Tito 2




Tito 2 – Insegna Loro Come Vivere

“Sono POCHE le parti del Nuovo Testamento che superano questo capitolo. Esso può benissimo costituire il credo, il sistema etico e il libro di testo di ogni predicatore cristiano. Qualcuno chiede quale sia il dovere di un ministro del Vangelo? Lo si rimandi al secondo capitolo dell’epistola a Tito per una risposta completa.” (Adam Clarke)

A. Il modo in cui Tito deve insegnare ai diversi gruppi nella chiesa.

1. (1) Il comando di insegnare.

Ma tu parla di cose che siano conformi alla sana dottrina:

a. Ma tu: C’è una distinzione tra Tito e le persone descritte alla fine del capitolo 1. Queste insegneranno anche legalismo e favole, ma Tito doveva insegnare le cose che siano conformi alla sana dottrina.

b. Cose che siano conformi alla sana dottrina: L’idea di fondo di questa frase ha a che fare con il vivere rettamente, non solo con il pensare rettamente. The Living Bible la traduce così: “Parla a favore del giusto modo di vivere che va di pari passo con il vero cristianesimo”. La New Living Translation legge: “Promuovi il tipo di vita che riflette il giusto insegnamento”.

i. Non possiamo sfuggirle. La Bibbia è un libro che ci dice come vivere. È il massimo dell’ipocrisia dire che crediamo alla sua verità se ignoriamo come ci dice di vivere la nostra vita. Non sempre ci piace, ma abbiamo sempre bisogno di sentire in che modo Dio si aspetta che viviamo.

ii. Paolo vuole semplicemente che Tito adempia il comando di Gesù in Matteo 28:19-20: Insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato.

2. (2) Insegnamento rivolto agli uomini anziani.

Gli uomini anziani siano sobri, dignitosi, padroni di sé, sani nella fede, nell’amore, nella pazienza.

a. Gli uomini anziani: Tra i cristiani di Creta Tito aveva alcuni uomini anziani, ai quali bisognava avvicinarsi con amore e saggezza, altrimenti avrebbero potuto facilmente offendersi di fronte all’insegnamento di un uomo più giovane come Tito.

b. Gli uomini anziani: Paolo voleva far sapere a Tito che gli uomini anziani dovevano vivere con la maturità e la saggezza consone alla loro età. Ciò significa che dovevano essere sobri, dignitosi e padroni di sé. Paolo gli ordina di insegnare queste cose perché non vengono automaticamente con l’età.

c. Gli uomini anziani: Devono anche avere stabilità, essere stabili nelle cose giuste: sani nella fede, nell’amore, nella pazienza. Quando invecchiamo, i nostri modi tendono a diventare “rigidi”. È una buona cosa se diventiamo “rigidi” nelle vie della fede, dell’amore e della pazienza.

i. Pazienza è la grande parola in greco antico hupomone, che indica una costanza ferma e attiva, non un’attesa passiva. Gli uomini anziani non devono solo aspettare pazientemente di passare a miglior vita; piuttosto, devono sopportare attivamente le sfide della vita, anche quelle della vecchiaia.

3. (3-4a) Insegnamento rivolto alle donne anziane.

Parimenti le donne anziane abbiano un comportamento conveniente a persone sante, non siano calunniatrici, non schiave di molto vino, ma maestre del bene, per insegnare alle giovani

a. Parimenti le donne anziane: Così come Tito doveva prestare particolare attenzione agli uomini anziani, doveva anche tenere conto di come avvicinarsi alle donne anziane. Anche loro hanno la loro serie di tentazioni e opportunità.

b. Un comportamento conveniente a persone sante, non siano calunniatrici: L’idea di comportamento include un suggerimento sull’abbigliamento e sul modo in cui una donna si presenta. La parola “calunniatrici” è la stessa usata per “diavoli”. Quando le donne anziane – o chiunque altro, se è per questo – calunniano e spettegolano, fanno il lavoro del diavolo.

