a grande distanza.

2. (20-22) Una donna viene guarita per la sua fede e per aver toccato Gesù.

Ed ecco una donna, affetta da un flusso di sangue già da dodici anni, gli si accostò di dietro e toccò il lembo della sua veste. Perché diceva fra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare la sua veste, sarò guarita». Gesù, voltatosi e vedutala, le disse: «Fatti animo, figliola; la tua fede ti ha guarita». Da quell’ora la donna fu guarita.

a. Ed ecco una donna: Marco 5:21-43 e Luca 8:43-48 forniscono una descrizione più dettagliata di questo miracolo, ma quella di Matteo è sufficiente a mostrare la compassione di Gesù e il fatto che il Suo potere non era magico. Qui vediamo semplicemente la potenza di Dio che risponde alla fede di coloro che Lo cercano.

i. “Matteo racconta brevemente l’accaduto, come è solito fare con molti altri, avendo semplicemente l’intenzione di riferire il miracolo.” (Poole)

b. Se riuscirò anche solo a toccare la sua veste, sarò guarita: Dal momento che la donna si trovava in una condizione imbarazzante e poiché, essendo cerimonialmente impura, sarebbe stata condannata per aver toccato Gesù o per essersi fatta strada tra la folla, voleva farlo di nascosto. Non volle chiedere apertamente a Gesù di essere guarita, ma pensò: “Se riuscirò anche solo a toccare la sua veste, sarò guarita”.

i. “Queste frange erano quattro nappe di colore blu giacinto indossate da un giudeo agli angoli della sua veste esterna… Dovevano identificare un giudeo come giudeo e come membro del popolo eletto, indipendentemente dal luogo in cui si trovasse; e dovevano ricordare al giudeo, ogni volta che indossava e toglieva le sue vesti, che apparteneva a Dio.” (Barclay)

ii. È una dimostrazione che Gesù si vestiva come le altre persone del Suo tempo. Non avvertiva il bisogno di distinguersi con i vestiti che indossava. “Nel vestire, Gesù non era un anticonformista.” (Bruce)

iii. Per quello che ne sappiamo, non c’erano stati né una promessa né dei precedenti che avrebbero fatto pensare che toccare la veste di Gesù avrebbe operato la guarigione. Sembra che la donna lo credesse in una maniera alquanto superstiziosa. Tuttavia, sebbene la sua fede avesse elementi di errore e superstizione, credeva nella potenza di guarigione di Gesù, la cui veste agì come punto di contatto per quella fede. Potremmo trovare molte cose che non vanno nella fede di questa donna. Ciononostante, la sua fede era in Gesù; e l’oggetto della fede è molto più importante della qualità o persino della quantità della fede.

iv. “Era abbastanza ignorante da credere che la guarigione provenisse da Lui inconsciamente; eppure, la sua fede viveva nonostante la sua ignoranza, trionfò nonostante la sua timidezza.” (Spurgeon)

c. La donna fu guarita: La sua fede, per quanto imperfetta, bastò per ricevere ciò che Gesù voleva darle. La sua infermità durata 12 anni fu curata all’istante.

d. Vedutala, le disse: La donna sperava di ricevere qualcosa da Gesù senza attirare l’attenzione su di sé o sul suo problema imbarazzante. Gesù però volle darle un riconoscimento pubblico, e per una buona ragione.

·Lo fece affinché lei sapesse di essere stata guarita, avendone ricevuto dichiarazione ufficiale da parte di Gesù.

·Lo fece affinché gli altri sapessero che era stata guarita, considerato che il suo problema era di per sé una questione privata.

·Lo fece affinché lei sapesse perché era stata guarita, che fu per mezzo della sua fede e non a causa di un tocco superstizioso in sé e per sé.

·Lo fece affinché lei non pensasse di aver rubato una benedizione a Gesù, né sentisse mai di dover nascondersi da Lui.

·Lo fece affinché il capo della sinagoga vedesse la potenza di Gesù all’opera e avesse perciò maggior fede per la sua figlia malata.