i. “L’aggettivo ‘conveniente’ significa sostanzialmente ‘adatto a un sacro ufficio’ e trasmette l’immagine di una buona sacerdotessa che svolge i doveri del proprio ufficio. La condotta delle donne anziane deve rivelare la loro considerazione per la vita sacra in tutti i suoi aspetti.” (Hiebert)

c. Non schiave di molto vino: Si trattava di un difetto comune delle donne anziane in epoca romana e greca. Paolo riconosce che questa sfida speciale richiede un insegnamento speciale.

i. “Le due proibizioni che seguono, non calunniatrici e non schiave di molto vino, ritraggono ancora una volta vividamente l’ambiente cretese dell’epoca. La prima è già stata trattata in 1 Timoteo 3:11 e il secondo in 1 Timoteo 3:8. È chiaro che a Creta la propensione a questi eccessi era più grave che a Efeso, soprattutto tra le donne, perché il verbo (doulo) qui usato significa ‘schiavitù’, espressione molto più forte di quella usata in 1 Timoteo.” (Guthrie)

d. Maestre del bene: Oltre a sfide speciali, le donne anziane hanno anche delle opportunità speciali. Dio può usare la loro saggezza e la loro esperienza per insegnare alle giovani donne. Questo dà alle donne anziane qualcosa di positivo per cui vivere, invece delle cose negative come la calunnia e l’abuso di alcol.

i. “Per far emergere le caratteristiche cristiane richieste, l’apostolo usa un’espressione composta unica, kalodidaskaloi, maestre del bene.” (Guthrie)

4. (4b-5) Insegnamento rivolto alle giovani donne.

Alle giovani ad amare i loro mariti, ad amare i loro figli, a essere assennate, caste, dedite ai lavori di casa, buone, sottomesse ai propri mariti, affinché la parola di Dio non sia bestemmiata.

a. Alle giovani donne: Secondo le istruzioni di Paolo, insegnare direttamente alle giovani donne non faceva parte del ministero di Tito; piuttosto, doveva equipaggiare e incoraggiare le donne anziane a insegnare alle giovani donne.

i. Naturalmente, ciò non vuol dire che alle giovani donne venisse impedito di ascoltare l’insegnamento di Tito. Significa semplicemente che era sbagliato, e pericoloso, per Tito mettere le giovani donne al centro del suo ministero. Nel caso di un gruppo di studio biblico per giovani donne, non sarebbe stato compito di Tito insegnare ma delle donne anziane.

b. Ad amare i loro mariti, ad amare i loro figli: L’insegnamento rivolto alle giovani donne inizia dall’ambiente domestico. Poiché Dio ha dato loro una posizione strategica di influenza e di assistenza verso i loro mariti e i loro figli, devono lasciare che sia l’amore a dominare la loro influenza e la loro assistenza.

i. Paolo dice che l’amore per i mariti e i figli deve essere insegnato. Certo, alcuni aspetti di questo amore sono innati, ma altri (in particolare quegli aspetti che riflettono il sacrificio di Gesù) devono essere insegnati.

c. Ad essere assennate, caste, dedite al lavoro di casa: Alle giovani donne devono essere insegnate queste attitudini (assennate, caste) e queste abilità (dedite al lavoro di casa).

d. Buone, sottomesse ai propri mariti: Poiché la bontà non è sempre facile in un mondo che offusca il confine tra il bene e il male, le donne anziane devono insegnare alle più giovani ad essere buone. L’essere sottomesse ai propri mariti è un altro modo per esprimere la chiamata alla sottomissione rivolta alle mogli nella relazione matrimoniale (Efesini 5:22, Colossesi 3:18).

e. Affinché la parola di Dio non sia bestemmiata: Da questo vediamo quanto sia importante che le donne anziane insegnino queste cose e che le giovani donne le imparino. Quando i cristiani non vivono in modo biblico e santo, c’è il rischio che la parola di Dio sia bestemmiata fra gli empi.

i. “Il valore pratico di una religione è stimato non a torto dai suoi effetti sulla vita di coloro che la professano. Se l’effetto del Vangelo fosse quello di rendere le donne mogli peggiori, non lo si potrebbe raccomandare ai pagani.” (White)

5. (6) Insegnamento rivolto agli uomini più giovani.

Esorta similmente i giovani ad essere moderati,

a. Similmente: Questa parola fa da connettivo e mostra che quello che i giovani hanno bisogno di imparare non è poi così diverso da ciò che devono imparare le giovani donne e le donne e gli uomini anziani. Potremmo aver bisogno di un’enfasi leggermente diversa a seconda della nostra posizione nella vita, ma il messaggio essenziale di una vita santa è lo stesso.

b. Ad essere moderati: La Living Bible traduce bene il pensiero: Esorta i giovani a comportarsi con attenzione, prendendo la vita sul serio. Questo è l’unico comando che Tito deve sottolineare ai giovani, un comando a volte difficile per gli uomini più giovani.

i. Moderati: “La parola è sophron, che descrive l’uomo dalla mente che ha tutto sotto controllo… con una forza d’animo che ha imparato a governare e a non dare adito a ogni istinto e passione.” (Barclay)

6. (7-8) Tito e il suo esempio pratico ai giovani.

Presentando in ogni cosa te stesso come esempio di buone opere, mostrando nell’insegnamento integrità, dignità, incorruttibilità, un parere sano ed irreprensibile, affinché l’oppositore sia svergognato, non avendo nulla di male da dire a vostro riguardo.

a. Presentando in ogni cosa te stesso come esempio di buone opere: Tito non doveva solo insegnare, ma dare anche l’esempio. La sua leadership sarebbe stata presa sul serio se lui stesso non avesse seguito il Signore.

b. Mostrando nell’insegnamento integrità: Tito doveva essere un esempio di stabilità e integrità dottrinale. Se non era ben saldo nella sua comprensione delle Scritture, non era pronto a guidare.

c. Affinché l’oppositore sia svergognato: Affinché i tuoi accusatori siano confusi, non avendo nulla da rinfacciarti. Gesù poté dire alla folla inferocita: “Chi di voi mi convince di peccato?”. (Giovanni 8:46)

i. White commenta “non avendo nulla di male da dire”: “Il significato è non avendo niente di male da riferire su di noi; non come nelle versioni inglesi, non avendo niente di male da dire”.

7. (9-10) Insegnamento rivolto ai servi.

I servi siano sottomessi ai propri padroni, cercando di compiacerli in ogni cosa, di non contraddirli, di non frodarli, ma di mostrare una totale fedeltà, affinché in ogni cosa onorino l’insegnamento di Dio, nostro Salvatore.

a. I servi: Tito aveva il compito di istruire i servi riguardo ai loro doveri specifici come cristiani. Nel mondo antico, i cristiani scossero la cultura dominante mescolando schiavi e padroni nel contesto sociale del culto di chiesa. In altre parole, uno schiavo poteva andare in chiesa ed esercitare l’autorità di anziano sul proprio padrone.

i. “Non credo nemmeno per un momento che Paolo credesse che la pratica della schiavitù avesse ragione di esistere. Credeva fino in fondo che i grandi principi del cristianesimo avrebbero abbattuto la schiavitù ovunque, e quanto prima lo avrebbero fatto, tanto più sarebbe stato contento; ma, per il momento, poiché era consuetudine avere degli schiavi, essi dovevano onorare la dottrina di Dio, loro Salvatore, nella posizione in cui si trovavano.” (Spurgeon)

b. Sottomessi ai propri padroni: Paolo non dice che i servi dovevano essere sottomessi ad ogni uomo libero ma solo ai propri padroni. In altre parole, Paolo riconosceva che i servi avevano degli obblighi, ma solo verso i propri padroni.