·Lo fece per poterla benedire in modo speciale, dandole un titolo onorifico che non vediamo mai Gesù dare a nessun altro: figliola.

3. (23-26) Gesù, nonostante la derisione, risuscita la piccola fanciulla dai morti.

Quando Gesù arrivò in casa del capo della sinagoga e vide i sonatori di flauto e la folla che faceva strepito, disse loro: «Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme». Ed essi lo deridevano. Poi, quando la folla fu messa fuori, egli entrò, prese la fanciulla per la mano ed ella si alzò. La fama di ciò si divulgò per tutto quel paese.

a. I sonatori di flauto e la folla che faceva strepito: Si trattava probabilmente di piagnoni a pagamento, che secondo le usanze del tempo offrivano, dietro compenso, una dimostrazione esibizionistica del lutto, non mossi da una sincera afflizione. Il fatto che passarono rapidamente dal fare strepito al deridere Gesù mostra la loro mancanza di sincerità.

i. “I piagnoni di professione venivano assoldati anche dalle famiglie più povere (Mishnah Ketuboth 4:4 specifica ‘almeno due flauti e una piagnona’).” (France)

ii. “Il lutto, come tutto il resto, era stato ridotto a un sistema, due flauti e una piagnona alla sepoltura di una moglie a carico dell’uomo più povero.” (Bruce)

b. Poi, quando la folla fu messa fuori, egli entrò, prese la fanciulla per la mano ed ella si alzò: Gesù sopportò la derisione della folla e riportò in vita la fanciulla. Non avrebbe certamente permesso che la critica o lo scherno della folla Gli impedissero di compiere la volontà di Dio.

i. Gesù non resuscitava ogni bambino morto che incontrava, ma lo fece qui in un semplice atto di misericordia e compassione verso il padre addolorato. Oltre a tutto ciò, Gesù deve averne odiato la morte e la sua causa, e godette dell’opportunità di infliggere alla morte una piccola sconfitta prima di sconfiggerla del tutto attraverso la croce e il sepolcro vuoto.

E. Altri tre resoconti di guarigione.

1. (27-31) Gesù guarisce due ciechi.

E, mentre Gesù partiva di là, due ciechi lo seguirono gridando e dicendo: «Abbi pietà di noi, Figlio di Davide!». Quando egli entrò in casa, quei ciechi si accostarono a lui. Gesù disse loro: «Credete che io possa far questo?». Essi gli risposero: «Sì, Signore». Allora egli toccò loro gli occhi, dicendo: «Vi sia fatto secondo la vostra fede». E i loro occhi si aprirono. Poi Gesù ordinò loro severamente, dicendo: «Badate che nessuno lo sappia». Ma essi, usciti fuori, divulgarono la sua fama per tutto quel paese.

a. Due ciechi lo seguirono: Non fu facile per quegli uomini ciechi seguire Gesù, ma ci riuscirono. Dovevano chiedere ad altri in che direzione andasse Gesù e dovevano fare attenzione ad ogni suono che potesse guidarli. Malgrado ciò, erano determinati a seguirlo al meglio delle loro capacità.

i. “La cecità era una malattia spaventosamente comune in Palestina. Era causata in parte dal bagliore del sole orientale sugli occhi senza protezione e in parte per la mancanza di consapevolezza nelle persone dell’importanza della pulizia e dell’igiene. In particolare, gli sciami di mosche sporche portavano infezioni che causavano la perdita della vista.” (Barclay)

b. Abbi pietà di noi, Figlio di Davide: I due ciechi Lo seguirono e gridarono questo aperto riconoscimento di Gesù quale Messia, dato che Figlio di Davide era un importante titolo messianico. Chiesero a Gesù la cosa migliore che potessero chiedergli: pietà.

i. “Il loro unico appello fu alla misericordia. Non menzionarono i propri meriti, non invocarono le proprie sofferenze passate, i loro sforzi costanti, o i loro propositi per il futuro; semplicemente, ‘Abbi pietà di noi’. Colui che pretende una benedizione da Dio come se ne avesse diritto non la otterrà mai.” (Spurgeon)

ii. “Questa è la prima volta che Gesù viene chiamato ‘Figlio di Davide’ e non c’è dubbio che i due ciechi stavano confessando Gesù come Messia.” (Carson)

iii. Giovanni 9:22 ci dice che i farisei avevano decretato che chiunque avesse proclamato Gesù come il Cristo, il Messia, sarebbe stato espulso dalla sinagoga. Benché l’avvenimento in Giovanni sembri essere accaduto dopo la guarigione dei due ciechi, possiamo comunque credere che ci fosse un prezzo da pagare per chiunque chiamasse Gesù “Figlio di Davide”.

iv. Quando egli entrò in casa, quei ciechi si accostarono a lui: “Gesù si occupò dei due ciechi solo dopo essere entrato in casa. Probabilmente fu fatto per smorzare le aspettative messianiche in un giorno già segnato da due guarigioni estremamente pubbliche e sensazionali.” (Carson)

c. Credete che io possa far questo: Ancora una volta, Gesù guarì i due uomini ciechi in risposta alla loro fede. La fede non garantisce la guarigione a ogni individuo, ma senza dubbio ci sono comunque moltitudini che non vengono guarite a causa della loro mancanza di fede. Quegli uomini proclamarono la propria fede semplicemente dicendo: “Sì, Signore”.

i. “Li ha toccati con la Sua mano, ma anche loro hanno dovuto toccare Lui con la loro fede.” (Spurgeon)

d. Vi sia fatto secondo la vostra fede: Matteo sottolinea qui nuovamente la giusta fede che gli uomini devono avere in Gesù e le benedizioni che gli uomini ricevono attraverso quella fede.

·Il lebbroso di Matteo 8:1-4 mostrò fede perché sapeva senza alcun dubbio che Gesù era in grado di guarire la sua lebbra.

·Il centurione di Matteo 8:5-13 aveva una tale fede che Gesù la elogiò pubblicamente definendola grande fede, una fede che non aveva trovato in mezzo al popolo d’Israele.

·I discepoli vennero meno nella fede mentre si trovavano nella tempesta sul Mar di Galilea (Matteo 8:23-27).

·La donna dal flusso di sangue fu guarita per mezzo della sua fede (Matteo 9:18-26).

i. Per molti versi, Dio dice lo stesso agli uomini e alle donne di oggi: Vi sia fatto secondo la vostra fede”. C’è molto da ricevere mediante la fede e molto che non viene mai ricevuto perché non viene mai afferrato con fede. “‘Secondo la vostra fede’ non significa ‘in proporzione alla vostra fede’ (più fede, più vista), piuttosto ‘poiché avete creduto, la vostra richiesta è accolta’.” (Carson)

ii. “La parola di potenza nell’ultima frase è una parola su cui Egli agisce così continuamente che possiamo definirla, come nel caso di molte benedizioni, una regola del regno. Abbiamo il modo di misurare ciò che riceviamo per la misericordia di Dio; la nostra fede ottiene di più o di meno in base alla sua capacità di ricevere.” (Spurgeon)

iii. La fede dei due ciechi è degna di nota.

·Hanno avuto la fede di seguire Gesù; ciò significava abbandonare altri sentieri, altre direzioni, e decidere di seguire Lui.

·Hanno avuto la fede di gridare, pronti ad esprimere a parole il proprio desiderio.

·Hanno avuto la fede di fare del rumore e di non lasciarsi intimorire dall’imbarazzo.

·Hanno avuto la fede di identificare Gesù come il Figlio di Davide, riconoscendolo quale Messia.

·Hanno avuto la fede di chiedere a Gesù pietà, consapevoli di non meritarsi la guarigione.

·Hanno avuto la fede di credere che Gesù era in grado di sanarli.

·Hanno avuto la fede di dire: “Sì, Signore”.

e. Badate che nessuno lo sappia: Malgrado l’avvertimento di Gesù, non hanno potuto fare a meno di raccontarlo agli altri. Sebbene non ammiriamo la loro disubbidienza per quanto ben intenzionata, ammiriamo il loro entusiasmo per l’opera di Dio. Era la loro unica area di incredulità – non avevano la fede di ubbidire a Gesù come avrebbero dovuto.