i. Sottomessi: “La parola ‘sottomessi’ è stata usata per descrivere un gruppo di soldati che si mette sull’attenti e saluta il proprio comandante. Stando sull’attenti di fronte a lui, dichiarano di essere pronti a ricevere i suoi ordini.” (Draper)

ii. Allo stesso tempo, come in ogni ambito della sottomissione umana, la nostra obbedienza e la nostra sottomissione sono circoscritte dalla nostra suprema responsabilità di obbedire a Dio. Come dice Pietro in Atti 5:29, Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini quando c’è contraddizione tra i due.

c. Non frodarli: Questo tipo di reato era così comune nel mondo antico che a volte le parole servo e ladro venivano usate in modo intercambiabile. Si presumeva che i servi rubassero ai loro padroni in questi piccoli modi.

i. Frodarli: “La parola non solo significa rubare, ma anche sottrarre proprietà altrui; trattenere una parte del prezzo di qualsiasi merce venduta per conto del padrone. In Atti 5:2, traduciamo così: trattenere per sé una parte dell’importo; il delitto di cui erano colpevoli Anania e Saffira.” (Clarke)

d. Cercando di compiacerli in ogni cosa: In altre parole, Tito doveva istruire i servi a essere buoni lavoratori in ogni cosa, affinché con il loro duro lavoro e la loro umile sottomissione onorassero l’insegnamento di Dio nostro Salvatore.

i. Onorare: “Significa letteralmente ‘adornare’, prendere gioielli preziosi e disporli in modo da mostrare la loro vera bellezza.” (Draper)

ii. Da un lato, il Vangelo non ha bisogno di ornamenti; dall’altro, possiamo mostrarne la bellezza dal modo in cui viviamo. Spesso pensiamo di dover adornare il vangelo con parole migliori. Le parole migliori vanno bene, ma ciò di cui abbiamo davvero bisogno sono vite migliori.

iii. È meraviglioso che coloro che (in questo contesto) hanno la capacità di onorare l’insegnamento di Dio nostro Salvatore siano servi – schiavi sotto un padrone. Anche chi si trova in una condizione di vita bassa o svantaggiata ha la possibilità di abbellire la verità di Dio con il suo modo di vivere.

iv. “Vediamo così in che modo ‘la dottrina di Dio nostro Salvatore’ possa ‘essere adornata’. È adornata quando i suoi effetti sulla vita e sul carattere si manifestano nella condotta… Quando è ancora solo una teoria, la dottrina non ha la manifestazione della bellezza. Quando, però, si realizza e si manifesta nella vita umana, la sua bellezza appare subito. Il valore di una teoria è sempre estremamente evidente nei risultati che produce.” (Morgan)

B. Il ruolo della grazia nella vita cristiana.

1. (11) Grazia salvifica.

Infatti la grazia salvifica di Dio è apparsa a tutti gli uomini,

a. La grazia salvifica di Dio: È una grazia che porta salvezza. La salvezza non è qualcosa che tu ti “procuri”; essa viene da te e tu hai l’opportunità di riceverla.

b. È apparsa a tutti gli uomini: C’è un solo vangelo di grazia per tutti gli uomini. Dio non ha un vangelo di grazia per alcuni e un vangelo di legge o autogiustificazione per altri. Tutti gli uomini trovano la salvezza mediante la grazia salvifica di Dio.

i. “Non c’è rango o classe o tipo di umanità che sia al di fuori dell’influenza salvifica della grazia di Dio.” (White)

ii. “Ci sono una bellezza e un’energia nella parola epiphaino, ha brillato, che raramente si notano; sembra essere una metafora tratta dal sole. Quando si alza da est e risplende, illumina, in successione, il mondo intero; così il Signore Gesù, che è chiamato il Sole della giustizia (Malachia 4:2), sorge su tutta la razza umana con la guarigione nelle sue ali.” (Clarke)

iii. La luce e il calore del sole sono per tutta la terra; esso, però, non brilla sulla terra contemporaneamente allo stesso modo, né della stessa intensità da un posto all’altro.

2. (12-13) Ciò che la grazia ci insegna.