2. (32-34) Guarigione di un uomo muto.

Ora, come quei ciechi uscivano, gli fu presentato un uomo muto e indemoniato. E, quando il demone fu scacciato, il muto parlò e le folle si meravigliarono dicendo: «Non si è mai vista una simile cosa in Israele». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demoni con l’aiuto del principe dei demoni!».

a. Un uomo muto e indemoniato: Secondo la comprensione giudaica della possessione demoniaca, quell’uomo non poteva essere aiutato. Questo perché la maggior parte dei rabbini del tempo pensava che il primo passo fondamentale in un esorcismo fosse di obbligare o indurre il demone a dire il proprio nome. Si credeva che il nome fosse una sorta di appiglio attraverso cui il demone potesse poi essere scacciato.

i. Pertanto, un demone che rendeva un uomo muto impediva astutamente la rivelazione del nome del demone che dimorava nella vittima, ostacolandone così l’esorcismo.

ii. Gesù però non ebbe alcun problema: il demone fu scacciato e il muto parlò.

b. Non si è mai vista una simile cosa in Israele: Per queste ragioni, il miracolo fu particolarmente sbalorditivo per le moltitudini. Non solo mostrò la completa autorità di Gesù sul regno demoniaco, ma anche la debolezza delle tradizioni rabbiniche.

c. Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demoni con l’aiuto del principe dei demoni!»: Attribuendo l’opera di Gesù al potere di Satana, notiamo in questo vangelo la perseveranza dei farisei e degli altri capi religiosi nel rifiutare Gesù e la Sua opera.

i. “Non c’era nulla di troppo cattivo che potessero dire di Gesù… Sicuramente questo si avvicinava di molto al peccato imperdonabile.” (Spurgeon)

ii. Carson su Matteo 9:34: “Questo versetto manca nella tradizione testuale occidentale… Ma l’evidenza esterna è forte; e Matteo 10:25 sembra presupporre la presenza di questo versetto”.

3. (35-38) La compassione di Gesù verso le moltitudini.

E Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando l’evangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità fra il popolo. Vedendo le folle, ne ebbe compassione perché erano stanche e disperse, come pecore senza pastore. Allora egli disse ai suoi discepoli: «La mèsse è veramente grande, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Signore della mèsse che spinga degli operai nella sua mèsse».

a. Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi: Incontrando la profondità del bisogno umano, ne ebbe compassione. Gesù non era insensibile né aveva un atteggiamento stoico di fronte alle persone e ai loro bisogni.

i. Matteo 9:35 ci mostra che ciò che è accaduto in Matteo 8 e 9, sebbene abbia avuto luogo perlopiù a Carpernaum, costituiva un esempio di quello che Gesù ha fatto in tutta la regione della Galilea.

ii. Nei versetti precedenti Gesù è stato criticato terribilmente e ingiustamente, anche se questo non ha fermato la Sua opera. Non ha detto: “Oh, quante cose terribili dicono su di Me! Che posso fare? Come posso farli smettere?” Gesù ha semplicemente ignorato le critiche terribili e ingiuste e si è concentrato sugli affari di Suo Padre.

iii. “La parola usata per ebbe compassione (splagchnistheis) è la più forte in riferimento alla pietà nella lingua greca… descrive la compassione che muove un uomo nel più profondo del suo essere.” (Barclay)

iv. “La parola originale è davvero notevole. Non si trova nel greco classico. Non si trova nella Versione dei Settanta. Il fatto è che si tratta di una parola coniata dagli evangelisti stessi. Non ne trovarono una in tutta la lingua greca che fosse adatta al loro scopo e quindi dovettero crearne una nuova.” (Spurgeon)

b. Erano stanche e disperse, come pecore senza pastore: Gesù descrive qui ciò che l’uomo è quando è separato da Dio, ovvero come pecore senza pastore. Ciò vuol dire che siamo in problemi seri fino a quando non ci affidiamo alla cura del nostro Pastore.

i. “Questo angustiava il nostro Salvatore più della loro schiavitù fisica ai Romani, che era comunque molto gravosa.” (Trapp)

ii. Purtroppo, sebbene si possa affermare che i giudei del tempo avevano in effetti delle guide spirituali e dei pastori negli scribi, nei sacerdoti, nei leviti e nei farisei, questi erano, per la maggior parte, inutili. “Cristo considera coloro che non hanno buoni ministri come se non ne avessero affatto.” (Poole)

iii. “Lo stato delle cose suggeriva due immagini alla Sua mente: un gregge di pecore abbandonato a sé stesso e un raccolto che andava sprecato per mancanza di mietitori. Entrambi connotano non solo la situazione pietosa del popolo, ma una negligenza riprovevole del dovere da parte delle loro guide religiose… I commenti farisaici in occasione della festa durante la missione di Capernaum (Matteo 9:11) bastavano a giustificare il giudizio avverso.” (Bruce)

c. La mèsse è veramente grande, ma gli operai sono pochi: Gesù vedeva la grandezza del bisogno umano come un’opportunità, come una mèsse che era grande. Una messe è una cosa buona e questa era una grande messe.

i. Tuttavia, era anche una messe che aveva bisogno di operai. L’abbondanza della messe può andare sprecata se non ci sono operai che ne approfittano.Gesù ci avverte che le opportunità di andare incontro al bisogno umano e di portare le persone nel Suo regno possono essere sprecate a causa della mancanza di operai.

ii. Gesù descrive i lavoratori del Suo regno come degli operai – cioè, coloro che lavorano sodo. “Il capofamiglia ha del lavoro da fare, il magistrato di più, ma il ministro li supera tutti. Molte volte lavora di più in un giorno di quanto faccia un agricoltore in un mese. Il sudore della fronte non è nulla rispetto a quello del cervello; il primo rafforza la salute, il secondo la deteriora, affaticando e logorando il corpo, consumando gli organi vitali e accelerando la vecchiaia e la morte precoce.” (Lutero, citato in Trapp)

iii. “Gli impostori erano molti, ma i veri ‘operai’ nella messe erano pochi…i ministri creati dall’uomo sono inutili. I campi sono ancora sommersi da uomini che non sanno usare la falce. I veri mietitori sono ancora pochi e lontani fra loro. Dove sono i ministeri istruttivi, vincitori di anime?” (Spurgeon)

d. Pregate dunque il Signore della mèsse che spinga degli operai nella sua mèsse: Dato che il raccolto appartiene al Signore della mèsse, ci viene comandato di pregare affinché Egli costringa gli operai a mietere il Suo raccolto.

i. “Egli non disse: ‘La messe è veramente grande e gli operai sono pochi, ma non importa, perché Dio può benedire i pochi e far loro compiere tanto quanto farebbero i molti’. Credeva nell’onnipotenza di Suo Padre, ma anche che il Signore avrebbe operato affidandosi a dei mezzi e che ci fosse bisogno di molti operai per mietere un raccolto abbondante; per questo ci dice di pregare che se ne aggiungano altri.” (Spurgeon)

ii. Dobbiamo pregare che il Signore spinga degli operai: “Il greco è molto più forte, come se Egli volesse spingerli in avanti e catapultarli; si tratta della stessa parola usata per l’espulsione di un demone da un posseduto. Ci vuole grande potenza per scacciare un demone e ci vuole altrettanta potenza da Dio per spingere un ministro nella Sua opera.” (Spurgeon)

iii. È una preghiera che dobbiamo fare, ma possiamo farla onestamente solo se preghiamo con un orecchio teso a sentire Lui che ci dice: “Vai tu nella messe”.

iv. In questo capitolo Gesù ha fronteggiato molte accuse:

·È stato accusato di bestemmia.

·È stato accusato di avere un basso standard morale.

·È stato accusato di empietà.

·È stato accusato di essere in combutta con il diavolo.

v. Sebbene Matteo abbia definito pienamente le credenziali di Gesù come Messia, Gesù comincia ad essere respinto e criticato dalle autorità religiose. Tali conflitti con i capi religiosi diventeranno sempre più frequenti e accesi.

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