E ci insegna a rinunziare all’empietà e alle mondane concupiscenze, perché viviamo nella presente età saggiamente, giustamente e piamente, aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del grande Dio e Salvatore nostro, Gesù Cristo,

a. Ci insegna a: La parola in greco antico per insegna parla di ciò che un genitore fa per un bambino, del suo intero processo di formazione: insegnamento, incoraggiamento, correzione e disciplina. La grazia è un insegnante in questo senso.

i. “L’espressione ‘ci insegna’ dichiara che la grazia opera anche nella vita dei salvati. Fondata sulla natura di Dio, la grazia fa richieste etiche ai cristiani coerenti con la sua natura. L’espressione ‘insegna’ raffigura la grazia, praticamente personificata, che istruisce il credente nelle cose ‘conformi alla sana dottrina’.” (Hiebert)

ii. “Intende dire che la grazia di Dio dovrebbe insegnarci ad ordinare le nostre vite in modo corretto. Alcuni sono pronti a trasformare la predicazione della misericordia di Dio in una scusa per la licenziosità, mentre la negligenza impedisce agli altri di pensare al rinnovamento della loro vita. Ma la rivelazione della grazia di Dio porta necessariamente con sé esortazioni a una vita pia.” (Calvin)

iii. “Da questo vediamo che la grazia ha i suoi discepoli. E tu, sei un discepolo della grazia di Dio? Ti sei mai sottomesso ad essa?”. (Spurgeon)

b. Rinunziare all’empietà e alle mondane concupiscenze: La grazia relega l’empietà e le mondane concupiscenze al nostro passato. Ora la grazia ci insegna a rinunciare a quelle cose, non solo ad evitarle.

i. Rinunziare: “Questo indica la rinuncia al Diavolo, alla vanità di questo mondo e a tutte le concupiscenze peccaminose della carne.” (White)

ii. Si può dire che in un mondo in cui siamo tentati di dire di “sì” a ogni desiderio e sentimento, la realtà della nostra fede può essere dimostrata da ciò a cui diciamo no, da ciò a cui siamo disposti a rinunciare.

iii. “La parte più difficile dell’addestramento dei giovani non è instillare in loro la cosa giusta, ma tirar fuori da loro la cosa sbagliata.” (Spurgeon)

c. Perché viviamo nella presente età saggiamente, giustamente e piamente: La grazia ci insegna come vivere nella presente età. Dobbiamo vivere saggiamente (con autocontrollo) per quanto riguarda noi. Dobbiamo vivere giustamente nei confronti delle persone che ci circondano. E dobbiamo vivere piamente (“prendere Dio sul serio”) per quanto riguarda il nostro Dio.

i. “Ci viene insegnato da quella gentile maestra, la Grazia di Dio, a vivere – saggiamente, per quanto riguarda la nostra vita personale; giustamente, in relazione agli altri; piamente, nel nostro atteggiamento verso Dio.” (Meyer)

ii. Presi insieme, vediamo che il timore del legalista, cioè che predicare la grazia produce cristiani indifferenti all’obbedienza, è infondato. La grazia ci insegna l’obbedienza. “Ovunque la grazia di Dio si manifesta efficacemente, fa sì che le persone disordinate rinneghino i desideri della carne; fa sì che l’uomo che bramava l’oro vinca la sua avidità; allontana l’uomo orgoglioso dalle sue ambizioni; addestra l’ozioso alla diligenza e ammorbidisce l’animo avido che si preoccupava solo delle frivolezze della vita. Non solo lasciamo queste concupiscenze, ma le rinneghiamo.” (Spurgeon)

iii. L’espressione viviamo nella presente età… piamente è anche una sottile prova contro l’idea del purgatorio o di qualche luogo di purificazione nella vita a venire. “Non supponendo che nel mondo a venire sarà purificata alcuna cosa che non sia purificata in questo.” (Clarke)

d. Aspettando la beata speranza: La grazia ci insegna ad aspettare e a prepararci per la nostra beata speranza. Quella speranza non è il cielo o la gloria, ma Gesù stesso, faccia a faccia, più vicino che mai.

i. Aspettando indica che i cristiani dovrebbero vivere nell’attesa attiva del ritorno di Gesù. Per i cristiani dovrebbe essere prezioso considerare che:

· Gesù è venuto la prima volta per salvare l’anima dell’uomo; verrà una seconda volta per resuscitare il corpo.

· È venuto la prima volta per salvare l’individuo; verrà una seconda volta per salvare la società.

· È venuto la prima volta per essere crocifisso; verrà una seconda volta per essere incoronato.

· È venuto la prima volta su un legno; verrà una seconda volta su un trono.

· È venuto la prima volta nell’umiltà; verrà una seconda volta nella gloria.

· È venuto la prima volta ed è stato giudicato dagli uomini; verrà una seconda volta per giudicare Lui tutti gli uomini.

· È venuto la prima volta e si è presentato a Pilato; verrà una seconda volta e sarà Pilato a stargli davanti.

ii. Grande Dio: “Questo è l’unico passo nel Nuovo Testamento in cui megas è applicato al vero Dio, sebbene descriva spesso le divinità pagane, ad esempio, Atti 19:28.” (White)

iii. “La disciplina della grazia, secondo l’apostolo, produce tre risultati: rinunciare, vivere, aspettare. Tieni davanti a te queste tre parole.” (Spurgeon)

3. (14) Il cuore del Dio di grazia.

Il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante nelle buone opere.

a. Il quale ha dato se stesso per noi: Ogni parola qui della descrizione dell’opera di Gesù è importante. Gesù ha dato, il che significa volontariamente. Ha dato se stesso, il che significa che Gesù ha dato tutto ciò che poteva dare. E ha dato sé stesso per noi, il che significa che Gesù è stato dato per sostituirsi all’uomo peccatore.

b. Per riscattarci: “Essere riscattati dalla schiavitù pagando un riscatto”. Siamo comprati dalla nostra schiavitù al peccato e comprati per il Suo servizio.

i. Da ogni iniquità: “E quindi ci è stato insegnato che la morte di Gesù era intesa non solo per il nostro perdono e la nostra giustificazione, ma per la nostra santificazione e la nostra liberazione dal potere di tutti i nostri insidiosi peccati.” (Meyer)

ii. Un popolo speciale: “La parola tradotta con speciale (periousios) è interessante. Significa riservato per; serviva specialmente per quella parte del bottino di una spedizione militare che il re vittorioso metteva da parte soprattutto per sé stesso.” (Barclay)

c. Zelante nelle buone opere: Siamo riscattati, acquistati per vivere con zelo: zelo con conoscenza, zelo per la giustizia prima nella nostra vita, nella vita degli altri.

i. “Come sapete, Tito era un insegnante di insegnanti. Doveva mettere in ordine ciò che era mancante e mostrare agli altri predicatori come predicare… Notate quanto dell’Epistola si occupa delle faccende della vita ordinaria, da questioni di pratica sacra; così sia la nostra predicazione, e che il popolo cristiano impari a ricevere con gioia tale istruzione.” (Spurgeon)

4. (15) I messaggeri della grazia.

Insegna queste cose, esorta e riprendi con ogni autorità. Nessuno ti disprezzi.

a. Insegna queste cose: Tito e tutti i messaggeri della grazia di Dio sono chiamati a insegnare, esortare e riprendere – e a farlo con ogni autorità. I messaggeri di Dio devono ricordare che sono messaggeri di un Re, che custodiscono la parola che porta la vita e salva dall’inferno.

b. Nessuno ti disprezzi: Se Tito voleva parlare con ogni autorità, doveva confermarlo con la sua vita. Tito doveva vivere in modo che nessuno disprezzasse lui o il suo messaggio.

i. “Poiché questa lettera sarebbe stata letta nelle chiese, l’osservazione era apparentemente destinata tanto ai Cretesi quanto allo stesso Tito.” (Hiebert)

© 2023 The Enduring Word Bible Commentary by David Guzik – ewm@enduringword.com

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